Famiglia disfunzionale: 5 segnali che sei figlio di un genitore tossico

Far parte di una famiglia disfunzionale può portare molto dolore: è importante imparare a gestire la relazione con i propri genitori e parenti per mantenere la saluta emotiva.

14 OTT 2021 · Tempo di lettura: min.
Famiglia disfunzionale: 5 segnali che sei figlio di un genitore tossico

Avere a che fare con persone che assumono comportamenti tossici non è mai piacevole, ma sicuramente più siamo coinvolti nella relazione con queste persone più esse ci possono far male. Per esempio se si sta uscendo con una persona che si ritiene dannosa, o se intorno a noi gravita qualche amico tossico o che assume comportamenti tossici, potremmo sempre cercare di allontanarlo o di limitare il campo di interazione con quella persona per evitare il suo impatto negativo. Ma se la persona in questione si trova in famiglia è molto più complicato: eliminare semplicemente la relazione spesso non è né realistico né possibile. In questo articolo affronteremo il tema della famiglia disfunzionale, ma ci concentreremo in particolare sui genitori che assumono comportamenti tossici e sui modi migliori e più efficaci per gestire la relazioni con loro, preservando la propria salute emotiva. Ma prima vediamo a cosa ci riferiamo con famiglia disfunzionale e genitori tossici.

Una precisazione: come sempre quando parliamo di genitori tossici ci riferiamo a persone che assumono comportamenti tossici: sono sempre i comportamenti a essere tossici, mai la persona in sé.

Facciamo riferimento, infatti, a quei comportamenti che mette in atto una persona, in determinati periodi della sua vita, e che scaturiscono da disturbi o da problemi concreti. Ciò vuol dire che è possibile fare un percorso di rieducazione e imparare a vivere le proprie relazioni in maniera diversa. Tutti possiamo cambiare e migliorare! 

La famiglia disfunzionale

La famiglia disfunzionale è quel tipo di famiglia che non riesce a soddisfare i bisogni primari e basilari dei suoi componenti e che va contro di essi. Alcuni delle funzioni della famiglia sono infatti:

  • Essere un punto di riferimento emotivo ed affettivo, nel quale possiamo ritrovare cura, sostegno e assistenza
  • La famiglia serve per educare i figlia ad affrontare questo mondo, e i genitori sono chiamati a soddisfare i bisogni fisici, psicologici, emotivi etc dei loro figli.
  • La famiglia ha un valore culturale, sociale, economico, dove i bambini crescono e imparano a socializzare, a condividere le opinioni, la cultura, i rituali e le credenze.
  • La famiglia ha un valore di protezione: in famiglia ci si sente sicuri.
  • La famiglia è amore. È all’interno della famiglia che si imparano gli schemi relazionali ed emotivi che i figli poi useranno da grandi nelle loro relazioni.

Nella famiglia disfunzionale invece tali comportamenti, bisogni e valori sembrano non prendere piede, ma lasciano spazio a conflitti, comportamenti deviati e abusi emotivi o fisici. Il nucleo famigliare non è pertanto in grado di assolvere le sue funzioni, ma i componenti prendono per normale quello che qui si svolge. I comportamenti devianti diventano la norma e si interiorizza il dolore che essi provocano, senza rendersi più conto che la paura e la violenza non dovrebbero esistere.

Alcuni tipi di padri e madri tossiche

Esistono diversi tipi di famiglie disfunzionali con padri e/o madri tossiche, in cui l’autorità viene sostituita con forme distorte di autorevolezza e attraverso rabbia, controllo, aggressività e violenza.

