Soffro di Doc da molto tempo

Inviata da Rebus · 20 mag 2024 Disturbo ossessivo compulsivo

Buongiorno dottori,

sono qui per chiedere un consiglio su quale sia il percorso di psicoterapia più adatto alle mie esigenze.
Soffro di DOC da circa 10 anni: principalmente si "attacca" alle mie relazioni sentimentali, distruggendole in poco tempo.
Quando non sono in una relazione, il doc si sposta su altre tematiche, di solito quelle che mi stanno più a cuore.
Oppure su piccole cose, come controllare che abbia chiuso la macchina più di una volta.
Ne consegue che sono spesso in ansia, preoccupata e tendo a pensare quasi sempre in maniera ossessiva (l'ultimo terapeuta, breve strategico, mi ha detto la mia mente ha una "struttura ossessiva").
Nel corso di questi 10 anni ho provato diversi percorsi con diversi terapeuti, prevalentemente di tipo cognitivo-comportamentale e breve strategico.
Ma non hanno funzionato, soprattutto perché non ho la costanza, la forza, abbastanza motivazione di svolgere i compiti assegnati al di fuori della seduta. Mi odio per questo, vorrei avere la forza di cambiare anche questa cosa...
Ho anche fatto una cura farmacologica nel corso di questi 10 anni, terminata 6 mesi circa, scalando il dosaggio fino a smettere di prendere i farmaci, perché apparentemente sembrava non ne avessi più bisogno,.
Mi piacerebbe che il mio terapeuta, oltre a darmi gli strumenti per curare il doc, parli e discuti con me, mi aiuti a capire di più me stessa, cosa voglio dalla vita, come affrontare le difficoltà, come essere più sicura e meno fragile, insomma a cambiare tutto ciò che mi porta a stare male psicologicamente. Non mi basta che mi dia solo degli esercizi da fare. Perché secondo me c'è qualcosa da risolvere anche a livello più profondo e non so se la TCC faccia anche un percorso del genere.
Da giorni, senza darmi pace, sto facendo mille ricerche su quale potrebbe essere una valido percorso per me, leggendo anche gli articoli sulle differenti psicoterapie esistenti.
Tuttavia, finisco sempre per essere più confusa dalle troppe informazioni (oltre al fatto che, non avendo mai studiato psicologia, non riesco a capire appieno il significato di quello che leggo). Mi sono rivolta a un centro di psicoterapia, il quale mi ha assegnato in cura a una psicanalista lacaniana, ma ovunque leggo che non è l'approccio migliore e che porta al peggioramento dei sintomi del doc. Praticamente chi ha il doc deve solo fare tcc, però ho già fallito in passato e ho molta paura.
Quindi la mia domanda è: in base a ciò che sto scrivendo, quale tipo di psicoterapia mi consigliereste? Se dovessi riprendere la TCC, come fare per tirare fuori più motivazione?
Mi sento molto sfiduciata, soprattutto da me stessa...dopo tante terapie fallite, mi sento "incurabile" e destinata a stare male per tutta la vita.
Sono anche delusa da me stessa, poiché sembra che io non sia in grado di "tirare fuori gli attributi" ed essere più forte del mio Doc.
Ho fatto dei passi in avanti nella mia vita, non sono rimasta ferma, ma il cuore del mio problema, cioè il Doc, non si è risolto.
A volte penso che sarebbe più facile farla finita, ma non ne ho il coraggio e darei dispiacere a chi mi vuole bene...ma a volte mi sembra l'unica via per smettere di stare male. Mi sento anche molto sola, come se fossi l'unica in tutto il mondo che dopo tanti anni di psicoterapie non è riuscita a risolvere nulla...

Mi scuso per la lunghezza e grazie a chi mi risponderà.

