Come si costruiscono e come si risolvono i problemi umani

Questo articolo tratta delle modalità attraverso le quali le persone si costruiscono i problemi psicologici

29 GIU 2016 · Tempo di lettura: min.
Come si costruiscono e come si risolvono i problemi umani

Secondo il modello di terapia breve elaborato negli anni 70 a Palo Alto presso il Mental Research Institute , i problemi psicologici non sono l'effetto di esperienze passate, né di processi neuro-fisiologici, ma sono costruiti dalle persone.

In che modo ci possiamo costruire un problema? Paul Watzawick individua tre modalità principali.

La prima modalità

La prima consiste nel cercare di risolvere qualcosa che ci crea sofferenza o disagio ma che per sua natura non può essere cambiato. Esempi di questa situazione possono essere le relazioni con persone di cui vogliamo cambiare il carattere, per esempio i genitori, quante volte ci siamo detti vorrei che mio padre o mia madre potessero essere diversi, e quante volte animati dal bisogno di produrre un cambiamento in loro ci siamo imbattuti nell'impotenza e nella frustrazione.

Altro esempio è quando ci poniamo di cambiare un luogo di lavoro dove secondo i nostri principi avvengono delle ingiustizie o non è completamente limpido a livello relazionale, ovvero ci sono delle dinamiche che non accettiamo. È possibile realizzare un cambiamento individualmente in sistemi così strutturati? In questi casi la persona combatte con l'immutabile arrivando alla situazione paradossale di non ottenere nessun risultato e di danneggiarsi personalmente. Un intervento terapeutico in questi casi consiste nel fornire gli strumenti per accettare quello che apparentemente sembra inaccettabile e di conseguenza: interrompere una guerra che è già persa in partenza.

La seconda modalità

La seconda modalità è l'opposto della prima e consiste nel sottovalutare un problema negandolo e rifiutando di affrontarlo. Spesso le persone per proteggersi, come lo struzzo infilano la testa sotto la sabbia, minimizzando il problema e cercando di evitarlo.

Questo atteggiamento a lungo andare produce un peggioramento: una semplice difficoltà, se trascurata, può diventare un disturbo invalidante, infatti i problemi se non si risolvono tendono ad aumentare col tempo; difficilmente rimangono costanti. Un intervento terapeutico in questi casi consiste nel far prendere atto alla persona che il problema esiste ed è necessario impegnarsi per risolverlo: se non si affronta la situazione non migliorerà spontaneamente, ma peggiorerà sempre di più.

La terza modalità

La terza modalità per costruirsi un problema è quella di continuare con i tentativi di soluzione che stiamo mettendo in atto anche se non funzionano, ma al contrario alimentano e incrementano il problema. Per fare un esempio chi rimanda un impegno perché non si sente all'altezza, per preservare il suo senso di sicurezza alimenta subito dopo il suo senso di incapacità e sarà spinto a procrastinare ancora di più. In questo caso asseconda del tipo di persona e di problema l'intervento ha l'obbiettivo di interrompere i tentativi di soluzione o di sostituirli con comportamenti più funzionali. A questo riguardo è importante che la persona sperimenti sulla sua pelle un cambiamento che la spinga a modificare i propri comportamenti disfunzionali.

Ci possiamo chiedere: perché le persone continuano a mettere in atto le stesse tentate soluzioni sui problemi anche se non funzionano?

Il motivo principale è che ciò che viene messo in atto per risolvere il problema è ciò che si è rilevato funzionare in passato o che viene applicato costantemente dalla persona in altri ambiti di vita ottenendo risultati positivi. Ciò che funziona nella sua ripetizione diventa spontaneo e difficile da modificare, anche di fronte a effetti negativi la persona può preferire insistere o provare altri comportamenti, che sono solo apparentemente diversi ma appartengono alla stessa classe.

Per esempio, rimprovero mio figlio per modificare un suo comportamento, questo non funziona, allora tento con l'indifferenza e il distacco: ma questo è sempre un atteggiamento che esprime contrasto e finalizzato a correggere ciò che non approvo in lui, pertanto avrà l'effetto di aumentare la sua ribellione così come la critica palese.

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Scritto da

Dott. Francesco Tinacci

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Commenti 1
  • Anonimo

    Articolo interessante come la maggior parte di quelli che pubblicate.

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