Sarà amore o attaccamento? Quali sono le differenze e come riconoscerli
Siamo davvero sicuri che ci piacciano le persone che stiamo frequentando e a cui siamo legati, o forse il nostro amore nasconde dipendenza e bisogno?
Come distinguere il vero amore dall’attaccamento?
Definiamo attaccamento un forte legame affettivo ed emotivo che si instaura tra le persone, e che normalmente appare in tutte le relazioni, che siano esse d’amore, d’amicizia, famigliari, etc. Sulla base di tale sentimento sono stati studiati e catalogati da Bowlby gli stili di attaccamento che determinano la maniera in cui ci relazioniamo con gli altri e con l’amore. In questo articolo approfondiremo da un lato come amore e attaccamento non siano la stessa cosa, e di come l’attaccamento da solo possa portare a forme di amore tossico, e dall’altro come gli stili di attaccamento promossi da Bowlby possano influire nelle nostre relazioni. Vediamo più da vicino questi concetti.
Amore o attaccamento: come riconoscerli
Come si possono cogliere le differenze tra amore e attaccamento? Se doveste pensare a una definizione d’amore, come lo descrivereste? Istintivamente potremmo dire che l’amore è quel legame, quel senso di unione che ci fonde all’altro e che si basa sull’amore appunto.
L’attaccamento è alla base di qualsiasi relazione, amichevole, familiare o romantica che sia: ogni qualvolta che incontriamo qualcuno con cui vogliamo stringere un legame, l’attaccamento è la prima modalità che viene attuata. Definiamo infatti attaccamento anche il legame che unisce il bambino alla mamma o al suo caregiver (tanto da identificare nell’attaccamento genitoriale dei modelli che poi le persone continueranno ad applicare alle loro relazioni sentimentali successive).
Pertanto, qualsiasi relazione inizia con un attaccamento: è questo che permettere di costruire successivamente una storia con l'altro. Ma non è così scontato separare i confini tra attaccamento e amore, e può capitare di fondare storie solo sull’attaccamento, le cui basi sono molto più vacillanti e destrutturate e possono portare sofferenza e tossicità nella coppia.
L’attaccamento è quell'insieme di comportamenti ed emozioni che ci fa rimanere vicino all’altro, ci conforta, non ci fa sentire soli, ci rende parte di un tutto e ci appassiona. Ma l’amore implica anche tempo, intimità, volere il meglio per l’altro e crescere insieme come due individui separati ma che vogliono stare insieme. Questa descrizione semplicistica ci suggerisce già alcuni spunti sui quali riflettere.
Per esempio ci si può chiedere che senso abbia distinguerli. Ma ad esempio, vorremmo davvero impegnarci in alcuni piani a lungo termine, come sposarsi o formare una famiglia, con qualcuno con cui solo ci unisce un sentimento di attaccamento e non di amore? Quando intraprendiamo una relazione con qualcuno, capire se è una relazione di attaccamento o di amore potrebbe essere una chiave per capirne il futuro.
Quali sono le differenze?
Anche se l’amore include forme di attaccamento questi due sentimenti non vanno confusi, soprattuto quando ci troviamo in sensazioni in cui prevale l’attaccamento e le scambiamo per amore.
Vediamo alcune differenze tra questi sentimenti.
- La complessità dell’amore. Abbiamo già accennato che alcune forme di attaccamento sono incluse anche nell’amore, e si potrebbe dire che tali sensazioni siano proprio le prime che appaiono all’inizio di una relazione. Quando si inizia una relazione, normalmente si tendono a provare sentimenti molto forti e coinvolgenti che hanno a che fare con la chimica, con la passione, con l’entusiasmo di conoscere una nuova persona, ma non sono veri e proprio sentimenti d’amore. L’amore richiede tempo, conoscenza approfondita, condivisione di esperienze, crescere insieme nel rispetto e nella voglia reciproca di migliorarsi e stare bene insieme.
- Il controllo. L’attaccamento invece implica un certo controllo sull’altro, un bisogno di possesso che include aspettative e implicazioni che molto spesso non vengono realizzate, portando a frustrazione e delusione e molto probabilmente all’instaurarsi di dinamiche di controllo e dipendenza.
