Ciao a tutti, sono una ragazza di 26 che ha sofferto di periodi depressivi per anni. Tutt'ora ancora sotto supporto farmacologico, il mio umore è decisamente migliorato da un po' di tempo a questa parte, come la mia capacità di vivere la quotidianità. Penso di poter affermare di essere sempre stata una persona molto gentile, tollerante e paziente con tutti, tuttavia ultimamente queste mie "qualità" stanno venendo meno perché mi sto ritrovando a provare una certa rabbia laddove prima cercavo di comprendere e portare pazienza. Ho avuto tante esperienze relazionali negative, a partire da famiglia amicizia e relazioni sentimentali di altro genere. Ho sempre creduto che la cosa più giusta da fare davanti a persone/situazioni diaboliche fosse mantenere la pazienza e continuare per la propria strada, che al giudizio ci penserà Dio o l'universo, non certo io. Ora mi sembra di aver perso la capacità di prendere il buono e lasciar perdere il resto e mi dispiace perché questo sentimento avvolge ormai qualsiasi tipo di relazione. Non riesco proprio a dare fiducia alle persone perché ritengo che non se la meritino, e mi sento di aver subito e lasciato passare fin troppe ingiustizie. Ho voglia di rivalsa, di vendetta, e mi preoccupa perché non so se sono in grado di incanalare questa rabbia nel modo giusto e soprattutto nel modo più proficuo per me ! Inoltre, penso che gli altri meritino di stare male, è orribile come cosa da dire ma è ciò che penso.
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13 SET 2023
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Gentile Carla,
leggendo il suo chiaro messaggio, mi è venuto in mente il termine "le juste-milieu", il giusto mezzo, la metà equilibrata.
Si tratta probabilmente di questo: sia di accettare i due estremi, sia, però, di trovare un giusto mezzo fra di essi.
Cosa significa? Significa che nessuna dei suoi estremi è errato di per sé (tollerare vs non-tollerare) ma, appunto, sono estremi.
Occorre trovare un giusto mezzo che le consenta di mostrare comprensione ma anche distanza e rabbia per le cose che non le vanno, e, mi creda, questo giusto mezzo è anche ciò che serve di più alle persone per comprendere se le proprie azioni siano davvero "morbide" o intollerabili.
Non si senta, quindi, troppo buona per la sua estrema tolleranza e non si senta troppo cattiva per i suoi sentimenti di rivalsa.
Abbiamo tutti delle duplicità, dei chiaroscuri, delle polarità.
La stranezza si ha quando prevale una polarità, non quando, presente, essa trova il suo equilibrio con una forza uguale e contraria.
Spero di averle dato qualche interessante spunto di riflessione
Se sentisse la voglia di scambiare due parole con me, sa come trovarmi!
In bocca al lupo per tutto
dott. Alessandro Pedrazzi
13 SET 2023
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Cara ragazza, innanzitutto mi permetterei una considerazione: in un'ottica "psicodinamica" la depressione, o meglio alcune forme depressive, possono essere lette come aggressività rivolta verso se stessi, aggressività che può divenire appunto un agente internamente repressivo e deprimente (anche forse a causa di eccessive rigidità, magari ingiuste, subite in passato). Con buona probabilità, grazie anche alla terapia farmacologica, tale aggressività si è rivolta verso l'esterno in maniera decisa e piuttosto impetuosa. In se direi che la cosa da un punto di vista terapeutico è positiva (lei stessa riconosce dei miglioramenti), anche se almeno transitoriamente può rappresentare un problema dal punto di vista relazionale; a tal proposito avviserei le persone care, che lei sta attraversando un periodo psicologicamente impegnativo. Ciò detto, suggerirei un percorso psicologico (se non psicoterapico), per affrontare queste severe "voci" interne, che a mio avviso la opprimono tuttora, ad esempio accentuando il giudizio sia nei confronti dei propri pensieri (sono le azioni umane ad essere criticabili, non i pensieri), sia nei confronti dell' "altro", imparando gradualmente a governale, senza eccessive rigidità o colpevolizzazioni, cosa che le permetterà di conseguire una maggiore serenità individuale e relazionale. Anzi, alla luce delle competenze introspettive, che emergono dal suo scritto, mi sento non solo di ribadire il suggerimento di un percorso psicologico, ma di osservare che la sola terapia farmacologica può essere utile, forse necessaria, ma non sufficiente, viso il quadro clinico rappresentato, in base al quale risulterebbe indicato un approccio integrato (cioè si farmacoterapia, sia psicoterapia, tra l'altro come da letteratura scientifica in materia).
Cordialmente,
M.M.
