Problema in famiglia - solitudine

Inviata da sursumcorda · 14 feb 2022 Terapia familiare

Buonasera, vorrei raccontare brevemente la mia situazione familiare per poter avere dei consigli/risposte alle mie domande. Ho perso la mia mamma nel 2012 all’età di 11 e mio papà nel 2020, attualmente ho 20 anni e convivo con mia zia da circa 2 anni e mezzo. Purtroppo da ormai molto tempo mi sto sentendo sola, più sola di quanto non lo sia già. A casa mi ritrovo per la maggior parte delle volte a star per conto mio poiché mia zia avendo una figlia con dei bambini, è sempre fuori ad aiutarla; giustamente in quanto nonna penso che sia la normalità. Tutte le giornate si svolgono con questo ordine: la mattina va a fare colazione al bar, ritorna a casa e sta con il cellulare, io cucino per pranzare (davanti la tv-zero conversazioni se non per cose futili), si riposa, il pomeriggio va a casa della figlia e torna la sera per cenare (sempre davanti la televisione) e poi va a dormire. Nell’arco della giornata ci vediamo poche volte anche perché io lavoro e studio, ma la maggior parte di ciò che ci disfiamo molto spesso non ha né un inizio né una fine, come se si dovesse parlare per forza e non perché ci sia qualcosa di davvero utile da dire. Non dico che dobbiamo parlare di problemi o altro, ma a volte sento che non c’è attenzione in quel che dice e in quel che sente da me. Purtroppo nel nostro legame c’è anche un filo economico che ci collega; mia zia affittò la casa dove viviamo attualmente senza preoccuparsi (a quanto pare) dei costi mensili. Purtroppo molto spesso mi trovo a litigare con lei per questo aspetto, mi sento un peso, mi arrabbio per la scelta della casa, mi rattristo perché andiamo ogni volta a parare sulle stesse cose senza mai capire cosa si possa fare per avere qualche cambiamento. Gli anni passati è capitato che rimanevo a dormire dalle mie amiche per 2/3 giorni di fila e quando tornavo mi subivo sempre rimproveri. Quando litigavamo, da lei uscivano parole come “se non ti piace vivere qua puoi anche trasferirti da tua cugina” o “non sei una coinquilina ma vivi in una famiglia”. Quando capitava, alla fine del mio ragionamento capivo di star nel torto e a quel punto mi scusavo. Con il tempo però è sempre andato così, mi allontanavo da casa e mi fermavo alcuni giorni da mia cugina, dalle mie amiche o addirittura passavo nottate intere sveglia in un bar 24h a leggere. Il pensiero di dover tornare a casa mi rattristava, mi angosciava… forse dovrei parlare al presente…anno 2022 ho iniziato ad avere dei problemi all’università, volevo lasciarla e molto spesso mi sono ritrovata in difficoltà con questo problema. Non sapevo con chi parlarne nonostante avessi mia zia come “pilastro familiare”; ero capace di parlare con lei di alcuni problemi ma a dirla tutta passavano giorni prima che io decidessi se parlargliene o meno. In sostanza - sennò mi allungo più di quanto ho già fatto - mi sento sola, non mi sento voluta bene, mi sento una creditrice di affetto, non mi sento a casa nel mio letto, sono triste perché io amo mia zia come una madre ma sento che per lei non è lo stesso, sento che mi fa proprio male il cuore a pensarlo, mi fa star male sentirmi sola quando in verità abito con qualcuno. Insomma, ho passato mesi e mesi a riflettere su alcune questioni riguardo la morte, e penso che la forza maggiore che ci trattiene in questo mondo sia il pensiero di qualcuno nei nostri confronti, la sicurezza che qualcuno ci voglia bene e che si preoccupi di noi. Ho pensato di trasferirmi a casa di mia cugina, ma non so se è la cosa giusta anche se sento che è l’unico modo per poter cambiare qualcosa in questo perenne disagio. Vorrei potermi sentire in una famiglia, vorrei che qualcuno mi chiami quando faccio tardi o che mi chieda se va tutto bene, vorrei che qualcuno mi cucinasse il mio piatto preferito senza doverlo chiedere, vorrei che qualcuno dedicasse il suo tempo per me e così viceversa. Sento che dove vivo attualmente tutto ciò che vorrei non sia possibile, che non si possa nemmeno pretendere, o che possa avvenire in futuro. Io amo mia zia come se fosse mia madre ma io in tutti questi anni sento di aver cercato famiglia al di fuori dalla mia stessa casa a causa della sua assenza e freddezza. Mi sono chiesta se fosse un mio capriccio il volermene andare per poter fare di testa mia in quanto ventenne, mi sono chiesta se è davvero necessario; in tutte le riflessioni che ho fatto sento che la scelta di andarmene in un altra casa sia la migliore, per questione di sopravvivenza insomma. Però mi è difficile avere una conferma poiché sarebbe davvero un grande cambiamento, non so se è normale che io pretenda tutto questo grande affetto ma quel che mi chiedo è, perché io sono disposta e capace a farlo e dimostrarlo mentre lei no? Mi sento proprio il groppo in gola. Cari psicologi, spero che qualcuno di voi sia arrivato alla fine, spero sopratutto che voi mi abbiate capito un minimo di come mi sento. Fatemi sapere se quel che sto passando lo sto affrontando nel modo migliore o se esiste una “cura” per la mia costante solitudine. Fatemi sapere se è collegato alle mie perdite familiari anche se la risposta è ovvia… Però vorrei dire che non soffro di “sindrome dell’abbandono” ma più di questa incapacità di stare in questo mondo senza che qualcuno mi voglia bene.

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Miglior risposta 11 APR 2022

Cara ragazza,
ho letto la tua lettera tutta d'un fiato ed ho percepito fortissimo il tuo dolore, proprio sul cuore. Hai solo 20 anni ma hai già vissuto tutte le cose che chiunque si augurerebbe di vivere il più tardi possibile.
Sicuramente la perdita dei tuoi genitori ha un ruolo importante nel tuo stato d'animo ma è aggravata da questa situazione familiare in cui ti sei ritrovata involontariamente e che, chiaramente, condiziona tutto il resto.
La tua solitudine è assolutamente giustificata considerando che ti sei affidata all'unica figura di riferimento che ti è rimasta ma che non corrisponde affatto ai tuoi bisogni e che, anzi, ti fa pesare la tua presenza in casa.
In realtà, quello che chiedi è assolutamente lecito e non devi sentirti in colpa se desideri delle attenzioni che, per forza maggiore, non ci sono più.
Non avere dubbi sull'amore che tua zia prova per te; probabilmente ha solo un modo diverso dal tuo per dimostrarlo, piena di impegni e di cose da fare.
Purtroppo o per fortuna però, tua zia non è tua madre e tu sì, puoi esserle riconoscente per averti "ospitato" - relativamente - in casa sua ma adesso bisogna fare i conti con la realtà.
Hai scritto che hai provato più volte a trovare un dialogo con lei e che, puntualmente, le cose non cambiano; ebbene, tu puoi cambiarle se lì non ci stai più bene. Hai un lavoro, stai studiando, sei una ragazza forte e mi arriva un grande desiderio di progettualità. Perchè non cominciare a gettare le basi per il tuo futuro, anche al di fuori di quel contesto? Io credo che tu abbia le risorse per farlo e per coltivare relazioni sane ed affettive senza elemosinare nulla.

Resto a disposizione
dott.ssa Nicoletta Caruso

Nicoletta Caruso Psicologo a Mascalucia

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