Autoerotismo e Porno Dipendenza 2.0

Come sono cambiate le abitudini sessuali degli uomini e delle donne? Vediamolo insieme attraverso quest'articolo.

27 GEN 2016 · Tempo di lettura: min.
Autoerotismo e Porno Dipendenza 2.0

L'autoerotismo ce l'hanno raccontato anche i cantautori: il limpido e sfacciato artista Lucio Dalla nella meravigliosa canzone Disperato Erotico Stomp oppure l'intramontabile Rino Gaetano tra le righe del testo Sei Ottavi: insomma fa parte della realtà e dell'immaginario di uomini e donne.

Partirei immediatamente da una distinzione: masturbarsi spesso – anche tutti i giorni – non è l'equivalente di avere un comportamento compulsivo, quindi una dipendenza.

La masturbazione compulsiva implica invece che la persona non riesca a fare a meno di questa condotta, che viene quindi ripetuta assiduamente, senza controllo, in assenza del raggiungimento di una vera soddisfazione.

La problematicità è data proprio dall'impossibilità di raggiungere una vera gratificazione psicologica, e la situazione può diventare paradossale: la stessa mancanza di appagamento diventa in realtà il motore che sostiene questo comportamento, generando un modo di fare che alla lunga può diventare ingestibile.

In questi casi le emozioni normalmente correlate sono la rabbia, l'insoddisfazione, il senso di inquietudine e la tristezza.

Alla difficoltà nel gestire tempi e frequenza dell'attività autoerotica deve associarsi un significativo disagio individuale o relazionale dell'individuo per poter ipotizzare la natura disfunzionale o patologica di tale condotta.

Anche se da un punto di vista clinico la Porno Dipendenza presenta i tratti di un disturbo psicologico, non è stata codificata nella più recente edizione del DSM V, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, riferimento internazionale per l'identificazione, la prevenzione ed il trattamento dei problemi psicologici.

L'esclusione della Porno Dipendenza dal Manuale Diagnostico è legata alla scarsa letteratura sul tema e agli studi clinici ancora troppo "deboli" statisticamente per accreditare e "certificare" un disturbo che, al di là dei criteri categoriali e quantitativi del DSM, è diffuso ed osservabile sul piano clinico.

Gli individui affetti da Porno Dipendenza (i soggetti sono prevalentemente maschi ma le donne sono in aumento), vengono completamente assorbiti dalle loro pratiche sessuali fino ad arrivare ad una vera e propria dipendenza come rimedio per abbassare la tensione.

Tradizionalmente la Porno Dipendenza si esprimeva attraverso l'utilizzo di riviste pornografiche e di videocassette porno; generalmente, il porno dipendente si procurava il "materiale", non senza rischi visto che il reperimento implicava una qualche forma di "visibilità" e di esposizione al giudizio altrui (edicolante, sex-shop, video shop etc.), lo utilizzava con il fine di raggiungere l'eccitazione e infine l'orgasmo attraverso il ricorso alla masturbazione.

L'avvento di Internet ha radicalmente rivoluzionato questo tipo di "rituale" sostituendolo con attività più pericolose e meno controllabili dovute alle caratteristiche stesse della rete che permette di utilizzare il materiale pornografico praticamente senza limiti (gratuitamente, a tutte le ore, in forma totalmente anonima).

La sua diffusione di massa è un fenomeno nuovo.

Sicuramente non siamo preparati, reagiamo in maniera imprevedibile a questa larga offerta di corpi nudi e atti sessuali filmati in tutte le forme possibili.

È possibile arrivare a parlare di masturbazione compulsiva se:

  • si spendono almeno 12 ore a settimana a guardare porno e toccarsi nel durante;
  • c'è perdita di controllo sul comportamento, in altre parole, pur promettendo a se stessi di smettere di guardare film porno e dire addio alla masturbazione, non riescono a farlo;
  • sono presenti risvolti negativi derivanti dalla pratica masturbatoria, ovvero problemi lavorativi o di salute, disturbi di relazione, ma nonostante ciò non si riesce a smettere;
  • c'è ossessività, in altre parole, la testa sempre piena di pensieri orientati sul toccarsi e sulla ricerca di porno.

