"Devo farla andare bene per forza"

Cosa succede quando cerchi di far andare bene per forza una relazione, anche di fronte a evidenti segnali che ti dicono che qualcosa non va?

18 OTT 2022 · Tempo di lettura: min.
"Devo farla andare bene per forza"

La storia è sempre la stessa: conosci un uomo/una donna (ci tengo a evidenziare che io lavoro soprattutto con donne), e da subito ti sembra incredibile l'affinità che senti con lui/lei. Parlate per ore e ore, vi fate le videochiamate, in altri casi ci sono i messaggi del buongiorno e della buonanotte, pensieri durante il giorno...

Magari siete entrambi impegnati/e (o magari è impegnato solo lui/lei e non necessariamente ritiene rilevante dirtelo), ma quell'armonia e quella complicità sono troppo forti per essere ignorati. Così inizi a pensarci sempre ed entri in quella fase che è già un primo potenziale pericolo...

Inizi a "farti film". Ti immagini un futuro insieme, il momento in cui conoscerai i suoi amici, i viaggi, il Natale insieme etc....film irrefrenabili che ti invadono i pensieri anche se cerchi di concentrarti su altro.

Questa fase già inizia a mettere le basi di una potenziale trappola perché il tuo cervello inizia ad associare i momenti con lui/lei (frasi, gesti, momenti particolari) alla sensazione di euforia derivante dal sentirti voluto/a, amato/a, desiderato/a, importante.

Però fino a qui non c'è niente di strano, molte relazioni iniziano così e finiscono bene. Per questo parlo di trappola potenziale.

Poi però inizia a succedere qualcosa: il tempo che impiega a rispondere ai messaggi aumenta, si dimentica la videochiamata, subentrano difficoltà che gli impediscono di risponderti al telefono (figli, "la mia ex moglie/il mio ex marito rompe", il lavoro ecc...). A te sembra un po' strano.

Fermati. Qui sei ancora in tempo per uscire agevolmente dalla trappola.

Infatti, anche se il tuo cervello ha associato lui/lei a sensazioni di benessere, l'esperienza di adesso ti sta invece facendo vedere un cambiamento che non ti torna. Puoi scegliere di:

  1. continuare ad osservare cosa accade, mettendo anche in conto che potrebbe non piacerti la piega che la relazione prenderà;
  2. fare finta di niente e continuare a vedere la relazione idilliaca per come la vedevi prima, scegliendo di non darci peso.
  3. chiedere spiegazioni a lui/lei e accontentarti delle spiegazioni che ti dà anche se non ti tornano.

Ecco, la seconda e la terza opzione possono incasinarti la vita.

Ma perché queste 2 opzioni vengono scelte?

Ci possono essere moltissimi motivi. Io ve ne racconto due che nel mio lavoro incontro spesso.

  1. Il desiderio di una relazione o la paura di restare sole/i sono talmente forti che, dopo esserti abituato/a all'idea di una relazione con lui/lei (ti ricordi i film di prima?), ti senti morire al solo pensiero di doverci rinunciare. Così, per non doverti confrontare con quel dolore che ti sembra troppo grande, resisti e ti racconti una realtà diversa.
  2. Hai il terrore (perché magari te l'ha anche detto) che il suo cambiamento sia dipeso da te che non sei stato/a abbastanza all'altezza di conquistarlo/a, o sei "esagerato/a", o sei "troppo opprimente", etc...Lasciarlo/a vorrebbe dire aver fallito la "missione" di farlo innamorare e sarebbe un po' come metterti davanti al fatto che non sei stato/a "capace" di farti amare. C'è in gioco la tua autostima. Restare vuol dire per te lottare per ricreare le condizioni che possano far tornare la relazione a come era prima.

In entrambi i casi stai distorcendo le cose. Come faccio ad esserne così sicura?

Perché in entrambi i casi c'è una parte di te convinta che dal tuo modo di stare nella relazione possa dipendere il suo scegliere di restare o meno.

Questo non è possibile perchè ciascuno di noi può avere un'influenza limitata sulle decisioni dell'altro, ma gran parte delle decisioni dell'altro dipendono da lui, dalla sua storia, dal suo modo di vedere il mondo, dal suo modo di concepire le relazioni.

Ti faccio un esempio: se hai a che fare con un uomo/una donna che più si sente amato/a e più entra in ansia perché teme di diventare dipendente da una persona che lo ama (è tipico di molti uomini e donne controdipendenti), tu non puoi farci nulla. Probabilmente più ti percepisce innamorato/a e più si allontana, ma questo suo modo di essere non dipende da te. Detto diversamente: non importa quanto sopporti o quanto ti impegni, la sua visione non cambia.

Questo che ti ho fatto è solo un esempio ma vale per tutto: ciascuno agisce mosso prima di tutto da se stesso/a e in modo limitato dall'altra persona. La distorsione è quindi quella di credere che da te dipenda la riuscita della relazione.

Altro esempio: quando c'è un uomo/una donna problematico/a che attribuisce alle proprie sofferenze passate l'incapacità di legarsi (frasi tipiche: "non posso darti quello che vuoi", "meriti di meglio", "vorrei amarti come meriti" etc....) e dall'altra parte c'è una persona che risponde (credendoci davvero) cose del tipo: "insieme possiamo superare questi problemi".

Nessuna relazione da sola può curare ferite passate. Il rischio, però, è quello di ritenere che se si è abbastanza capaci di amare, l'altro si convincerà a fidarsi dandoci finalmente la relazione che desideriamo.

Una relazione è sempre fatta da due persone e quando è funzionale entrambe le persone camminano insieme.

Quando invece uno dei due, per mille motivi, si allontana, è importante fermarsi e guardarla da vicino quella distanza: vedere cosa succede, capire cosa davvero sta accadendo nella relazione per poter scegliere se realmente è ciò di cui abbiamo bisogno, o se ci stiamo solo illudendo che lo sia o che potrebbe esserlo.

Ricordati che fidarsi della propria esperienza e del proprio sentire è una bussola necessaria in qualunque relazione sana. Se stai bene è una relazione positiva. Se però stai male o ci sono momenti in cui quella relazione ti fa stare molto male, tieni conto che più vai avanti e più sopportare quel malessere sarà difficile.....anche se, come dicono molti/e: "i momenti belli sono talmente belli che pesano più dei momenti brutti". Anche il quel caso lì, alla lunga il dolore sarà più forte.

Impara anche a circondarti nella tua vita di persone positive, di amici, di cose che ti piacciono e di affetti. Una vita piena e soddisfacente renderà più gestibile e superabile la fine di una relazione.

 

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Fossati

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Bibliografia

  • U. Telfener (2006). Ho sposato un narciso. Castelvecchi editore
  • U. Telfener. (2018). Letti sfatti. Giunti editore.
  • E.M. Secci. I narcisisti perversi e le unioni impossibili.
  • M. Borgioni. Dipendenza

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