Il tuo primo ricordo

Il tuo primo ricordo: una fonte preziosa di informazioni per la comprensione e la costruzione del sistema “paziente” da parte dello psicologo.

25 OTT 2018 · Tempo di lettura: min.
Il tuo primo ricordo

Qual è il primo ricordo della tua infanzia?

È questa la prima domanda che, nella ricostruzione della loro storia di vita, rivolgo ai miei pazienti. Sembra una domanda banale, a volte può risultare persino inutile a chi se la sente rivolgere, eppure la risposta che ne deriva e'una fonte preziosa di informazioni per lo psicologo e per la comprensione del suo paziente e del modo cui cui questi si costruisce la realtà che lo circonda, fin da piccolo.

Ma perché si ricordano alcune esperienze e non altre? Non è ancora chiaro il perché alcune esperienze abbiano un posto speciale nella nostra memoria, mentre altre vengano eliminate. Ma non vi è alcun dubbio che i primi ricordi dell'infanzia che gli adulti hanno si riferiscono a eventi con un forte significato emotivo: alcuni sono ricordi negativi, come ad esempio incidenti e traumi, altre sono esperienze felici come una giornata di vacanza in compagnia delle persone care.

Questi primi ricordi quindi non sono solo un retaggio del contesto culturale e sociale in cui siamo cresciuti, ma indicano anche l'impatto emotivo che ha avuto su di noi la nostra infanzia.

Inoltre, quei ricordi diventano la materia prima che usiamo per formarci la nostra identità, il nostro "io". La persona che siamo dipende, almeno in parte, dagli eventi che ci hanno modellato, come li abbiamo vissuti e anche come ce li siamo costruiti, perché la memoria non è una copia fedele di quello che è successo, ma una nostra personale costruzione.

Pertanto, molti dei ricordi della nostra infanzia sono in realtà informazioni che abbiamo deciso di conservare, consciamente o inconsciamente, perché sono importanti per capire chi siamo e perché siamo quello che siamo oggi. Quei ricordi daranno un senso all'"io" che abbiamo costruito, aiutandoci a riorganizzare le informazioni che permetteranno di riaffermare la nostra identità.

Da un lato, quei ricordi sono positivi perché ci permettono di mantenere una certa coerenza, ma possono anche trasformarsi in ostacoli che ci impediscono di crescere, soprattutto quando si tratta di ricordi traumatici. In questi casi, dobbiamo ricordare che non possiamo tornare indietro e riscrivere la nostra infanzia, ma possiamo scegliere quali ricordi conservare. Naturalmente, non si tratta di tentare di eliminarli, ma di rivalutarne l'impatto emotivo. Il passato ci aiuta a capirci, ma non deve necessariamente definirci e, soprattutto, non deve scrivere il nostro futuro.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott. Celli Marco

Consulta i nostri migliori professionisti specializzati in
Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su psicologia e famiglia

PUBBLICITÀ