Ansia, non so più come uscirne

Inviata da Elisa Lauricella · 13 mag 2024 Ansia

Gentili dottori di guida psicologi, scrivo in quanto la mia situazione è diventata insostenibile.
Ho iniziato a soffrire d'ansia soprattutto con il primo lockdown.
Attribuisco a questo periodo il momento in cui tutto è iniziato, ma pensavo sarebbe passato.
Probabilmente sono sempre stata ansiosa, ma prima questo non costituiva una minaccia per me e non mi rendeva la vita impossibile, mentre adesso si.
Con il primo lockdown il mio unico problema era il covid, ne ero ossessionata.
Con il tempo ho avuto problemi di pressione causati da un ormone, il che mi portava ad avere vampate e stare male fisicamente.
Da questi episodi in poi, ho avuto sempre paura di possibili infarti e a più riprese sono stata in ospedale, dove ho fatto elettrocardiogramma.
In seguito una visita cardiologica ha evidenziato un buchino al cuore per il quale ho fatto accertamenti che sono risultati per fortuna negativi.
Però mi è rimasto un dubbio :sul referto si parlava di versamenti tra le varie valvole, anche se il dottore non mi ha presentato una situazione problematica.
Fatto sta che io anche prima di questo, avevo sempre tachicardia cioè non sempre, a periodi.
Magari una volta al mese o ogni 2 settimane.
Ora dopo tanto tempo tranquilla, una brutta notizia di lutto, anche se si tratta di persona estranea, ha acceso e amplificato i miei problemi.
Giorni fa sono stata in ospedale, dove mi hanno fatto anche le analisi del sangue e tutto era nella norma.
Ma nonostante ciò oggi, dopo circa 4 giorni mi sono sentita di nuovo male (tachicardia, dolore alla schiena bruciore e pressione al petto e per un momento sensazione di acido che voleva salire in bocca ma non sale.
Ora... Secondo il gastroenterologo io soffro di reflusso.
Però io sinceramente ho sempre paura e non capisco se è l ansia.
Il neurologo e il medico di casa sostengono che dovrei prendere un ansiolitico e un antidepressivo, anche se non erano questi i sintomi che lamento con loro, ma altri anche se sempre relativo alla salute : se ho una gamba gonfia penso subito ad una trombosi, se ho mal di testa e di collo penso a cose gravi ecc.. E quindi adesso ogni minimo problema non è nemmeno preso in considerazione perché ormai mi considerano ansiosa, matta.
E ok, lo sono, ma io ho paura a prendere psico farmaci perché confrontandomi con chi ne fa uso sento pareri contrastanti :alcuni mi dicono di usarli, altri dicono che li utilizzano anche da 20 anni e che ne sono dipendenti.
Non so davvero cosa fare, davvero non ho altra scelta se non i psicofarmaci?

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Miglior risposta 14 MAG 2024

Cara Elisa,
quella che descrive è ansia da malattia (ipocondria). Si sottopone a controlli medici per sintomi che teme essere la spia di gravi malattie, per trarre una rassicurazione che dura poco e che la riporta a chiedere nuovi consulti.
Per rompere questa spirale fatta di pensieri e comportamenti che le stanno impedendo di vivere serenamente, occorre un percorso psicologico in primis dove va a lavorare proprio su pensieri e comportamenti che mantengono in vita il suo problema. Poi a seconda dei casi può essere utile un trattamento farmacologico prescritto però non dal medico di famiglia ma da uno psichiatra.
La aspetto volentieri per una prima consulenza gratuita per approfondire la sua richiesta e valutare un percorso insieme.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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21 MAG 2024

Gentile signora,
le sue parole mi riportano al pensiero del corpo. Il corpo è ciò che siamo: agisce, sente, elabora, pensa, ha una storia.
Solo attraverso il corpo e il suo benessere siamo vivi, siamo coscienti e siamo in relazione con gli altri.
Il suo corpo, a partire da un periodo particolare (il primo lockdown) che possiamo a ragione definire “trauma collettivo” ha iniziato manifestare disagio e vissuti dolorosi, che nonostante le accurate indagini mediche non si riescono a ricondurre a qualcosa di organico.
Se chiediamo al corpo cosa non va, non troviamo risposte, solo la presenza di qualcosa di insopportabile, ma presente e allo stesso tempo indicibile e non conoscibile.
La cura della parola, cioè il percorso psicoanalitico di ascolto e dialogo con un professionista può far ritrovare agli affetti una forma diversa da quella attuale del dolore e della inibizione e riportare il soggetto/corpo ad uno stato di benessere consapevole.

