Isolamento e solitudine

Inviata da Giorgia · 10 ott 2023 Relazioni sociali

Salve, da poco ho iniziato il secondo anno di università da fuori-sede e sto vivendo un grande disagio da cui non so come uscire.
Premetto che sono una persona particolarmente chiusa e solitaria, introversa e anche timida, soprattutto all'inizio della conoscenza con altri individui. Ho sempre avuto serie difficoltà ad integrarmi nei contesti sociali, spesso rimanendo isolata. Nel mio luogo di origine avevo poche conoscenze e amicizie di convenienza, non partecipavo mai ad attività di natura sociale e passavo il tempo a studiare o guardare il soffitto della mia stanza. Quando mi sono trasferita a più di 1000 km di distanza sono in un certo senso "rinata", l'idea che fosse tutto così nuovo e ignoto da scoprire mi ha portato a vivere un momento di grande euforia, in cui sono riuscita a stringere rapporti con alcune persone del mio corso di studi e a fidanzarmi con un ragazzo della stessa università. Purtroppo però le persone che frequentavo si sono rivelate dei semplici conoscenti di "convenienza", con cui seguivo solo le lezioni e passavo il tempo in ateneo. Ho concluso il mio primo anno limitando le mie uscite a quelle con il mio ragazzo, e a stare da sola a lezione quando i miei compagni non erano presenti. Per una serie di vicissitudini ho effettuato un cambio corso interno nella stessa università, ritrovandomi quest'anno in una nuova classe di una 70ina di persone, le quali erano già tutte divise in gruppetti e poco interessate a nuove conoscenze. Ho provato a fare il primo passo cercando di intavolare una conversazione con chi mi ritrovavo vicino, tuttavia questa non andava oltre allo scambio di poche asserzioni inutili. Ci sono giorni in cui ho difficoltà serie anche nel trovare il modo di aprire bocca con queste persone, dato che non ho veramente idea di come si approcci la gente. La verità è che ho sempre assunto un atteggiamento passivo nei confronti della vita, non ho mai avuto iniziative, tutto ciò che ho creato è sempre partito da altri, come nei rapporti. L'idea di passare intere giornate nel silenzio, senza avere nessuno a cui dire nemmeno buongiorno, è opprimente e sento che potrebbe portarmi alla pazzia a lungo andare. Con il mio ragazzo le cose non vanno alla grande, in più mi sento in una posizione "sfavorevole" rispetto alla sua, in quanto lui è circondato da conoscenti con cui fare mille attività, mentre io mi ritrovo da sola e costretta ad aggrapparmi a lui, nella speranza di non rendere il mio isolamento totale. Per il resto, condivido un appartamento con altri coinquilini, ma sono abbastanza più grandi di me e non ci sono mai, perciò non ho un rapporto con loro e delle volte mi sento addirittura a disagio a stare a casa perché mi fanno capire che non condividono il mio modo di vivere la vita universitaria, passando giornate intere chiusa in stanza a scrollare i social. Mi sembra una situazione senza uscita, non credo che riuscirò mai a stringere rapporti significativi con altre persone e a costruirmi un network di amicizie valido con cui fare tante esperienze diverse. Allo stesso modo mi sembra una situazione assurda, perché non ho mai letteralmente sentito parlare di qualcuno che sia così tanto isolato come me e ciò non fa altro che aumentare la mia insicurezza e minare la mia autostima. Passo le giornate a piangere o a "immaginare" situazioni migliori in cui trovo più conforto rispetto alla realtà, ma a lungo andare ho paura che ciò possa sfociare in una crisi depressiva che possa ripercuotere i suoi effetti su tutto ciò che mi circonda. Ho scritto qui perché non sapevo con chi altro parlare di questa mia condizione, spero in un vostro parere sincero. Vi ringrazio.

