Tossicodipendenza: 3 ricadute dopo la comunità

Inviata da Laura486 · 10 ott 2017 Dipendenza

Buongiorno, un ragazzo che conosco, a circa 14 anni ha iniziato a fumare canne (da quello che mi ha raccontato, in primis si sentiva trascurato perchè i suoi (bravissime persone) lavoravano sempre e poi perchè aveva sentito, addirittura all età di 6 anni, che i suoi si stavano separando. Cosa che poi non è mai avvenuta e i suoi sono ancora insieme, da circa 40 anni. A 15 anni cocaina e a 19 eroina. A circa 21 anni (se non mi sbaglio) è entrato in comunità e ci è stato circa 2 anni. Quando è uscito (anno 2006, 11 anni fa) ha iniziato a vivere normalmente, il padre l ha aiutato a trovare un lavoro e ancora oggi lavora per quella ditta. Oggi ha 34 anni e ha una vita regolare. Solo che mi ha raccontato che un anno dopo che è uscito dalla comunità ha ricominciato a farsi di eroina, i suoi non se ne sono mai accorti perchè non si è fatto scoprire. Poi, in questi 11 anni (so x certo tra il 2007 e il 2009 perchè poi si è fidanzato e ha smesso del tutto) ha tirato coca un paio di volte. Poi + niente per anni e poi a dicembre 2016 ha fumato coca insieme a un suo amico che stava x entrare in comunità. Il mio amico ha fumato perchè aveva appena avuto una grandissima delusione d amore. Ora io vorrei sapere, (diciamo che in 11 anni ha avuto 3 ricadute, a cui lui non ha dato peso, forse perchè avvenute con molta distanza di tempo fra loro), il mio amico, con 3 ricadute in 11 anni e mai + andato in comunità dal 2006, è da considerasi nuovamente tossicodipendente (domanda. scusate, non mi funziona il tasto del punto di domanda). oppure non lo è + dal 2006 perchè sono stati casi sporadici in 11 anni. Se lo è nuovamente (anche se ora non si droga da dicembre 2016) che cosa deve fare. grazie

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Miglior risposta 18 OTT 2017

Buongiorno Laura, la sua preoccupazione è lodevole. Il discorso delle tossicodipendenze , come già avrà letto da altri colleghi, si rimanda ad alcuni tratti della personalità che si possiedo. Il percorso della comunità aiuta a trovare motivazioni e forza per cercare di smettere di fare abuso di sostanze stupefacenti ed è un valido supporto. Altresì sarebbe ottimale rivolgersi ad uno specialista per riuscire a rilevare cosa spinge una persona a rifugiarsi in tali dinamiche , per poi scomporre quegli schemi e riorganizzare risposte più adeguate a stimoli e situazioni che vengono percepiti con valenza negativa.
Al di la della "classificazione" o meno se sia il suo amico da considerarsi tuttora tossicodipendente, sarebbe consigliabile una consulenza individuale al fine di raggiungere quegli scopi che le ho spiegato pocanzi, in visto di una maggiore consapevolezza di se stesso, acquisendo la gestione di risposte comportamentali adeguate innanzi a fattori scatenanti.
Spero di esserle stata di aiuto.
Auguro a lei ed al suo amico di risolvere qualsiasi questione.
Cordialmente,
Dottoressa Antonini D.

Dottoressa Debora Antonini Psicologo a Roma

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18 OTT 2017

Consiglio uno psicoterapeuta che ha esperienza in questo campo come me. Sono il dr Mometti Leonardo

Dott. Leonardo Mometti Psicologo a Mestre

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15 OTT 2017

Salve Laura,
la dipendenza non riguarda esclusivamente il consumo di sostanze ma è anche un tratto di personalità. Vi sono degli eventi traumatici che il soggetto non riesce a sopportare, da qui la sua risposta distruttiva, attraverso il consumo di sostanze. Anche per il tuo amico vi è sempre il rischio di ricaduta... suo malgrado. Suo malgrado il tuo amico è una persona che ha bisogno di sostegno, di avere dei punti di riferimento cui potersi rivolgere ogni volta vi sono dei segnali di ricaduta.
Il tuo amico, anche oggi ha bisogno di essere seguito da persone competenti e per lui di fiducia.
Cordiali saluti
Elisabetta Rizzi

