Come affrontare la fase acuta della ricaduta depressiva

Inviata da Shreyaskat90 · 19 apr 2022 Depressione

Salve! Sono una ragazza che di 32 anni che da circa un anno soffre di episodi depressivi totalmente invalidanti . Tutto è iniziato con l'aggravarsi della malattia di mio padre lo scorso febbraio in cui ho avuto i primi attacchi d'ansia e in seguito la situazione è degenerata dopo la scomparsa di mio padre , a fine marzo 2021. In quel periodo ho fatto una supplenza in Liguria ( sono della Basilicata ) e ancora riuscivo a svolgere , seppur con piu' fatica del solito , le attivita'quotidiane. La situazione è peggiorata da maggio , in cui non riuscivo a fare proprio nulla, mi sentivo sempre stanca malgrado dormissi sempre e la cosa che piu' mi preoccupava era il continuo senso di sbandamento , i pensieri ossessivi strani, la perdita di interesse in tutto e il rallentamento cognitivo e psicomotorio. Mi pesava anche uscire a fare una passeggiata.. tutto è durato fino a fine agosto...nel frattempo mi sono recata al centro di igiene mentale della mia citta' da uno specialista che ogni volta non era in grado di farmi una diagnosi precisa , per chi mi mandava da vari psichiatri , che mi hanno prescritto escitolapram .Loro mi hanno detto che si trattava di una nevrastenia e di una depressione reattiva al lutto , rassicurandomi del fatto che non avessi nessuna patologia organica al cervello. Ho assunto le gocce ( fino a un massimo di 10 gocce ) per circa 3 mesi, dopo aver consultato e fatto qualche seduta con uno psichiatra / psicoterapeuta di mia conoscenza il quale, vedendomi migliorata , mi ha detto che non avevo bisogno di ulteriori sedute.e mi aveva consigliato di togliere le gocce una al giorno nel giro di dieci giorni . Da settembre 2021 a meta' febbraio 2022 sono stata meglio di prima, senza nessun sintomo, per cui pensavo di aver risolto. Dopo essere risultata negativa al covid ecco la ricaduta , ai primi sintomi chiedo al solito psichiatra psicoterapeuta se posso riprendere le gocce e lui mi risponde di si, ma sì rifiuta di riprendere le sedute , sostenendo che gli psichiatri curano le malattie mentali , non dell'anima. Indignata e disperata mi sono rivolta a un'ennesima psicoterapeuta privata , ma mi ha consigliato a sua volta un altro psichiatra, fatto sta che io mi sento sempre peggio, mi sembra di non capire nulla e di non poter fare piu' nulla nella mia vita... Riesco solo a dormire, mi peea affrontare la giornata in quanto sento quel senso di testa vuota e senso di sbandimento per cui non riesco a stare in piedi . Invidio tutti in quanto riescono a condurre una vita normale , sentimentale e lavorativa, mentre io oramai mi sento un'invalida che non sa piu' cosa fare della sua vita ...mi sembra non ci sia soluzione, mi sento malata fisicamente e nulla mi rassicura. Non posso pensare che tutto dipenda solo dalla depressione, ho paura anche del cambio degli psicofarmaci e non mi fido di nessuno. Non ce la faccio a vivere come un vegetale ma non ho neanche di coraggio di farla finita. Non so come affrontare questa fase ...vorrei dei consigli...grazie

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Miglior risposta 27 APR 2022