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Miglior risposta 24 OTT 2023

Gentile Giorgia,
sembra che lei sia alquanto eccessiva nel voler cercare a tutti i costi persone con cui fare amicizia e di conseguenza carichi questa ricerca di troppe aspettative col rischio di rimenere delusa.
Le vere amicizie, come accade per l' amore, si costruiscono nel tempo sulla base della reciprocità e sono anche un regalo a volte inaspettato della vita.
Ciò implica la opportunità di imparare a gestire periodi di tempo in cui si è da soli senza andare nel panico o nella depressione.
D'altra parte, per un ragazzo o una ragazza che studia fuori sede, l'obbiettivo principale dovrebbe riguardare appunto gli studi ed è normale che il rapporto con i coetanei sia prevalentemente circoscritto a ciò che concerne i corsi e le lezioni ma è anche possibile (come è accaduto col suo fidanzato) che tale rapporto possa essere approfondito tramite una maggiore frequentazione e scambi emotivo-affettivi mentre altre volte ci si ferma alle semplici conoscenze che non è detto debbano essere considerate o etichettate "di convenienza".
Ad ogni modo, per ridimensionare le sue difficoltà di ansia sociale le suggerisco un percorso di psicoterapia ad orientamento preferibilmente cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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25 OTT 2023

Gentile Giorgia, mi ha colpito che nel raccontarsi abbia detto che nell'euforia del cambiamento sia riuscita a stringere dei rapporti e a fidanzarsi; sembra che questo 'stacco' dal suo paese di origine le abbia dato una spinta (...) relazionale mai avuta prima. Il fatto che poi questi rapporti non si siano rivelate amicizie profonde ma di convenienza l'ha forse riportata a "ritirarsi" a guardare il soffitto o a studiare? Quale è il suo bisogno emotivo e come può nutrirlo per stare bene? Penso che esplorare il senso di quanto le accade possa essere la chiave di volta, dapprima con una terapia individuale e successivamente con una terapia di gruppo che credo molto efficace nello svelare le difficoltà relazionali e, grazie alla relazione di gruppo, nel riuscire a dare risposta e promuovere il cambiamento 'dello stare insieme' in una situazione protetta, come il setting terapeutico può donare. Un caro saluto e a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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23 OTT 2023

Buonasera,
penso che lei abbia perfettamente centrato il punto quando ha parlato della paura di assumere un atteggiamento attivo, dunque meno passivo, nei confronti della vita. Con atteggiamento attivo, parlando in questo ambito, intendo il prendere l'iniziativa, piuttosto che l'assumersi le responsabilità etc. Chi ha un atteggiamento passivo ha infatti, anche se non ne siamo proprio consapevoli, innumerevoli vantaggi (dati, ad esempio, dal fatto che non si rischia niente, anche nelle relazioni ma non solo).
Dunque, io ritengo che, seppur, soprattutto nell'ultima fase della sua vita, lei non desideri più assumere questo tipo di atteggiamento, in qualche modo ancora ci sta, vedi per abitudine, vedi perché è l'unico che davvero conosce.
Un percorso di psicoterapia breve potrebbe aiutarla a chiarire certe dinamiche poco chiare anche a sé stessa e uscire da un loop di automatismi mentali e comportamentali che la portano inevitabilmente a relazionarsi all'altro sempre secondo un'unica modalità.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

Dott.ssa Elisa Folliero Psicologo a Spino d'Adda

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23 OTT 2023

Gent.ma Giorgia,
esordirò dandole una dritta strategica rispetto al fatto di attaccare bottone con le persone, ed essa è basata sul ribaltamento degli assunti. Mi spiego. Se lei si sente bloccata nel comunicare con gli altri, nell'approcciarli, etc. immagini come reagirebbe lei, che giudizio avrebbe se qualcuno la approcciasse in un modo o in un altro. Sto dicendo, che se ai suoi occhi una persona, diciamo un/una collega universitaria, la avvicinasse dicendole "Scusa, ti ho visto seguire il corso X, tu per casi hai le fotocopie di...?" lei, Giorgia, penserebbe male di questa persona? Penserebbe che è maleducata? Inopportuna? Sfigata (per usare un termine sgradevole ma popolare)? Ecco, quindi la dritta è questa: se a suo modo di vedere, una persona che la approcciasse in un modo X, non verrebbe mal giudicata da lei perché l'ha fatto in modo educato e amichevole, può stare certa che se usasse la medesima strategia per parlare con qualcuno, questi non la giudicherebbe affatto male e, anzi, come lei, potrebbe aver piacere a conoscere qualcuno di nuovo.
Se, però, lei, a parità di approccio, sente di non essere comunque all'altezza di avvicinare la gente, allora possiamo ritenere, e ne converrà con me, che il problema non sia più nella strategia ma nel vettore della strategia, ovvero nella persona, nella sua autostima, nella sua sicurezza personale.
Ed ecco perché, nel caso lei, Giorgia, rilevasse questo, dovrebbe davvero valutare di programmare qualche colloquio con un professionista in modo da chiarire i motivi per cui gli altri non dovrebbero vivere con ansia o blocco l'approccio nei suoi confronti, e invece lei sì nei loro.
Quando riuscirà a vedere le altre persone pari a lei, o meglio, lei pari a loro, vedrà che non avrà nessun problema ad approcciare o conoscere chicchessia, e dove trovare gente da conoscere non è affatto complicato in un pianeta come il nostro abitato da 7,5 miliardi di persone! Il problema non è mai il dove, ma il come!

