Ansia e disorganizzazione. Non so più che fare.

Inviata da clarity9 · 10 lug 2023 Ansia

Ciao, sono una ragazza di quasi 24 anni e sono al quarto anno universitario di scienze della formazione primaria. Ho difficoltà a recuperare tantissimi esami arretrati, ne ho una quindicina sparsi per i primi tre anni, più i nuovi dell'anno corrente. Sono anni che rimando gli stessi esami, la cosa che mi turba di più è che quelli scritti sono rari (e mi sento più a mio agio con quelli), invece gli orali mi creano profondo disagio, infatti l'ultimo esame orale che ho dato è stato lo scorso Luglio, quelli scritti invece ne ho dati un paio due mesi fa. Ho paura a non scandire bene le parole, ad argomentare senza ricorrere a strategie mnemoniche e soprattutto a fare collegamenti interdisciplinari. Puntualmente m'inceppo anche a parlare quotidianamente con tutti, anche quando sono sola con me stessa. Sono sempre stata una ragazza che per tanti anni ha vissuto una sorta di vita da Hikikomori, quindi passavo pomeriggi fino a tardi in camera mia al PC. Mi sento come se dovessi reimparare tutto da capo il modo giusto di studiare, ho sempre fatto tutto a memoria e so che è sbagliato, faccio una fatica assurda a fare diversamente.

È il periodo più buio della mia vita. Sto lottando per farmi piacere molte discipline di un corso di laurea che non mi rispecchia davvero, ma per una serie di circostanze non voglio rinunciare. La mia autostima ne sarebbe ulteriormente compromessa, cerco di tenerla costantemente in vita con una delle mie passioni artistiche che spero diverrà il mio lavoro full-time.

Una passione artistica che ufficialmente non ho condiviso con altri "colleghi", in poche parole la esprimo solo in camera mia, continuando a mettere in pratica degli insegnamenti che ho avuto modo di ricevere un paio di anni fa e che, purtroppo, non ho più potuto approfondirli con l'insegnante stessa, perché la mia università richiede un attenzione quasi full-time, quindi il tutto si è ridotto a dedicarmi solo a qualcosa di immediato, che non richiede spostamenti fuori da casa mia. In merito al contesto universitario, ultimamente non faccio altro che ripetere gli stessi errori, nonostante la consapevolezza di ciò che io debba fare per andare avanti. Mi prefisso di studiare ciò che devo, ma in realtà non faccio altro che disperarmi e fuggire dalle mie responsabilità, concentrandomi di più a nutrire la mia passione artistica per non dimenticare quel che vorrei davvero diventare in futuro.

Mi scoppia la testa, sono stanca, non ho nemmeno le energie per scandire bene le parole e argomentare, al ché la gente spesso mi chiede di ripetere una seconda volta quel che dico a loro, facendomi sentire un'aliena, disconnessa da questo mondo. Il cibo e l'autoerotismo sono la mia via di fuga, per fortuna non mi abbuffo più come prima, concentrandomi quindi solo sull'autoerotismo nei momenti psicologicamente più ingestibili. I sensi di colpa, l'ansia, la disorganizzazione, la procrastinazione, il perfezionismo, la paura del giudizio dei miei genitori e l'insicurezza personale sono il mio pane quotidiano. Ho quasi 24 anni e, tutto ciò, mi fa sentire un fallimento. Inutile parlarne con la famiglia, non voglio altre discussioni accese e sguardi più delusi di quel che già subisco anche solo passivamente. Ho avuto brutti pensieri negli ultimi due anni, ma sto imparando che concentrarmi su un esame alla volta, e vedere forzatamente l'università come un hobby mi fa sentire meglio, anche se questo significherebbe andare contro le aspettative di mio padre. Ma non voglio più ascoltarli, se ne facciano una ragione, non possono capire quel che sto passando. Mi sento in colpa a gravare economicamente sulle spalle di mio padre, per risparmiare soldi ogni tanto prendo qualche banconota di nascosto affinché io raggiunga la soglia necessaria per comprarmi un nuovo PC portatile, necessario per studiare e altre mie importanti esigenze future. Voglio cominciare a fare la mia prima esperienza lavorativa ma non so a chi rivolgermi, sono sempre più nervosa ogni giorno che passa. Devo ridipingere le mura di camera mia, devo aggiornare la mia attrezzatura tecnologica che è vecchia di oltre 10 anni (che mi rendo conto essere un'altra causa dei rallentamenti nel mio studio, dal momento che tendo a studiare digitalmente), devo disfarmi di molte mie cose del passato vendendole, non so più a cosa badare per primo e intanto non riesco più a guardare in faccia la gente e tanto meno i miei genitori, che nel loro profondo si aspettano che io dia loro notizie sul mio percorso universitario. Entrambi sono pessimisti e di mentalità conservatrice, se non s'indignassero almeno una volta al giorno per la qualunque (tipo per i problemi familiari, l'attualità, ecc.), non sarebbero contenti. Ormai detesto le loro voci, è come un ronzio più fastidioso delle zanzare, al ché faccio di tutto per incontrarli il meno possibile in giornata, presentandomi solo a pranzo, merenda e cena, fregandomene delle opinioni in merito a ciò, o quanto meno ci provo. Non ho amici da reputare tali, la mia cerchia sociale preferisco definirla solo di conoscenze, perché ultimamente sto imparando che amicizia è una parola grossa e tutti, nel nostro piccolo, abbiamo a che fare con l'ipocrisia della società. Ormai alla domanda "come stai?" rispondo con "sto meglio", perché stare davvero bene è impossibile nel mio caso attuale. Mio fratello maggiore dopo tante difficoltà da fuoricorso è riuscito a laurearsi, adesso sta facendo una laurea specialistica, e ciò che mi rode di più è il fatto che non mi è mai stata vicina emotivamente, anzi i ruoli tra me e lui si sono invertiti in questo senso. È come se io fossi il genitore di mio fratello e il genitore dei miei genitori. Ammetto di aver pensato al suicidio più volte, nei momenti di totale sopraffazione e perdita di controllo degli obiettivi quotidiani che mi prefisso. Riconosco di non avere testa per studiare, mi sto forzando a fare qualcosa che attualmente non m'interessa, quindi ora come ora mi sto concentrando ad approfondire l'aspetto pratico piuttosto che la teoria, rendendomi conto di come io mi veda inesperta nel gestire gli alunni di classe primaria e dell'infanzia: ho addirittura rimandato il tirocinio dell'anno scorso perché in un momento di totale sconforto volevo solo mollare tutto (la mia famiglia ovviamente non ha saputo starmi vicina nel modo in cui avrei avuto bisogno, ricordo solo urla e frasi come: "non devi nemmeno pensare di continuare questo percorso se rimandi in continuazione, mi sento preso in giro!" ma con il senno di poi mi sto convincendo che andare oltre tutto questo e, quindi, lavorare sui miei traumi scolastici e d'infanzia è l'unico modo per apprezzare davvero questo percorso universitario e, laureandomi non so quando, mi sentirei fiera di me, perché chiuderei dei capitoli personali importanti che non posso più ignorare, consapevole che condizionano il mio presente, il mio modo di affrontare la vita in tutte le sue sfumature.

Attualmente non posso permettermi uno psicoterapeuta, il mio budget si sta concentrando su altre cose più urgenti. Cosa posso fare per sbloccarmi da questa situazione? Che risorse posso utilizzare autonomamente per gestirmi emotivamente da sola? Grazie a chiunque mi risponderà.

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