I "masturbatori compulsivi" hanno la tendenza ad utilizzare la masturbazione per allontanare le esperienze sgradevoli.

Come la maggior parte dei tossicodipendenti, questi individui spesso lottano contro disturbi psicologici quali: ansia, depressione, bassa autostima, traumi irrisolti etc.

Visionare filmati per adulti e masturbarsi, sarebbe dunque un modo per fronteggiare lo stress e alleviare il proprio disagio emotivo.

La possibilità che il consumo di materiale pornografico danneggi la salute sessuale maschile per le ricadute di quest'abitudine sulla vita intima (impoverimento dell'immaginario, rischio di dipendenza e conflitto di coppia) costituisce un problema di ordine non solo psicologico e relazionale, ma anche medico.

Il danno derivante dal consumo continuativo di pornografia online infatti è anche fisiologico e si ripercuote sulla salute sessuale provocando deficit erettivo, calo anche drastico della libido, disturbi dell'eccitazione e dell'eiaculazione, danni fisici infiammazioni ed irritazioni.

Il risultato è un quadro composto da incapacità di eccitarsi con un partner in carne e ossa, eiaculazione ritardata, difficoltà o impossibilità a raggiungere l'erezione utilizzando una stimolazione diversa dalla visione di materiale pornografico.

Ad ogni fruizione di immagini o video porno si verifica un picco nella produzione di dopamina (un neurotrasmettitore) nel cervello, che innesca il meccanismo responsabile dell'erezione.

Col tempo il cervello si "desensibilizza" e non risponde più come prima alla dopamina, così l'erezione è raggiungibile solo aumentando la stimolazione perché la dopamina non esercita più lo stesso effetto sulle vie nervose.

Esattamente come per tutte le altre dipendenze, è necessario incrementare l'utilizzo della sostanza (in questo caso, il consumo di immagini e video sempre più estremi) per raggiungere il risultato che inizialmente era raggiungibile con basse dosi.

La dopamina è il neurotrasmettitore che sta dietro alla risposta: "Lo voglio!" ed è dietro qualunque motivazione. Senza di essa non c'importa di corteggiare, raggiungere il piacere, neanche di mangiare. Quando il livello di dopamina cade, altrettanto fa la motivazione.

La dopamina è responsabile anche dei comportamenti di dipendenza e, quindi, del fatto paradossale che in questi casi il cervello diventa meno sensibile e più disperato perché ne vuole di più.

Judith Reisman, infine, autrice di The Psychopharmacology of Pictorial Pornography (La psicofarmacologia delle immagini pornografiche) qualifica la pornografia come "erotossina".

"La pornografia agisce sul cervello come una droga - è una droga. Guardare video hard infatti rilascia una dose di adrenalina che viene assimilata dal corpo, oltre a una secrezione di testosterone, di ossitocina, di dopamina e di serotonina.È un cocktail di droghe. La pornografia è un eccitante estremamente potente, che provoca euforia".

Nel 2007 è stato pubblicato uno studio decennale di neurologia applicata all'uso della pornografia, condotto dal ricercatore Mark B. Kastleman e che similmente conclude definendo l'abuso di pornografia come "una dipendenza da droga/sostanze", specificando che "la pornografia in internet causa il rilascio di un flusso di potenti sostanze neurochimiche nel cervello, virtualmente identiche alle droghe sintetiche"

Quali sono le cause?

Ognuno di noi è diverso dall'altro. Magari si inizia da un evento isolato, scaturito un periodo in cui non si ha un partner e poi lentamente, col passare dei mesi o degli anni, si scivola nel circolo vizioso e ci si ritrova a cercare compulsivamente materiale hard sul web ogni giorno.