Vedrà che con un piccolo cambio di prospettiva tutte le sue ansie e le sue solitudini troveranno una loro naturale risoluzione. Non si dia per perduta, non lo è.
dott. Alessandro Pedrazzi

dott. Alessandro Pedrazzi Psicologo a Settimo Milanese

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20 OTT 2023

Buongiorno Giorgia
lei sta passando un momento difficile ed é consigliabile non essere sola ad affrontarlo. Un aiuto professionale la può aiutare in modo molto efficace. La sua chiusura, per varie cause, e timidezza, sono forme di paura che probabilmente non sono state prese in dovuta considerazione. La socialità si impara e soprattutto la socialità con se stesse. Deve scoprire cosa la attrae, cosa le fa passare il tempo senza che lei se ne accorga facendo, vedendo o pensando a qualcosa. Queste sono indicazioni per trovare in lei l'agentività di cui necessità. L'amicizia si crea con il tempo frequentando persone che si rivelano con il tempo e non nell'immediato. In università si trova colleghe/i che poi diventano conoscenti e ci si scambia opinioni e informazioni in modo da condividere gli stati d'animo legati agli studi. A volte si diventa amiche/i ma non é una regola, assolutamente. E' utile che lei sia più cosciente di ciò che vuole da sé stessa, di cosa si sente di poter fare per il suo presente che la faccia riflettere sulle sue potenzialità inespresse. Inizi a scrivere ciò che le passa per la mente sia con un colore nero sia a colori, senza pensare prima a un tema specifico ,questo verrà fuori scrivendo. Faccia partecipe il suo fidanzato di questo suo momento di difficoltà. Con i/le colleghi/e di università non si ponga il problema di dover o non dover dire qualcosa ; quando vi é la necessità di dire qualcosa la si dice , se no si tace. La gente si approccia come fa lei parlando, scambiando valutazioni , opinioni e idee. Non c'é il "modo " di approcciarsi. Quando si sente che si affaccia in lei un momento di difficoltà o solitudine , esca e vada a fare una passeggiata partecipando al vivere comune. Si iscriva a qualche luogo ove vi siano persone reali che organizzino eventi tipo passeggiate di scoperta di luoghi, gite di varia natura, riunioni a tema ecc. In università può trovare occasioni in tal senso. Lei persegua obiettivi che può individuare e lasci che il tempo li consolidi.
Queste sono solo indicazioni di massima visto il contesto e, se lo ritiene utile per il suo benessere (che merita), può contattare professioniste/i che trova in questa sede, senza problemi.

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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20 OTT 2023

Buongiorno Giorgia
la sua situazione richiede un aiuto adeguato e professionale. In questa sede posso solo indicarle alcune riflessioni e azioni che potrebbe fare.
Sembra che la sua situazione emotiva non sia stata vista e affrontata quando era a casa, forse vi è stata una mancanza di dialogo o forse non ci si è accorti della sua situazione. La sua chiusura deve avere un origine e la timidezza è una forma di paura.

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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19 OTT 2023