Rimango a disposizione,

Dr. G. Gramaglia

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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19 MAG 2024

Gentile signora,
lei stessa racconta che ha iniziato a soffrire di ansia dal lockdown, la sua ansia si manifesta con paure e apprensioni per la sua salute con episodi di tachicardia. Se pur vero quanto le ha riferito il gastroenterologo, cioè che il suo bruciore alla gola e il senso di oppressione al petto sono relativi alla gastrite, è pur vero che in uno stato ansioso continuo la gastrite si acutizza. Riporta anche il timore nell'iniziare una cura farmacologica, carissima ha pensato di iniziare un percorso di psicoterapia? Occorre considerare che le cure farmacologiche non sono risolutive del problema ma leniscono i sintomi dell'ansia, solo attraverso un intervento psicologico è possibile individuare la vera causa scatenante e intraprendere la strada per il benessere. Ricerchi nella sua città uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato nella cura dell'ansia, provi delle terapie di rilassamento.
In bocca al lupo, le auguro di ritrovare presto la serenità.
Dott.ssa Maria Graziano

Maria Graziano Psicologo a Palermo

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16 MAG 2024

Gentilissima, si ricordi che il corpo utilizza un suo linguaggio per comunicare, attraverso la riflessione somatica. Quindi riflette nel corpo come viviamo dentro di noi. Ecco perché sarebbe importante imparare che cosa le sta comunicando attraverso una consulenza psicologica, così da fare chiarezza dentro di se comprendendo un suo passato, che le permetta di vivere serenamente il suo presente, costruendo un nuovo futuro.

Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto

Dott. Maurizio Di Benedetto Psicologo a Monza

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15 MAG 2024

La scelta possibile è quella di iniziare una terapia psicologica in modo da poter diminuire, controllando l'ansia e poi se necessario prendere dei farmaci, seguita da un terapeuta presente e compassionevole.
Alberto

Alberto Taddei Psicologo a Firenze

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14 MAG 2024

Salve Elisa

se si escludono problematiche di tipo organico, si potrebbe pensare che i suoi sintomi siano l'esito di pensieri o emozioni che non trovando altre modalità di espressione, si manifestano attraverso il corpo.
Comprendo bene quanto questa condizione sia pesante e difficilmente gestibile per lei. Come ha descritto perfettamente, ogni sintomo fa aumentare l'ansia e il relativo tentativo di controllarla attraverso esami e visite mediche.
Eppure, cosa vogliono comunicarci tutti questi sintomi? Che storia vuole raccontare il suo cuore che batte veloce, il petto oppresso o la gamba gonfia?
Attraverso un percorso di psicoterapia è possibile dare voce ai suoi sintomi, individuando aspetti di cui non è consapevole e che, visti con lenti diverse, possono risultare meno paurosi e fagocitanti di quanto ci apparivano all'inizio.
Quanto agli psicofarmaci: no, non costituiscono la sua unica scelta ma qualora lo ritenesse opportuno, possono costituire una possibilità per attraversare un momento delicato. E' importante tuttavia, confrontarsi con uno psichiatra che potrà tranquillizzarla in merito alla questione della "dipendenza" e spiegarle tutte le implicazioni che questi farmaci comportano.

Ad ogni modo, se ha bisogno di parlare conti pure sulla mia disponibilità.
In bocca al lupo

Dott.ssa Maria Chiara Del Mastro Psicologo a Portici

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14 MAG 2024

I psicofarmaci addormentano metaforicamente il drago ma non lo domano e non cresce. Per crescere è necessario un percorso di integrazione simbolicamente con un'immagine opposta meglio con la sua immedesimazione auto ipnotica.
Dr. Leonardo Mometti

