Creatività e pensiero divergente
Il pensiero divergente è alla base del pensiero creativo, inteso come capacità di trovare soluzioni alternative a un problema.

È difficile definire esattamente cosa sia la creatività e come nasca l’ispirazione. Il pensiero divergente cerca di spiegare come applichiamo la creatività e come possiamo imparare attraverso la sua applicazione.
Che cos’è il pensiero divergente
Si definisce pensiero divergente quel pensiero che permette di creare alternative possibili a una questione, che non preveda una sola soluzione possibile.
Ossia va al di là di quella che è la situazione di partenza: è un pensiero che esplora nuove direzioni e possibilità, portando così alla produzione di nuove idee.
In questo senso il pensiero divergente si avvicina alla creatività, poiché stimola l'ispirazione e la creazione di nuove possibilità.
Diverse forme di pensiero e ragionamento
Esistono diverse forme di ragionamento che ci permettono di arrivare a una soluzione di un quesito o un problema: per esempio c’è la connessione per analogie che cerca di utilizzare elementi appresi nel passato e applicare a una situazione non nota, ma analoga, appunto, nel presente.
Oppure vi è il pensiero induttivo, che cerca di analizzare le esperienze passate per trovare una regola generale che possa valere anche nel momento presente. La strategia opposta invece viene chiamata pensiero deduttivo, dove da una regola generale che fa da riferimento, cerchiamo di estrapolare indicazioni particolari che soddisfino le nostre esigenze nel presente.
A questi tipi di ragionamento si affiancano il pensiero convergente e il pensiero divergente. Mentre il pensiero divergente si caratterizza per apportare una soluzione nuova e creativa a un problema, il pensiero convergente si caratterizza per essere applicato a situazioni che permettono un’unica risposta plausibile e corretta, che rimane dentro i limiti imposti dalla situazione rispettando regole già definite e codificate.
Secondo la definizione del pensiero divergente e convergente, postulata da Guilford, nel 1967, questi tipi di pensiero potrebbero essere collegati all’apprendimento e in particolare il pensiero divergente sarebbe espressione di un pensiero artistico e creativo, mentre il pensiero convergente sarebbe espressione delle materie scientifiche.
Guilford Pensiero Divergente
Il pensiero divergente fu elaborato da Guilford nel 1967 ed è caratterizzato da alcuni elementi, in particolare:
- La fluidità: ossia la quantità di idee prodotte, senza fare riferimento alla loro qualità
- La flessibilità: ossia la capacità di passare senza “perdere il filo” da un’idea all’altra
- L’originalità: ossia la capacità di trovare idee insolite
- L’elaborazione: ossia la capacità di approfondire fino in fondo la propria idea
- La valutazione: ossia la capacità di valutare quale sia l’idea più pertinente allo scopo designato, tra tutte quelle pensate.
Questo tipo di ragionamento sembra derivare da un cambiamento di prospettiva sulla situazione e sulla sua visione complessiva, che dà adito così a nuove possibilità.
Questo pensiero è stato definito “pensiero produttivo” in contrapposizione al “pensiero riproduttivo”, dove il soggetto riproduce meccanicamente situazioni apprese nel passato attraverso forme di ragionamento anch’esse apprese.
Il pensiero produttivo si definisce pertanto attraverso un cambiamento del punto di vista della situazione, che genera una sua ristruttutazione e l’affacciarsi di nuove idee alla soluzione del problema. La componente creativa in questi casi gioca un ruolo fondamentale, perché permette di rompere gli schemi mentali con cui normalmente siamo abituati a elaborare le situazioni, per trovare nuove idee e proposte.
Bisogna sottolineare però che il pensiero divergente non è miglior del pensiero convergente, perché quest’ultimo può aiutarci a risolvere molti problemi in maniera strutturata e specifica, che è allo stesso tempo fondamentale in alcune situazioni. Il pensiero divergente e convergente sono due modi complementare di risolvere situazioni e problemi, e il soggetto deve essere in grado di attivare o uno o l’altro elemento a seconda della situazione.