Studio di Psicoterapie Brevi Psicologo a Molfetta

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11 OTT 2017

Salve, vede un aspetto ostico delle tossicodipendenze sono proprio le "recidive" ( non intese e viste soltanto nell'aspetto comportamentale finale, legate ad uno scopo momentaneo nella mente dell'agente) , ma viste nell'ottica multifattoriale (co fattori psicologici , biologici e sociali/contestuali ) pertanto molto fanno le capacità di resilienza e problem solving del singolo e le strategie di coping per fronteggiare eventuali eventi stressanti e non, e in generale in cui si presentano le possibilità di fare uso di sostanze.. In linea con l'approccio metodologico che uso e studio , consiglierei al suo amico un indirizzo cognitivo - comportamentale nella gestione dei comportamenti disfunzionali, inoltre non è da escludere a mio avviso un training assertivo per migliorare le capacità relazionali di sentire , di sentirsi e di porsi in relazione adattiva ed efficace con se stessi gli altri e il mondo e la rappresentazione di ciò che quedto significa per ognuno di noi nella nostra mente .. Non escluderei in parallelo (onde evitare altre possibili ricadute per quanto isolate, eventuali fonte di ulteriore stress e perdita di autoefficacia) un percorso al SERT e quindi multidisciplinare con l opportunità di ampliare e condividere le proprie esperienze e timori , allargare le proprie strategie, sostituendole con alternative adattive e funzionali.. la condivisione e il lavoro di gruppo sono molto efficaci in queste problematiche ...

Cordialmente. dott. Leonardo Di Perna.

Dott. Leonardo Di Perna Psicologo a Foggia

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11 OTT 2017

Salve Laura,
la tossicodipendenza per definizione non è sinonimo di utilizzo di una sostanza, è una specifica condizione in cui questo utilizzo ostacola la normale vita quotidiana della persona, dal punto di vista familiare, relazionale, lavorativo ecc, in cui il desiderio della sostanza è costante e fare a meno di questa porta disagio (sofferenza fisica o psicologica). Certo è che nel caso del suo amico, con una storia di disintossicazione alle spalle, anche l'uso sporadico acquista un altro valore. Se la sostanza, infatti, torna in momenti bui e difficili, credo sia utile lavorare sul significato che questa sostanza assume nella vita del tuo amico e sulle sue risorse personali, che possano permettergli di superare le difficoltà, senza ricorrere ad "aiuti esterni". Sarebbe utile, per lui, intraprendere un percorso terapeutico che gli permetta di affrontare questi temi.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dott.ssa Sara Calogiuri

Dott.ssa Sara Calogiuri Psicologo a Lecce

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11 OTT 2017

Cara Laura,
la tossicodipendenza ha una componente psicologica molto più difficile da sradicare di quella fisica.
La sostanza assolve a una serie di funzioni di regolazione emotiva, di riempimento e di contenimento dell'angoscia che normalmente vengono assolte dalle figure di accudimento durante l'infanzia e pian piano vengono interiorizzate, cioè fatte proprie, dal bambino per affrontare le sfide della crescita.
Chi ricorre alle sostanze ha bisogno di prendere dall'esterno qualcosa che non è stato possibile mettere dentro durante lo sviluppo, perché è venuto a mancare.
Anche se il tuo amico resta pulito per un po', ogni volta che si trova davanti a una frustrazione combatte con questa necessità che, come vedi, è molto più complessa del semplice craving fisico. Perché possa uscire dalla tossicodipendenza così intesa, deve essere disposto a intraprendere un percorso di ricostruzione di quella parte interna carente, in modo da poter fare appello a sé stesso e alle proprie forze interiori davanti alle difficoltà, in modo da imparare ad aspettare senza sentire di non farcela e alla fine trovare modalità più costruttive e vitali per soddisfare i propri bisogni.
Se avete una buona confidenza prova a invitarlo a concedersi questa possibilità. Dici che già ha provato a smettere e si sforza di farne a meno, forse desidera farcela davvero e si può lavorare su una buona motivazione di partenza, che è indispensabile per la riuscita del percorso.
L'unico "rischio" che corre è quello di ritrovare sé stesso. In bocca al lupo!
D.ssa Rossella Festa

Dott.ssa Rossella Festa Psicologo a Montichiari

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11 OTT 2017

Considerando che il suo amico non fa più uso di sostanze da dicembre 2016, non lo si può considerare in una situazione di dipendenza.