12 SET 2023
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Salve Carla,
la rabbia e la depressione possono essere due facce della stessa medaglia. Quindi è importante elaborare questi vissuti che lei prova per poter avere una svolta. Tenere la rabbia repressa, compiacendo gli altri o negando le emozioni, può portare a non viversi la vita.
Dott. Pietro Salemme
12 SET 2023
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Buonasera cara
Ti sarebbero utile dei colloqui con uno psicoterapeuta per affrontare le varie
Problematiche.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
12 SET 2023
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Grazie per aver condiviso la sua esperienza. È comprensibile che, dopo aver affrontato molte sfide e avuto esperienze negative, possa provare sentimenti di rabbia e diffidenza. La rabbia è una risposta emotiva naturale a situazioni percepite come ingiuste o dolorose. Tuttavia, è importante ricordare che la rabbia non controllata o repressa può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica, oltre a influenzare le relazioni con gli altri.
Le consiglio di considerare la possibilità di parlare con un professionista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o uno psicologo, che può aiutarla a comprendere e gestire questi sentimenti. La terapia può offrire strumenti e strategie per affrontare la rabbia e trasformarla in qualcosa di costruttivo. Può anche aiutarla a elaborare le sue esperienze passate e a trovare modi per costruire relazioni più positive in futuro.
È importante ricordare che non è sola in questo percorso e che ci sono risorse e supporti disponibili per aiutarla. La rabbia può essere un segnale che c'è qualcosa che ha bisogno di attenzione e cura nella sua vita. Con il supporto giusto, può trovare modi per gestire questi sentimenti e costruire un futuro più sereno e soddisfacente.
12 SET 2023
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Ciao, è comprensibile che tu stia attraversando un periodo di cambiamento nelle tue emozioni e nella tua percezione delle relazioni a seguito di un percorso di miglioramento dell'umore e della salute mentale. È importante affrontare questa situazione in modo costruttivo. Ecco alcune considerazioni:
1. **Consulenza o terapia**: uno psicologo
può aiutarti per esplorare questi cambiamenti nelle tue emozioni e nelle tue relazioni. Possono aiutarti a comprendere meglio questi sentimenti e a sviluppare strategie per gestirli in modo sano.
2. **Comunicazione aperta**: Se ti senti pronta, potresti anche esprimere queste preoccupazioni con le persone nelle tue relazioni più importanti. La comunicazione aperta può aiutare a chiarire malintesi e risolvere problemi.
3. **Mantenere l'equilibrio**: È normale sentirsi arrabbiati o frustrati di fronte a ingiustizie o comportamenti dannosi. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra proteggere te stessa e mantenere una prospettiva equa.
4. **Gestione dell'ira**: Cerca modi sani per gestire la rabbia, come l'esercizio fisico, la meditazione, la scrittura o la conversazione con un amico di fiducia. Evita di reprimere la rabbia, ma cerca di canalizzarla in modi costruttivi.
5. **Pratica della compassione**: Anche se è comprensibile sentirsi arrabbiati verso chi ci ha fatto del male, praticare la compassione può essere benefico per te stessa. La compassione non significa necessariamente perdonare o giustificare il comportamento altrui, ma piuttosto permetterti di liberarti da sentimenti tossici.
6. **Perdono**: Il perdono è un processo personale e può richiedere tempo. Non è necessario perdonare le persone che ti hanno ferito, ma considera l'idea che il perdono potrebbe essere un modo per liberarti dalla rabbia e dal dolore.
Ricorda che i cambiamenti emotivi possono essere parte del percorso di guarigione e crescita personale. Continua a cercare supporto professionale e lavora su te stessa in modo da trovare equilibrio nelle tue emozioni e nelle relazioni.
12 SET 2023
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Gentile Carla,
Dal suo racconto emerge una difficoltà ad esprimere in modo adeguato le emozioni, in particolare la rabbia. Capita a volte di trovarsi difronte a situazioni che ci fanno soffrire o persone che non ci trattano come vorremmo. Imparare a rispondere a questi tipi di stimoli in modo assertivo può aiutarci a non reprimere la rabbia e lasciarla crescere aumentando quindi il senso di sfiducia negli altri e la sofferenza in noi o a non esplodere e dire o fare cose di cui ci si potrebbe pentire.
Piano piano con un giusto percorso si possono imparare nuovi modi di comunicare i propri bisogni senza fare del male all'altro e rispettando se stessi.
