Buongiorno, ho ricevuto questa diagnosi, però non ho capito molto.
Poi ho notato una certa avversione nei miei riguardi da parte di psicologi e psichiatri. Diciamo che io sto benissimo e sono andata in terapia per la paranoia soltanto. Quando dico che mi sono rivolta per la paranoia, rimangono tutti allibiti, come se non fosse un motivo plausibile e non capisco perché. Fortunatamente ho trovato una psicologa che non ha tutta questa remore nei miei confronti e che non mi mette a disagio. Lei mi accennò solo che ero narcisista, ma non mi disse altro e mai mi ha fatto la diagnosi, che invece ho ricevuto in un altro centro. Ora non so se mostrarle questa relazione perché temo che possa diventare razzista nei miei confronti, quando momentaneamente il rapporto va bene.
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19 GEN 2021
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Cara Giulia, immagino come sia stato spiacevole sentirsi etichettata e giudicata. Non si faccia frenare da questa brutta esperienza e sia completamente sincera con la sua psicologa attuale: potrebbe essere utile ad entrambe valutare assieme la relazione di cui parla assieme ai vissuti che qui descrive. Un caro saluto
18 GEN 2021
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Gentile Giulia,
mi dispiace molto che abbia avvertito una certa avversione nei suoi riguardi da parte della categoria a cui appartengo. Purtroppo, capita spesso che, ragionando per "etichette diagnostiche" (che servono a noi professionisti per agevolarci nei confronti), si finisca per perdere di vista le caratteristiche e l'unicità della persona che si ha davanti. .
Non abbia timore di mostrare la diagnosi ricevuta alla psicologa che la sta seguendo. La conoscenza pregressa di Lei e della sua situazione, avvenuta tramite le sedute insieme, unita al rapporto terapeutico che avete costruito, saranno sicuramente abbastanza forti da non rischiare di essere compromessi. Inoltre, probabilmente, considerato il fatto che la professionista che la segue le aveva accennato a questa diagnosi (così si evince dalle sue parole) probabilmente è già a conoscenza del quadro diagnostico.
Cordiali saluti
18 GEN 2021
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Salve Giulia,
capisco perfettamente la tua diffidenza a causa delle precedenti esperienze negative, ma una buona relazione terapeutica necessita di fiducia reciproca e dell’affidarti alla terapeuta.
Raccontale senza indugio della diagnosi che hai ricevuto, sono certa che saprà accoglierla senza nessun giudizio ed anzi questo piccolo passo sulla fiducia rafforzerà la relazione terapeutica.
Ti auguro buona vita.
Dott.ssa Margherita Longo