- In generale, l’amore è a lungo termine. È per questo motivo che è l’amore a permettere alle coppie di andare avanti: un sentimento che porta a impegnarsi per far funzionare la relazione anche a costo di sforzi e compromessi anche nel lungo termine.
- La sicurezza: l’attaccamento ci dà la sensazione di sicurezza perché ci sentiamo attaccati morbosamente all’altro. Ma non è un atteggiamento sano. L'attaccamento può trasformarsi rapidamente in possesso. Per esempio, quando scambiamo l’attaccamento per l’amore, potremmo finire per sentirci frustrati o provare cambi repentini di umore se non vediamo la persona che ci interessa. Nel caso dell’amore, invece, l’assenza della persona amata, porta a sentirne la mancanza e forse anche tristezza, ma non cambia la persona in sé. Pertanto è l’amore che ci dà la sicurezza del legame e di noi stessi anche con la lontananza per esempio e non vacilla al primo problema.
- Essere se stessi: l'amore nasce dal rispetto, dalla semplicità e dall’essere se stessi. Non c'è più alcuna maschera, ma ci si aiuta a crescere insieme lavorando sulla felicità dell’altro, sulla propria e su quella della coppia, senza mai dimenticare la propria che è una base essenziale da rispettare. Ciascuna delle parti aiuta l'altro a trasformare le proprie difficoltà in un trampolino di lancio per il benessere. Ascolto ed empatia sono necessariamente presenti.
- L’attrazione fisica è solo una parte dell’amore che come abbiamo visto è molto più complesso di una sola definizione. Una relazione basata sull’attaccamento invece può basarsi tranquillamente solo sull’attrazione fisica, la passione e il possesso.
- Pensare all’altro. Nell’amore pensiamo sì a noi stessi, ma anche all’altro e alla coppia che diventano fondamentali. L'amore calma, promuove la pienezza e la comprensione di sé e ridimensiona il nostro egocentrismo. Entrambe le persone si sentono responsabili di questa felicità. L’attaccamento invece si configura come un sentimento prevalentemente egoista e dipendente, che cerca nell'altro la propria conferma.
- La libertà. Avete presente la frase di Richard Bach: "Se ami qualcuno lascialo libero. Se torna da te, sarà per sempre tuo, altrimenti non lo è mai stato.“ Il concetto risiede proprio nella libertà di lasciar vivere l’altro come vuole senza sentimenti di possesso o di attaccamento viscerale, seguendo lo stesso cammino di pari passo. L’amore implica la libertà di essere sé stessi con l’altro, l’attaccamento invece implica la necessità della vicinanza dell’altro per stare bene. Ma come abbiamo già detto, la coppia non nasce da sentimenti di necessità ma da due individui che si incontrano per percorrere una strada insieme e condividere la loro vita.
L’attaccamento fa male?
L’attaccamento è qualcosa di dannoso? L’attaccamento in sé, come abbiamo detto non è dannoso, anzi è fondamentale per lo sviluppo della relazione, ma può essere problematico se lo confondiamo con l’amore e se basiamo su di esso la nostra relazione.
L’attaccamento implica alcune emozioni come il possesso, il bisogno, l’egoismo, l’immaturità emotiva, l’insicurezza e può portare a comportamenti negativi e tossici, come il bisogno di controllo e la manipolazione. In questo senso, una relazione basata solo sull'attaccamento potrebbe essere sbilanciata e diventare un rapporto dipendente, manipolatore o tossico. L’attaccamento porta con sé la paura dell’ignoto e della solitudine, e può farci aggrappare a storie che non ci danno la felicità, solo perché non si vuole stare da soli o se ne ha paura. E questo, già di per sé, è una forma di dipendenza. Una relazione romantica basata sulla dipendenza emotiva è spesso squilibrata. L'attaccamento, quando è simile alla dipendenza, può essere una distorsione dell'amore, così come la gelosia e il sentimento di mancanza.