In queste famiglie possiamo trovare genitori egoisti o genitori narcisisti, genitori che svalutano e criticano i figli o semplicemente genitori che potremmo definire cattivi. Le famiglie disfunzioni possono essere raggruppate intorno a 3 macro gruppi (che poi ovviamente possono comprendere molti sottogruppi e sfumature):

  • la famiglia sacrificante, in cui non vi è spazio per il piacere e le distrazioni, ma tutto gira intorno al dovere e al sacrificio I sentimenti che emergono da questo tipo di famiglie sono: gelosia, controllo, possesso, spirito di sacrificio a discapito del proprio sé.
  • La famiglia permissiva: in questo tipo di famiglia non esistono regole e tutto è permesso poiché i genitori non sono in grado di dimostrarsi autorevoli e si presentano come fragili e indecisi. In questo caso i genitori si mettono allo stesso livello dei figli, facendoli mancare così una figura di riferimento.
  • La famiglia iperprotettiva: questo tipo di famiglia fa sí che il proprio figlio cresca in un mondo di bambagia all’interno della famiglia ma limitandone tutte le attività al di fuori. Pertanto queste famiglie sono caratterizzate da controllo e privazione della libertà, mentre i genitori sono sempre pronti a scusare i proprio figli, giustificarli e proteggerli da pericoli che in realtà non esistono. In questo modo i figli corrono il rischio di crescere o timorosi del mondo, con una bassa autostima e paura di tutto, o al contrario, arroganti, prepotenti e narcisi, proprio perché allevati sotto una campana di vetro.

famiglie disfunzionali

Caratteristiche famiglie disfunzionali

Detto questo, possiamo andare a vedere più nel dettaglio quali sono le caratteristiche delle famiglie disfunzionali:

  • Le famiglie disfunzionali creano un rapporto con i loro figli basato sulla dipendenza: è il caso per esempio di genitori iperprotettivi o narcisisti. I figli crescono in una situazione che limita la loro crescita e libertà e che li fa sentire insicuri: in questo modo genereranno la necessità di ritornare sempre all’interno del loro nucleo famigliare.
  • Nel caso invece di famiglie troppo permissive o senza solide radici, quello che accade è che i figli tendono a creare relazioni troppo aperte e non si sentono a casa in nessun luogo.
  • Famiglie in cui esistono ruoli dominanti e sottomessi: in queste famiglie vi è un chiaro squilibrio di potere e di obblighi, e la persona sottomessa subisce costantemente il sopruso da parte degli altri. Può essere per esempio il caso della madre ma anche di un figlio che diventa il capro espiatorio o il caso in cui i genitori non riescono a mantenere la propria autorevolezza e finiscono con diventare succubi di un figlio.
  • Le famiglie disfunzionali si caratterizzano per avere problemi di comunicazione: le idee e i sentimenti non espressi, vengono trasmessi attraverso comportamenti difensivi che danno adito a fraintendimenti e incomunicabilità.
  • Non esiste empatia e le richieste basiche di amore e affetto vengono puntualmente disattese.
  • In queste famiglie a volte esistono modelli e ruoli comportamentali molto rigidi, che al primo problema o cambiamento vanno in frantumi, non insegnando ai loro componenti la flessibilità e l’adattamento alla vita.
  • Non vi è tolleranza e pazienza e si può finire a incolpare qualcuno, a volte appunto si sceglie un vero e proprio capro espiatorio, costantemente.
  • Nelle famiglie disfunzionali non vi sono atteggiamenti costruttivi ed educativi, ma si tende a criticare, umiliare, svalutare i proprio figli.
  • I membri di queste famiglie vengono controllati costantemente attraverso forse di manipolazione emotiva.

6 tipologie di genitori tossici

Come capire di essere figli di genitori tossici? Ovviamente gli atteggiamenti tossici dei genitori tossici lasciano delle ferite profonde nell’anima dei bambini che si riflettono poi in alcuni comportamenti nei confronti degli altri e di sé stessi. Quali sono in concreto i comportamenti che mette in atto un genitore tossico nei confronti del figlio?

genitori tossici

Il Negativo: Reagiscono in maniera molto negativa

I genitori tossici sono emotivamente fuori controllo. Tendono a drammatizzare anche i problemi minori e vedono ogni possibile leggerezza come un motivo per diventare ostili, arrabbiati, verbalmente offensivi o distruttivi.

