Praticare la gentilezza verso sè

La parola gentilezza oggi è poco di moda ma se impariamo ad usarla, in particolare verso noi stessi può essere molto potente per la crescita dell’autostima e in generale per il benessere personale.

15 MAR 2024 · Tempo di lettura: min.
Praticare la gentilezza verso sè

Essere amici di sè stessi non è per niente facile ed è in generale un lungo cammino di consapevolezza che si impara anche durante un percorso di psicoterapia individuale.

Spesso usiamo due pesi e due misure verso gli altri e verso noi stessi; siamo più capaci di essere gentili, tolleranti e non giudicanti verso gli amici e i nostri cari che non con noi stessi. Ad esempio rispetto ad un errore commesso da un amico o un'amica usiamo un tono gentile, di ascolto non giudicante ma se lo stesso errore lo facciamo noi il tono cambia, tendiamo ad essere severi, intolleranti e poco amichevoli. Siamo più propensi a perdonare gli errori degli altri ma non usiamo lo stesso approccio quando si tratta dei nostri errori.

Perché non siamo gentili con noi stessi?

Non c'è un'unica risposta, spesso sono tanti i fattori che contribuiscono alla formazione di una voce interna così severa verso sè stessi, ma è possibile affermare che si tratta di un'ingiustizia che rivolgiamo a noi stessi e che può minacciare la nostra autostima.

Da dove partire per amarsi?

Se non ci piacciono delle cose che ci riguardano e ci giudichiamo negativamente o arriviamo a farci trattare male dagli altri occorre imparare a rivolgere uno sguardo gentile verso sè, non rifiutando le debolezze o le fragilità ma imparando ad essere più "intimi" e meno giudicanti, per cominciare ad accettarle. Accettare è il primo passo per poi iniziare un percorso in cui abbandonare pensieri e convinzioni negative su di sé. Nella pratica della gentilezza si allena un conetto di accettazione di sé che porta a conoscersi con autenticità, per quello che veramente si pensa e per le emozioni che si provano.

Il concetto di accettazione è differente rispetto a quello dell'indulgenza. L'Indulgenza è quel processo di pensiero per cui ci si rassegna: "io sono fatto così", è un pensiero resistente, passivo perché: "se sono fatto così, non posso cambiare niente di me" e quindi in ultima analisi non permette l'attivazione di un percorso di evoluzione e cambiamento. Se si sviluppa un approccio gentile verso di se si potenzia anche la compassione che è la capacità di vedere le nostre difficoltà con occhi gentili.

Come allenarsi alla gentilezza?

Come allenarsi alla gentilezza?

Di seguito qualche piccolo consiglio:

  • Fermare l'auto-giudizio o il dialogo interno quando tende a sminuire, occorre fare attenzione a come ci si rivolge a se stessi, ai giudizi e alle parole che ci si dice.
  • Lenire la mente quando è agitata ed accorgersi quando ci stà procurando "sofferenza".
  • Riconoscere i propri limiti e comprendere i fallimenti e invece di condannarsi chiedersi cosa si è imparato da quell'esperienza. Commettere errori è un fatto della vita e imparare dall'errore è la cosa più intelligente che si può fare!
  • Avere un orientamento proattivo al proprio benessere.
  • Nei mammiferi sia il cervello che il corpo hanno l'innata capacità di dare e ricevere cura, per cui quando ci si sente fragili o vulnerabili è importante sapersi ascoltare e accudire.

La gentilezza interiore è una qualità preziosa che può avere un impatto significativo sul nostro benessere emotivo. Quando coltiviamo la gentilezza verso noi stessi, sviluppiamo una fonte di forza emotiva che ci aiuta ad affrontare le sfide della vita con più resilienza e a nutrire una sana autostima.

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Scritto da

Dr.ssa Raffaella Quaglia

Bibliografia

  • Neff, K (2019).  La self compassion. Il potere dell'essere gentili con se stessi. Franco Angeli Editore.
  • Branden, N (2018). I sei pilastri dell'autostima. Casa editrice Tea

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