Il sequestro emozionale e il contagio emotivo

Quando le emozioni prendono il sopravvento tanto da sequestrarci si parla si sequestro emozionale. Nel momento in cui interagiamo con gli altri, le nostre emozioni diventano condivise e si può parlare di contagio emotivo.

8 AGO 2023 · Ultima modifica: 30 AGO 2023 · Tempo di lettura: min.
Il sequestro emozionale e il contagio emotivo

Vediamo cosa succede quando le emozioni prendono il sopravvento nella nostra vita. Partendo da quanto accade nel cervello, Goleman sostiene che l'amigdala, in funzione di "sentinella psicologica", operi un vero e proprio "sequestro neurale": nei momenti in cui gli organi di senso inviano i segnali che vengono percepiti dal sistema libico come pericolosi, cattivi o odiati, esso dichiara uno stato di emergenza imponendo a tutto il resto del cervello il proprio ordine del giorno, "sequestrandolo". Tutto questo avviene prima che i segnali vengano inoltrati anche alla neocorteccia, il cervello pensante, e quindi prima che quest'ultima abbia la possibilità di comprende ciò che sta succedendo e di valutare se la risposta vada bene.

Cos'è il sequestro emozionale?

In questi casi si può parlare di un vero e proprio sequestro emozionale oltre che neurale, in quanto in quei momenti la mente emozionale prende il sopravvento e ci fa agire prima di aver attivato la parte razionale che, molto probabilmente, ci avrebbe fatto muovere diversamente. L'aspetto distintivo di questi sequestri è che, una volta passato il momento cruciale, la persona ha la sensazione di non sapere che cosa gli sia capitato.

I sequestri emozionali possono avvenire nei casi estremi di omicidi o eventi molto violenti, ma non solo, anche quando ci capita di essere molto arrabbiati tanto da alzare le mani o urlare dalla rabbia. Fortunatamente, non tutti i sequestri hanno un carattere così sconvolgente: esso può capitare anche nel caso in cui leggendo una barzelletta o ricordando un evento spassoso, ridiamo a crepapelle senza riuscire a fermarci. Il sistema limbico, infatti, si attiva anche in momenti di intensa gioia.

In generale, quando succede un evento molto forte nella vita, esso provoca delle forti emozioni e la persona viene rapita da queste. Ci sono alcune emozioni che prendono il sopravvento e non permettono di sentirne altre. Ad esempio se la persona è rapita dalla rabbia, probabilmente nella vita vorrà primeggiare, sia nelle relazioni sia nel lavoro, sarà una persona scontrosa che si arrabbia e litiga spesso. Di contro se la persona non riesce a provare rabbia, anche nei momenti in cui dovrebbe, allora probabilmente sarà rapita da un'altra emozione. Se, invece, la persona è sequestrata dalla paura, nella vita sarà ritirata, farà fatica a compiere delle scelte e a guardare al proprio futuro con entusiasmo. Le emozioni, quindi, possono bloccarsi nel loro flusso per la presenza di un sequestro emozionale che non fa vivere a pieno la vita.

Perché avviene il contagio emotivo?

Le nostre emozioni, però, non sono quasi mai un'esperienza individuale, anzi coinvolgono le persone che ci stanno intorno molto più di quello che pensiamo. Infatti, se qualcuno ci sorride anche la nostra mimica facciale tenderà al sorriso, anche se non consapevolmente, ricreando in noi lo stesso stato d'animo dell'altro. Tutto questo prende il nome di contagio emotivo, ovvero quel passaggio immediato, involontario, non consapevole di emozioni da una persona ad un'altra.

Nel cervello vi è un gruppo di neuroni che ci permettono di connetterci con i cervelli altrui e che riflettono in noi ciò che osserviamo. Sono i neuroni a specchio: essi attivano gli stessi circuiti cerebrali attivi nella persona che abbiamo vicino. Per questo, possiamo sentire un'emozione come nostra, anche se non la proviamo direttamente.

Il contagio emotivo si produce ogni volta che si interagisce con gli altri e il suo filo conduttore è l'empatia. Anche se hanno alcuni punti in comune e talvolta l'uno si serve dell'altro, non sono la stessa cosa. L'empatia, infatti, è la capacità di mettersi nei panni dell'altro, comprendendo la sua prospettiva e i suoi sentimenti, senza però privarsi dei propri; il contagio emotivo, invece, ci porta a provare le emozioni altrui tanto da esserne rapiti. Malgrado le differenze, per riuscire ad empatizzare con gli altri sono necessarie piccole dosi di contagio emotivo. Queste capacità si sviluppano proprio all'inizio della nostra vita, nel rapporto con i genitori o caregivers.

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Scritto da

Dott.ssa Cristina Schirato

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Bibliografia

  • Goleman, D (1995). "Intelligenza emotiva". Rizzoli. 
  • Sonnino, R (2008). "Respirando le emozioni. Psicofisiologia del benessere". Roma

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