Genitori senza empatia

Le persone tossiche non sono in grado di empatizzare con gli altri. Pertanto anche un genitore tossico non riuscirà a mettersi nei panni del proprio figlio: tutto sarà concentrato su di loro e sui loro bisogni, senza notare come tutto ciò potrebbe essere distruttivo, dannoso o offensivo.

Il controllatore estremo

Più l'individuo è tossico, più cercherà di controllare tutto e tutti. Ciò significa genitorialità eccessiva e richieste irragionevoli, anche per i figli adulti.

Genitori che svalutano o criticano i figli


Un altro tipo di genitori che può creare molto danno sono i genitori che svalutano o criticano i figli in continuazione. Questo tipo di genitori normalmente scarica le proprie insoddisfazioni e rabbie sul figlio, probabilmente perché loro stessi sono stati sempre criticate e svalutati fin da piccoli. Purtroppo in questo modo però non si farà altro che ricreare la stessa ferita nei figli e soprattutto distruggere la loro autostima. Questo tipo di genitore non può o non vuole vedere i risultati dei propri figli, non importa quanto siano eccezionali i loro bambini. Sminuiscono costantemente le persone intorno a loro mentre si atteggiano a persone eccezionali, dotati o talentuosi.

Deresponsabilizzazione e colpevolizzazione

La discordia, il disaccordo, l'ostilità e la rottura della famiglia causata dal genitore tossico è sempre colpa di qualcun altro. Questi genitori non possono assumersi la responsabilità di eventuali problemi, ma preferiscono incolpare il resto della famiglia o manipolare il modo in cui vedono questi eventi.

Genitori egoisti e genitori narcisisti

Per andare più nel particolare dentro questo categorie potremmo parlare dei genitori egoisti e genitori narcisisti. Riconoscere un narcisista perverso non è facile, soprattutto se si tratta del proprio genitore, sia perché se si è cresciuti in un determinato ambiente si accettano come normali relazioni patologiche, sia perché il narcisista si rivela dopo un bel po’ di tempo per quello che è realmente. Il genitore narcisista cercherà di realizzarsi attraverso il figlio e lo farà manipolandolo ed esercitando una pressione psicologica molto forte sul figlio, attraverso il ricatto emotivo, il senso di colpa e l’aggressività.

I figli di genitori tossici


I figli di genitori tossici rischiano a loro volta di assumere comportamenti tossici poiché

se si grida, si insulta, si manipola e si critica un bambino, lui non smetterà di amare i propri genitori, ma smetterà di amare sé stesso.

Alcune tipologie di comportamenti assunti in questo caso potrebbero essere:

  • Il ribelle: i cosiddetti bambini problematici che si ribellano a qualsiasi tipo di autorità molto spesso arrivano da famiglie disfunzionali
  • Il capro espiatorio: come già accennato in alcune famiglie disfunzionali occorre che si incolpi di tutto un membro della famiglia. Questo bambino si sentirà sempre sbagliato e vittima nell’arco della sua vita, correndo il rischio di diventare poi il capro espiatorio di qualcun’altro.
  • Il tutore: nell’accudimento invertito, può essere il figlio che si prende cura del genitore, non vivendo così la sua infanzia e crescendo con un senso di vuoto e mancanza di affetto e protezione.
  • Il rifiutato: un bambino che non ha visto accolto il suo bisogno di amore, finisce per non sentirsi degno d’amore e vivrà tutta la sua vita reprimendo le sue emozioni e con un vuoto emotivo e affettivo.
  • Il manipolatore: figlio di genitori iperprotettivi o manipolatori, il manipolatore sarà un adulto che imparare a manovrare gli altri per i soddisfare i propri bisogni e per farsi amare, cercando di colmare quel vuoto emotivo ed educativo che non è stato riempito da piccoli.

come comportarsi con i genitori tossici

Come comportarsi con i genitori tossici?

Per capire come comportarsi con i genitori tossici il primo punto da accettare è il fatto che non possiamo controllare i loro comportamenti purtroppo, ma possiamo cercare delle soluzioni che riescano a tutelarci. Proprio il fatto di riconoscere e accettare che siamo figli di un genitore tossico che non è disposto a cambiare, ci può dare la libertà di considerare i nostri bisogni.

