La perdita di un desiderio: il lutto perinatale

Il lutto perinatale può essere considerato come la perdita del desiderio identitario di divenire genitori.

17 GEN 2022 · Tempo di lettura: min.
La perdita di un desiderio: il lutto perinatale

Si pensa che il rapporto con il figlio si instauri al momento della nascita, invece ha inizio molto prima già con il desiderio della sua generazione. Un legame inizialmente solo pensato e desiderato (frutto di fantasie e immagini mentali) che si consolida e struttura con i cambiamenti fisiologici del corpo della madre, la percezione dei movimenti del feto, le prime ecografie, il suono del battito cardiaco (De Marco, 2013).

I genitori, pian piano fanno spazio sia fisico che mentale al proprio bambino, lo immaginano e fantasticano sulla sua presenza, elaborando progetti futuri. Tutto questo permette la strutturazione di un legame di attaccamento prima della nascita (De Marco, 2013).

Quello appena descritto è il ciclo naturale degli eventi, ma alle volte si possono presentare degli "eventi paranormativi" che alternano il naturale proseguire delle fasi di vita come ad esempio nel "lutto prenatale o postnatale".

La morte spezza drammaticamente questo rapporto e i progetti futuri prendono una direzione differente. La morte prenatale o postnatale è un evento lacerante, straziante, contrario alla logica naturale degli eventi delle fasi di vita (per cui una persona nasce, cresce e dopo lungo tempo muore) e pertanto molto difficile da comprendere e da accettare (De Marco, 2013).

Cos'è il lutto prenatale e perinatale?

In psicologia, con il termine lutto si fa riferimento ad un processo caratterizzato da cambiamenti psicologici e comportamentali a seguito di una perdita indipendentemente che si tratti di una perdita reale o percepita. Nello specifico, l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce:

  • «morte prenatale» la morte avvenute durante l'intera gestazione;
  • «morte perinatale» la perdita di un figlio avvenuta tra la 28a settimana di gravidanza e i 7 giorni dopo il parto.

Il lutto prenatale o perinatale, non segue questa netta divisione "per settimane", ma la perdita si associa a "segni e sintomi" del lutto ben definiti, indipendentemente dal periodo gestazionale e dalle cause che hanno portato al decesso. È un'esperienza traumatica che colpisce la coppia in modo improvviso e inaspettato, inspiegabilmente dal mondo con il figlio atteso si passa al mondo "senza il figlio". I vissuti di lutto profondo portano a cambiamenti nel ciclo di vita individuale, di coppia e familiare.

Il lutto, in quanto condizione psicologica e fisica, deriva:

  • dall'investimento affettivo;
  • dal legame di attaccamento tra i genitori e il figlio, che è già presente a partire dal desiderio di divenire genitori.

Il legame è fatto di pensieri, sentimenti, fantasie, immagini, nomignoli che contribuiscono a rendere il bambino, e quindi i suoi genitori, sempre più concreti e presenti, non solo sul piano dell'immaginazione ma anche sul piano fisico.

Dimensione del lutto perinatale

Il lutto prenatale e perinatale coinvolge la dimensione fisica, emotiva, cognitiva, spirituale e sociale (Claudia Ravaldi, 2009):

  • a livello fisico possono manifestarsi disturbi del sonno (insonnia, risvegli notturni, incubi ricorrenti); disturbi dell'alimentazione (inappetenza o abbuffate); problemi all'apparato gastro-intestinale (nausea); modificazione delle percezioni corporee;
  • a livello emotivo si può manifestare incredulità, senso di irrealtà, tristezza, rabbia, solitudine, senso di vuoto, impotenza, paura, colpa ma anche gioia o senso di liberazione;
  • a livello mentale i pensieri possono rallentare o accelerare, diventare intrusivi come ossessioni, sino a conseguente confusione e disorientamento. Si può presentare inoltre un senso di alienazione e di irrealtà;
  • le credenze spirituali subiscono un'alterazione che porta ad una loro perdita o ad una loro riformulazione, modificazione o riorganizzazione;
  • la sfera socio-relazionale che può configurarsi come distanza dagli altri, senso di estraneità, difficoltà di comunicazione, tendenza all'isolamento o alla ricerca di persone che hanno vissuto esperienze simili con le quali condividere il proprio dolore.

Fasi del lutto perinatale

Claudia Ravaldi (2009), medico e psicoterapeuta, descrive le fasi inerenti al lutto:

  • shock: dopo aver ricevuto la notizia della morte, c'è una disorganizzazione che ha durata variabile e che limita la capacità di comprensione. Le emozioni più comuni sono: stordimento, incredulità, distacco emotivo, congelamento, negazione;
  • realizzazione: è un momento caratterizzato da depressione, solitudine, evitamento delle situazioni che hanno a che fare con la genitorialità e con bambini;
  • ri-organizzazione e accettazione: dal distaccamento emotivo iniziale si procede verso la ricerca di supporto, per questo nascono nuovi interessi;
  • ritorno all'attaccamento e al desiderio di genitorialità.

Il lutto perinatale e prenatale è una perdita multipla, definita anche come lutto stratificato, che contiene lutti diversi, in un unico evento. La perdita può essere intesa in diverse forme:

  • di un «oggetto d'amore» cioè delle fantasie e immagine mentali nate nella coppia;
  • di un progetto e di una funzione specifica quella relativa alla genitorialità;
  • di un bambino non nato, che si scontra con le naturali fasi del ciclo vitale.

Conseguenze del lutto perinatale

Quali sono le conseguenze del lutto perinatale? (De Marco, 2013).