Dott. Leonardo Mometti Psicologo a Mestre

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14 MAG 2024

Buongiorno, capisco la situazione ed anche i consigli che le sono stati dati che hanno senso in quanto se chiedo ad un medico od uno psichiatra di aiutarmi otterrò un aiuto attraverso una prescrizione di un farmaco che vada ad aggiustare quel problema chimico che mi causa ad esempio stati ansiosi (farmaco per l'ansia) o antidepressivo (per sintomi depressivi). Se gli stessi sintomi li espongo ad uno psicologo o psicoterapeuta mi proporrà un percorso per fare in modo che questi sintomi vengano gestiti con le tecniche come il colloquio, la mindfulness, la respirazione e quanto altro (dipende dalla specializzazione). Se il farmaco seve indubbiamente anche lo psicologo le proporrà una visita psichiatrica....del resto se ha la febbre altra o la bronchite o mal di denti comunque assumerebbe un farmaco....lo prenderà per il tempo necessario a star bene e poi adagio adagio lo scalerà e lo abbandonerà. La durata del trattamento dipende dalla gravità dei sintomi e dalla diagnosi. Se ben usati i farmaci non creano dipendenza, spesso vengono cambiati proprio per evitarla o, come spesso mi capita di vedere, perchè le persone si convincono di nn farcela senza e quindi proseguono, spesso (troppo spesso) senza poi fare i controlli ed è lì che si crea la dipendenza. Personalmente collaboro a stretto contatto con uno psichiatra che prescrive solo se davvero c'è necessità e che sospende il farmaco quando ha svolto il suo compito pertanto se volesse capire se davvero ne ha necessità può contattare il nostro centro scrivendomi direttamente una mail, in modo che possa capire la sua situazione e scegliere poi il percorso che meglio le si adatta.
Per ora la saluto.
Marina

Dott.ssa Marina Brusadelli Psicologo a Cisano Bergamasco

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14 MAG 2024

Gentile Elisa,
Da come si evince lei manifesta un' ansia molto forte, a tende a generalizzare questo problema in più ambiti della sua vita.
Come le hanno consigliato i dottori, magari un farmaco può servire per farla sentire meglio, ma solo momentaneamente perché il problema va affrontato alla base, magari con una terapia psicologica, proprio per capire da dove scaturisce questa ansia, solo cosi si può affrontare effettivamente il problema .

cordiali saluti

Dott.ssa Martina Romano

Dott.ssa Martina Romano Psicologo a San Vito Chietino

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14 MAG 2024

Buonasera Elisa,
Sembra, a più riprese, che le sue analisi cliniche biologiche siano a posto. Dunque questa immotivata paura potrebbe essere ascrivibile ad attacchi di panico su un generale sfondo psicosomatico ipocondriaco. Cioè lei sembra parlare di fatti di natura psichica ovvero generati a livello psichico ovvero psicogeni. I farmaci possono essere un ausilio ma non una panacea in tali casi. Devono comunque essere affiancati da una psicoterapia o talking cure, in cui lei possa parlare di ciò che ha vissuto durante la segregazione da Covid. Sicuramente questa esperienza ha slatentizzato altre paure di cui è necessario narrare, attraverso sogni, fantasie ed altri derivati inconsci che potrebbe essere importante per lei elaborare. Coraggio! Una buona psicoterapia è la chance che si può dare generosamente, per capire cosa le sta accadendo, fugando così anche la paura di essere tacciata di follia, poiché questo risulta essere uno stereotipo sociale di cui liberarsi tramite analisi psichica con una figura terapeutica accanto.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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14 MAG 2024

Buongiorno Elisa,

è evidente che alla base delle sue problematiche ci sia un problema di ansia, che secondo me si rafforza ogni volta che va dal medico e rileva qualche problematica fisica: si innesca così un circolo vizioso, per cui le sue paure si concretizzano in problematiche fisiche e aumentano la sua preoccupazione, la sua paura e l'ansia. Tenga conto, inoltre, che i nostri stati d'animo e le emozioni che proviamo, influiscono anche a livello fisico, determinando modificazioni soprattutto a livello ormonale, che, a lungo andare, possono dare origine anche a problematiche fisiche.

Detto questo, sicuramente l'ansia che prova e questa estrema preoccupazione per la salute hanno un significato ulteriore che va trovato nella sua storia di vita. Rappresentano un sintomo che, oltre agli aspetti negativi che comporta, ha anche il positivo di segnalare che qualcosa non va e che probabilmente è giunto il momento di prendersi cura di se stessa e di dare parole alle paure e alle angosce sottostanti.

A mio parere gli psicofarmaci possono essere utili per calmare i sintomi, ma finché non inizierà un percorso terapeutico per andare a lavorare sul significato di questa sintomatologia e sulle emozioni profonde sottese, i problemi persisteranno. Purtroppo ancora oggi, in molti casi, si tende a prescrivere solo psicofarmaci, senza considerare che così, in realtà, le problematiche reali alla base dei sintomi rimangono "sotto la sabbia", sempre pronte a ricomparire in ogni momento critico della vita.