In questo modo potremo prendere misure specifiche per definire la relazione e soddisfare i nostri bisogni emotivi, evitando così la tossicità del rapporto. Vediamo alcuni atteggiamenti che possano aiutarci in questo:

  • Impostare limiti: è fondamentale stabilire dei limiti ed essere chiari su ciò che si vuole e ciò che non si accetta. Essere chiaro nel definire questi confini e limitare i contatti con i genitori può aiutare a passare dei momenti positivi e salutari quando si sta insieme.
  • Scegliere il luogo di ritrovo: scegliere il luogo di incontro con il genitore tossico è un modo per sentirsi più protetti. Incontrarsi in uno spazio pubblico per esempio permette di andarsene se l'altra persona non rispetta i confini. Inoltre un luogo neutrale può essere utile a non cadere nei soliti comportamenti (come invece potrebbe accadere ritrovandosi nella casa di famiglia) 
  • Avere cura di sé stessi: imparare a essere gentili con sé stessi è importante. Non serve trascorrere ogni evento o festa in famiglia. Si può pensare anche di dire di no ogni tanto e frequentare altre persone, magari positive, che ci fanno sentire bene e ci incoraggiano a continuare a essere la persona meravigliosa che si è.
  • Allontanare il genitore tossico: questa strada ovviamente può essere dolorosa, ma in alcuni casi può essere necessario allontanarsi dal genitore per recuperare il proprio equilibrio.
  • Parlare con un terapeuta o un consulente può aiutare a capire l'impatto che i genitori tossici hanno sulla propria vita e sviluppare strategie di gestione efficaci per le relazioni future. 

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Bibliografia

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Commenti 12
  • Anonimo

    Anche io mi trovo in una famiglia problematica e ora che mia madre è’ malata di demenza tutto sommato è’ Aggravato. Per fortuna ora ha due badanti ma e’ Stata dura. Parlare con i fratelli e’ complicato perché sono persone non realizzate e hanno un odio verso quello che ho io… Ma spero di riuscire a trovare un equilibrio per me è la mia famiglia.

  • Alessandra

    Articolo utile e molto ben argomentato. La famiglia tossica può fare veramente del male ai propri figli. Io ho cercato sempre delle vie di salvezza all'esterno, pur volendo bene ai componenti della mia famiglia, ma sono stata attaccata violentemente ogni volta che capivano che potevo essere libera e non più la bambina controllata da loro. Mi hanno fatto delle cose gravissime fino al punto di non farmi incontrare più mio padre ( l'unico con cui avevo un buon rapporto) e ora che lui è morto non frequento più è mia madre, nè le mie sorelle. E mi sento meglio. Auguro loro di stare bene, ma sto alla larga.

  • Anonimo

    Io non riesco a chiamare papà mio padre. Ho superato i trenta. Ricordo che da piccolo mi criticava sempre, mi sminuiva, alzava la voce, mi annichiliva. Non so, oggi continua a colpevolizzarmi per questa cosa, in fondo un po' ci soffro per non riuscire a chiamarlo papà, ma non mi riesce naturale. Fossi al suo posto due domande me le farei, invece mi fa pesare di non riuscire a chiamarlo papà. In passato ho fatto dei percorsi psicologici, per un disturbo d'ansia, e anche per questo. Poteva partecipare insieme a me e lavorare insieme col terapeuta, non mi sarebbe dispiaciuto, anzi. Ma lui invece pensa solo ai soldi, al lavoro ed è superficiale. Criticare gli riesce facile, ma non muove un dito quando c'è da migliorare una situazione.

  • Utente anonimo

    Riconosco la mia infanzia nella quasi totalità dell'articolo. Peccato che una parte degli avvenimenti non sia contemplata: la presenza deleteria di un fratello maggiore che si comportava con me come facevano i miei genitori. Immagino che anche ad altri sia successa la stessa cosa. Ho impiegato anni a liberarmi di tutta quella rabbia che avevo accumulato fra le mura domestiche.

