Come faccio a reagire alla rabbia in modo pacato e senza piangere?

Inviata da Myriam30 · 30 gen 2024 Ansia

Salve,
In un forte momento di rabbia, pur inizialmente rispondendo in modo pacato e calmo, col crescere della rabbia non riesco a rispondere senza avere la tipica voce spezzata e se non mi prendo un momento di silenzio e di calma quando accade finisco nell’iniziare a piangere.
Ho questo “problema” da tutta la vita e crescendo, diventando adulta ed affrontando problemi seri che richiedono maturità questa cosa viene vista da immaturi e mi crea molto disagio, come faccio a cambiare questo approccio/reazione involontaria?

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Miglior risposta 15 FEB 2024

Gentile Myriam,
ritengo che non si dovrebbe temere il giudizio degli altri nei confronti delle proprie reazioni emotive, specie quella del pianto che invece viene vissuta da lei quasi con vergogna perchè forse erroneamente considerata come un segno di debolezza.
D'altra parte, di fronte alle frustrazioni la rabbia cosiddetta "di pancia" (diversamente dalla rabbia "di testa" che cerca soluzioni non impulsive ma ragionate) può esitare in aggressività verbale o fisica inopportuna.
Allora è utile e auspicabile riuscire a mettere in atto l'assertività che lei inizialmente cerca di adoperare ma che poi finisce col perdere.
Un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale potrebbe consentirle di utilizzare la comunicazione assertiva ed efficace ed è perciò consigliabile.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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19 FEB 2024

Buongiorno, sicuramente una reazione intensa coinvolge molto l'emotività e non è facilmente controllabile, sarebbe da capire come vive l'emozione, cosa prova in quel momento e cosa le stimola questa reazione, oltre che capire cosa non le permette di viversela come le viene naturale e gestirla al meglio anche in questo senso. Questo attraverso un analisi un po più approfondita rispetto all'emozione in se. Se vuole rimango disponibile per tale scopo.

Dott.ssa Erica Farolfi Psicologo a Forlì

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16 FEB 2024

Gentile Myriam,
ogni emozione ha modalità differenti di manifestarsi, quel che andrebbe indagato meglio è: quali sono le situazioni in cui maggiormente avviene questa modalità di manifestazione?
Molto spesso la rabbia può essere generata da altre emozioni che stanno al di sotto, come la tristezza, la frustrazione, la delusione, l'insoddisfazione e così via.
Andrebbero quindi indagati quali sono i pensieri che nascono nella tua mente quando senti questa rabbia e perché scelgono proprio quella modalità per manifestarsi.

Il confronto con un professionista potrebbe aiutarla a capire tutto il meccanismo che c'è dietro e ad essere più consapevole,
cosicché possa "imparare" a gestire l'emozione che le crea così tanto disagio.

Resto, ovviamente, a disposizione chiarimenti o dubbi,
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Brandini

Dott.ssa Silvia Brandini Psicologo a Roma

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14 FEB 2024

Gentilissima, credo che occorrerebbe vedere se le situazioni che le generano rabbia hanno delle ricorrenze tra loro, ovvero se nelle situazioni vissute può esserci un tema di fondo che evoca in lei una risposta così intensa. Ad esempio nel conflitto con l’altro potrebbe sentirsi svalutata oppure in colpa e tali sentimenti potrebbero innescare una sofferenza che va al di là del motivo dello scontro. Un altro aspetto che potrebbe essere in gioco è il giudizio dell’altro, dato che, mi sembra di aver compreso, prova una vergogna intensa a seguito di questi episodi. Queste considerazioni vogliono essere solo un possibile spunto di riflessione; per comprendere quello che sta vivendo le consiglio di iniziare una psicoterapia, solo dalla comprensione di quello che le accade sarà possibile un cambiamento significativo. Oltre ciò vi sono diverse tecniche che aiutano ad abbassare l’attivazione emotiva nella situazione in corso. Può essere utile portare attenzione alla respirazione o ai punti di contatto del corpo, ad esempio ai piedi a terra, alle cosce se si è seduti ecc… Tali tecniche, tramite l’aggancio al corpo, hanno lo scopo di riportare l’attenzione al contesto ed evitare la sensazione di perdere il controllo su di sé. Spero di esserle stata d’aiuto, cordialmente, Dott.ssa Laura Della Ratta