Cara Giorgia,
nel rileggere il suo messaggio l'ho immaginata a fissare il soffitto di questa stanza universitaria. Mi spiace molto per quello che sta vivendo, e per quanto lei possa sentirsi sola, le assicuro che molti come lei fanno fatica ad entrare nel vivo delle relazioni sociali, crearsi contesti di comfort ed uscire dalla solitudine. Eppure è forte in lei il desiderio di essere con gli altri. Immagino che questa possa essere la fiammella dalla quale partire per un lavoro basato sull'innalzamento dei livelli di autostima, sul superamento di una buona quota di ansia sociale, ma anche sull'accettazione di parti di sé come la timidezza e l'introversione, che entro certi limiti rappresentano elementi di valore del suo essere e non vanno ne possono essere annullati in toto.
Al momento si trova ad affrontare un cambiamento di corso, con persone nuove che, come giustamente sottolinea, hanno già creato gruppetti. Ma come ha già fatto nel corso del primo anno universitario, può nuovamente cimentarsi e ritentare. Oltre al contesto universitario, sarebbe opportuno creare opportunità per esser fuori di casa, sperimentarsi all'esterno e con persone sconosciute. Che sia sport, palestra, corsi di canto, di musica, di cucina, di fotografia, aperitivi linguistici, eventi organizzati!
Provi a sperimentarsi, gradualmente. Cosa potrebbe succedere mal che vada? Di ricevere un no? e cosa significherebbe per lei questo no? Vale più della sofferenza che sta attraversando?
Io non credo proprio... Ritengo sia opportuno sperimentarsi accompagnata da un professionista, mi auguro che prenda questa scelta ed inizi un percorso, ha tutte le carte in regola per iniziare questa "palestra sociale" ed è anche nel migliore momento per farlo! Coraggio!

Rimango a disposizione anche online, se volesse ulteriori chiarimenti.
Cordialmente,
Dottoressa Cinzia Bono

Dott.ssa Cinzia Bono Psicologo a Torino

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19 OTT 2023

Mi dispiace sentire che sta attraversando un momento così difficile. La Terapia Breve Strategica potrebbe aiutarla a gestire questa situazione. Tuttavia, è importante consultare un professionista qualificato per una valutazione dettagliata e una terapia personalizzata. Nel frattempo, ecco alcuni suggerimenti:

1. Cerchi supporto professionale: Trovi uno psicologo o uno psicoterapeuta che possa aiutarla a esplorare le sue emozioni, le sue paure e i suoi schemi di pensiero. La terapia breve strategica può essere efficace nel trattare le dinamiche relazionali e sociali.

2. Lavori sulla sua autostima: Impari a riconoscere e sfidare i suoi pensieri negativi su se stessa. La terapia può aiutarla a costruire una visione più positiva di sé.

3. Espanda le sue conoscenze: Partecipi ad attività extracurriculari o club universitari che le interessano. Questo le permetterà di incontrare persone con interessi simili.

4. Comunichi con il suo ragazzo: Parli apertamente con il suo partner riguardo ai suoi sentimenti e alle sue preoccupazioni. La comunicazione è essenziale per affrontare le sfide relazionali.

5. Crei obiettivi realistici: Non si aspetti di risolvere tutto in breve tempo. Concentri si su piccoli passi, come fare una nuova conoscenza alla settimana o partecipare a un evento sociale universitario.

6. Si prenda cura di sé: Assicuri di mangiare sano, fare attività fisica e dormire a sufficienza. Il benessere fisico può influire positivamente sulla sua salute mentale.

7. Sia paziente: Il cambiamento richiede tempo. Non si scoraggi se non vede risultati immediati. Continui a lavorare su se stessa e cerchi il sostegno di amici e familiari quando ne ha bisogno.

Ricordi che ci sono persone disposte ad aiutarla, e cercare supporto professionale è un passo importante verso il benessere.

Dr. Michele Scala Psicologo a Padova

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18 OTT 2023

Buonasera Giorgia,

Capisco che stia vivendo un momento doloro della sua vita nel quale ha la sensazione di non poter uscire dalla forte sensazione di solitudine e dall'isolamento che sta sperimentando e che ha deciso di condividere in queste righe.
La difficoltà che riporta nel relazionarsi con gli altri è un qualcosa che sembra portarsi dietro da tempo e per questo le consiglio di valutare un percorso psicologico dove poter comprendere da dove si origina e come poterci far fronte.
Allo stesso tempo vorrei dirle che la persona che ha stabilito nuove relazioni quando ha cominciato a frequentare l'università da fuorisere e che si è fidanzata con un ragazzo che frequenta la sua stessa facoltà è sempre lei e che le capacità che ha mostrato per stringere quei rapporti sono ancora lì, le possiede ancora.
Alcune delle persone con cui ci interfacciamo saranno conoscenze o amicizie di "convenienza", ma ce ne saranno altre con cui potremo avere amicizie più profonde, e queste ultime le possiamo trovare solo continuando a cercarle.
Partecipare a corsi o frequentare luoghi che le interessano nella città dove ora vive potrebbe essere un modo per conoscere persone con interessi simili ai suoi.
Sento che ha molta voglia di avere rapporti importanti con altre persone e la invito a farsene forza, come relazionarci con gli altri è un qualcosa che si impara e non sarà mai troppo tardi per farlo.
Spero di esserle stato di aiuto, resto a disposizione e le auguro il meglio

