Perché il cambiamento fa paura?

Difficilmente ci si interroga sui significati derivanti dalle emozioni che sottostanno ad un importante cambiamento esistenziale.

1 DIC 2020 · Tempo di lettura: min.
Perché il cambiamento fa paura?

All'interno del nostro lessico esistono delle parole in grado di determinare un'emozione, che sia essa positiva o negativa.

La parola cambiamento è una di queste.

A seconda del contesto in cui la parola cambiamento viene inserita, il significato emotivo assume connotati fra loro differenti. Da un punto di vista biologico, il cambiamento può significare maturazione. Basti a quell'insieme di modificazioni che si originano lungo le linee di discendenza proprie degli esseri viventi: l'evoluzione biologica, appunto, rappresenta una delle manifestazioni più spettacolari e stupefacenti della natura ed è una capacità intrinseca agli esseri viventi. Ne è un esempio prototipico il processo di crescita del bambino.

Da un punto di vista psicologico invece, il cambiamento può assumere forme diverse, le cui reazioni ad esso sottese sono da associarsi a quella rete di significati che lo sorreggono, a loro volta determinati dalla propria storia di vita. Ad esempio, è possibile sottoporsi ad un cambiamento nel contesto lavorativo ricevendo un'offerta di lavoro più vantaggiosa e stimolante, ma vivere tale variazione come un metaforico "salto nel vuoto", con conseguente vissuto di ansia ed incertezza. Analogamente, è possibile che subire il termine di una lunga relazione affettiva determini spaesamento e paura, comportando un'idealizzazione degli aspetti positivi di coppia tale da far pensare di non poter "essere" senza la presenza del partner, nonostante le difficoltà all'interno della relazione che hanno condotto alla chiusura del rapporto affettivo. È importante inoltre sottolineare come non tutti i cambiamenti siano vissuti necessariamente secondo un'accezione negativa: alcuni possono essere positivi (es. guarire da una malattia), altri possono addirittura essere taciti e dunque non afferrati, se non tramite un ragionamento retrospettivo.

Al concetto di cambiamento quindi, soprattutto in quelli esistenziali e fortemente salienti, si sottendono caratteristiche estremamente personali, tonalità emotive e significati differenti. Per qualcuno il continuo cambiamento può rappresentare una caratteristica del proprio modo di essere, diventando una peculiarità personale. In tal senso, il cambiamento assume un'accezione rassicurante, quasi deresponsabilizzante, tale da vivere paradossalmente "la stabilità" come un vincolo stringente in grado di determinare sofferenza; per chi necessita invece di una routine esistenziale fortemente strutturata, ripetitiva e prevedibile, il cambiamento può provocare estremo disagio in quanto fonte e simbolo di ignoto, incertezza, indecisione e di minaccia.

Facciamo però chiarezza: qualsiasi modo di essere dell'uomo è sempre un modo di essere a cui corrisponde una certa apertura di mondo, in accordo con una determinata struttura di senso che sottende una comprensione emotivamente situata della situazione in corso (Liccione, 2019). Allora, riprendendo gli esempi di cui sopra, se nel mio modo di raccontare me stesso sarà preponderante la chiave di lettura dell'insicurezza, l'apertura di mondo che mi si manifesterà sarà verosimilmente caratterizzata da un'emotività negativa: "e se non fossi all'altezza del nuovo posto di lavoro?" oppure "e se non fossi sufficientemente preparato e non sapessi rispondere adeguatamente alle richieste dei clienti?". Diversamente, se mi racconto come da sempre una "persona amabile", la chiusura di una relazione affettiva significativa, seppur problematica, da parte del partner potrebbe assumere un significato destabilizzante e alimentare un senso di inadeguatezza con conseguenti difficoltà nel riposizionamento e nel mettersi nuovamente in gioco.

Alla luce di quanto detto, i significati sottesi ad un cambiamento devono essere ricercati all'interno della propria peculiare storia di vita e in relazione ai propri modi di essere nel mondo. In questo senso, la psicologia può essere d'aiuto nel far luce su quali significati si associno al cambiamento esistenziale a cui si è sottoposti.

Nell'ambito della psicologia infatti, il cambiamento assume più che mai importanza e rilievo, in quanto esso rappresenta il principale obiettivo che consente l'identificazione e la trasformazione nella migliore forma di Sé, cioè quella più autentica e adeguata. Proprio in questo processo di cambiamento, un percorso psicologico favorisce la costruzione di una consapevolezza di sé maggiore, che getta le basi per l'identificazione di nuove possibilità esistenziali alternative. Tale consapevolezza rende, inoltre, la persona attiva e responsabile rispetto ai propri modi di essere, positivi o negativi, funzionali o disfunzionali. In questo senso allora, il cambiamento assume un significato maggiormente esteso sia in profondità che in ampiezza poiché, attraverso la consapevolezza e la conoscenza di sé, sarà possibile agire su ciò che determina sofferenza.

Usando le parole di William James, allora: "Per tutti i cambiamenti importanti, dobbiamo intraprendere un salto nel buio".

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dr.ssa Irene Mosca

Bibliografia

  • Liccione, D. (2019). Psicoterapia Cognitiva Neuropsicologica. Bollati Boringhieri, Torino.

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su crisi esistenziale

PUBBLICITÀ