Attaccamento, sessualità e innamoramento
L’antropologa Helen Fisher studia da diverso tempo le relazioni e come si genera il tradimento. Secondo questa autrice l’esistenza della coppia è stata fondamentale per lo sviluppo della specie umana, soprattutto per il seguente motivo: gli esseri umani alla nascita non sono in grado di muoversi, camminare o o fuggire e pertanto hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro.
I genitori sono fondamentali per la protezione del bambino e per il suo sviluppo fisico e cerebrale. E proprio dai genitori, come aveva già sottolineato Bowlby, che nascono i nostri stili di attaccamento come vedremo meglio in seguito. L’autrice parla però anche di un altra distinzione che può essere interessante: l’amore in sé e composto da ben 3 sistemi cerebrali distinti e che sono il desiderio sessuale, l’innamoramento e l’attaccamento.
Il desiderio sessuale è la pulsione che ci spinge a ricercare un partner per soddisfare il nostro istinto sessuale.
L’innamoramento è invece costituito dalle sensazioni che si provano quando inizia una nuova relazione, quel mix di chimica, testa e cuore che ci pervade quando ci stiamo innamorando di qualcuno.
L’attaccamento è quel sistema che ci porta calma e sicurezza e che deriva da quelle relazioni di accudimento e protezione, il cui schema abbiamo imparato appunto nella relazione con i nostri genitori e con i partner precedenti.
La Fisher approfondisce poi l’analisi di questi sistemi per sottolineare come ciascuno di essi sia stato funzionale alla prosperità della specie (il desiderio sessuale è servito a massimizzare la possibilità di riprodursi, mentre l’innamoramento ha portato alla sviluppo della famiglia e alla concentrazione dell’amore su una persona per risparmiare forze e tempo; l’attaccamento, invece, ha permesso alla coppia di trasformarsi in famiglia e far nascere e crescere dei bambini), ma ci sono momenti in cui tali sistemi entrano in disaccordo creando crisi e tradimenti. Ma vediamo come gli stili di attaccamento possano influire sulle nostre relazioni amorose.
Amore e attaccamento: dalla teoria alla nascita della coppia
Abbiamo già accennato che la teoria dell’attaccamento sottolinea come gli stili genitoriali siano fondamentali per la nostra concezione di relazione: in particolare la disponibilità e la capacità di risposta dei nostri genitori alle nostre necessità fisiologiche ed emotive determinano la nostra condotta con i nostri futuri partner.
A questi stili di attaccamento corrisponde un modello operativo interno (MOI) che racchiude una serie di comportamenti, schemi mentali, risposte etc interiorizzati e che mettiamo in atto nelle nostre relazioni. Per questo, molto spesso, nel partner ricerchiamo quella che è stata la relazione con i nostri genitori: se ci facciamo caso infatti, soprattutto nella prima fase dell’innamoramento, molti atteggiamenti sono simili a quelli che viviamo nella prima infanzia con i nostri genitori.
Il parlarsi dolcemente, guardarsi negli occhi, abbracciarsi e la voglia di coccolarsi sono comportamenti affettivi simili a quelli madre-figlio/a. Questo significa innanzitutto che non ci piacciono le persone in maniera casuale, e se ci piace sempre lo stesso tipo di persona un motivo c’è: il motivo è che ricalca le prime esperienze infantili.
Pertanto se vi è stato un attaccamento sicuro nell’infanzia che ha offerto una base sicura e una pronta risposta emotiva e psicofisica alle richieste del bambino, cercheremo partner che con i quali condividere una stabilità e un benessere, in cui la crescita emotiva e psicologica si sviluppano insieme alle due individualità.
Al contrario, se la tipologia di attaccamento infantile è stata insicura, che corrisponde a genitori assenti, o che non si sono presi cura del bambino o che non sono chiari nei loro messaggi, potranno sviluppare forme di attaccamento ansioso, ambivalente o sentirsi rifiutati e pertanto finire a rincorrere sempre storie in cui vengono rifiutati o trattati male o che nascondono tratti di dipendenza affettiva. È in quest’ultimo caso che potrebbero nascere storie che confondono l’attaccamento con l’amore e che potrebbero portare a relazioni di tossicità e dipendenza.
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