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Miglior risposta 21 MAG 2024

Buongiorno le suggerisco di intraprendere una terapia pluralistica integrata la quale "sintetizza creativamente il sapere derivante dai diversi orientamenti e a individuare i fattori comuni ricavati dalle differenti cornici metodologiche di vari sistemi terapeutici". Metterei il focus particolarmente sulle sue relazioni significative, considerato che, come ha brillantemente intuito, i sintomi del suo disturbo diventano più intensi quando si attiva il sistema di attaccamento, cioè nelle amicizie e nelle storie sentimentali.
Bellissima la metafora che usa quando dice che il suo doc si attacca proprio alle sue relazioni: evoca l'immagine di un parassita che fa appassire un fiore o una pianta.
Credo si debba arrivare al cuore di questo dolore e al dolore originario che la porta, inconsapevolmente, a "creare" sintomi quando si trova a perdere il controllo nelle relazioni.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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30 MAG 2024

Buongiorno, seguo diversi pazienti con questo disturbo con buoni risultati. Purtroppo il DOC è un disturbo invasivo e in alcuni casi invalidante delle normali attività quotidiane. Ci si sente intrappolati e senza scampo, ma è affrontabile e assolutamente possibile imparare a gestirlo, se non eliminarlo del tutto. In questi casi il solo approccio cognitivo comportamentale non è sufficiente poichè c'è bisogno di un lavoro più profondo sulla conflittualità interiore che sta alla base del DOC. Non si giudici, non si tormenti! e' importante lavoraresul modo in cui lei si rapporta a se stessa. Le assicuro che si può superare e/o limitarlo di molto. un caro saluto. MCS

Dott.ssa Cecilia Santarsiero Psicologo a Roma

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21 MAG 2024

Gentile utente, anzitutto non si senta sfiduciata e delusa da se stessa. L'impegno ce lo sta mettendo, se è qui a chiedere consiglio è perché non vuole arrendersi. Di approcci psicoterapeutici ce ne sono molti e a mio parere non c'è una gerarchia tra chi è più valido e chi meno. Purtroppo ognuno di noi è unico pertanto individui diversi rispondono diversamente ad uno stesso stile terapeutico. Forse quelli che ha provato non erano adatti a lei, a ciò non vuol dire che non fossero validi o che fosse colpa sua, semplicemente forse non erano quelli adatti a lei. Se ha bisogno di discutere maggiormente su se stessa per capire meglio chi è lei allora potrebbe provare un approccio di tipo psicodinamico che non prevede esercizi da fare ma si concentra molto sul conoscere meglio se stessi per capire come aiutarsi meglio.
In sintesi non abbia paura e non si senta scoraggiata, non è colpa sua se per ora le terapie non hanno funzionato. Purtroppo dovrà avere un po' di pazienza e cercare ancora, ma non si arrenda. Spero di esserle stato d'aiuto.

Distinti saluti, dott. Morgione Massimo

Massimo Morgione Psicologo a Torino

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21 MAG 2024

Gentile utente ,
Mi dispiace leggere queste sue parole! Indubbiamente come già la collega le ha scritto lei non è il suo disturbo!
Probabilmente in passato non sono andati a buon fine i percorsi perché come ha scritto la motivazione e la costanza non sono stati sufficienti, ma non deve perdere le speranze! Esistono svariati tipologie di orientamento in psicoterapia, e credo che forse non ha trovato ancora quello che è più adatto alla sua specifica persona!
Personalmente con il mio modello di riferimento, funzionale / psico-corporeo ho avuto la possibilità di supportare diverse persone di differenti fasce di età e hanno avuto risultati tangibili, anche solo in una prima fase imparando la respirazione diaframmatica e allentando il controllo.
È importante comunque oltre alla peculiarità delle sue ossessioni considerare sempre la storia di vita cercando di andare a ritroso per poter cercare le radici di ogni pensiero ossessivo.
Non deve scoraggiarsi e avere fiducia. Deve riuscire ad affidarsi al terapeuta che sceglierà per poter scavare a fondo e insieme riuscire a trovare la giusta strategia per aiutarla a superare il tutto.
Per qualsiasi informazione o chiarimento resto a sua disposizione, cordialmente dott.ssa Maria Luisa Di Costanzo.

Dott.ssa Maria Luisa Di Costanzo Psicologo a Fuorigrotta

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21 MAG 2024

Buonasera la motivazione è la cosa fondamentale , senza motivazione non si ottine nulla..
Le consiglio una psicoterapia cognitivo comportamentale , con EDMR per valutare i traumi che lei ha avito nella sua infanzia.
E per restituirgli lamancanza di autostima che presenta scrivendoci..
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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21 MAG 2024

Gentile utente, posso soltanto immaginare il disagio che prova. Una buona psicoterapia è rappresentata anche da homework che tendono a consolidare quanto si fa in terapia anche fuori, generalizzando gli apprendimenti. Nonostante le difficoltà le sono accanto. Sono a disposizione. Un abbraccio

