Buongiorno. Premetto di essere già in "cura" da una psicologa con l'approccio Emdr. La cosa che mi ha aiutato a capire questa psicoterapia è che a volte la mente riesce a far rivivere situazioni, emozioni (paure, ansie, frustazioni, ecc.) traumatiche del passato nel presente. Giocando terribili scherzi. Tanto che a livello razionale (e senza una dovuta presa di coscienza) ci si sente ingabbiati. Credo che la via d'uscita ci sia. Ma il percorso è lento. Nel mio caso ho deciso anche di circondarmi di poche persone che siano - a mio giudizio - serie ed il piú possibile sincere. Fino a poco tempo fa non accettavo l'idea di aver subito dei traumi (violenza assistita in famiglia, abuso psicologico da parte dei miei genitori, bullismo a scuola). Una specie di effetto domino in cui un evento ha scatenato quello successivo. Non lo accettavo forse per "difendermi" ma anche perchè ad un certo punto ci si abitua a tutto. I miei studi universitari hanno invece sconcuassato la mia coscienza svegliandomi, forse, da un torpore. Faccio bene ad essere piú severa nella scelta delle "amicizie"? Ad essere meno buonista? A pensare prima di tutto al mio benessere e poi a quello altrui? L'egoismo mi aiuta a fare un percorso migliore a livello psicoterapico? Grazie infinite a chi vorrà scrivere qualcosa in risposta alla mia testimonianza.
Cordialmente Veronica
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25 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Daria,
hai fatto molto bene ad iniziare un percorso di psicoterapia avendo avuto in passato traumi psicologici in famiglia e a scuola e avendo preso coscienza del malessere conseguente.
Quanto alle domande che poni, credo che la selettività nelle amicizie e l'egoismo rappresentino per te un'altra forma di difesa da possibili attacchi o offese esterne, difesa di cui per adesso non riesci a fare a meno.
Man mano che con la psicoterapia acquisterai più struttura e più autostima, potrai gradualmente fare a meno di ricorrere a questa corazza difensiva che se da un lato protegge dall'altro penalizza le relazioni e i contatti umani.
Riguardo agli attacchi e alle aggressioni fisiche o psicologiche che si possono ricevere ritengo che, grazie ad una buona psicoterapia, si può imparare a difendersi (sempre) senza possibilmente offendere (mai), ciò che è la base dell'assertività.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
22 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Daria,
oltre ad essere d'accordo con l'intervento precedente del collega, ci tengo ad aggiungere una riflessione sull'egoismo.
E' un termine che ha molte accezioni, io interpreto l'egoismo in terapia come qualcosa di necessario, forse anche essenziale. L'egoismo va, in questo caso, inteso come cura di sè, come un "puntare i riflettori verso se stesso".
Chiedi se fai bene a pensare prima di tutto al tuo benessere, io ti rispondo di sì. Sono convinto che sia uno dei fondamenti della terapia pensare al proprio benessere, se poi ci rendiamo conto che per stare meglio abbiamo bisogno di creare attorno a noi relazioni più stabili, o che stiamo meglio se vediamo le persone care stare meglio, allora agiremo di conseguenza.
Un Saluto,
Dott. Federico Posa, Torino
21 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Daria, non credo che i termini della questione siano: è giusto o non giusto essere maggiormente egoisti nelle amicizie? Forse, piuttosto, la vedrei come: non so se sia giusto ma, al momento, ho bisogno di questo. Il suo contatto con l'Altro (famiglia e scuola) non è stato molto positivo (eufemismo), dunque, sembra anche funzionale che lei abbia cominciato ad attivare strategie di sopravvivenza (fisica ed emotiva). E' chiaro, tuttavia, che queste strategie siano funzionali nel breve-medio termine, non troppo nel lungo termine (siamo esseri sociali, altrimenti saremmo stiliti orientali). L'obiettivo, in terapia, dunque, potrà essere (insieme agli altri già individuati) quello di raggiungere il benessere emotivo ANCHE insieme all'Altro, acquisendo maggiore fiducia (interna ed esterna). Sicuramente il percorso che ha iniziato la potrà aiutare in questo a patto, tuttavia, di "usare" la collega ed il setting proprio come "allenamento" relazionale (comunque, non potrebbe essere altrimenti) da acquisire e portare, successivamente, fuori dal setting.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma