Violenza ostetrica: conseguenze fisiche e psicologiche

Insulti, abusi fisici o la separazione dal bambino sono solo alcune delle situazioni che possono vivere le donne durante il parto.

22 DIC 2017 · Tempo di lettura: min.
Violenza ostetrica: conseguenze fisiche e psicologiche

Cos'è la violenza ostetrica? Quali sono le sue conseguenze a livello fisico e psicologico? Quante donne hanno subito questo tipo di violenza?

Negli ultimi anni si comincia a parlare di un tema che, fino a poco tempo fa, era quasi tabù. Si tratta della cosiddetta "violenza ostetrica", ossia l'"appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell'abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali avendo come conseguenza la perdita di autonomia e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, influenzando negativamente la qualità della vita della donna", secondo una definizione contenuta in una delle prime leggi sul tema, emanata in Venezuela. Insulti, abusi fisici o la separazione dal bambino sono solo alcune delle situazioni che possono vivere le donne durante il parto e che le escludono dalle decisioni sulla propria gravidanza. Le denunce di questi casi, più comuni di quanto si pensi, non arrivano solamente dalle partorienti ma anche dallo stesso personale sanitario.

Si tratta di un'esperienza così tanto diffusa che la campagna dell'anno scorso "Basta tacere: le madri hanno voce" dell'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia (OVOItalia) ha permesso a moltissime donne di raccontare sui social la propria esperienza riguardo la violenza ostetrica. A sottolineare ancora di più la diffusione del fenomeno, a livello italiano, è stata l'indagine di Doxa: secondo i dati, hanno subito maltrattamento verbale o fisico durante il parto circa un milione di madri. Fra le violenze più ricorrenti troviamo interventi medici che avvengono senza necessità o addirittura senza il consenso della donna, ad esempio l'episiotomia, ovvero l'incisione chirurgica del perineo, o il parto cesareo.

Questa violenza non si traduce solamente in conseguenze fisiche ma anche psicologiche. Nell'indagine di Doxa, infatti, è risultato che sono moltissime le donne ad essere state trascurate durante il parto, rimanendo da sole. Altre, invece, sono state addirittura sottoposte a interventi che hanno messo a rischio la vita della partoriente o del bambino.

Un altro esempio di violenza ostetrica possono essere i tagli vaginali senza preavviso e i trattamenti violenti: in questo modo il parto può trasformarsi in trauma.

La violenza ostetrica potrebbe essere una delle cause scatenanti della depressione post parto.

Spesso, i danni fisici e psicologici, possono anche provocare problemi all'interno della relazione madre-figlio. A causa del trauma vissuto, infatti, si può manifestare un distacco e una minore capacità empatica nei confronti del proprio bambino. Alcune possono arrivare a provare un sentimento di colpa per essere state trattate in questo modo e per non essere state in grado di difendersi.

I casi di violenza ostetrica, raccontati dalle stesse vittime e dalle associazioni, hanno portato alla presentazione di un disegno di legge intitolato "Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico" che avrebbe come obiettivo quello di trasformare questo tipo di violenza in un reato. Presentata dal deputato Adriano Zaccagnini, la proposta è in esame presso la Camera.

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