La MIndfulness e il programma MBSR applicato al disturbo di panico

“La consapevolezza che emerge quando nel momento presente si presta attenzione, intenzionalmente e senza giudicare, all'esperienza nel corso del suo svolgimento" (Kabat-Zinn, 2003, p.145)

14 MAG 2018 · Tempo di lettura: min.
La MIndfulness e il programma MBSR applicato al disturbo di panico

Le pratiche di mindfulness vengono considerate, all'interno di trattamenti strutturati, una componente terapeutica fondamentale (Baer, 2012). La mindfulness, che nasce da antiche tradizioni buddiste, è stata estrapolata dal background culturale e religioso originario per essere ampiamente inclusa in forme di trattamento laiche nell'attuale contesto occidentale con numerose popolazioni, cliniche e non, e in diversi contesti (Bulli & Melli, 2010; Montano, 2007).

La mindfulness viene definita come "Porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, al momento presente e in modo non giudicante" (Kabat-Zinn, 1994, pag. 4). La mindfulness viene descritta come un invito a diventare più consapevoli del nostro corpo, della nostra mente, del nostro cuore e della nostra vita, prestando attenzione in modi nuovi e amorevoli, e quindi scoprire dimensioni importanti della nostra vita che potremmo non aver notato o che, per qualche ragione, abbiamo ignorato fino ad ora (Kabat-Zinn, 2013). Il programma Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), precedentemente definito Stress Reduction and Relaxation Program (SR&RP, Kabat-Zinn, 1982, 1990) è stato ideato da JonKabat-Zinn, professore di medicina americano che per anni aveva studiato e praticato la meditazione mindfulness. Egli presentò l'MBSR per la prima volta nel 1979, presso la facoltà di medicina dell'Università del Massachusetts, con l'obiettivo di offrire un programma di gruppo a pazienti che presentavano un'ampia gamma di disturbi legati allo stress e al dolore cronico, inviati dai loro medici curanti, dal momento che le terapie mediche a cui erano stati sottoposti avevano fallito o non avevano avuto esito positivo (Baer, 2012).

L'MBSR prevede una struttura di gruppo (Kabat-Zinn ritiene che 25 sia il numero ideale), viene condotto da uno o due istruttori adeguatamente formati e con esperienza consolidata nel campo della meditazione di consapevolezza, ha una durata di otto incontri (due mesi) a cadenza settimanale di circa due ore e trenta ciascuno, inclusa una giornata intensiva di pratica, prevista nella sesta settimana, riservata alla meditazione e al silenzio (Bulli & Melli, 2010; Montano, 2007). Il programma MBSR si basa sulla pratica intensiva di diversi tipi di meditazione mindfulness e prevede, inoltre, insegnamenti sulla natura dello stress e suggerimenti su come applicare la mindfulness nell'affrontare difficoltà quotidiane, discussioni in gruppo e condivisione dell'esperienza di pratica. Sono previsti esercizi da eseguire in classe e a casa con l'obiettivo di incoraggiare la consapevolezza nella vita di tutti i giorni, sia con la meditazione formale (il body scan o scansione del corpo consapevole, l'hatha yoga o yoga consapevole, la sitting meditation o meditazione seduta e la walking meditation o meditazione camminata), sia con quella informale (portare la pratica della consapevolezza nelle attività svolte ogni giorno) (Bulli & Melli, 2010; Montano, 2007). Ciò che viene richiesto ai partecipanti nel corso del programma è di assumere un atteggiamento di apertura, accettazione, accoglienza, disponibilità, gentilezza, compassione e genuino interesse nei confronti di tutte le esperienze rilevate, senza badare se queste sono gradevoli o spiacevoli, cercando di non giudicarle, pretendere di cambiarle o di porvi fine (Baer, 2012).

La ratio alla base dell'utilizzo della mindfulness nel disturbo di panico è legata alla possibilità che la persona possa acquisire, tramite la pratica continua, una maggiore consapevolezza dei propri vissuti interni e riesca ad adottare un modo nuovo di relazionarsi alle sensazioni fisiologiche sperimentate, ai propri pensieri e alle proprie emozioni. Grazie alla meditazione di consapevolezza, la persona impara ad osservare ciò che accade dentro e fuori di sé, senza necessariamente etichettarlo come sgradevole, problematico, catastrofico, minaccioso per la salute o la vita, semplicemente accogliendolo per ciò che è, per come appare nel momento presente (Kabat-Zinn, 2013). In questo modo, avrà anche la possibilità di stare a contatto con i sintomi da cui è maggiormente spaventato e di comprendere che l'attivazione fisiologica naturalmente legata all'ansia ha natura transitoria, e che ciò che procura più sofferenza è il tentativo di allontanarsi a tutti i costi da essa. Con l'esercizio costante, la persona sviluppa la capacità di distanziarsi dai pensieri catastrofici relativi alle sensazioni fisiche e a potenziali eventi negativi del futuro senza reagire ad essi automaticamente mettendo in atto tentativi di fuga o comportamenti di evitamento, diminuendo in questo modo i livelli di ansia e di stress e la reattività emotiva (Kabat-Zinn, 2013). Anche se la persona riesce ad assaporare soltanto brevi momenti di benessere, rilassamento e chiarezza, potrebbe notare, sia durante la pratica formale che negli altri momenti, che non per tutto il tempo sperimenta ansia. Osservando ciò, ha l'opportunità di constatare il variare d'intensità dell'ansia e come essa va e viene esattamente come qualsiasi altro evento. Potrà, inoltre, scoprire che essa non permane e che è, invece, uno stato mentale temporaneo, proprio come la noia o la felicità (Kabat-Zinn, 2013).

Diversi studi hanno evidenziato quanto il programma MBSR possa avere un impatto positivo sull'ansia (Hofmann et al., 2010) e rivelarsi di grande efficacia nel disturbo di panico, portando ad una diminuzione della frequenza degli attacchi di panico e delle condotte di evitamento (Levitt&Karekla, 2005; Grossman et al., 2004; Miller, Fletcher &Kabat-Zinn, 1995). Le evidenze scientifiche hanno, inoltre, documentato che il programma MBSR porta ad una riduzione dello stress e ad un miglioramento del benessere emotivo (Shapiro et al, 1998; Williams et al., 2001). La pratica meditativa può rappresentare un laboratorio perfetto per lavorare con l'ansia e il panico. In effetti, nel body scan, nella meditazione seduta e nello yoga consapevole ci si impegna a riconoscere e accettare qualsiasi sentimento di tensione che si incontra sul corpo, ogni pensiero che ci agita e tutte le emozioni che sorgono quando viviamo il momento presente. Le istruzioni per la meditazione sottolineano che non c'è niente da fare riguardo le sensazioni del corpo e le emozioni, se non divenire consapevoli di essi e desistere dal giudicare e condannare noi stessi. Più la persona pratica, più si sentirà a suo agio, e quanto più si sentirà a suo agio, più sarà vicino alla percezione che non si identifica con la sua ansia e le sue paure e che esse non governano la sua vita (Kabat-Zinn, 2013).

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Barone

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