  • la perdita della funzione del corpo: "sarò in grado di portare a termine una gravidanza e avere un figlio?", creando sfiducia nelle proprie capacità generative;
  • sconvolgimento dell'ordine "naturale" delle fasi del ciclo vitale, con la nascita di un lutto non sempre accettato da familiari e conoscenti;
  • la perdita del progetto genitoriale di una coppia;
  • l'interruzione del legame di attaccamento con quel particolare figlio, non sostituibile da altri figli successivi o precedenti.

Evoluzione della coppia

Durante tutta la gestazione la coppia è coinvolta nella costruzione della propria genitorialità:

  • legame di attaccamento con il figlio atteso;
  • riorganizzazione della propria identità;
  • integrazione di funzioni e ruoli sia paterni che materni.

Per questo motivo, quando la gravidanza si arresta, si interrompe anche un processo fisico ma anche psicologico, oltre che emotivo, identitario e progettuale.

Capacità generativa

Il lutto per la perdita di un figlio e la conseguente sensazione di incapacità generativa tendono a sovrapporsi, facendo emergere delle difficoltà nella relazione di coppia. Se la donna fin dal concepimento è coinvolta in un'esperienza psicologica e corporea, l'uomo costruisce la relazione di attaccamento e la sua identità paterna, solo successivamente, alla nascita del figlio. Questo differente modo di vivere l'esperienza rischia di far nascere incomprensioni e distanze comunicative e affettive nella coppia.

Si può concludere che ogni lutto è unico:

  • le persone che lo vivono sono diverse per la storia personale, di coppia e della gravidanza, per le cause della morte e le circostanze in cui è avvenuta;
  • assistenza sanitaria ricevuta nelle fase acuta;
  • sostegno emotivo che le persone coinvolte hanno ricevuto, in ospedale e successivamente, da parte di operatori, familiari e amici.

Dopo il tragico evento

La coppia spesso ha difficoltà a vivere circondata da altre coppie neo-genitori e per questo può mettere in atto condotte di evitamento per gestire il dolore della loro perdita, come ad esempio "non frequentare coppie con neonati, figli piccoli o donne in gravidanza". Spesso possono generare pensieri come: "Perché è accaduto tutto questo?" oppure "Perché non riesco ad avere un figlio?"

I genitori spesso vivono questi pensieri con profonda autocritica e rimuginano su ciò che è accaduto, avendo difficoltà ad esprimere i propri sentimenti (Cacciatore, 2007). Aver perso un bambino in fase perinatale rappresenta un noto fattore di rischio psicologico e comportamentale:

  • per le gravidanze successive;
  • per il futuro stile di attaccamento genitore-bambino.

Un intervento a supporto del lutto permette un'assistenza ottimale da parte di tutti gli operatori per la salute dei genitori.

Ascolto e supporto psicologico

Il lutto prenatale e postnatale è un dolore che ha bisogno di essere prima di tutto "riconosciuto" e successivamente "accolto". Per questo è bene che le coppie che si sono trovate ad affrontare questo evento si rivolgano ad associazioni e figure professionali competenti che li affianchino nel percorso di elaborazione che permetta di trasformare un evento drammatico in una possibilità di futuro.

Gli effetti negativi per la salute psicofisica a breve e a lungo termine sono:

  • sintomatologie ansioso-depressive;
  • depressione;
  • disturbo post-traumatico da stress;
  • preoccupazioni per le gravidanze successive (fobie, distacco/disinvestimento, ipercontrollo e ipermedicalizzazione gravidanza e parto, difficoltà di allattamento);
  • il futuro legame di attaccamento genitore-bambino (distacco o iperprotezione; lutto irrisolto nel genitore si associa a uno stile di attaccamento disorganizzato).

Elaborazione del lutto perinatale

L'elaborazione del lutto può avvenire anche dopo due anni di tempo, e alcune ricerche sottolineano che la percezione stabile di serenità avviene in media tre anni dopo la perdita (Righetti e Casadei, 2010).

E' necessario per i genitori e per gli altri figli del nucleo familiare, essere seguiti attraverso un supporto integrato, cioè dal punto di vista medico, sociale e psicologico.

L'elaborazione del lutto può essere effettuata in varie modalità:

  • gruppi di auto-mutuo aiuto che permettono di condividere l'esperienza in comune sentendosi meno soli (Bulleri e De Marco, 2013);
  • associazioni sono un valido aiuto perché forniscono informazioni e supporto (Ravaldi, 2009);
  • supporto psicologico e la psicoterapia accompagna le coppie verso l'elaborazione dell'esperienza traumatica: individuando i vissuti di colpa, incapacità oltre che tutte le emozioni negative che bloccano la rielaborazione del lutto.

Dott.ssa Fabiana Marra

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Scritto da

Dott.ssa Fabiana Marra

Bibliografia

  • Bulleri, G. (2013). Ricette di vita. Giunti
  • Cacciatore, J., & Bushfield, S. (2007). Stillbirth: the mother's experience and implications for improving care. Journal of social work in end-of-life & palliative care, 3(3), 59-79.
  • De Marco, D. (2013). Le madri interrotte. Affrontare e trasformare il dolore di un lutto pre e perinatale: Affrontare e trasformare il dolore di un lutto pre e perinatale (Vol. 75). FrancoAngeli.
  • Ravaldi, C., Vannacci, A., Farmacologo, M., & Onlus, A. C. (2009). La gestione clinica del lutto perinatale Strategie di intervento e linee guida internazionali. La care in perinatologia, 3.
  • Righetti, P. L. (2010). Gravidanza e contesti psicopatologici. Dalla teoria agli strumenti di intervento. Franco Angeli.

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