Dott.ssa Maria Vittoria Ardosigli Psicologo a Palermo

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21 MAG 2024

Gentile Rebus,
mi dispiace per la Sua condizione di delusione contro se stessa, innanzitutto, per una sintomatologia come il Doc che è altamente invalidante nella vita quotidiana e nella libertà di "essere" nel mondo. Mi sembra, invece, che la sua forza di continuare a voler provare a risolvere o ridurre questo suo sintomo nella vita quotidiana, Le deve far riconoscere il senso della responsabilità personale, che vedo in Lei, nell'assumersi la cura di se stessa. Forse quindi si può riconoscere il diritto a stare meglio ed essere se stessa, non partendo dal non dispiacere gli altri, ma partendo dalla sua possibilità di trasformazione e volontà a farlo.
In merito alla terapia da intraprendere non è compito mio suggerire il miglior approccio terapeutico diverso da quelli che ha affrontato fino ad ora. La cosa che le posso dire da esperienza professionale ed umana è che forse è il momento, come dice del resto Lei, di lasciarle spazio di parlare e dialogare in una relazione terapeutica che veda nel sintomo la punta dell'iceberg e non la causa del suo malessere. Una relazione di fiducia e corresponsabilità terapeutica nella costruzione di senso e nel contatto reale con le sue parti dolenti. In realtà, penso dalla mia esperienza professionale che questi sintomi talmente radicati nel nostro essere nascondino un più profondo malessere esistenziale che va indagato con lentezza, profondità, attraversando dolori e paure antiche con delicatezza, e comprendendo le cause d'origine del Doc che molto probabilmente è una modalità che si è data nella sua vita per "sopravvivere" nella quotidianità ed ora e da tempo Le si rivolge contro.
Le auguro di trovare le parti più belle della sua interiorità e un'energia vitale nuova che il Doc le sta "strappando". Un caro saluto,

Dott. Carlo Maria Cananzi

Dott. Carlo Maria Cananzi Psicologo a Napoli

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21 MAG 2024

Buongiorno,
onestamente le dico di essere molto incuriosita dalla sua storia. Da come scrive sembra che lei voglia un rapporto terapeutico che vada oltre il tangibile. Credo che lei non sia solo la sua diagnosi ma una persona, in quanto tale, con le sue caratteristiche e peculiarità. L'approccio psicodinamico mi sembra l'unico che non ha menzionato, se chiede un consiglio io le proporrei questo. In terapia, a mio avviso è importante l' allenza terapeutica e la fiducia verso se stessi e questa nuova relazione attraverso la quale poi ci si può relazionare con l'altro e con se stessi in modo differente.
Sono disponibile per un incontro se lo desidera.
Ricevo in studio privato a Milano e Online.
Un caro saluto
Dott.ssa Cicchetti

Dott.ssa Cecilia Cicchetti Psicologo a Milano

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21 MAG 2024

Salve Rebus

Comprendo la portata dei suoi sintomi che in alcuni contesti le risultano difficilmente sostenibili. Trovo inoltre legittima la volontà di raccontarsi e di comprendere cosa le accade quando si accentua il doc.
Mi colpisce molto anche l’odio che proba verso se stessa, che in sede opportuna andrebbe approfondito.
Per quanto riguarda la scelta del terapeuta, non si scervelli su quale approccio vada meglio per lei. Come ha notato, sono cose per addetti ai lavori che rischiano di crearle più confusione che altro. Provi a vedere chi le ispira fiducia, a sentire se può affidarsi, nella consapevolezza che il terapeuta (di qualunque orientamento sia) non può fare magie. Serve anche la sua assunzione di responsabilità nel prendersi cura di se stessa e nel decidere di condurre un percorso.

In qualunque caso, resto a disposizione.
In bocca al lupo

Dott.ssa Maria Chiara Del Mastro Psicologo a Portici

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21 MAG 2024

Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con noi le sue difficoltà. Mi dispiace che abbia avuto un’esperienza negativa con la TCC, in quanto secondo la mia esperienza clinica offre gli strumenti per rispondere adeguatamente alle sue esigenze. Le sarebbe utile, secondo il mio parere, lavorare sul presente, ma tenendo uno sguardo sul passato e su come certi apprendimenti acquisiti durante l’età evolutiva influiscano sul qui e ora, in modo che questa diventi la base per il percorso terapeutico. Inoltre, penso possa essere opportuno condividere insieme al terapeuta quali sono le sue aspettative riguardo la terapia e concordare insieme gli obiettivi che intende perseguire.