Un caro saluto.

Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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14 MAG 2024

Salve Elisa, certo che ci sono alternative agli psicofarmaci. Quest'ultimi sono solo una delle strade possibili da intraprendere per gestire l'ansia. Il mio suggerimento è prenotare una prima visita da un bravo psicoterapeuta che potrà illustrarti le varie opzioni possibili per imparare a comprendere ed a gestire la tua ansia. Molti terapeuti (me compresa) offrono una prima seduta breve gratuita per inquadrare la situazione e per fornirti utili informazioni sui vari percorsi possibili da pianificare a seconda delle tue preferenze. Contattaci e ti forniremo tutte le informazioni necessarie.
Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza!

Dott.ssa Deangelis Roberta Psicologo a Terni

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14 MAG 2024

Buongiorno
Se ha problemi con il riflusso. Chieda al suo gastroenterologo quello che puo mangiare, e quello che deve evitare.
Per quanto riguarda l'ansia le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta.
Per capire il motivo ed la gestione di tale sintomi.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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14 MAG 2024

Buongiorno Elisa,
certamente la sua richiesta richiede attenzione e ascolto.
Questo stato di agitazione che sente, da come racconta dura da un pò di tempo e' una sorta di campanellino d'allarme che potrebbe indicare una rottura di un equilibrio preesistenete che non e' piu' adattivo per lei.
Si presenta a lei l'opportunità di procedere in un ascolto profondo per andare verso la trasformazione .
Prima di valutare di assumere un percorso farmacologico che spesso allevia e affievolisce ciò che sente , spesso soffoca anche il sintomo , credo che dalla sua richiesta di aiuto lei possa essere in grado di poterci lavorare se se la sente.
Le suggerirei vivamente di intraprendre un percorso psicoterapeutico di sostegno dove potersi ascoltare in uno spazio accogliente e protetto lascandosi accompagnare dal terapeuta in un lavoro integrale psicofisico , la Mindfullnes terapeutica è una tecnica molto efficace negli stati d'ansia , che spesso aiuta anche a osservare cosa c e' dietro il sintomo, personalmente la utilizzo molto in sessione terapeutica nell approcio bioenergetico e psicofisico .
Restando disponibile anche online , per ulteriori approfondimenti non esiti a contattarmi.
Un caro saluto.
Dr.ssa Alessandra Petrachi







Dott.ssa Alessandra Petrachi Psicologo a Rimini

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14 MAG 2024

Buongiorno signora Elisa
Le difficoltà psicofisiche che sta sperimentando sono il risultato che qualcosa dentro di lei sta accadendo . E’ evidente che dalle sue parole si denota un malessere generale che investe la sua persona. Le suggerisco di iniziare un percorso psicologico per affrontare al meglio questo momento di difficoltà . Cordialmente
Dott.ssa Todaro Federica

Maria Federica Todaro Psicologo a Giaveno

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14 MAG 2024

Cara Elisa,
È comprensibile che l'inizio della sua ansia coincida con il primo lockdown, perché è stato un periodo di grande incertezza e paura per molte persone. È possibile che questa situazione abbia agito da catalizzatore per la sua ansia, portando alla luce paure e preoccupazioni latenti, già presenti ma non ancora del tutto manifeste.

Le sue visite in ospedale e gli accertamenti medici che ha affrontato dimostrano la sua preoccupazione per la sua salute fisica, ma è importante anche considerare l'aspetto psicologico. L'ansia può manifestarsi attraverso sintomi fisici come la tachicardia, il dolore al petto e il bruciore alla schiena, che possono essere interpretati come segni di problemi cardiaci o di altro tipo.

Il suo timore di assumere psicofarmaci è comprensibile e rispecchia le preoccupazioni di molte persone riguardo alla dipendenza e agli effetti collaterali. Tuttavia, è importante sottolineare che tali farmaci, se prescritti e monitorati da un professionista qualificato, possono essere un valido supporto nel trattamento dell'ansia e dei disturbi correlati.

Prima di prendere una decisione, potrebbe essere utile esplorare altre opzioni terapeutiche, come la psicoterapia, che le offre uno spazio sicuro per esplorare le sue paure, i suoi pensieri e le sue emozioni e acquisire strumenti per gestire l'ansia in modo più efficace.

