Di che cosa ha paura la persona dipendente affettiva?

La paura è l’emozione dominante nella persona dipendente affettiva e ne guida la maggior parte dei comportamenti impulsivi messi in atto.

13 MAG 2016 · Tempo di lettura: min.
Di che cosa ha paura la persona dipendente affettiva?

Tutti desideriamo essere amati, ma ricevere amore non è facile come sembra: abbiamo paura di darci completamente all'altro.

La vicinanza è l'elemento indispensabile che contribuisce a costruire una buona intimità e proprio di questo si ha timore: timore dell'intimità, delle emozioni e dei sentimenti.

In amore tale paura ha lo scopo di proteggere dal pericolo che il partner possa fuggire. Il problema sorge quando la paura è eccessiva e si trasforma in angoscia.

Il dipendente affettivo è afflitto proprio da questa angoscia. Tale angoscia nasconde la paura non consapevole di essere abbandonati e rimanere da soli.

L'ansia che viene a generarsi porta il dipendente affettivo ad utilizzare differenti strategie per fronteggiarla, ma questi comportamenti disfunzionali, invece di favorire la relazione, la distruggono.

Quindi ansia, paura, timore, angoscia di:

  • amare;
  • non amare;
  • essere lasciati;
  • essere rifiutati;
  • sentirsi solo;
  • sentirsi oppressi;
  • esprimere i propri sentimenti;
  • essere presi in giro.

Quando sono presenti delle dinamiche disfunzionali è come giocare senza esserne consapevoli e la relazione può diventare una trappola, da cui non si riesce a uscire creando profondi malesseri e gravi conflitti. In questo gioco relazionale si mettono in atto una serie di comportamenti ripetitivi che nascondono la reale motivazione di tutto ciò: la paura dell'abbandono e la paura di rimanere da soli.

Tra i partner si può avverare anche un'alternanza nei comportamenti: chi è vittima può diventare carnefice e viceversa. Diventa un circolo vizioso. È come se si fosse incastrati in una trappola dalla quale non esiste via di uscita.

Entrambi si proteggono dalla paura di darsi completamente all'altro.

La paura di essere abbandonati nasconde, tra l'altro, un'eccessiva preoccupazione della possibilità che il partner trovi un'altra persona più interessante e che venga, quindi, sostituita. Ci si trasforma allora in veri e propri investigatori, prestando una smisurata attenzione ad indizi della presunta perdita di interesse.

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Tra gelosia e paura

Ciò determina una continua alternanza tra gelosia e paura di essere lasciati soli.

Come conseguenza vi è:

  • una continua e ossessiva richiesta di rassicurazioni;
  • una continua critica non motivata rivolta al partner;
  • incessanti richieste di attenzioni.

Il partner, messo continuamente alla prova, è stremato e può:

  • porre fine alla relazione;
  • mantenere il rapporto anche se non più gratificante per paura, a sua volta di rimanere solo;
  • vivere storie parallele.

Altra paura eccessiva del dipendente affettivo è la paura del cambiamento.

Di solito le persone dipendenti ristagnano per lungo tempo all'interno di queste sabbie mobili relazionali, senza evolversi, crescendo molto lentamente e il minimo indispensabile perché ogni cambiamento diventa un ulteriore elemento che può sfuggire al proprio controllo, proprio come fa la persona amata. Diventa impensabile abbandonare tutto. Per superare la paura dell'abbandono e del cambiamento è necessario se non indispensabile divenire consapevoli di questa fragilità in quanto porta ad individuare quando si attiva per poi imparare a gestirla in maniera graduale.

Non è facile e ci vuole tempo e di certo sentirsi sostenuti e accompagnati in questo viaggio da uno psicoterapeuta può dare un gran sollievo e coraggio nell'iniziarlo.

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Scritto da

Dott.ssa Fiammetta Favalli

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Commenti 6
  • Silvia Malavasi

    Nessuno va in fondo a questa paura (nei vari articoli letti su Internet). Nessuno dice cosa c'è dentro questa paura di restare soli con se stessi... A un dip.aff. fa paura stare con sé. Ok. Ma qual è la cosa di sé che lo spaventa? Bisognerebbe approfondire, perché - da dipendente affettiva - mi sono interrogata e mi interrogo da tempo su questa sensazione di vuoto e di paura. Non saprei definirla, è come non sentirsi in grado di proteggersi, non da un punto di vista di incolumità, ma di darsi quella calma e quella sicurezza, quel calore che proviene secondo me da un contatto profondo mancante con le figure di accudimento. È complicato, credo di essere stata molto coccolata, eppure ho quella paura quel vuoto che mi viene colmato solo quando io mi innamoro, solo quando io riesco a darmi all'altro, non quando l'altro si dà a me. Infatti c'è l'assoluta ricerca (inconscia) di partner che non possono darsi mai completamente proprio per mantenere vivo, per sovrascrivere quel meccanismo. Secondo me se si indagasse proprio su quella paura, se si andasse alla radice di quella sensazione fisica di assenza di smarrimento di panico, si potrebbe aiutare le persone a riconoscersi e non solo in terapia, ma anche partendo dalla lettura di articoli come questo, interessanti ma incompleti. Grazie.

  • Gianni

    Sono un uomo di 46 anni e sto vivendo tutto ciò da un paio d'anni, sono esausto. Ho voglia di vivere come tutte le persone normali.

  • Deborah Zanasi

    Ho scritto per un appuntamento credo di aver un po' questo problema e il mio compagno risponde così.

  • Antonella Quacchio

    Non sempre la dipendenza è fra partner, a volte ( e forse la maggior parte delle volte) tra genitori/figli, amici... ed è molto stressante per chi subisce questa dipendenza. Non si ha più una propria vita.

  • Simona Fortunato

    La gabbia io la conosco bene, così come conosco bene la dipendenza affettiva e metto in atto da anni tutti i comportamenti disfunzionali che distruggono i rapporti…perché non c'è donna più noiosa e soffocante di una donna come me…ma nonostante io sia consapevole di tutto ciò non riesco ad uscire da questa trappola…e dopo tanto lavoro mi chiedo se veramente ne uscirò mai….se è possibile!

  • Manuela Bianchi

    Sto vivendo proprio tutto questo, è terribile

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