Il Romanzo del Trauma: le ferite su carta diventano cicatrici

Qual è la tecnica narrativa del trauma? Come puoi aiutare a far fronte allo stress post-traumatico? Scopri questo metodo.

9 FEB 2023 · Tempo di lettura: min.
Il Romanzo del Trauma: le ferite su carta diventano cicatrici

Il termine "trauma" deriva dal greco τραῦμα, -ατος, che significa "ferita", "rottura". Ma una pausa da cosa? Che si tratti di un terremoto, di un duello, di una violenza, di un incidente, di un'aggressione, chi subisce un trauma vive una profonda lacerazione tra un "prima" e un "dopo".

Da quel momento ci sarà un prima e un dopo nella tua vita. Prima che si verificasse quell'evento, probabilmente credevi che il mondo fosse giusto e che tutto avesse un significato. Poi all'improvviso ti senti come se non avessi più il controllo della tua vita e di ciò che sta accadendo intorno a te.

I nostri tempi sono cupi e pieni di pericoli, ma alla fine tutti i tempi sono essenzialmente gli stessi: finché c'è vita, c'è pericolo. Un trauma segna per sempre e lascia ferite profonde: perdita di controllo, la sensazione che questo evento si ripeterà, lampi che ci perseguitano, tutti fattori che hanno un grave impatto sulle nostre emozioni, sulle nostre percezioni e sui nostri comportamenti.

Ovviamente ogni problema viene compreso da chi lo vive come un'emergenza, ma nel caso di un evento post-traumatico l'emergenza si fa sentire ancora di più. Per questo il paziente che ha subito un trauma cerca più che mai una soluzione immediata e un sostegno in tempi brevi.

In che modo il trauma ci influenza?

Quando subiamo un trauma, il desiderio di allontanarci da ciò che ci fa male, ci spaventa o ci soffoca, è un sentimento ricorrente. Per molti l'idea di fuggire diventa spesso una strategia per sentirsi al sicuro altrove.

Questo è il motivo per cui nel disturbo post-traumatico iniziamo ad evitare tutte le situazioni legate all'evento traumatico, con l'intenzione di cancellare ogni traccia della nostra memoria. Tuttavia, questo può innescare una serie di evitamenti progressivi anche in situazioni o luoghi un tempo “neutri”, limitando sempre di più la nostra vita. Tutto è vissuto come una potenziale fonte di pericolo, quindi l'evitamento, come buon tentativo di soluzione, invece di ridurre la paura, la accresce.

Inoltre, secondo la persona traumatizzata, un altro modo per esorcizzare la paura è ricorrere molte volte all'aiuto degli altri. È ricorrente chiedere ad altri di accompagnarli in luoghi considerati “pericolosi”, chiedere frequentemente rassicurazioni e conforto o semplicemente essere ascoltati. Questa strategia, che a prima vista sembra efficace, da un lato mostra l'affetto delle persone che lo circondano, dall'altro, invece, mostra l'incapacità della persona che, delegando ad altri la gestione degli effetti del trauma , finisce per creare una vera e propria dipendenza, riducendo la propria autonomia.

Romanzo sul trauma

Perché usare il romanzo sul trauma?

La terapia breve suggerisce una principale indicazione per il trattamento di questo tipo di disturbi: il romanzo traumatico. Ma perché scrivere? Come dice una celebre frase di J. W. Von Goethe: "Scrivere la storia è un modo per sbarazzarsi del passato" e chi scrive il proprio dolore ha modo di lasciarlo scorrere lasciandolo sulla carta.

Questa tecnica, messa a punto da Giorgio Nardone, consiste nel chiedere al paziente di scrivere ogni giorno, come un racconto e nel modo più dettagliato possibile, tutti i ricordi del trauma passato: immagini, sensazioni, pensieri. Ogni giorno dovrai rivedere per iscritto quei terribili momenti, finché non sentirai di aver scritto tutto quello che c'è da dire.

Una volta scritto, dovrai evitare di rileggere e mettere tutto in una busta. Nella seduta successiva il paziente deve consegnare al terapeuta tutti i suoi scritti. Allo stesso tempo, alla persona viene prescritta una cospirazione del silenzio, cioè smettere di parlare del trauma e di quanto continui a condizionare la sua vita. Dovrai infatti riversare tutta la pressione del tuo disagio esclusivamente nel tuo romanzo traumatico.

Questa tecnica produce 4 effetti:

  1. Esteriorizzazione di tutti i ricordi, le immagini, i flashback invadenti, che, una volta trasferiti su carta, vengono progressivamente metabolizzati.
  2. Abitudine e familiarità con i ricordi traumatici, infatti rivedendo ogni giorno per iscritto il trauma, la persona lo cercherà attivamente e quotidianamente invece di subirlo e lo renderà sempre più familiare.
  3. Graduale distacco della paura, del dolore e della rabbia, che il trauma ha provocato, rievocando per iscritto il tragico evento quotidiano e collocando temporaneamente il passato nel passato.
  4. Rito di passaggio e superamento dell'evento traumatico, attraverso la consegna del romanzo al terapeuta.

Attraverso il romanzo del trauma, la ferita del trauma non scomparirà definitivamente. Nessuna ferita profonda abbandona il nostro corpo e lo stesso avviene con le nostre ferite interiori. Tuttavia ogni ferita, se curata, può divenire una cicatrice, permettendo alla persona di riappropriarsi della propria naturale capacità di resilienza. Accadono cose davvero brutte nel mondo, come la guerra, i disastri naturali, le malattie, ma da queste situazioni nascono sempre storie di gente comune, che fa cose straordinarie. Il corpo è un luogo di catastrofi naturali dove ogni giorno migliaia di cellule muoiono in silenzio. Ma è anche il luogo che produce qualcosa che nessuna altra parte dell'universo sa produrre: i sogni.

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Scritto da

Dott.ssa Deborah De Luca

Bibliografia

  • Cagnoni, F. Milanese, R. (2009). "Cambiare il passato: superare le esperienze traumatiche con la terapia strategica". Milano, Ponte alle Grazie.
  • Meringolo, P. Chiodini, M. (2016): "Che le lacrime diventino perle: sviluppare la resilienza per trasformare le nostre ferite in opportunità". Milano, Ponte alle Grazie.
  • Nardone, G. Meringolo, P. Chiodini, M.: "La resilienza: quando l'essere umano trae forza dalle sue sventure", in Psicologia contemporanea, maggio-giugno, 2017.

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