Esistono modi per uscire dalla propria impasse?
Salve, sono una ragazzo di (quasi) ventiquattro anni, il quale si ritrova in un periodo della propria vita privo di ogni speranza nei confronti del proprio futuro. Ciò a cui alludo è l'aspetto lavorativo, poiché lo stesso è diventato un qualcosa di decisamente incerto. Ora, so bene di non essere l'unica persona esistente al mondo sprovvista di un impiego, la situazione attuale non è certamente una delle più confortevoli, anzi, tuttavia vedermi in questo stato, impotente e senza alcun "piano" (o idea) mi sconforta non poco.
Attualmente vivo gran parte delle mie giornate sottomesso da questa impasse mentale che non riesco a "debellare" e ciò, come detto poc'anzi, riguarda il mio futuro lavorativo: non so né quale strada intraprendere né come muovermi per risolvere la seguente situazione. Ho provato a fare una sorta di introspezione personale, di osservare cosa possa incuriosirmi/piacermi(sempre in relazione al lavoro), se esiste fondamentalmente un "qualcosa" in cui il sottoscritto possa esser predisposto, una strada a me congeniale, ma nulla. Nulla. O, per meglio dire, in questo "viaggio personale" ho solo riscontrato quelle vecchie passioni, piaceri e interessi che solo il tempo mi ha fatto ben comprendere di non poter realizzare: nella fase adolescenziale mi "immaginavo" a compiere un'attività lavorativa legata alla scrittura(non so cosa nello specifico), ma poi ho capito di non avere né il talento né le risorse economiche adatte; gli studi intrapresi non erano adatti alle mie esigenze e, purtroppo, l'ho compreso troppo tardi; mi piace leggere un po' di tutto (fumetti, libri...) e non riesco a pensare ad essa a qualcosa che vada più di un semplice hobby; ho provato a riflettere su altre professioni cercando di essere più elastico mentalmente...ma niente.
Da un po' di tempo a questa parte aveva anche considerato l'idea di iscrivermi all'università, però, oltre a non aver ben chiara la facoltà, non dispongo di mezzi economici, quindi mi tocca scartare anche quest'idea.
Inizialmente, comunque, non sono stato a girarmi i pollici. Nonostante la confusione, il "non saper come superare questa situazione", mi sono dato alla ricerca di un impiego nella mia zona e quindi alla ricerca uno spiraglio di luce per ottenere la mia indipendenza economica e professionale, ma, ahimè, tale soluzione non è stata certamente il massimo della vita, anzi. Molti mi hanno promesso lavoro con la solita frase trita e ritrita: "Ti faremo sapere, non preoccuparti!". Il solito "slogan" che si commenta da solo.
Da un lato, però, una parte di me pensa che tutto ciò non sia stato necessariamente un male, forse perché l'idea, la concezione di un ipotetico futuro atto a svolgere una professione poco suggestionale non poteva trasmettermi di certo chissà quali stimoli col senno di poi. D'altro canto, il continuo prolungarsi di questo periodo mi travaglia sempre di più e, a poco poco, sto iniziando a vedere le cose in maniera negativa. Un pessimismo e un rifiuto nei riguardi di questa fantomatica via d'uscita che cerco, ma che sembra non avere una forma esistenziale.
In sostanza, sono senza lavoro, non so che strada intraprendere e gli anni passano. Non so se definirla "depressione", e lungi da me chiamare con un nome improprio termini seri come la suddetta senza conoscerli, posso solo dire che il mio umore sbalza di continuo da una lieve rabbia a tristezza sino a momenti di totale apatia e al contempo rammarico.
I miei parenti hanno cercato di darmi una mano, hanno chiesto lavoro ai loro corrispettivi conoscenti, però se sono qui a descrivere la mia situazione si può evincere quale sia stato l'andazzo.
Quello che vorrei capire è l'origine di questi dubbi e come superarli.