Il matrimonio è uno specchio per leggere le relazioni familiari

Estate tempo di sole, vacanza e di...matrimoni! Ma quali sono le sfide che si nascondono dietro a quel "...e vissero felici e contenti" tanto osannato dalle favole?  

24 LUG 2014 · Tempo di lettura: min.
Il matrimonio è uno specchio per leggere le relazioni familiari
I tempi sono cambiati, noi siamo cresciuti eppure vedendo le tante foto di matrimoni postate sui social network in questo periodo, ci sembra quasi di leggere sotto la didascalia delle favole: "...e vissero felici e contenti". E quanti di voi si chiedevano e continuano a chiedersi "e poi cosa succede"?

Succede che c'è da lavorare, che c'è un rapporto da costruire e (ri)costruire continuamente rilanciando di volta in volta il patto e l'impegno preso un tempo.

Ma qual è la più grande sfida che attende le giovani (più o meno) coppiette all'indomani del fatidico giorno?

La prima ci viene suggerita dallo stesso rito del matrimonio in cui, sebbene non sempre ci prestiamo attenzione, ogni gestualità è connotata di uno specifico significato simbolico. Durante tale rito, infatti, almeno in Europa Occidentale, il padre della donna "dona" la figlia allo sposo, cosa che simboleggia la partenza della stessa dalla propria famiglia di origine verso l'inizio di una nuova famiglia.

Con il matrimonio i confini e i legami con la famiglia di origine devono essere modificati dando priorità alla relazione a due. Questo passaggio può essere compiuto solo se è stato possibile sperimentare nella propria famiglia di origine intimità, ma anche sostegno per la propria autonomia da giovane adulto.

Per un matrimonio riuscito e soddisfacente occorre un certo sentimento di indipendenza accanto ad un sano senso di appartenenza verso i genitori.

Se non si è riusciti a costruire la propria identità adulta separata dai propri genitori si rischia di sperimentare disaccordo e conflittualità con il proprio coniuge o, molto probabilmente, si costituiranno relazioni distruttive con suoceri e altri parenti.

In queste relazioni saranno espresse, così, tutte le difficoltà sperimentate con i propri genitori ma celate e soprattutto non elaborate e risolte. Le lotte con i nuovi "attori" sono portate avanti al posto delle lotte con i nemici originari.

Erroneamente si potrebbe pensare, a quel punto, di aver fatto una scelta sbagliata, non reggere la rabbia, il dolore provato e agire una separazione illudendosi di trovare in futuro una persona che ci soddisfi appieno. Tale illusione ben presto rivela la sua natura con collezioni di relazioni piuttosto simili.

Sembra una stanza degli specchi senza via di uscita? In parte lo è. L'altro e la relazione con lui, proprio come uno specchio, ci rimanda alle nostre questioni originarie, ai dolori, ai conflitti sperimentati nelle relazioni con i nostri genitori, ai nostri limiti e alle nostre paure.

La via di uscita però c'è. Occorre smettere di correre e di urtare contro gli specchi per fermarsi ed utilizzarli per guardarsi e per scoprire importanti aspetti di sè.

Rimandare ai suoi originari attori le questioni del qui ed ora della relazione insoddisfacente, è parte del lavoro che si fa in psicoterapia quando una coppia chiede aiuto.

Colui che ci aspetta sull'altare forse non sarà il principe azzurro o la principessa delle favole, ma può essere molto utile per la nostra crescita e per condividere la nostra vita. 

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Scritto da

Dott.ssa Laura De Martino

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