La terapia psicologica, in unione alla terapia farmacologica, rappresentano due strumenti che possono aiutare notevolmente nella gestione dell'ansia.

Se dovesse decidere di provare i farmaci indicati da un professionista, è fondamentale essere trasparenti con il medico riguardo ai suoi dubbi e alle sue preoccupazioni, in modo che possa essere fornito un adeguato supporto e monitoraggio prima e durante il trattamento.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Diana Sala

Dott.ssa Diana Sala Psicologo a Milano

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14 MAG 2024

Cara Elisa,
Probabilmente il fattore COVID ha amplificato in te la paura delle malattie, per cui ogni minimo sintomo è diventato per te un campanello di allarme da tenere sotto controllo. Questo rientra in ciò che viene definita dai manuali diagnostici Ipocondria. Tutti i sintomi compresi il reflusso che lei riporta sono sinonimi di un' eccessivo trattenere, probabilmente di sentimento di paura e/o rabbia che sfociano fisiologicamente così.
Gli antidepressivi o ansiolitici possono essere uno strumento utile ma da soli senza una terapia che può aiutarla a capire a fondo cosa scatena questi stati ansiosi e di forte paura potrebbero a mio avviso risultare inutili in quanto andrebbero a coprire il problema senza risolverlo davvero!
Il mio suggerimento è di intraprendere un percorso di psicoterapia per poi essere eventualmente guidata se necessario verso un' approccio farmacologico.
Però tenga bene in considerazione che vivere con la paura di morire di contro non la farà davvero vivere, quindi il lavoro importante che deve fare è di comprendere che lei non vuole ammalarsi per paura di morire ma adesso sta davvero vivendo?
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento, e le auguro di riuscire a riemergere da questa situazione!

Dott.ssa Maria Luisa Di Costanzo Psicologo a Fuorigrotta

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14 MAG 2024

Buongiorno Elisa,
La sua intuizione è condivisibile, e cioè probabilmente con il Covid sono emerse alcune difficoltà che erano già precedentemente iniziate in lei. Sta combattendo il suo sintomo e si ossessivizza sulle questioni di salute, che in parte le hanno anche dato non solo preoccupazioni ma riscontri effettivi di problematiche organiche che però mi sembra siano tenute sotto osservazione e ben curate finora. Ha ragione a volersi formare la propria opinione, in generale sulla sua salute e in particolare in merito agli psicofarmaci, perché le possono essere consigliati tanti modi per superare questo momento, ma lei è giusto trovi i suoi, le sue vie per così dire. I sintomi comunicano, e se non li ascoltiamo o addirittura li combattiamo a volte diventano sempre più impellenti e “rumorosi”. Dovrebbe dedicare del tempo a comprendere cosa questi sintomi così fastidiosi le stanno comunicando. Grazie a questo ascolto e alle vie che individuerà lei (perché no anche in un percorso psicologico per poter capirne di più perché si preoccupa così tanto) potrà stare meglio. Si conceda del tempo per capire come sta, per mettersi in dialogo con ciò che l’ansia le dice o impedisce di fare, si parte da lì. Non ritengo che lei non abbia nessun’altra alternativa rispetto agli psicofarmaci, ha mai pensato di iniziare un percorso con uno psicologo? Nell’ambito del supporto psicologico e della psicoterapia si trattano queste tematiche di ansia e si risolvono efficacemente, con in più il vantaggio che acquisirebbe strategie per il lungo termine non solo per affrontare i momenti più impegnativi, ma si aprirebbero appunto una serie di domande che la riguardano e possono essere settate sul tema specifico o più nel profondo, per aiutarla a far sì che l’ansia diventi solo un brutto ricordo. I miei migliori auguri!

Dott.ssa Marialisa Maioli Psicologo a Gavardo

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14 MAG 2024

Buongiorno Elisa, innanzitutto mi sento di dirle che c'è sempre un'altra scelta: la terapia cognitivo comportamentale, per esempio.
Da come lei si racconta, sembra che un po' di ansia sia stata sempre presente in lei, e questo, per quanto possa sembrarle fastidioso alle volte, non è completamente un male!
L'ansia, così come le altre emozioni, ci aiutano nell'affrontare la vita...tutto sta nel non oltrepassare quella linea sottile che fa passare L'ansia da adattiva, a disfunzionale.
Inoltre l'ansia ha dei correlati fisici, che lei descrive molto bene, che ci fanno temere il peggio. E mi sento di dirle, che è "normale" perché le emozioni si sono sviluppate e conservate fino a noi, per poterci garantire la sopravvivenza. A noi sta il compito di imparare a riconoscerle, osservarle e moderarle.