Dott.ssa Laura Della Ratta Psicologo a Tortona

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12 FEB 2024

Gentile Myriam,

grazie per la tua condivisione. Vorrei dirti che non è facile cambiare qualcosa, come una reazione emotiva, senza prima averle dato uno spazio di ascolto, per capire cosa ti vuole dire la tua rabbia e quel pianto. La rabbia generalmente divampa quando entrano in gioco dinamiche di ingiustizia, forza, quando ci sentiamo attaccati o sentiamo che i nostri diritti o aspettative sono violati, ma la proviamo anche quando i nostri bisogni emotivi sono frustrati. Questo lo si vede nei bambini, che spesso esprimono altre emozioni come la paura o la tristezza attraverso una rabbia molto "calda", protestano e piangono. Questo potrebbe verificarsi anche in età adulta ma non è sinonimo di immaturità poichè la rabbia accompagnata al pianto potrebbero volerti comunicare che negli scambi con gli altri c'è qualche bisogno che senti come frustrato e che quindi, oltre alla rabbia, in quei momenti possono esserci anche altre ferite dolorose da cui la rabbia ti aiuta a proteggerti come ad esempio la tristezza o il senso di delusione e di incomprensione. A questo poi si aggiunge anche un pezzetto di critica (e forse di autocritica) rispetto alla tua reazione che, immagino, ti faccia soffrire altrettanto senza aiutarti a comprenderti nè a darti una mano.
Mi rendo conto che non conoscendoti di persona, questi sono solo spunti molto parziali ma se noti che questa modalità di reazione ti crea difficoltà, potrebbe essere utile approfondire con un professionista cosa ti accade dentro quando sperimenti la rabbia e il pianto nelle tue relazioni con l'altro.
Se hai piacere, resto a disposizione anche per un confronto online.

Un caro saluto!
Dott.ssa Elena Maria Tamburrini - Psicologa Clinica

Dott.ssa Elena Maria Tamburrini Psicologo a Padova

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11 FEB 2024

Gentilissima Myriam, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che descrive; non sempre quando siamo presi dagli istinti e sentimenti più primitivi riusciamo a controllare le nostre reazioni. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare e comprendere a fondo le motivazioni sottostanti la sua fatica nel controllo e nella gestione della rabbia, nonchè delle strategie funzionali per lei.
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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7 FEB 2024

La rabbia ha il ruolo biologico di difendere il proprio territorio; per noi anche quello mentale. Se la nostra mente è organizzata in un programma o progetto la nostra rabbia va bene. Se invece risulta inpropria alla situazione è forse perché non abbiamo un vero progetto da difendere e non vogliamo prendere contatto con la tristezza che spesso c'è sotto. Certamente se il processo dura da tanto, un po' di analisi è utile, ma è bene valutare quanto sei "organizzata" rispetto alla tua vita.

Dott. Bonacina Giampiero Psicologo a Valmadrera

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7 FEB 2024

Gentile Myriam,
la gestione della rabbia altrui è una sfida per ognuno di noi, anche per quelli che riteniamo più “forti”. La rabbia altrui spesso attiva la risposta di attacco o fuga nel nostro organismo, preparandoci a fronteggiare una presunta minaccia. Per questa ragione, in questi momenti è difficile ragionare lucidamente e le emozioni tendono a prendere il sopravvento.

Senza conoscere te e la tua storia in dettaglio, è complesso offrire consigli specifici; tuttavia, per comprendere il tuo problema, è importante esplorare i pensieri che affiorano nella tua mente quando qualcuno si arrabbia di fronte a te. Questi pensieri possono essere così veloci e automatici da sfuggire alla nostra piena consapevolezza. Inoltre, è fondamentale distinguere le situazioni in cui reagisci con il pianto, capendo se ciò accade solo quando la rabbia è rivolta verso di te, scatenando pensieri negativi (ad esempio, "è tutta colpa mia" o "sono una persona sbagliata"), oppure se è una risposta automatica a qualsiasi persona arrabbiata.