Dott.ssa Elena Mantovan Psicologo a Venezia

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11 OTT 2017

Buongiorno Laura,
Se il Suo amico non si droga (nel senso che non é ricorso a nessun tipo di sostanza: cannabinoidi, oppioidi, etc.) dallo scorso dicembre del 2016, non é tossicodipendente; tuttavia il rischio che le ricadute possano trascinarlo nuovamente nella tossicodipendenza, è direttamente proporzionale alle suo senso di vulnerabilità, ma anche a quanto è supportato socialmente. L'ambiente, infatti, è un fattore protettivo del rischio di ricadute, e aiuta a rafforzare la motivazione della persona a non cedere al desiderio della sostanza, soprattutto nel momento in cui quella si trova in contesti dove è facile procurarsene.
Se il Suo amico è mancante di una rete sociale supportiva, come quella familiare o amicale, Lei da sola non potrà proteggerlo dal rischio di ricadute, e allora è opportuno che il Suo amico venga seguito da uno psicologo o psicoterapeuta (preferibilmente con orientamento sistemico-relazionale) per trovare un senso al proprio malessere che non si traduca nella solita modalità del ricorrere alla sostanza; è opportuno un intervento che indaghi nel passato le dinamiche relazionali che hanno portato il ragazzo fin da giovane all'incontro della sostanza ed ad abusarne.
Durante il suddetto intervento, sarà opportuno effettuare anche delle sedute congiunte coi familiari del Suo amico, per coinvolgerli nel sistema terapeutico.
Nel caso abbia bisogno di farmi domande o dei chiarimenti, resto a disposizione.
Cordiali saluti,

Dott.essa Berti

Dott.Ssa Berti Martina Psicologo a Firenze

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11 OTT 2017

Buongiorno! Lei è molto gentile ad occuparsi del Suo amico ma credo che dovrebbe essere lui a sentire eventualmente l'esigenza di un supporto psicologico. Non è l'etichetta che fa di una persona un tossicodipendente o meno, ma piuttosto la frequenza e la costanza con la quale si fa uso di droga. Ovviamente solo il Suo amico può sapere se e quando avrà bisogno di essere aiutato, ma nel frattempo è molto fortunato ad avere amici come Lei si preoccupano così affettuosamente per la Sua salute. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento...buona giornata!

Dott.ssa Valentina Russo Psicologo a Napoli

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11 OTT 2017

Carissima Laura,
ha moltona cuore il Suo amico, il quale ha una lunga storia di dipendenza.
Vede, le dipendenze funazionano in modo soggettivo, ogni soggetto che ne sviluppa una attribisce un significato ed una valenza diversa all'uso di sostanze.
In questo caso, dopo un percorso in comunità ci sono stati tre episodi in cui la necessità dell'uso delle sostanze è riemersa.
Sarebbe interessante comprendere che cosa sia accaduto per aver nuovamente riattivato il bisogno della sostanza.
Questi tre episodi potrebbero essere un campanello d'allarme ma è necesario che il soggetto in questione si faccia qualche domanda a proposito di queste ricadute.
Potrebbe essere intetessante un percorso terapeutico per comprendere la causa di questi episodi e forse per affrobtare qualcisa rimasto insoluto.

Cordialità
Dott.ssa Fornari Daniela
Iseo

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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11 OTT 2017

Gentile Laura, la sua preoccupazione per il suo amico è assolutamente giustificata; io credo che il suo amico "non abbia mai smesso di essere un tossicodipendente". Le ricadute in questi anni anche se "leggere" e diluite nel tempo, non sono un buon segno visto che si sono verificate in concomitanza di "eventi stressanti" tipici dell'esistenza, una sorta di rifugio in cui nascondersi quando le cose non vanno per il verso giusto. E visto che, mi sembra, siano state vissute come un "incidente che può capitare". È un atteggiamento pericoloso perché porta la persona a pensare di avere il controllo su se stesso e sulla sostanza, ma noi sappiamo bene quanto questo senso di sicurezza sia fallace. Cosa potrebbe accadere se si verificasse un evento particolarmente doloroso? Abbiamo tutte le risorse necessarie per affrontare le prove della vita, ma vanno cercate dentro di noi e non all'esterno. Le opzioni per il suo amico sono le più diverse, certo rivolgersi alle persone che lo hanno già seguito o con uno psicologo di queste ricadute e delle loro modalità, di certo non sarebbe una cattiva idea.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione.
Dott.ssa Fatima Tarollo

Dott.ssa Tarollo Fatima Psicologo a Nogarole Rocca

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