Autostima e consapevolezza dei propri mezzi
Buongiorno, mi sto rendendo conto di come molti aspetti della mia psicologia rischiano di essere esattamente quanto sta accadendo a nostra figlia.
Le accuse fatte a lei in merito alle sue insicurezze, desideri di voler attirare l’attenzione, tentativo di dissimulare la realtà (sostiene di avere un cane, immagina di avere un fratello gemello, etc..) sono esattamente comportamenti che anche io mi rendo conto di avere o aver avuto.
Desidero spesso di essere qualcun altro, penso sempre che gli altri abbiano o siano più di me, ritengo di essere inferiore agli altri. Cerco quindi di trovare nello studio (la Laurea ad esempio), nei corsi, nel titolo messo sui biglietti da visita o su linkedin, solo dei pretesti per poter dire di avere fatto qualcosa o di essere qualcuno o di ricoprire un ruolo, che mi consenta di stare al pari degli altri. Ma nonostante ciò questo limite non si supera. Tendo ad attirare l’attenzione su me stesso, procedo con una “martorizzazione” perché vorrei cercare negli altri la comprensione o compassione di una situazione di difficoltà…
Vorrei avere la famiglia numerosa (invidio le famiglie con 3-4-5 figli), ma il motivo vero qual è? Forse essere considerato come le altre famiglie numerose; vorrei avere il cane (forse per simulare la vita di qualcun altro). Insomma, cercando di essere o di vivere, la vita di qualcun altro non mi consente di vivere a pieno la mia vita, di essere orgoglioso di quello che ho fatto, soddisfatto di quello che ho, felice di essere così e basta (..che non è poco).
Vorrei evitare che tale stato di mancanza di autostima possa essere vissuto anche da nostra figlia.
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15 NOV 2017
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Gentile Andrea,
è inevitabile che i figli, fin da piccoli, siano condizionati dai modelli operativi e di pensiero dei genitori che sono per loro un riferimento fondamentale.
Se lei, come sembra, è consapevole dei suoi limiti e problemi (tra cui la scarsa autostima), farebbe molto bene, finchè è in tempo utile, ad interrompere questa "catena di S. Antonio" intraprendendo un adeguato percorso di psicoterapia che possa avere un effetto correttivo anche su sua figlia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
16 NOV 2017
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Il primo modello di relazione per tutte quelle successive è la relazione con le figure genitoriali. Le modalità che si adottano inevitabilmente influiscono sulla vita dei figli, sono un riferimento essenziale.
Il fatto che lei avverta un disagio, che lo sappia descrivere e che si renda conto che ciò può influire sulla vita di sua figlia è già un passo avanti. Le suggerisco di intraprendere un percorso terapeutico per il suo bene e quello dei suoi cari. Se ha bisogno di chiarimenti mi può contattare in privato. Auguri
15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonviorno Andrea,
lo stile relazionale coi i figli rispecchia molte caratteristiche del proprio carattere tramandando così modelli e idee di funzionamento, spesso inconsciamente. Lei mostra di avere molte risorse e capacità di autovalutazione rispetto alla proprtia qualità di vita, potrebbe considerare un percorso psicologico per identificare e nel caso risolvere l'origine di questi pensieri e aspettative. Questo comportamento, meglio di altri volti a camuffare o a nascondere agli altri le proprie criticità può aiutare sua figlia a capire, a sua volta, cosa voglia realmente avere e che tipologia di persona voglia diventare.
Resto a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Ambra Caselli (Brescia)
15 NOV 2017
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Gentile Andrea,
effettivamente ai figli si passa ciò che si ed una delle cose più utili e belle da trasmettere è la serenità di essere ciò che si è.
Le consiglierei di iniziare un percorso personale con un terapeuta, al fine di trovare la serenità di essere quel che è. Sfortunatamente non esistono trucchi per trasmetterla se non la possiede.
Se lo desidera, può contattarmi in privato.
Buona giornata