Il problema è stato che fino ad adesso, nell’apprendimento e nella scuola, si è dato quasi totalmente spazio al pensiero convergente, senza considerare forme di “apprendimento divergente”, e anzi, in molte caso, non valorizzando i soggetti che sembravano possedere naturalmente un’atteggiamento “divergente”.
Processi psicologici ed esempi
Il pensiero divergente è un pensiero al quale non siamo stati educati, e che in qualche modo va sviluppato e riscoperto, anche se è comunque una forma di ragionamento di cui tutti siamo capaci.
Come abbiamo visto, il metodo educativo utilizzato finora a livello scolastico e di apprendimento si è basato sul pensiero convergente, il ché è ottimo, ma il pensiero divergente è un pensiero complementare che va introdotto nell’insegnamento, perché ci permette di creare punti di vista e idee nuove, sviluppando così anche il nostro spirito critico.
Alcuni esempi di domande che incentivano il pensiero divergente, potrebbero essere:
- - Se disponessi di un mattone e una penna, cose ne faresti? O con una spazzolino da denti e un bastone cosa inventeresti?
IL concetto è uscire dagli schemi del ragionamento logico, che ci dicono per esempio che la penna e il mattone servono solo a determinate funzioni, e andare al di là di queste definizioni, per scoprire nuove potenzialità.
Ci sono persone che riescono a rispondere con un’infinita di possibilità a queste domande, con idee ingegnose e originali, e che dispongono di un alto potenziale di “pensiero laterale”, secondo la definizione che ne dava Edward Bono (ossia la risoluzione di problemi attraverso l’osservazione da diverse angolazioni). Per attivare questo tipo di pensiero, possiamo fare riferimento ad alcuni processi psicologi. Vediamoli più da vicino!
La teoria della connettività
Le reti semantiche sono reti mentali di associazione che ci permettono di connettere, da qui appunto teoria della connettività, diversi pensieri tra di loro.
In particolare gli psicologi esperti in creatività parlano di persone con reti semantiche ripide e persone con reti semantiche piatte. Le prime dispongono di una tipologia di pensiero governata più dalla logica e dal pensiero lineare, mentre le seconde hanno reti mentali più flessibili e facilmente associabili, che permette di mettere in contatto cose che all’inizio sembrano non avere senso, ma che, poco a poco, iniziano a prendere forma portando a un’idea ingegnosa e innovativa.
Le reti semantiche piatte sono proprie del pensiero divergente. Ma ricordiamo che questi pensieri sono complementari, e potrebbe essere che dopo aver trovato un’idea nuova grazie a un pensiero divergente, sia necessario un pensiero convergente per svilupparla!
La teoria dell’emisfero cerebrale dominante
Esiste una teoria, o per meglio dire una credenza popolare, non ben verificata, che associa all’emisfero destro e all’emisfero sinistro del cervello, particolari proprietà.
In particolare ritiene che l’emisfero destro governi la parte più creativa e artistica, mentre l’emisfero sinistro è sede del pensiero logico. In realtà bisogna stare attenti a questi distinzione, perché quando stiamo pensando, che sia in modo convergente o divergente, utilizziamo tutte queste aree del cervello. La chiave del pensiero divergente è come colleghiamo e associamo, le idee una con l’altra. Si ritiene che le persone più innovative e ingegnose faccio uso di entrambi gli emisferi quando creano e non solo di uno, facendo uso di un “pensiero ad albero”.
Allenare la mente
Il pensiero divergente può essere una tipologia di pensiero alla quale siamo portati istintivamente, o può essere necessario allenare la nostra mente, per portarci verso un tipo di pensiero più critico.