Il periodo del lockdown è stato certamente molto difficile, e lei da come mi racconta, mi sembra di capire che ne ha sofferto abbastanza, e da quel momento l'ansia ha iniziato a diventare fuori controllo.

Un approccio terapeutico di stampo cognitivo comportamentale, potrebbe aiutarla a gestire questi stati emotivi che le causano difficoltà, e che lei adesso, percepisce come "fuori controllo". Capire in quali situazioni si innescano i pensieri che precedono, accompagnano e seguono lo stato emotivo che per lei è problematico (in questo caso specifico, l'ansia) la aiuterebbe nel riconoscere queste emozioni, senza alimentarle, e far sì che nel giro di pochi istanti, l'ansia diventi fuori controllo.

Si ricordi Elisa, che c'è sempre scelta!
Un abbraccio e in bocca al lupo!

Dott.ssa Angeloni Veronica Psicologo a Massa

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14 MAG 2024

Buon giorno, grazie per aver esposto il suo problema e dubbio. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia con il quale potrà raggiungere buoni benefici e con il quale troverà il percorso adeguato se dovesse intraprendere anche un inizio di farmaci. Le auguro una buona giornata.

Dott.ssa Raffaella Metelli Psicologo a Monzambano

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14 MAG 2024

Buongiorno Elisa,
le manifestazioni sintomatiche che descrivi sono, purtroppo, più comuni di quanto pensi in questo periodo e le esperienze traumatiche del covid e del lockdown non hanno fatto altro che aumentare situazioni e vissuti che prima sonnecchiavano sotto la superficie. Ogni qual volta c'è la presenza di un sintomo fisico è giusto escludere che ci siano patologie fisiche sottostanti, poi eventualmente andare ad esplorare altre strade. Secondo quello che è il mio orientamento, sappiamo che una difficoltà di ordine psicologico può trasformarsi in una manifestazione sintomatica che coinvolge il corpo e che trova nel corpo uno sfogo e una via d'uscita, quindi se da un lato può essere utile andare a limitare le manifestazioni fisiche attraverso una terapia farmacologica e psichiatrica, è importante dall'altro lato affrontare le questioni psichiche, emotive, e le difficoltà a livello di pensieri e preoccupazioni attraverso un lavoro psicoterapeutico. On certi casi i risultati migliori si ottengono quando si riesce a correre su questo doppio binario in maniera sinergica e complementare.
Spero tu possa trovare il modo per affrontare le tue questioni in modo produttivo, e se avrai bisogno di ulteriori spiegazioni o di un confronto non esitare a contattarmi, ti auguro una buona giornata!

Dott. Alessandro Dei Psicologo a Firenze

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14 MAG 2024

Buongiorno Elisa,
Gli psicofarmaci sono un alleato se ci sono stati di angoscia molto intensi e invalidanti, ma a mio avviso devo essere solo di supporto ad un lavoro di psicoterapia in cui si va a risalire alle cause più profonde della sua sofferenza. La scelta alternativa agli psicofarmaci è la PAROLA detta a chi sa ascoltarla dandole valore.
Resto a disposizione.
DE

Dott.ssa Desirèe Esposito Psicologo a Cassina Rizzardi

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14 MAG 2024

Gentile Elisa, gli psicofarmaci, antidepressivi o ansiolitici sono validi strumenti che, se associati ad una psicoterapia, possono alleviare i suoi sintomi.
Naturalmente la loro efficacia è legata ad una corretta posologia, vale a dire un preciso modo di assunzione, un tempo e un dosaggio monitorati da uno psichiatra o un neurologo. Sono queste le figure che professionalmente sono più in grado di valutare una terapia farmacologica.
La psicoterapia, oltre a migliorare lo stato ansioso può accrescere la consapevolezza del suo corpo, con i suoi limiti e le sue potenzialità, favorendo maggiore equilibrio e stabilità psichica.
Le consiglio dunque di associare il lavoro psicoterapico ad un consulto psichiatrico.
Un cordiale saluto.

Dott. Alessio Sandalo Psicologo a Torino

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