Come faccio ad uscire da questo circolo vizioso?
Salve a tutti,
Sto passando un periodo anomalo per la mia salute da troppo tempo penso.
Nell'ottobre nel 2017 conosco un ragazzo che chiese ad un mio amico stretto di potermi conoscere seriamente. Io ero uscita da 4 mesi da una relazione che non mi recava altro se non insicurezza e ostinazione nel doverla continuare per cambiare le cose. A quell'epoca ancora stavo pensando al mio ex e quindi non vidi nulla di sbagliato nel mettermi con un ragazzo che mi incuriosiva (cosa che non era successa con nessun'altro ragazzo in quei 4 mesi) , poiché sarei riuscita a dimenticare finalmente quella persona a cui non importava proprio un fico secco di me e a cui non piaceva il mio Essere.
Ma quando lo feci,non sapevo che anche lui era un ragazzo molto,molto debole e destabilizzato per la storia personale e famigliare drastica che aveva avuto. Era infatti molto insicuro ma aveva preso me, così bella, innamorata e convinta su di lui, come la sua prima sicurezza concreta.
I primi 8 mesi sono stati idilliaci: stavamo sempre insieme proprio per scelta di entrambi, eravamo innamorati e comprensivi a vicenda, non litigavamo mai.
Tutto cambia quando, poco prima dell'estate, lui comincia ad essere molto occupato a causa di impegni personali. Non si curava più di me se non con dimostrazioni superficiali...e dopo tante, tante litigate e crisi terribili anche per strada, vengo a scoprire delle sue problematiche private molto molto gravi che lui per vergogna pura non mi aveva mai espresso. Mi aveva così sconvolta. Io non ero stata con la persona e con la famiglia che credevo fino a quel momento. Erano problemi con i quali io non avevo mai avuto nulla a che fare.
Da lì quindi,comincia il mio sforzo di aiutarlo in tutti i modi, con il suo conseguente atteggiamento di passività profonda alla vita e a tutto quello che gli consigliavo e gli dicevo di fare per il suo bene o per quello della relazione, ma anche per il mio. Lui pensava a sé e io pensavo a lui. Ma tutto ciò era sempre giustificato nella mia testa poiché era ovviamente Lui quello con un'ombra nera intorno. Cominciava a sentirsi pesante anche dalla mia di responsabilità, cominciava a sentirsi un peso per me e la sua situazione cominciava a diventare un peso per me, anche se non volevo assolutamente ammetterlo.
Così ,dopo i continui richiami della mia famiglia e degli amici,lo lasciai dopo un anno e mezzo, ma non ero per niente convinta. Lui accettò la cosa poiché consapevole dei suoi grandi problemi. Ma io ritornai da lui, e fu così per ben 5 volte in circa due mesi. L'ultima volta fu quella più dolorosa per lui perché stavamo riuscendo davvero a stare meglio ma io lo lasciai lo stesso perché ormai ero malata di depressione e non lo sapevo.
Purtroppo però,continuai a ricercarlo per un po', io sapevo che lui voleva del tempo per sé ormai e non lo accettavo.
Per non assicurarmi una ricaduta sono addirittura andata a letto con un'altro. Ma da lì cominciò una serie di sensazioni e pensieri orribili difficilissimi da tollerare. Sensazioni di forte paura, senso di colpa, di inadeguatezza, di sconcerto e di disagio. I pensieri invece si basavano sul fatto che se lui fosse venuto a scoprire quello che avevo fatto (cosa che non sarebbe mai accaduta perché avevo stretto un accordo saldo con quel ragazzo che tralaltro era fidanzato e stava per avere un bambino) gli avrei fatto schifo e non sarebbe mai più tornato con me, mi avrebbe quindi proprio eliminato dalla sua lista di persone che sono state importanti per lui. Quando invece lui con me si aprì per la prima volta di tutte le calugne che aveva dentro. Le disse prima a me, poi dopo che prese coraggio, dopo qualche mese, anche a sua mamma (che, per come è, non può nemmeno reputarsi una mamma e un buon esempio), quindi a quel punto io mi sentivo molto molto importante per lui, ero praticamente la persona con cui per la prima volta era riuscito a parlare profondamente ed ero anche sicura di essere la prima trattata così bene da lui. Ma adesso, adesso che so quello che ho fatto, sto quasi impazzendo. Soprattutto perché a lui non frega nulla delle altre ragazze. Comunque, dopo aver fatto quella cosa, torno da lui per farmi rassicurare, per sentirmi meglio, protetta.. . rassicurare forse del fatto che lui mi voleva ancora bene e che non ero, come diceva il mio inconscio, una persona cattiva. Praticamente lo "assillavo" ogni due/ quattro giorni. Lui sempre paziente in un certo senso e sempre convinto del fatto che dovesse rimanere Solo. Ma la forte e dirompente paura che nutrivo nel fatto che lui potesse andare con un'altra non mi fermava proprio per niente (anche perché in lui quasi quasi la gelosia nei miei confronti era svanita, l'unica cosa che ancora mi faceva pensare che mi volesse era svanita). Alla fine cominciai a dirgli che potevo cambiare anche io ed essere una persona nuova per noi, per quello che saremmo potuti essere e anche se lui diceva di voler rimanere da solo perché aveva capito che le donne non fanno la sua felicità, alla fine cedette e ci rimettemmo insieme. Si vedeva che lo stava facendo solo per me, ma io, disillusa, facevo finta di niente e cominciavo a lavorare su me stessa per bene. Alla fine mi disse che non era come prima e che non poteva funzionare. E dopo aver avuto una crisi di pianto tremenda lo lasciai andare.. . ma non del tutto. Ci mettemmo d'accordo che saremmo tornati insieme, prima dell'estate, ma dato che io continuavo a scrivergli cose del tipo: "ciao amore mio, volevo solo dirti che mi manchi e di ricordarti di me" lui mi disse che glielo facevo pesare in questo modo e che erano solo parole a cui io per correttezza non devo attaccarmi. Adesso sono arrivata al punto che devo assolutamente dimenticarlo, ma lo sento ancora vicino. Sento ancora di essere sua e lo sento ancora mio. Non so cosa mi stia accadendo. Dovrei trovare qualcuno che lo sostituisca? O cosa potrei fare?
Grazie mille in anticipo..