Spesso, tali reazioni sono apprese durante l'infanzia, dove il pianto e la sottomissione potevano essere efficaci nel ridurre la rabbia dell'interlocutore. Tuttavia, questi comportamenti diventano automatici e, se da bambini potevano essere utili, da adulti possono diventare fonte di ulteriore sofferenza.

Il confronto con un professionista potrebbe essere utile per comprendere più approfonditamente la dinamica mentale dietro a queste reazioni e per illuminare gli aspetti del tuo passato che potrebbero aver contribuito a sviluppare questo modo di affrontare la rabbia altrui. Questo rappresenterebbe il punto di partenza per promuovere una migliore comprensione di te stessa e favorire un processo di accettazione, passo fondamentale per avviare un autentico cambiamento.

Spero che tu possa affrontare queste difficoltà con determinazione.
Cordialmente,
dott. Guglielmo Amato

dott. Guglielmo Amato Psicologo a Trento

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6 FEB 2024

Buongiorno Myriam,

solitamente questa reazione si determina quando ci si sente vittima dei comportamenti altrui, per cui la rabbia piuttosto che uscire come assertività per manifestare i propri pensieri e i propri bisogni, nasce come una "lamentela" e un'accusa rivolta all'altra persona.

Alla base c'è una percezione di sé di fragilità. Spesso ci si sente trattati in maniera ingiusta e irrispettosa dagli altri e questo non fa che confermare di solito un'idea di noi di inadeguatezza e di non andare bene, con tutte le reazioni emotive conseguenti. Come reazione alle emozioni negative che si provano con questa percezione di sé, che risulta molto pesante da sostenere, si finisce per attribuire all'altro la colpa, arrabbiandosi e sentendosi trattati ingiustamente.

E' un discorso complesso da scrivere e, più che parlarne, per cambiare ci sarebbe bisogno di un percorso che la aiuti a prendere consapevolezza del perché di queste reazioni e da dove si sono originate. Solitamente si portano dietro episodi ed esperienze passate, prevalentemente infantili che vengono inconsapevolmente rimesse in atto nel presente, quando si determinano delle situazioni che le richiamano.

Un caro saluto.

Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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6 FEB 2024

Gentile Myriam, la rabbia spesso si associa ad un'altra emozione altrettanto travolgente: la tristezza. Sembra che questa due emozioni siano presenti entrambe in quello che lei sente e percepisce come moto di rabbia. Un primo approccio è riuscire a dare parole alla sua rabbia, identificarla e comprenderla.
Gli aspetti di gestione hanno bisogno di cura e di sostegno, elementi di relazione che uno spazio di terapia può offrirle; a maggior ragione se questo 'problema' se lo porta da tutta la vita. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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6 FEB 2024

Gentile utente, grazie per questa condivisione. La situazione descritta meriterebbe di essere ascoltata, analizzata ed esposta in una sede adeguata e con i giusti tempi. Avrebbe così modo di fare ordine e comprendere al meglio i suoi vissuti e le sue reazioni. Un colloquio con uno psicoterapeuta potrebbe essere un primo passo, che avrà lo scopo di migliorare il suo benessere gestendo le fonti di frustrazione di cui ci ha parlato con mezzi più efficaci. Augurandole il meglio e restando a disposizione, la saluto cordialmente

Dott.ssa Francesca Coricelli Psicologo a Roma

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6 FEB 2024

Buongiorno Myriam,
Comprendo che certe emozioni, come la rabbia, siano molto difficili da gestire proprio perchè ci richiedono di gestire e modulare la loro espressione di fronte agli altri e sicuramente questo disagio può avere ripercussioni sull'autoefficacia soprattutto nelle relazioni. Attraverso un percorso psicologico si potrebbe indagare il 'peso' degli altri nel contribuire a questo disagio, o anche approfondire con quali persone e in quali contesti questa reazione involontaria appare più evidente o sofferente.
Spesso nei momenti di grande attivazione emotiva è utile prendersi spazio e restare in silenzio.. Come mai questa cosa le crea disagio? Si potrebbero esplorare, con un approccio strategico, le varie tentate soluzioni e le strategie che già mette in atto per risolvere il problema ma che non si sono rivelate efficaci.
Le auguro una buona giornata e resto a disposizione,
Dott. Lorenzo Atti

Dott. Lorenzo Atti Psicologo a Modena

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