Vivere nel presente: chiavi per padroneggiare la nostra attenzione

Spesso ci accorgiamo di perdere momenti preziosi perché distratti dai nostri pensieri. Viviamo le giornate costantemente proiettati con la mente altrove, nel passato o nel futuro, trascurando di godere del presente.

4 MAG 2023 · Tempo di lettura: min.
Vivere nel presente: chiavi per padroneggiare la nostra attenzione

"Devo liberarmi del tempoe vivere il presente giacché non esiste altro tempoche questo meraviglioso istante."

Alda Merini, "Il mio passato"

Vivere il presente con intensità e consapevolezza migliora la qualità di vita e ci dona maggiore benessere e felicità. Purtroppo però non siamo abituati a prestare attenzione al presente e ci lasciamo facilmente sfuggire momenti preziosi perché distratti dai nostri pensieri. Essi vanno e vengono, senza che lo si voglia e chiedono costantemente di essere ascoltati, per questo sentiamo di dover rivolgere loro attenzione; tanto più è alto il coinvolgimento emotivo, tanto più fatichiamo a lasciarli andare.

Alcuni pensieri disturbano perché sono sgraditi ed è naturale cercare di scacciarli, di farli tacere, ma non è possibile spegnere i pensieri. In genere però i pensieri non sono né buoni né cattivi, costituiscono una sorta di rumore di fondo nella giornata, alle volte è molto debole, altre invece è talmente forte da rendere difficile la concentrazione.

Perché è importante vivere nel presente?

Una mente affollata di pensieri è una mente distratta, che si muove tra passato e futuro, e che ha difficoltà a godere appieno del presente. Quando ciò avviene è un po' come inserire il pilota automatico: ci si lascia trascinare dal flusso delle immagini e si dimentica di prestare attenzione a quello che si stava facendo. Capita ogni tanto di rendersi conto di non riuscire a godere dello stupendo panorama in riva al lago o dei profumi del bosco, perché la mente continua ad andare alle preoccupazioni sul lavoro o alle difficoltà con il coniuge.

Se si vuole capire meglio come fanno i pensieri a distrarci è importante chiarire che l'attenzione è una funzione della mente a risorsa limitata, significa che non possiamo concentrarci su attività diverse con la stessa intensità, quantomeno non per tempi lunghi.

L'attenzione viene anche facilmente catturata da stimoli che rappresentano per noi una minaccia. Cogliere segnali di pericolo è fondamentale per la sopravvivenza, sebbene nell'ambiente moderno i pericoli ambientali sono ben pochi, un ricordo doloroso o l'ansia per un esame sono capaci di attivare allo stesso modo il meccanismo di allerta del cervello, alla stregua di un serpente che sbuca all'improvviso da un cespuglio.

Per mantenere a lungo la concentrazione su un compito che si vuole svolgere è necessario inibire gli stimoli distraenti, compresi i pensieri, ma proprio per quello che abbiamo appena descritto, mantenere la concentrazione sul presente è un po' come orientare la parabola verso il segnale che vogliamo ricevere durante una forte tempesta. Quando si è fisicamente stanchi o in periodi di forte stress e disagio emotivo, si fa maggiore fatica a manetere la concentrazione, anche per brevi periodi, e si viene distratti con maggiore facilità dai pensieri negativi.

Fortunatamente i pensieri sono solo catene di parole e non possono realmente fare del male, sono piuttosto le reazioni emotive a quei pensieri che ci portano a soffrire. Poiché la mente è spesso impostata sulla "modalità giudicante", siamo abituati ad attribuire giudizi, alle volte dolorosi, su noi stessi e su ciò che ci accade intorno ("sono stupido, "sono grasso", "hai combinato un disastro", "nessuno ti vorrà mai bene", ecc.).

Queste emozioni sono sgradevoli, minacciose e facciamo di tutto per cercare di evitarle, il motivo per cui ansie e le preoccupazioni hanno la stessa forza distraente di un serpente o di una macchina che ci taglia la strada.

Qui e ora

Immaginate di alzarvi in piedi e di spostare il busto avanti e indietro, potrebbe darsi che per un momento perdiate l'equilibrio e cerchiate di recuperarlo, farete un allora un passo avanti o uno indietro. Immaginate ora che sia la vostra mente a farlo, spostandosi verso il passato o il futuro e che perda costantemente l'equilibrio durante la giornata. La conseguenza di questa oscillazione è quella di essere proiettati in avanti o indietro e perdere di vista il momento presente. Seguire il filo dei pensieri non è sbagliato, non possiamo spegnere la radio che abbiamo in testa, ma dovremmo allenare la capacità di riportare l'attenzione sul nostro tempo, perché la realtà è che il cervello vive nell'adesso, nel "qui e ora" e il tempo presente è l'unico tempo che abitiamo.

Perché è importante vivere nel presente?

Come fare per riappropriarsi del presente?

Non è possibile impedire ai pensieri di scaturire nella vostra mente, potete provarci ovviamente, ma non otterrete un grande risultato. Magari riuscire farli tacere per qualche momento, ma dopo ripartiranno senza che riusciate a cancellarli del tutto.

Per fortuna è possibile imparare a riprendere contatto con il presente, a fermarsi nel qui e ora, per capire e apprezzare appieno ciò che stiamo vivendo, scegliendo in modo consapevole di orientare l'attenzione per cogliere dettagli e sensazioni che altrimenti scorrerebbero via.

Questo tipo di consapevolezza può essere raggiunta attraverso la mindfulness, una pratica meditativa che deriva dalla tradizione orientale e che è stata sviluppata per adattarsi ai contesti quotidiani. Si tratta di uno stato della mente nel quale prestiamo attenzione al momento presente, ma in modo del tutto particolare: con intenzione e in modo non giudicante. Serve ad allenare la meta-cognizione, ossia la capacità della mente di osservare sé stessa e viene utilizzata con beneficio nel trattamento clinico di ansia e depressione.

La pratica della mindfulness insegna a non assegnare etichette ai pensieri, a lasciarli andare senza tentare di trattenerli. Grazie a questa pratica di consapevolezza è possibile acquisire un giusto distacco dai prodotti della nostra mente, consentendoci di osservarli senza esserne travolti e da questa osservazione possiamo trarre lezioni preziose su di noi e sul nostro modo di stare al mondo.

Stare nel qui ed ora, in maniea consapevole significa osservare con il giusto distacco ciò che avviene dentro di noi, sia nei riguardi delle cose positive che di quelle negative, limitandosi a constatarne la presenza. Tutto ciò contribuisce ad arricchire di significato l'esperienza e il benessere percepito della propria qualità di vita.

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Scritto da

Dott. Leandro Gentili

Bibliografia

  • "La trappola della felicità" di Russ Harris. Erickson 2010
  • "La pratica della consapevolezza. In parole semplici." di Henepola Gunaratana. Astrolabio 1995
  • "Qui e ora. Strategie quotidiane di mindfulness." di Ronald D. Siegel. Erickson 2012

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