Dott. Alessandro Campolmi

Dott. Alessandro Campolmi Psicologo a Firenze

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17 OTT 2023

Buonasera Giorgia,

dalle sue parole traspare una grande sofferenza per l'isolamento sociale che sta vivendo, ma allo stesso tempo un grande desiderio di entrare in relazione con le altre persone. Quello che intuisco da quanto scrive è che si senta bloccata e poco spontanea nell'andare verso gli altri, in quanto, molto probabilmente, si giudica severamente con una forte autocritica che la porta probabilmente ad una rigidità difensiva e ad una passività e inerzia che descrive molto bene. Immagino che con queste convinzioni/pensieri di non andare bene, di non avere argomenti interessanti da condividere e di non riuscire ad essere di interesse per gli altri, non faccia che alimentare il suo senso di inadeguatezza che la porta a chiudersi sempre di più in se stessa.

Quello che mi viene da dirle è che, molto probabilmente, si è costruita un'immagine di sé negativa come conseguenza di una serie di situazioni passate che ha vissuto, e che sembra aver bisogno di prendere contatto con il suo valore, per sciogliere quella rigidità monolitica e togliere la maschera di cera che sembra indossare davanti agli altri, per imparare ad essere autentica e spontanea. Se impara a fidarsi di sé e del suo valore, riuscirà ad incuriosirsi delle persone, per entrare in contatto con loro senza il pensiero di dover piacere per essere riconosciuta e considerata.

Spero riuscirà a trovare la sua strada per imparare ad apprezzarsi, ad apprezzare le molte risorse che sicuramente ha, così che il desiderio di andare verso gli altri e di creare relazioni belle e autentiche si concretizzi.

Un caro saluto,

Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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17 OTT 2023

Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi una parte così importante di sè. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso al senso di solitudine e all'isolamento che racconta. Purtroppo sembra che la situazione attuale non le sia favorevole per instaurare nuovi legami, quindi potrebbe pensare di intraprendere corsi o attività sportive che la aiutino a fare nuove conoscenze.
Le suggerirei inoltre di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace nella socialità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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17 OTT 2023

Buongiorno Giorgia,
Innanzitutto ti ringrazio per la tua condivisione e per il tuo coraggio ad esserti messa in discussione e a voler cercare una via di uscita da una situazione che ti sta creando della sofferenza.
Dalle tue parole si capisce bene la tua difficoltà a costruirti la vita che desideri dovuta a quella che tu definisci una fatica ad interfacciarti con altre persone e a stringere dei rapporti significativi. Ma allo stesso tempo emerge anche la forza di una persona che è stata disposta a rinunciare alla sua zona di comfort per seguire la strada che aveva scelto e tanta forza di volontà.
A volte, quando le cose non vanno come vorremmo siamo portati a vedere il mondo tutto grigio e senza via di uscita però una via di uscita c'è.
Un percorso di supporto psicologico o di psicoterapia può aiutarti ad analizzare meglio ciò che sta dietro la tua difficoltà ad interagire con le persone e ad affrontarlo, inoltre, sarà possibile, se lo vorrai, cercare di riflettere su quali siano i tuoi obiettivi, le tue aspirazioni e le tue passioni e su quali passi compiere per arrivare a raggiungerli.
Questa spesso può essere una decisione che spaventa ma può anche rivelarsi la miglior decisione della nostra vita.
Sperando che tu possa trovare in queste parole anche solo un po' di conforto e di speranza, ti auguro una buona giornata
Dott.ssa Giulia Uberti

Dott.ssa Giulia Uberti Psicologo a Concesio

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17 OTT 2023

Buona sera Giorgia
Piacere Dottoressa Alice Vacca.
Leggendo le tue righe mi sono resa conto che hai ancora tanta energia da dare e da condividere con il mondo... prova a iniziare una terapia e vedrai che capirai con la tua terapeuta da dove ripartire per creare un periodo di vita di riscoperta di Giorgia e di come usare l iniziativa sociale che è in te!
Buona giornata a te...
Dottoressa Alice Vacca

Dott.ssa Alice Vacca Psicologo a Quartu Sant'Elena

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