Elaborare il lutto: superare la perdita di una persona cara

Provare dolore per un lutto è un'esperienza inevitabile nella vita di ciascuno, la cui elaborazione è importante

25 APR 2019 · Tempo di lettura: min.
Photo by Martin Adams

Nella vita di un essere umano provare dolore per un lutto è un'esperienza inevitabile ed è importante metabolizzare il senso di perdita provato; infatti, se non si elabora almeno in parte tale perdita e si rimane prigionieri dell'angoscia, l'esperienza da dolorosa può diventare traumatica.

Bowlby (1969, 1973, 1980) mette in evidenza il ruolo dell'attaccamento - propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di una figura ben conosciuta in situazioni di pericolo, dolore, fatica e solitudine - nel comportamento dell'individuo e le conseguenze che la carenza o perdita di tale attaccamento comportano. Secondo il suo modello, l'elaborazione del lutto si articolerebbe in quattro tappe che nell'esperienza soggettiva s'intersecano e si sovrappongono di continuo secondo percorsi non lineari:

  • fase di stordimento: dolore o ira intensi a seguito della notizia della morte della persona cara;
  • fase di struggimento e ricerca della persona perduta: rabbia e difficile consapevolezza della morte avvenuta; da una parte presa atto della realtà e reazione a questa consapevolezza con angoscia e disperazione, dall'altra rifiuto di tale consapevolezza e tentativo di recuperare chi si è perduto alimentando la speranza che tutto possa tornare come prima. Solo dopo aver fatto tutti i tentativi per recuperare la persona perduta è possibile accettare l'irreversibilità della perdita e procedere nel lavoro del lutto;
  • fase di disorganizzazione e disperazione: riorganizzazione del proprio modo di sentire, pensare, agire dovuta all'assenza definitiva dell'altro; confusione e smarrimento che preludono ad una ridefinizione di se stessi e della propria vita prendendo atto dell'impossibilità di recuperare la persona che non c'è più;
  • fase di riorganizzazione: cambiamento che genera nuove rappresentazioni della realtà percepita come irreversibile.

Una delle caratteristiche principali del lutto non elaborato sta proprio nell'incapacità o nella difficoltà di esprimere in maniera aperta la rabbia e i tentativi di recuperare chi si è perduto che porta alla presa di coscienza dell'irreversibilità della perdita conducendo all'esigenza pratica di riorganizzare la propria vita. Ma se tali emozioni vengono dissociate e represse continuando così ad esistere senza trovare un'aperta espressione, influenzeranno sensazioni e comportamenti in maniera anomala e distorta.

È bene tenere presente che non tutte le esperienze di lutto sono uguali. Vi sono elementi protettivi/di resilienza (es. introspezione, sostegno sociale, fiducia nelle proprie capacità di fronteggiare l'evento) che, giocando un ruolo con i fattori di rischio/vulnerabilità (es. accumuli di lutti e perdite di vario tipo in un arco di tempo, mancanza di sostegno sociali sia psicologici che materiali), concorrono a determinare l'esito dell'elaborazione dell'evento.

Tenendo conto che la tematica è complessa e non esauribile in queste righe, concluderei affermando che dare voce a pensieri ed emozioni, condividere la sofferenza sentendosi compresi, integrare l'evento nella propria biografia, tornare sui ricordi legati alla persona cara fino a quando quella perdita non risulta più cosi intollerabile, sono indicatori che vanno nella direzione di un lutto elaborato.

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa De Filippo

Psicologa Psicoterapeuta specializzata nel trattamento delle problematiche relazionali e nell'attivazione delle risorse delle persone. Con l'idea di rispondere ai diversi bisogni delle persone, nel 2009 fonda "Centro Pianeta Psicologia": un'equipe multidisciplinare che offre interventi integrati e individualizzati in campo psicologico con l'obiettivo di promuovere il benessere.

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