Buonasera,sono una ragazza di 28 anni,scrivo per il mio compagno a cui hanno diagnosticato un disturbo narcisistico di personalità.
Il mio compagno era da un po' che diceva di non sentirsi bene e di sentire dentro di sè che c'era qualcosa che non andava,era convinto di soffrire di depressione,invece ha ricevuto questa diagnosi dallo psichiatra.
Scrivo per chiedervi quale terapia potrebbe fare,dato che si rifiuta di avere questo problema perché non vuole fare del male a nessuno,soprattutto a me che sono la persona che ama.
La situazione è questa,la sua difficolta principale è mettersi in discussione e mettere in dubbio le sue convinzioni,con me parla tanto,si apre su argomenti di cui dice che non ha mai parlato a nessuno e che lo fanno soffrire e infatti si mette sempre a piangere dicendo che non si sente capito da nessuno nella sua sofferenza tranne che da me,non so cosa faccia io per farlo sentire capito tranne che ascoltarlo e avere rispetto della sua sofferenza e non giudicarlo,io purtroppo non avendo le competenze adatte posso solo ascoltarlo e provare a immedesimarmi in lui e in questa sua natura così complicata,mi riesce difficile perché ha una visione del mondo e della vita tutta sua,a mio parere abbastanza distorta,visto che la maggior parte delle cose che dice da esterna posso dire che non sono vere,ma appunto,gli riesce difficile cambiare prospettiva,tanto che si innervosisce e io a quel punto non lo faccio continuare a parlare,anche perché certe volte quando si apre in maniera profonda gli vengono gli attacchi di panico. Infatti lo psichiatra gli ha dato un ansiolitico soffre di una forte ansia.
Dato che dice che provare a riflettere sulle sue convinzioni sente che è una cosa più grande di lui oltre che voler capire meglio il suo problema e comprendere meglio la sua natura (dice che non sa nemmeno chi è lui veramente),che percorso terapeutico potrebbe fare?
Io rimango con lui perché mi chiedevo se intraprendendo una terapia lo psicologo potrebbe aiutare anche me a come stargli vicino.
La sofferenza come potrete immaginare é stata grande,la sensazione di non fare mai abbastanza,di chiedersi se sono io quella sbagliata e di avere la sensazione di riempire un pozzo bucato o un pozzo senza fondo.
Lui dice di sentire dentro di sè un grande vuoto e di sentirsi senza forze,svuotato.
Mi piacerebbe stargli vicino ma nel modo giusto.
Grazie per avermi letta e per le vostre risposte.
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11 FEB 2022
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Eris,
mi arriva tutta la vostra sofferenza, chiaramente occorre un supporto psicologico al suo ragazzo, il quale dovrà rivolgersi direttamente da uno specialista, magari anche per sfatare la diagnosi, che molte volte sembra quasi una condanna; inoltre le consiglio anche di seguire un percorso, sicuramente con lo stesso terapeuta che saprà accompagnarvi verso un grado di coscienza differente nel singolo e comune nella coppia. Il tipo di intervento psicologico da utilizzare è sicuramente di base analitica con un approccio anche mente-corpo.
10 FEB 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Eris,
mi permetto di dirle che, come ben riconosce nell’ultima parte del messaggio, lei può lavorare su se stessa, e poco può fare per il suo ragazzo (niente di più di quello che già non fa, che potrebbe essere anche da rivedere); in senso terapeutico, dev’essere lui ad essere abbastanza motivato per chiedere aiuto e lasciarsi, appunto, aiutare purtroppo. Ad ogni modo, Se così fosse, consigliere un approccio cognitivo comportamentale, molto conciso e pratico.
Ma in tutto questo c’è lei che, a sua volta, si trova a vivere difficoltà, con pensieri e sensazioni svalutanti rispetto a se stessa. C’è da fare molta attenzione su questo, perché il problema non è solo di chi lo porta, ma, inevitabilmente, c’è disagio e sofferenza anche in lei, da non sottovalutare.
Le consiglio di intraprendere un percorso mirato con un professionista, in modo da lavorare su quanto alimenta il suo sentirsi così, quindi anche sulle cause e l’origine, ma soprattutto su come agire per vivere la sua vita e questa relazione in modo funzionale, appagante e sereno.
Io resto a sua disposizione per aiutarla.
Augurandole il meglio, le invio un caro saluto!
10 FEB 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Eris cara,
sono vicina a te, al tuo compagno e alla vostra relazione. Quando emerge la consapevolezza di un disturbo di personalità si fa i conti con ferite emotive profonde ed antiche, con un modo di funzionare che si è settato nel tempo in difesa di questi dolori e che a un certo punto della vita si disallinea con il nostro Sè autentico, tanto da provocare un malessere diffuso. Le psicoterapie che si possono intraprendere sono moltissime, ciascuna ha un proprio modo di leggere e trattare i disturbi di personalità, anche se a mio avviso ciò che realmente è terapeutico è la relazione. L'alleanza tra terapeuta e paziente crea un'esperienza risanatrice e riparatrice, in quella relazione autentica e profonda si scoprono quali sono le lacerazioni che hanno portato ad assumere una rigida struttura di personalità e di lì si lavora insieme per abbandonare tale involucro e nutrendo il Sè autentico. Ovviamente la sofferenza delle persone che sono accanto a chi vive la consapevolezza di tale disturbo non è di minor conto, anzi, comprendo quanto tu ti senta impotente, disorientata e "disarmata", per questo ti consiglio di affidarti alla guida di un terapeuta che possa sostenerti nell'affiancare il tuo compagno verso questo percorso. Anche la tua sensazione "di non fare abbastanza", cela in sè un mare di pensieri ed emozioni che devono essere compresi e ascoltati. Io, cara, sono quì a tua disposizione qualora volessi parlarne più approfonditamente.
Ti abbraccio forte, un caro saluto.
Dott.ssa Guercioni Clarissa
10 FEB 2022
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Eris,
Dalle sue parole emerge la sofferenza che descrive per il suo partner. Sarebbe opportuno per lui intraprendere un percorso con un terapeuta psicoanalitico per sondare insieme le origini del malessere e lenirlo.
Data la sua sofferenza potrebbe valutare anche lei un sostegno psicologico per prendersi cura della sua parte ferita.
Resto a disposizione anche online per un consulto, un caro saluto
Dott.ssa Francesca Dipierri
10 FEB 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Eris, mi spiace per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che voi possiate richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutare ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