Ciao,
dev'essere una situazione davvero spiacevole, come non ti sentissi più te stessa e non ci fosse speranza. Forse gli psichiatri a cui ti sei rivolta hanno un po'banalizzato la depressione. Questa in genere è un lutto non ancora elaborato, una perdita importante (di persone ma anche del proprio ruolo, del proprio stile di vita). E sebbene i farmaci siano necessari per curarla, da soli non sono risolutivi, perchè non lavorano sull'elaborazione del lutto e sui fattori di rischio che predispongono a RICADERE nel disturbo.
La risposta del tuo psichiatra immagino sia stata molto invalidante, perchè forse è proprio la tua anima che chiede cure, un dolore che vuole essere ascoltato. Quindi ok lavorare per tenere un buon tono dell'umore, cosa imprescindibile per curare la depressione (se l'umore è basso non si riesce neanche a ragionare bene e tutto è distorto in negativo). Allo stesso tempo hai diritto ad avere qualcuno con cui parlare. Se vorrai anche solo per parlare di come ti senti e di come sia cambiata la tua vita da quando tuo padre se n'è andato. Se sentirai il bisogno di spingerti oltre potrai elaborare più in profondità, per capire se ci sono alcune "faccende non risolte" che ti possono predisporre a star male.
Intanto c'è una cosa che puoi iniziare sin da subito: attivarti, tenerti occupata. Fare delle cose durante il giorno, anche se è molto difficile, anche se non hai voglia. Sarà impegnativo ma diventerà sempre più facile e naturale: si chiama attivazione comportamentale, ed aumenta il tono dell'umore. Puoi andare a camminare, dedicarti ad attività piacevoli, incontrare persone... Nella depressione molti pazienti credono che non possano darsi da fare, perchè sono svogliati... invece è il contrario: la passività AUMENTA la svogliatezza.
Spero di esserti stato d'aiuto.
C'è sempre speranza.
Un caro saluto

Dott. David Maddalon

Dott. David Maddalon Psicologo a Treviso

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21 APR 2022

Gentile utente,
non deve essere stato semplice gestire tutti i passaggi e invii dai vari specialisti a cui è stata rimandata rispetto ai sintomi che ha descritto.
Immaginiamo abbiano reso la sua condizione ulteriormente gravosa e pesante.
Siamo certi che riuscirà a trovare un equipe in grado di seguirla a 360 gradi, così come lo è stato all'inizio del suo percorso.
Non demorda.
Restiamo a disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Saluti,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara, Dott.ssa Sonia Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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20 APR 2022

Buongiorno,
sono molto dispiaciuta per il carico di dolore che descrive e che nonostante abbia cercato aiuto, non ha trovato la giusta accoglienza…mi permetto, che la risposta del suo psichiatra/psicoterapeuta che cura le malattie mentali e non dell’anima, è agghiacciante! Un basso tono dell’umore può essere molto invalidante in quanto può offuscare diversi aspetti della nostra vita, toglie linfa ai momenti della giornata, l’energia viene risucchiata in un vortice di pensieri intrusivi e maladattivi, ma le vorrei rimandare un piccolo monito: lei non è la depressione, non si identifichi con essa, lei è una donna che sta attraversando un periodo difficile e che sta cercando di superare. Può non fidarsi di chi non ha saputo accogliere il suo dolore, ma si fidi di se stessa e delle sue capacità di reazione, in quanto ci sono, …forse ha scritto qui per ricevere un barlume di luce, e questo mi fa pensare che questa luce c’è, e che forse ha solo bisogno di qualcuno che l’aiuti a vederla e focalizzarla. Spero di esserle stata utile. Un caro saluto.
Dott.ssa Myria Laghi

Dott.ssa Myria Laghi Psicologo a Porto d'Ascoli

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20 APR 2022

Carissima Sheryaskat, mi dispiace veramente di questa incresciosa situazione in cui si è venuta a trovare nel contatto con colleghi che sembrano essere stati disinteressati ad aiutarla.
Certamente un lutto ha una reazione di depressione comprensibile e necessita attenzione e cura con un odi elaborazione che aiuti a trovare una nuova dimensione interna rispetto alla perdita di una legame di attaccamento importante come un padre. Le ricerche ( ormai numerose) hanno dimostrato che la terapia elettiva per la depressione, per evitare recidive e ancor di più nei casi in cui si manifestano, è proprio la TERAPIA INTEGRATA di farmaci e psicoterapia. Richiede tempo perché non è qualcosa di cui ci si libera di un paio di mesi e anche osservazione nel tempo. Le consiglio di seguire uno psicoterapeuta che lavori anche con uno psichiatra di fiducia e insieme possano lavorare al suo totale recupero.
Davvero un caro saluto e rimango a disposizione
dott.ssa Silvia Chiavacci

Dott.ssa Silvia Chiavacci Psicologo a Firenze

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