Passi in solitaria: che paura essere da soli

A volte ci si ritrova a dover fare delle scelte rischiose, scelte che comportano conseguenze di un importante dispendio economico-emotivo-sociale. Scelte che cambiano il futuro e non solo, e farle da soli fa proprio paura.

19 APR 2024 · Tempo di lettura: min.
Passi in solitaria: che paura essere da soli

Tutte quelle avventure e a quei passi mai fatti perché si era soli! Per esempio: pensare di acquistare una casa mette paura a chiunque ma ad aggravare ancor di più questa sensazione, questo momento di tensione, l'agitazione legata alla decisione troviamo la condizione sociale-familiare in cui ci si ritrova. Amici, politica, genitori lasciamoli fuori dall'argomento. Quando si tratta di condizione sociale-familiare in questo argomento si intende l'essere single o in relazioni che non donano niente alla coppia, senza solide basi per il futuro, non avere appoggi se non il proprio per arrivare a domani.

A volte ci si ritrova a dover fare delle scelte rischiose, scelte che comportano conseguenze di un importante dispendio economico-emotivo-sociale. Scelte che cambiano il futuro e non solo. Scelte che potrebbero cambiare e modificare la vita dei figli o quella dei genitori. Quando si attua una scelta si delinea quello che è il nostro "io". Freud lo ricondurrebbe all'io delle sue tre istanze, ovvero quella parte di personalità in grado di gestire le pulsioni derivanti dall'es (pulsioni innate di autoconservazione) in conformità con il concetto di giusto e sbagliato che sono insite nel super-io.

Questo breve, e decisamente super sintetico, excursus delle 3 istanze definite da Freud abbiamo delineato la condizione in cui si ritrova la persona sola che deve attuare una scelta: un "es" che spinge all'autoconservazione e pertanto totalmente contrario (a livello istintivo) a passi rischiosi ed in solitaria ma che allo stesso tempo punta all'autodeterminazione dell'individuo, un "super-io" che ricorda costantemente che socialmente determinate decisioni andrebbero prese in condizioni di stabilità affettiva ma che allo stesso tempo riporta analisi matematiche a favore scelte non conformi a ciò che in precedenza sosteneva, e l' "io" il quale si trova a dover decidere da che parte posizionarsi in questa continua diatriba. Qui, per la risoluzione del problema si è costretti ad aggrapparsi fortemente al concetto di autodeterminazione.

L'autodeterminazione è essenzialmente

"La capacità o l'azione di prendere le proprie decisioni e di controllare la propria vita. In questo senso, si tratta di un elemento essenziale per il benessere psicologico. La teoria dell'autodeterminazione sostiene che le persone sono motivate a crescere e a cambiare per bisogni psicologici innati". Sostanzialmente un istinto ma non solo. Un percorso scelto. "chi sono nel qui e ora" ovvero che persona sono, che lavoro faccio, chi sono realmente nella mi vita privata e sociale, che progetti ho per crescere? Cosa posso cambiare oggi per essere domani ciò che voglio realmente essere? dove voglio arrivare, dove voglio vivere, che lavoro voglio fare, che obbiettivi ho realmente?

L'autodeterminazione è essenzialmente

Si sceglie chi si è e di conseguenza si sceglie perché si vuole migliorare, si sceglie per la necessità di evolversi. Capita, spesso, che decisioni importanti facciano molta paura e che si rimandino sino a quando non si abbia la certezza di non essere soli. Ma va ricordato che dividere la paura su più spalle aiuta solitamente nel momento fatidico della scelta ma poi se ne paga il prezzo per lungo tempo.

Penso a quanta forza ci voglia nel riuscire a controllare la propria vita, nel dire "ok, me la rischio" oppure "ok, non scendo a compromessi, lo faccio anche da sola/o". Penso a quanta paura faccia decidere di viaggiare da soli in un paese sconosciuto perché si è convinti che questo ci arricchisca culturalmente oppure a quanta paura faccia acquistare casa da soli, etc.

Per tutto ciò risulta necessario trovare in sé stessi la forza di essere soli, e non come imposizione ma come scelta. Scegliere se stessi è un atto dovuto a sé; non scendere a compromessi accontentandosi di false presenze è un atto dovuto al proprio "io". Avere un appoggio è certamente più sicuro ma non è elemento essenziale. Quando questo diventa elemento indispensabile per attuare scelte che possono migliorare la nostra vita questo diventa il vero problema. Grandi paure portano a grandi cambiamenti ed a grandi soddisfazioni.

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Scritto da

Dott.ssa Patrizi Chiara

Bibliografia

  • Sigmund, Freud. "Io e l'es" (ed. 23°) . a cura di Musatti Cesare L. Bollati Boringhieri 1978
  • Giulietti Anna in Portale Giuridico per Avvocati, il diritto all'autodeterminazione 2021

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