Come abbiamo visto in precedenza il pensiero divergente, si caratterizza per fluidità (produrre tante idee), elaborazione (approfondire le idee che abbiamo creato), flessibilità (riuscire a passare da un’idea a un’altra tra diverse associazioni semantiche), originalità (produrre qualcosa di innovativo) e valutazione (valutare quale delle idee nuove pensate, può avere maggiori sbocchi), e sono proprio questo le aree che dobbiamo migliorare per poter sviluppare tale tipo di pensiero.
In particolare si possono utilizzare due tecniche, la sinettica e la tecnica Scamper, sviluppate rispettivamente dagli psicologi J.J. Gordon e Bob Eberle, per migliorare la nostra flessibilità di connessione o per essere innovativi.
La Sinettica è un termine coniato per indicare la connessione tra idee e concetti che a prima vista non hanno niente a che fare tra di loro. Come nell’esempio di cui sopra, potremmo prendere una penna e un mattone, e elaborare una teoria per la quale questi due elementi abbiano qualcosa in comune o un utilità da svolgere insieme. Questo esercizio richiede un’elevata attività mentale, però può essere facile da realizzare, perché possiamo noi stessi attribuirci dei concetti da elaborare.
La Tecnica Scamper invece, è indicata per allenare specificatamente il nostro pensiero e per trovare idee innovative attraverso una serie di domande e verbi d’azione che ci permettano di risolvere i problemi in modo creativo.
La tecnica Scamper è stata ispirata dalla tecnica più generale del Brainstorming di Alex Osborn. Da questa tecnica, Bob Eberle riprende le azioni (le cui iniziali formano poi appunto l’acronimo Scamper) per designare le domande da rivolgerci, una volta formulata un’idea:
- S: Substitute: sostituire (per esempio: che elemento della tua idea sostituiresti con un altro)
- C: Combine: Combinare (per esempio; con quale altro elemento combineresti la tua idea)
- A: Adapt: Adattare: (Per esempio: Come utilizzerebbero la tua idea in un altro luogo/paese/epoca)
- M: Modify: Modificare: (Per esempio: Cosa posso modificare per avere un impatto migliore)
- P: Put to other uses: Usi alternativi (per esempio; che utilizzo alternativo potrebbe avere)
- E: Eliminate: Eliminare: (per esempio; elimina qualche opzione per renderla più realzzabile)
- R: Rearrange: riformulare, trovare nuove ipotesi (per esempio cosa succederebbe se…)
Queste tecniche possono allenare la nostra mente a lavorare su diversi punti di vista per creare una visione completa su un avvenimento che considera ipotesi non necessariamente logiche e consequenziali.
Creatività, intelligenza emotiva e benessere
Secondo alcuni studi posteriori agli anni ’90 si sottolinearono due relazioni importanti tra il pensiero divergente e l’intelligenze emotiva da un lato e il benessere dall’altro.
In particolare gli studi di Goleman sull’intelligenza emotiva e il pensiero divergente, in primis, e altri approfondimenti in seguito, hanno messo in risalto l’imporatnza di sviluppare questo tipo di intelligenza unita a un pensiero più critico, per creare dosi maggiori di autoconsapevolezza e empatia, attività sociali e motivazioni, perché secondo Goleman, le emozioni sono alla base del comportamento umano.
Per quantro riguarda invece il benessere e il pensiero divergente, uno studio sempre degli ultimi anni, sottolinea come tale pensiero nasca più facilmente in condizioni di benessere fisico e mentale, per esempio quando siamo riposati o non soffriamo pressioni, ansia e stress.
Al giorno d’oggi, con lo stress e i doveri quotidiani ci chiamano all’ordine, potrebbe essere difficile essere aperti a nuove esperienze e punti di vista. Ma è qualcosa che ci dovremmo ricordare: vivere bene è importante per pensare meglio!
Creatvità e pensiero divergente: strategie didattiche nella scuola primarie e secondaria
Come abbiamo visto finora, è da poco che si sta rivalutando il metodo educativo, perché le strategie didattiche nella scuola primaria e secondaria si basavano su metodoogie e pensieri convergenti.