Spesso la noia gioca un ruolo importante, si ricercano stimoli, passatempi, svaghi e i siti porno sono molto attivanti.

Altri fattori, più profondi, riguardano tratti di personalità: nevroticismo, immaturità affettiva o personale, maltrattamenti fisici o sessuali subiti in passato, esperienze emotive spiacevoli vissute, storie di vergogna, trascuratezza o rifiuti affettivi, incapacità ad affrontare le proprie emozioni negative o a vivere i propri vuoti o le proprie sofferenze emotive.

Tutti noi ne abbiamo, solo che molti si rifugiano in attività protettive di vario tipo (gioco, droga, alcool, divertimento sfrenato, cibo, porno, ecc.) per non rimanere mai soli con se stessi, coi propri pensieri, le proprie emozioni e il proprio mondo interno. La masturbazione compulsiva con visione di siti porno diventa un'attività sostitutiva per non pensare, per tenere alla larga pensieri o emozioni sgradite.

Cosa si può fare?

Disintossicarsi!

Anche se può essere difficile rinunciarvi completamente, chi si riconosce nel problema descritto e vuole recuperare una vita sessuale normale, non ha altra scelta che smettere di utilizzare la pornografia e la conseguente masturbazione almeno per un periodo che va dalle 6 alle 12 settimane. Senza l'assidua frequenza ai siti porno si permetterebbe al cervello di resettarsi e "disintossicarsi" dalla pornografia.

È molto importante cercare di ripristinare un'immagine del sesso e della sessualità più realistica, imparando a recuperare e valorizzare anche gli aspetti emotivi a essa legati.

Generalmente le aree d'intervento per "curare" la pornodipendenza sono quattro: individuare le emozioni in gioco, ricostruire la stima di sé, ritessere i legami con gli altri (in particolare con le donne), reintrodurre progressivamente una reale vita sessuale.

Quando una persona che ha sviluppato una dipendenza da porno online smette, inizia a sperimentare, dopo circa una settimana, un periodo dove il desiderio sessuale sembra scomparso del tutto. È facile comprendere il disappunto che può sorgere quando la mente vuole, ma il corpo non reagisce.

Il periodo può durare settimane o mesi e può essere difficile, senza un supporto specialistico, mantenere il coraggio e la motivazione per perseverare senza ricadute.

Durante il periodo di "disintossicazione" e il recupero della normale funzionalità dell'erezione e del desiderio, vi sono numerosi fattori che possono contribuire al successo o al fallimento: la motivazione al cambiamento, il numero di orgasmi, la masturbazione (senza video porno), la qualità delle fantasie sessuali che si hanno, il tipo di relazione che si mantiene con il partner, il metterlo o meno al corrente del processo che si sta attraversando, le ricadute e così via.

La cura consiste nell'identificazione delle problematiche affettive, cognitive e relazionali sottostanti all'insorgenza della patologia e mira alla conquista di una vita sessuale e di relazione sana, rappresentata dalla condivisione con il proprio partner dell'affetto, delle emozioni e dei pensieri, per un piacere del corpo e della mente.

Per tutti questi motivi - e altri ancora - l'ausilio psicologico/psicoterapeutico può rivelarsi decisivo per il recupero di una sessualità piena, soddisfacente e normale.

Bibliografia

Giuseppe Lavenia, "Internet e le sue dipendenze. Dal coinvolgimento alla psicopatologia", Franco Angeli Editore 2012 Milano;

Judith A. Reisman, Ph DThe Psychopharmacology of Pictorial Pornography: Restructuring Brain, Mind & Memory & Subverting Freedom of Speech" 2003

Cantelmi T. & E. LAMBIASE (2005), La dipendenza da cybersesso. Dall'uso ricreativo a quello patologico delle attività sessuali online, in: "Psicotech", 3, 2: 7-28.

Fenelli A. Lorenzini R., Clinica delle disfunzioni sessuali. Ed. Carocci 1991

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Scritto da

Dott.ssa Roberta Di Placido Psicologa Psicoterapeuta

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