Anoressia Bulimia e Obesità patogena

Fame D'Amore: La sofferenza psichica è talvolta più devastante di quella fisica poichè spesso non può essere riconosciuta da chi ci è accanto.

5 OTT 2015 · Tempo di lettura: min.
Anoressia Bulimia e Obesità patogena

Il corpo, a volte, diventa il luogo in cui esprimere un disagio: ciò che è interno, una sofferenza profonda, diviene esterno e manifesto. Accade nel caso dei disturbi alimentari che si "servono" del corpo per comunicare un dolore interiore.

In più del 90% si tratta di persone di sesso femminile: ragazze prevalentemente tra i 12 e i 25 anni ma anche donne adulte. Negli ultimi anni il fenomeno riguarda anche gli uomini.

Non devono essere scambiati per "malattie dell'appetito", si tratta di disagi psicologici profondi.

Attraverso il rapporto con il cibo, negato, cercato e poi rifiutato o ingerito in quantità smodata esprimono in modi diversi uno stesso bisogno: una disperata fame d'amore.

L'ANORESSIA

Si manifesta in modo molto evidente: il corpo, scarno e denutrito, diviene una tela su cui dipingere l'immagine di un dolore interiore, un disagio che le parole non possono esprimere.

LA BULIMIA

Un pozzo buio e profondo da riempire di quanto più cibo passabile: ecco cosa vive dentro di se una persona malata di bulimia.

Il bisogno di colmare il vuoto interiore, in questo caso, è disperato, più forte della volontà di chi soffre e costringe a mangiare in modo eccessivo.

Nella bulimia s'instaura con il cibo una dipendenza paragonabile a quella che si ha con la droga.

Dopo aver mangiato, però, si è vittima di un senso di colpa devastante e sembra che l'unica soluzione sia tornare indietro, rifiutare ciò che è stato assunto.

Così si comincia con il calvario del vomito autoindotto che segue ad abbuffate segrete o notturne, in un circolo vizioso dal quale si ha l'impressione di non poter uscire.

La bulimia, al contrario dell'anoressia, lascia nel corpo segni meno evidenti, per questo è più difficile da riconoscere.

L' OBESITA' PSICOGENA

Se si esclude quella che è conseguenza di disfunzioni metaboliche, anche l'obesità si associa a fattori psicologici, per questo viene definita psicogena.

E' una vera e propria malattia sociale che riguarda un numero sempre maggiore di persone di ogni età, anche bambini.

Come nella bulimia, anche nell'obesità psicogena, si è di fronte ad una dipendenza, cambiano solo le modalità.

Il cibo è scelto con cura e assunto fino ad aumentare di peso in modo spropositato.

Viene inconsciamente considerato una soluzione magica alle difficoltà di vivere, un anestetico rispetto al dolore che si ha dentro.

Nell'obesità psicogena, l'adipe rappresenta una specie di barriera difensiva per proteggersi dalla propria depressione.

I disordini alimentari spesso convivono con altre sintomatologie.

Ecco le più frequenti:

DIPENDENZE DA SOSTANZE

Alcol, droghe, farmaci. Anche in questo caso la sostanza rappresenta una soluzione illusoria rispetto a problematiche angoscianti. Nei suoi confronti si ha un atteggiamento ambivalente: droghe, alcol, farmaci, cibo sono amati e odiati.

Ogni giorno si promette a se stessi di smettere senza però riuscirci e ogni fallimento getta in una depressione sempre più profonda.

1. DEPRESSIONE

In genere i sintomi sono una perdita d'interesse in ciò che si fa e una riduzione dell'energia accompagnante ad alterazioni del sonno e dell'appetito.

Prevale un senso di disperazione e possono presentarsi anche pensieri di morte.

2. DISTURBI D'ANSIA

In questo caso l'ansia raggiunge un limite eccessivo, tramutandosi quasi in angoscia.

La manifestazione più evidente è l'attacco di panico: palpitazioni, sudorazione, tremore, vertigini, o fastidio al petto.

Spesso si associa all'agorafobia, la paura di trovarsi in mezzo alla folla, e arriva ad impedire le relazioni sociali.

COSA RACCONTANO?

"L'essenziale è invisibile agli occhi" rivela la volpe al Piccolo Principe nel romanzo di A. de Saint-Exupery.

Allo stesso modo i comportamenti alterati dell'alimentazione sono solo ciò che appare e nascondono l'essenza del problema: un dolore interiore, una sofferenza che gli altri difficilmente vedono o comprendono.

Nell'anoressia, bulimia e obesità psicogena il pensiero ossessivo del cibo protegge la mente da un groviglio di emozioni come la paura, la rabbia, il desiderio, di fronte alle quali ci si sente fragili e vulnerabili.

I disturbi dell'alimentazione raccontano un malessere interiore e profondo.

Un dolore nel quale chi soffre si sente intrappolato.

perdite affettive importanti, abbandoni, e altri eventi traumatici infantili: il cibo diventa l'anestetico che permette di non sentire la sofferenza, un'auto cura per non pensare.

In questo modo, però, il dolore permane e la vita non viene vissuta.

QUALI SONO GLI EFFETTI?

Anoressia, Bulimia, Obesità colpiscono duramente il corpo, procurando conseguenze serie alla salute.

L'anoressia attacca in modo aggressivo il corpo nelle sue funzioni vitali e può portare danni molto gravi come insufficienza renale, alterazioni cardio-vascolari, perdita di capelli e dei denti.

Spesso si verifica il blocco del ciclo mestruale che, se permane a lungo, può causare l'osteoporosi.

Anche la bulimia ha conseguenze devastanti sulla salute di chi ne soffre.

Il vomito auto-indotto causa problemi gastrici e l'erosione dello smalto dentale.

Altri effetti sono la disidratazione e l'ipotalassemia che possono danneggiare il cuore.

Nell'obesità psicogena insorgono patologie cardiocircolatorie e malattie metaboliche come il diabete.

Possono essere seriamente compromesse anche la capacità di memorizzazione e di concentrazione.

Di anoressia, bulimia e obesità si può morire.

COSA FARE?

Ci sono due strade: si può continuare a portarsi dentro il proprio fardello di dolore e morire giorno dopo giorno.

Oppure si può scegliere di liberarsi dalla sofferenza e tornare a vivere.

È una realtà: tante persone sono guarite e altre in questo momento stanno facendo un percorso di guarigione.

Ma come quando ci si frattura un braccio non ci si può curare da soli, così se si soffre di disturbi alimentari è fondamentale ricorrere a degli specialisti.

Il primo passo è vincere il senso di colpa e la vergogna che paralizzano e imparare a chiedere aiuto.

Poi si comincia un percorso di cura che aiuta chi soffre ad elaborare le cause della propria sofferenza ripercorrendo le tappe della vita alla ricerca di un'identità perduta.

Non è una magia quella che porta alla guarigione: è un cammino a volte faticoso ma ne vale la pena.

È un investimento per un futuro felice.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott.ssa Mara Saccone

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su bulimia

PUBBLICITÀ