Hiv e Aids : specificazioni e stereotipi sugli omosessuali

L'Aids è una malattia causata dal virus Hiv e si trasmette per contagio. Il passaggio del virus può avvenire tramite il sangue (anche mestruale o di tagli e lacerazioni) e la sessualità.

16 MAR 2020 · Tempo di lettura: min.
Hiv e Aids : specificazioni e stereotipi sugli omosessuali

L'Aids è una malattia causata dal virus H.I.V. e si trasmette per contagio.

Il passaggio del virus può avvenire tramite il sangue (anche mestruale o di tagli e lacerazioni), lo sperma, e le secrezioni vaginali.

Quindi si può trasmettere in vari modi:

  • rapporti sessuali con penetrazione non protetta da preservativo (vaginali, anali, orali);
  • passaggio di siringhe;
  • gravidanza, passaggio di oggetti che possono trasportare sangue da una persona all'altra (spazzolini, rasoi, ecc).

La persona contagiata dal virus può non avere sintomi per mesi, a volte anni, oppure scambiare i sintomi per una normale influenza, quindi proteggersi e fare un test è fondamentale.

Fare il test per l'Hiv

Per sapere se si è contagiati dal virus basta un prelievo del sangue.

Un test di primo livello va a rilevare gli anticorpi del virus Hiv. Di conseguenza se gli anticorpi sono presenti (quindi il corpo li ha creati perché ha rilevato il virus) il test sarà positivo, se non sono presenti invece sarà negativo.

Fondamentale è sottolineare però che essere sieropositivi all' HIV non significa essere malati di AIDS.

L'Hiv è il virus dell'immunodeficienza umana che causa l'aids, quindi quello che si contrae ad esempio dal rapporto sessuale che va ad attaccare il sistema immunitario e a deteriorare l'organismo poiché abbassa le difese immunitarie.

Se però la diagnosi di sieropositività è precoce, con i farmaci si può rallentare di molto la manifestazione specifica dell'Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita). Quindi la persona con HIV può vivere per anni senza la manifestazione di alcun sintomo, anche se il virus ci sarà per tutta la vita perché purtroppo non è mai eliminabile.

L'Aids invece è lo stadio finale del virus, quando il corpo ormai non riesce più a proteggere l'organismo nemmeno da infezioni secondarie.

Purtroppo il virus, come altre infezioni sessualmente trasmissibili, è tornato ad avere un forte impatto, soprattutto sui giovani che non utilizzano le giuste precauzioni e ancora vivono con l'idea che si possa contrarre solo da persone che danno una immagine di marginalità sociale e sessuale. In realtà le infezioni sono trasmissibili da qualsiasi "brava persona", pulita ed anche di elevato ceto culturale e sociale, se non ha usato precauzioni facendolo con qualcuno che aveva il virus.

Nei confronti di una errata percezione del rischio fa inoltre gioco il fatto che ancora persiste il vecchio concetto di "categorie a rischio" (Giommi, Perrotta, 1998), ovvero omosessuali, prostitute e persone che hanno fatto uso di droghe.

Mi vorrei soffermare sulle persone omosessuali, poiché spesso si crede che la malattia provenga da "loro" o si trasmetta soprattutto tra di loro.

Vediamo che in realtà i motivi per cui questa categoria soffre cosi tanto di questo rischio partono dai più banali, fino a quelli più strettamente psicologici e relazionali:

- minore uso del preservativo perché non vi è il rischio di incorrere in gravidanze indesiderate (uno dei motivi principali);

- rapporti orali non protetti in numero più elevato;

- incontri con partner occasionali (dovuti anche al fatto che i pregiudizi sull'orientamento sessuale creano ancora la necessità di incontri in luoghi/chat specifiche, con risvolti spesso solo a sfondo sessuale);

- accettazione ancora labile del proprio essere omosessuali con atteggiamenti di promiscuità sessuale improvvisi e minore attenzione all'uso di preservativi;

- in caso di rapporti tra due uomini, i rapporti anali sono più frequenti e a volte non protetti, e comportano un rischio di trasmissione di malattie maggiore e più elevato perché la mucosa anale è molto fragile e in tale pratica si possono creare delle microlesioni che facilitano il passaggio del virus;

*** In questo caso, si specifica che non è detto che la trasmissione dell'infezione sia solo di Hiv, ma che è possibile contrarre vari tipi di infezioni (tra cui sifilide, herpes, gonorrea, epatite o altre infezioni batteriche) crea un indebolimento del sistema immunitario, e quindi una maggiore facilità di contrarre l'Hiv.

- difficoltà di strutturazione di una immagine di sé positiva che quindi attiva sentimenti di svalutazione e mancanza di autostima, portando ad atteggiamenti autolesivi o autopunitivi che danneggiano quindi la propria salute e incidono in modo negativo sulla cura di sé.

Sono quindi molto importanti incontri a scopo educativo e consulenze sui rischi legati ai comportamenti sessuali, e in caso di sieropositività il sostegno alla persona e alla famiglia, poiché spesso le diagnosi arrivano in modo traumatico e non si sa come reagire e come continuare a vivere le proprie relazioni, come continuare un progetto di vita che permetta di stare bene e ritrovare un buon equilibrio psicofisico, oltre che affettivo ed emotivo. In realtà è importante ed è possibile avere progetti di vita a lungo termine e realizzarli nonostante il virus.

È fondamentale ricordarsi "chi sono io", e che io non sono solo il virus, e il virus non rispecchia il mio essere, ma una sola condizione.

Le strutture dove controllare se si ha in corso un'infezione, in modo gratuito e senza richiesta del medico di base sono i laboratori per malattie sessualmente trasmissibili (MST) dislocati su tutto il territorio italiano, facilmente reperibili tramite una ricerca in internet.

Inoltre si può effettuare il test negli ospedali o nei laboratori dei Centri Diagnostici, pubblici o privati, autorizzati.

Per conoscere il punto più vicino si può consultare ad esempio il sito "Uniti contro l'AIDS".

In ultimo, per non creare paure esagerate si sottolinea che L'HIV non si trasmette:

• attraverso lacrime, sudore, saliva, urina, feci, secrezioni nasali, vomito (purché non contaminati da sangue);

• la vita in comune con persone che ne sono affette, le strette di mano, i baci sulle guance;

• l'uso in comune di stoviglie, l'uso dello stesso bicchiere e la condivisione del cibo;

• l'uso di piscine, saune e luoghi pubblici, compresi i bagni, poiché il virus, al di fuori del corpo, muore velocemente

• la puntura delle zanzare.

Inoltre una persona sieropositiva che si sta curando, seguendo una terapia specifica, è molto più sicura di una che non lo sa e non presta attenzione, poiché, a volte, curandosi in maniera corretta si azzera il contagio.

Quindi non abbiate timore delle persone che vi confessano di essere sieropositive, apprezzate la loro sincerità, ascoltate il loro dolore e piuttosto chiedete a loro, parlando delle vostre paure, ciò che non sapete e quali sono i modi per non rischiare il contagio (nel caso sia possibile).

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Scritto da

Dott.ssa Giada Viprati

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