Un abbraccio
Dott.ssa Gessica D'Angeli, Consulenze Online
12 SET 2023
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Gentile Carla,
Dal tuo racconto mi sembra di aver capito che questa rabbia sia una conseguenza di anni e anni di ingiustizie subite da parte di altri, di situazioni che hai tollerato nonostante non ti stessero bene, dell'infinita pazienza che hai dovuto adoperare per sostenere le varie situazioni. Questa rabbia mi verrebbe da dire che è dunque fisiologica, una risposta a ciò che per anni hai subito e trattenuto. Ricorda che le emozioni esistono proprio per avvisarci di qualcosa, a volte di cui non siamo neanche consapevoli e se pensi alla rabbia nello specifico, a livello evolutivo, serve proprio per difenderci da ciò che può farci male. Per questa ragione non è sempre corretto reprimerla, ma anzi a volte va ascoltata perché permette di comprendere cosa c'è che non va nella nostra vita. Il fatto che tu l'abbia repressa per anni (forse non l'hai neanche mai avvertita) non significa che non ci fosse, ed ora sembra comparire così improvvisa e incontrollabile verso gli altri forse proprio per evitare che qualcun altro possa farti del male. Le mie sono ipotesi e andrebbero approfondite. Ad ogni modo ti invito a cercare un supporto in questo periodo per affrontare e comprendere a fondo le forti emozioni che provi e che ti preoccupano, così come per risolvere le situazioni del passato che ti hanno portato ad arrivare a questa situazione.
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
Un abbraccio,
Valeria
12 SET 2023
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Gentilissima Carla, grazie per aver condiviso con noi il suo vissuto. Le qualità tramite cui si descrive sono delle ottime qualità, ma possono diventare un ostacolo se accompagnate da uno stile relazionale tendenzialmete "passivo" e poco curante delle proprie emozioni e vissuti. Il punto di partenza per poter riuscire a riconquistare la sua serenità nelle relazioni con gli altri è utilizzare queste stesse qualità anche nei suoi stessi confronti, accettando con pazienza e gentilezza che anche lei ha il diritto di esprimere i propri sentimenti, soprattuto quelli che possono sembrare più scomodi. Guardarsi dentro ed abbracciare tutto ciò che siamo, comprese le parti più oscure di noi, è un lavoro molto difficile ma necessario per poter poi riuscire ad avere un atteggiamento altrettanto accogliente nei confronti dell'altro. Le consiglio di provare ad affrontare questo argomento nel suo un percorso di cura, altrimenti se è seguita solo per la parte farmacologica le consiglio di affiancarci un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta, tramite cui riuscire a trovare il connubio perfetto per lei tra l'espressione dei suoi pensieri e l'accettazione dell'altro.
Se necessario, rimango disponibile per ulteriore supporto.
12 SET 2023
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Buongiorno Carla,
Quello che lei sta provando è una rabbia che, come dice lei, può essere usata in modo distruttivo o in modo costruttivo.
Probabilmente l'aver vissuto per tanto tempo in una situazione di passività e introversione l'ha portata ad abituarsi ad una modalità relazionale caratterizzata da mancanza di assertività. Adesso sente probabilmente il desiderio di affermarsi anche in ambito relazionale: un percorso psicoterapeutico può esserle d'aiuto per incanalare l'energia, che in questo momento sente come rabbia, in maniera costruttiva.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
12 SET 2023
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Cara Carla,
grazie per essersi aperta in questo spazio dedicato.
Mi dispiace per ciò che sta sperimentando e credo sia assolutamente comprensibile.
Da ciò che riporta mi sembra di capire che esperienze negative abbiano influito sulla sua capacità di essere paziente e tollerante verso l’altro. Inoltre, racconta di aver vissuto dinamiche relazionali e familiari disfunzionali.
Vede, il nostro modo di “percepire” e le nostre aspettative verso gli altri sono fortemente influenzate dalle dinamiche familiari e sociali le quali creano delle “mappe” interiori su come funziona il mondo influenzando le aspettative personali.
Tale aspetto è assolutamente adattivo, ci permette di imparare come comportarci nel nostro ambiente.
Così, se si sono vissute esperienze negative in questo senso tenderemo ad aspettarci lo stesso in futuro.
Non sorprende che basse aspettative possano condurre a stati depressivi ma
credo che questo aspetto debba essere maggiormente approfondito in un’altra sede.
Posso consigliarle di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di supporto psicologico che possa accoglierla e sostenerla nella rielaborazione del suo vissuto.
Una buona relazione terapeutica credo possa aiutarla ad avere una percezione più funzionale e positiva dell’altro e di se stessa.
Resto a sua disposizione, anche online, qualora avesse bisogno di un colloquio conoscitivo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Tempesta
12 SET 2023
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Buongiorno avrei bisogno di ulteriori elementi per poter esprimere un opinione o fornire un consiglio
Ritengo che sarebbe utile e importante un percorso di psicoterapia sistemico familiare al fine di prendere in considerazione anche il contesto in cui si manifesta il suo disagio.
Buona giornata
Dott. Raffaello Di Monte