È colpa mia. Oppure no?
Buongiorno, racconto una storia un pochino travagliata che purtroppo mi segue da 5 anni, alla quale non so proprio come comportarmi...
Come ho detto, io ho 23 anni e sto da 5 anni con un ragazzo di 35, che sta affrontando da poco una terapia ormonale per il cambio di sesso (quindi da uomo a donna).
Per questo motivo ha lavorato molto poco nella sua vita, e vive ancora con i genitori, da cui pretende in modo un pochino scontato (secondo me) di essere mantenuta. Prima di iniziare la terapia, continuavo a proporle tantissimi lavori per poterle permettere di costruire qualcosa insieme (da sola non riuscirei a combinare molto), ma ogni volta c'era una scusa per il quale doveva a stare a casa con i genitori (una famiglia di 7 persone della quale solo il padre lavora e mantiene tutti, tanto da dover arrivare a passare tutti i suoi debiti al mio compagno (primogenito) al compimento dei suoi 18 anni, per poter continuare a lavorare..). Conseguenza? Ha sempre chiesto supporto economico anche a me e io, sbagliando, ho sempre concesso tutto (anche troppo) limitando le mie possibilità di costruire la mia vita in modo sano.
Per aiutarlo ho ritagliato amicizie, tempo per me stessa, arrivando a passare molti giorni li in casa con loro (tutto di mia libera scelta, non accuso nessuno di avermi obbligata in qualche modo).
Molte volte in questi anni abbiamo litigato perché davvero non capivo come una famiglia intera potesse arrivare così sul lastrico (sono molto poveri e pieni di problemi) e non riuscire/voler fare nulla per risolverli. Mi spiego meglio. Di tre figli, una è minorenne e va a scuola, la figlia di mezzo (21 anni) ha già due bambine nate da poco perché in passato soffriva di tossicodipendenza e la madre, anziché portarla in un centro apposito, ha avuto l'ottima idea di mandarla in "vacanza" dal suo ex tunisino, appunto in Tunisia, dove è stata picchiata e chiusa in casa dallo stesso, tornando appunto incinta della prima bambina. Non contenti hanno deciso di portare il suo ormai marito (arrivata in Tunisia questo ragazzo ha fatto di tutto per sposarla, in modo tale che fosse "sicuro" che lei e la bambina stessero in Tunisia, senza riuscirci per fortuna) qui in Italia, con il quale in poco tempo hanno avviato pratiche con carabinieri, avvocati e infine ordinanza restrittiva.
Cito questo fra i milioni di esempi, per specificare la situazione in casa loro e per rendere più chiaro del perché mi lamento da mesi: io e lui non riusciamo a costuire nulla perché lui non riesce a pensare ad altro che ai problemi in casa, che purtroppo sembrano essere creati, per la gran parte, proprio dai membri di casa. Aggiungo solo che la camera dove dormiamo è una soffitta con pavimenti e muri in cemento armato, con delle piccole finestre chiusa con plexiglas e schiuma poliuretanica (se si scrive così), fredda e piena di spifferi. Il mio compagno mangia in media una volta al giorno, è indebitata fino al collo e si fa una doccia si e no una volta a settimana perché la famiglia arriva sempre prima e spesso finiscono a litigare solo perché lui ha bisogno di qualcosa e loro preferiscono usare i soldi per lo shopping esclusivamente per loro,
o per cose che non aiutano il nucleo familiare a vivere normalmente. Insomma, la situazione in casa è diventata davvero caotica e io sono consapevole che, tornando indietro, non avrei mai voluto vedere cose del genere.
Ci vediamo molto meno da poco tempo per mia scelta, perché appunto il continuo litigare per far notare che c'è qualcosa di "tossico" in tutta questa situazione, mi ha forse fatto risultare petulante.
Lui è molto più distaccato verso di me ma continua a farsi "prendere in giro" dalla famiglia, e al mio farmelo notare parte la sua sfuriata dicendo che io parlo troppo, che mi lamento troppo e che non vedo che loro sono poverini e che soffrono per le cose e che in pratica va bene così e zitti. Una famiglia in frantumi e va bene così?
Ad oggi ancora non riesco a stare zitta perché anche io vorrei una famiglia, o perlomeno costruire qualcosa con la persona con cui sto, e forse per la mia pesantezza ora stiamo affrontando una crisi molto forte.
Quando siamo insieme in quella casa, io sono sempre pigra, stanca fisicamente e mentalmente e sono sempre meno produttiva. Per via del disagio dovuto alla sua terapia poi, usciamo forse una volta ogni 3/4, anche 5 mesi, il che vuol dire stare sempre chiusi in casa a giocare ai videogame. Buttare le giornate, praticamente. Da poco poi, con molto sarcasmo dice a me che sono pigra, che non combino nulla, e che li dentro posso fare molto di più. Io? Dopo 5 anni io sono passata agli occhi suoi per irrispettosa, per quella che non aiuta mai anzi rema contro, per la bambina capricciosa e chi più ne ha più ne metta (già solo facendo notare il problema generale a lui che sta nel circolo vizioso, sono passata per maligna molte volte, quando volevo solo trovare una soluzione insieme). E il colmo è quando mi dice che alla fine è interamente colpa mia della situazione e del suo malessere, o quando parla di sé come quello che può spezzare il mondo in mille pezzi e poi ricomporlo, come se tutti noi fossimo sotto i suoi piedi perché non siamo intelligenti e saggi come lui. Perché? Quando basterebbe ritagliare anche del tempo per la nostra relazione? Spero di aver scritto tutto e soprattutto di non aver creato troppa confusione. Grazie in anticipo!