  • Anna Gianotto

    Poiché ho un padre nervoso, che da quando ero piccola non mi ha mai insegnato, ma sempre urlato cosa facevo era sempre sbagliato, dalla scuola scelta, all ,Università nonostante lavorassi e studiassi e dessi concorsi per un posto sicuro, io ancora ora non riesco a staccarmi da mio padre ne’ da mia madre. Ho acquistato facendo un mutuo che mi pago da sola con difficoltà, lui non mi ha mai aiutato a vedere appartamenti, ho fatto tutto da sola e lui mi ha sempre criticato. Sono stata poco nel mio bilocale strapagato, Poi iniziata la pandemia, ho chiesto trasferimento, senza conoscere nessuno, in un ‘ altra città bellissima e in un’altra regione e stavo meglio, anche se un mutuo e un affitto erano difficili da sostenere, ma ho passato il periodo più bello della mia vita, poi la pandemia non è passata, è morto un mio zio, mia madre è andata in depressione e io figlia unica ho dovuto, nel senso di figlia responsabile, ritornare nella mia città che non amo. Ho trascorso due anni d’inferno sul lavoro e a casa e non so più muovermi di casa se non per lavorare, non per fare ferie o semplicemente fare gite fuori porta. Lui non ha mai voluto venirmi a trovare nella città dove ho abitato per un anno. È venuta mia madre, ma anche lei doveva andare a casa da mio padre. Ora non ho amici, non ho più sogni, sono stanca, non ho autostima, non l’avevo già prima anche se ho fatto cose che nessuno farebbe, perché troppo faticose e difficili. Risultato: a 58 mi occupo dei miei, ho timore che muoiano e non vivo! Sono morta dentro. E tante altre cose…. ,

  • Deanna Depietri

    Purtroppo un argomento che mi risuona molt. Sto imparando a volermi bene e stabilire dei confini, perché è un dolore che non si è ancora spento. Diventa necessario reagire. Ho capito che papà non cambierà, ma io non posso continuare a sentirmi distrutta, non è giusto. Perché è così faticoso proteggersi?...carattere?

  • cora monti

    Graziella Michelotti — 30 Marzo 2023 Naturalmente, la responsabilità è SEMPRE dei genitori! Come da copione. I figli tossici, invece, non esistono ? Ne sono felice Buongiorno signora Graziella credo che ci sia qualcosina di disfunzionale nella sua interpretazione di tossicità . Saluti

  • Francesca

    Ho letto l'articolo e lo trovo utile, come utili mi sono state le molte letture che mi hanno permesso di riconoscere i "comportamenti tossici" della mia famiglia e negli anni recuperare pian piano "me stessa". Penso che prendere consapevolezza sia il primo passo per "venirne a capo". Detto ciò aggiungo che leggendo i commenti su questo forum mi ha colpito, in particolare, quello della signora Graziella, alla quale (se mai leggerà) mi viene spontaneo chiedere: ma come mai si "scalda tanto"?! - Questo è un articolo sui "genitori tossici" (perché lo ha letto se l'argomento non le interessa? ), e mi creda "esistono" e sono in grado - nella migliore delle ipotesi inconsapevolmente - di fare del "male" a chi "pian piano sta crescendo" e per forza di cose "da bambino" non può né capire né difendersi e se da adulto 'sopravvive' e grazie ad un lungo e profondo lavoro che riesce a fare su sé stesso. Esisteranno anche figli tossici sicuramente (le persone tossiche sono sempre figlie di qualcuno), forse doveva cercare un articolo sul tema. In ogni caso mi auguro che questi figli tossici prima di fare a loro volta un figlio prendano consapevolezza di avere un problema da risolvere onde evitare di fare del male ad un altro bambino 'innocente'.

  • Graziella Michelotti

    Naturalmente, la responsabilità è SEMPRE dei genitori! Come da copione. I figli tossici, invece, non esistono ? Ne sono felice

  • silvia aimone

    Ringrazio per l' articolo. Molto utile


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