Ad oggi si sta valutando la possibilità di dare spazio al pensiero divergente per dare più spazio a valutazioni alternative, della realtà rafforzando lo spirito critico, invece di dare spazio solamente a risposte meccaniche e uniche.
In particolare i bambini sono stati abituati a pensare che esistano solo risposte “giuste” o “sbagliate” alle domande poste: le prime vengono ricompensate e le seconde penalizzate. Questo ovviamente scoraggia il bambino a trovare soluzione alternative, perché non sono valorizzate. L’insegnante, e le strategie didattiche, a seconda della materia e del momento, dovrebbero incoraggiare un tipo di pensiero divergente, che, attraverso il salto immaginativo, può produrre una risposta diversa da quella convenziale, ricordandosi che ciò non significa mancanza di accuratezza o razionalità (all’interno del pensiero divergente vi è sempre un momento di verifica e valutazione, che tende ad analizzare quale proposta sia più praticabile).
È vero che molto spesso la creatività può essere imprevedibile o il bambino può fare lo sciocco, invece di prendere seriamente una situazione, però è l’insegnante che dovrà capire con il tempo quando il bambino sta utilizzando un pensiero critico, o quando invece sta solo giocando per evitare di rispondere.
In ogni caso proibire a priori un ragionamento di tipo divergente, potrebbe non dare la possibilità ai bambini di creare idee nuove che potrebbero avere un valore importante sia nella loro formazione emotiva, che nella costruzione della realtà. Per questo rivedere alcuni paradigmi dell’educazione potrebbe riuscire a cambiare alcune strategie didattiche nelle scuole primarie e secondarie ormai obsolete.
Conclusioni: la creatività è l’intelligenza che si diverte.
Albert Einstein asseriva che “la creatività è l’intelligenza che si diverte”, ed è una frase che rappresenta tutto quello che abbiamo visto finora.
Nella nostra vita ci troviamo di fronte a tante situazioni e possibilità ed è importante che impariamo a risolvere e ad affrontarle attarverso tipi di ragionamento e pensiero complementari. A volte l’esperienza può darci risposte a domande, che sennò non sapremmo assolutamente come risolvere, e grazie al pensiero convergente potremmo davvero arrivare a scoprire nuovi mondi, con un metodo logico e consequenziale. Ma altre volte è necessario cambiare il punto di vista per risolvere una situazione o per risolvere un problema sconosciuto: in questo senso il pensiero divergente ci può venire in soccorso per tirarci fuori da un empasse logico.
I sistemi di apprendimento dovrebbero riconsiderare il loro approccio psicologico allo studio e all’educazione, per dare maggiore spazio a questo pensiero critico e creativo. Forse era proprio questo uno dei significati del famoso lemma di Steve Jobs “Stay Hungry, Stay Foolish”, ossia “siate affamati, siate folli”.
Imparare a ragionare fuori dagli schemi e dalla logica sequenziale, cambiare il punto di vista e trovare idee nuove, può riuscire molto spesso a sbloccarvi da situazioni e problemi in cui vi sentivate stagnanti.
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
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Che meraviglia il SAPERE ; eleva la mente e fa volare il cuore!!
Non posso che congratularmi con l'Autore dell'articolo in parola per la semplicità e scorrevolezza dello scritto, per la completezza dell'argomentare, per la dovizia di particolari tecnici e scientifici nonché per le tante correlazioni tra le tematiche affrontate. Il tutto in uno "scenario culturale" all'avanguardia certamente di aiuto e sostegno a chi, come chi scrive, é interessato professionalmente alla materia. Grazie!!! Prof. Avv. Michele Mario
Ottimo, grazie. Interessante capire poi, quanto di tutto ciò sia collegato all'apprendimento del linguaggio, nonchè sottintenda un rapporto con i cossidetti neuroni a specchio.