Resto a disposizione,
Dott.ssa Ilaria De Mola.

Dott.ssa Ilaria De Mola Psicologo a Milano

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21 MAG 2024

Buongiorno la mia opinione su i suoi disturbi che mi sembrano molto limitanti e di intraprendere una psicoterapia psicoanalitica di tipo freudiano per conoscere le motivazioni dei suoi comportamenti che la fanno stare così male, inoltre sarebbe molto utile che lei affiancasse a questa psicoanalisi del profondo una terapia farmacologica con uno psichiatra un contatto con la sua psicoanalista per affrontare il problema con una doppia strategia concordata. Capisco la sua sofferenza e penso anche che questa psicoanalisi dovrebbe essere intensiva per poter creare un rapporto profondo con l'analista in maniera da risolvere i suoi problemi. Vivere così è difficile e faticoso quindi le auguro di cominciare al più presto un buon lavoro per risolvere al meglio i suoi problemi

Dott.ssa Angiolina Di Reto Psicologo a Roma

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21 MAG 2024

Buongiorno Rebus,
innanzitutto grazie per aver condiviso la Sua esperienza.
Da quello che scrive emerge di certo molta sofferenza, ma il fatto che sia qui a chiedere aiuto su come prendersi al meglio cura di sé, è anche segnale di una motivazione al percorso terapeutico, che è fondamentale per una sua buona riuscita.
Mi dispiace molto che i tentativi di terapia precedenti non siano stati del tutto efficaci: in molti casi l'assenza di un clima di fiducia con l* professionist* (a prescindere dal suo orientamento), diventa un ostacolo anche al trattamento. È quindi importante che Lei trovi qualcun* con cui riesca ad instaurare una buona relazione terapeutica, dove poter parlare anche delle sue perplessità e delle sue fatiche in merito al percorso stesso. Come clinic*, i feedback sono fondamentali anche per costruire un percorso di cura efficace e degli obiettivi terapeutici condivisi (che nel Suo caso, mi pare di capire, vadano oltre all'affrontare la sintomatologia del DOC).

Spero che riesca a trovare presto l* professionist* giust* per Lei.
Buona giornata,
Dott.ssa Sarah Bressanelli

Dott.ssa Sarah Bressanelli Psicologo a Goito

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21 MAG 2024

Buongiorno,
Non solo la TCC può trattare il Doc, soprattutto considerando il suo bisogno di un lavoro più profondo che vada anche oltre il Doc stesso e la aiuti a prendere maggiore consapevolezza di sé e delle proprie risorse, nell'ottica di una crescita personale e di una valorizzazione della sua persona, ad oggi sfiduciata anche alla sola idea di non riuscire a trovare una soluzione al problema.
Personalmente, potrei consigliarle una Psicoterapia rogersiana (Approccio centrato sulla persona) in cui sono formata (io stessa ho trattato con successo diverse persone con Doc) o una Psicoterapia cognitivo-costruttivista che condivide con la mia lo stesso approccio teorico.
Non demorda. Sono certa che può trovare uno Psicoterapeuta adeguato.
Se ha bisogno di altre informazioni sono a disposizione.
Un caro saluto

Dott.ssa Federica Caldi

Dott.ssa Federica Caldi Psicologo a Borgomanero

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21 MAG 2024

Buongiorno,
Quello che lei racconta è da prendersi molto sul serio e ha dignità di essere ascoltato con attenzione. Lei enuclea quelle che sono le priorità di una talking cure, così come la psicoterapia è stata definita inizialmente dai pionieri della psicoanalisi. La psicoterapia infatti non coincide con l’esercizio ma ha a che vedere con l’ascolto delle manifestazioni psichiche che il paziente vive e riporta in seduta. Tali manifestazioni sono in connessione continua con il nostro inconscio. L’affrontare le rappresentazioni inconsce ( tramite i sogni, le fantasie, gli atti mancati…etc.) rende possibile il conoscerle e l’integrarle alla coscienza. In tal modo le dimensioni sintomatiche sono simbolizzate e perdono il loro potere di concretizzarsi in sintomi.
Quindi credo che farebbe bene ad iniziare una psicoterapia che abbia nel proprio orizzonte teorico clinico la psicologia del profondo.
Buon nuovo inizio e buon lavoro.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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