Come superare il senso di fallimento e colpa
Ho 24 anni e non riesco a superare la fine della mia prima e unica relazione: una storia bellissima durata sette anni con un ragazzo di poco più grande di me, S. Siamo cresciuti insieme e per me lui ha sempre rappresentato il mio punto fermo, il mio complice in tutto e il mio sostegno. La nostra era una relazione molto serena: in tanti anni ci siamo scontrati poche volte, questo grazie soprattutto al suo carattere molto conciliante e paziente. La maggior parte delle litigate nascevano a causa della mia eccessiva gelosia e possessività. Penso di essere una persona un po' insicura e ho sempre trasferito i miei nervosismi e le mie paure su di lui, che invece non era per niente geloso e non riusciva a capire la mia irrequietezza. Nonostante questo stavamo bene e, anche se aveva dato qualche segno di volersi staccare per un po' dalla quotidianità e forse da una relazione che a volte gli andava stretta (mi aveva parlato di voler andare a fare uno stage di un anno in Irlanda) procedeva tutto serenamente. Entrambi davamo per scontato che ci saremmo sposati e, avendo trovato lavoro, stavamo iniziando a pensare ad una convivenza. Qualche mese fa però è cambiato tutto: io mi sono sentita molto attratta da un ragazzo, M., che era l'opposto del mio. Mentre S. era pacato e a volte dava l'impressione di darmi un po' per scontata, M. era molto coinvolgente, allegro e passionale. Senza pensare alle conseguenze, una sera ad una festa ho tradito il mio ragazzo con lui e da lì il nostro rapporto è precipitato rapidamente. Mi sentivo divisa: da una parte c'era la serenità della mia vita di coppia, dall'altra era nato un forte e irrazionale desiderio di dare seguito a quello che era successo con M. Pur essendomi tirata indietro per paura dopo solo due uscite, con il mio ragazzo non è più stata la stessa cosa. Io mi ero allontanata molto, arrivando a pensare di non essere più innamorata, e lui aveva dei forti sospetti e di conseguenza si era allontanato a sua volta. Abbiamo deciso di prenderci una pausa, speranzosi che le cose si sarebbero sistemate con un po' di lontananza, ma dopo una settimana lui ha scoperto il tradimento. Mi ha lasciata più di un mese fa e io non riesco in alcun modo a superare il senso di colpa e di fallimento per la fine di quella che poteva essere la storia della mia vita. Non riesco ancora a spiegarmi come ho potuto "buttare via" sette anni di relazione per un'infatuazione passeggera (da quando sono stata lasciata mi sembra di non provare assolutamente più nulla per M.) senza pensare minimanente alle conseguenze. Sicuramente inconsciamente non mi sentivo davvero pronta a impegnarmi in una convivenza con S., mi spaventava l'idea che la mia vita sembrasse già "decisa" senza mai aver avuto altre esperienze con nessun altro e probabilmente la passione degli inizi stava iniziando a spegnersi. Ora che non c'è però mi rendo davvero conto del valore enorme che aveva nella mia vita, mi sento totalmente spaesata e penso di amarlo moltissimo. Non riesco a capire se si tratti di una reazione fisiologica alla rottura dopo tanti anni o se sia più di questo. Penso che se fosse stato vero amore non sarei mai riuscita a tradirlo con così tanta leggerezza, d'altra parte forse avevo iniziato semplicemente a darlo un po' per scontato, complice la sua apparente mancanza di gelosia. Per lui la delusione è stata fortissima ma dice di non aver chiuso tutte le porte, mi ha chiesto di lasciargli un po' di tempo perché spera gli possa passare ma anche per cercare di capire cosa vuole davvero e come si sente senza di me. Purtroppo, per lui costituisce una forte aggravante il fatto che io fossi così gelosa e possessiva e alla fine sia stata io a sbagliare. Inoltre, temo che in fondo avvertisse già da un po' la voglia di "staccare" e sentirsi più indipendente. Durante tutto questo mese purtroppo non sono riuscita a staccarmi da lui, l'ho sempre cercato e spero mi dia l'opportunità di riprovarci a fine estate. Lui mi dice di "lasciarlo perdere per un po'", di reagire e di lasciare che sia lui a tornare da me quando gli sarà passata. Io però non riesco a riprendermi, sto andando avanti con la speranza che tra un po' voglia riprovare a uscire con me e non so come affronterei un rifiuto decisivo. Temo di cadere in depressione, sto avendo disturbi di ansia e non riesco a distrarmi in nessun modo. La cosa peggiore è che sento di aver rovinato tutto inutilmente con le mie mani. Cosa devo fare? È giusto farmi da parte o potrebbe allontanarsi definitivamente? È superabile una debolezza fatta per immaturità dopo sette anni? Come posso fare a liberarmi del forte senso di fallimento e colpa?