Sono davvero una brutta persona??
Per favore, so che è lungo, ma vi chiedo di leggere e aiutarmi.
Mi chiamo Diana, vivo in un paese abbastanza piccolo, attualmente frequento le superiori.
Alle elementari venivo sempre esclusa dai giochi, e stavo sempre e solo con la mia migliore amica. Ci escludevano perché dicevano che eravamo troppo brutte, io non avevo le forze per difendermi, quindi non lo facevo.
Alle medie, la "bulletta" che era al capo di tutto questo cambiò scuola, e la situazione circa migliorò, anche se ancora non ero ben gradita. Ma ero davvero stanca di subire prese in giro da loro, o di essere esclusa, così cominciai a trattarli male, a chiudermi in me stessa. Non sorridevo mai, la professoressa spesso lo faceva presente, ma io mi arrabbiavo con lei che pretendeva da me sorrisi che non mi sentivo di esprimere. Passavo i pomeriggi a casa ascoltando musica e piangendo.
I miei genitori non mi hanno mai sostenuta, mia madre è una donna all'apparenza forte, il suo vissuto è stato però privo di assunzione di responsabilità, ogni qualvolta inciampava, mio nonno la rialzava e le dava la strada spianata, così lei proseguiva senza mai capire come un giorno avrebbe potuto fare da sola a rialzarsi una volta inciampata.
Mio padre invece naque in una famiglia contadina, sua madre e suo padre morirono a pochi anni di distanza, così da subito dovette imparare a cavarsela. Iniziò a lavorare. Mia madre e mio padre si conobbero molto giovani, e giovani si sposarono. Ma loro in comune non hanno mai avuto proprio niente, non avrebbe mai potuto funzionare un matrimonio fra una donna che non sa assumersi responsabilità, e si sente ancora una ragazza che ama solo fare baldoria ed un uomo devoto al lavoro più di qualsiasi altra cosa. Ed infatti, ebbero me e mio fratello e i genitori non furono mai bravi a farli, ne prima ne ora. Mia madre come consuetudine, lasciò ai miei nonni l'incarico di crescerci, infatti sono cresciuta praticamente con loro. Mio padre invece continuò a lavorare devotamente senza badare alla sua famiglia, senza darci attenzioni affetto, banalmente senza nemmeno conoscere i figli che aveva generato.
Ci fu discordia tra di loro, perché mio padre si sospettava tradisse mia madre, e lei pensò bene di sfogarsi con me.
Quasi tutti i giorni mi parlava di mio padre e dei suoi sospetti sul tradimento, ed io la ascoltavo e le davo consigli, questo fra 10/12 anni. Litigavano molto spesso anche sulla gestione sei soldi, ed anche lì cercavo di aiutarli perché mio nonno mi ha sempre insegnato l'importanza di questi e fin da piccola mi ha spiegato come si fa a gestirli.
Alla fine, mia madre aveva ragione, mio padre la tradiva, dopo molto tempo, lei si è decisa a lasciarlo.
È stata molto male perché lo amava, ma dopo un periodo di tempo, ha cominciato a riscoprire la sua parte adolescente e ha cominciato ad uscire sempre e fumare.
Questo non mi andava bene, per niente, non volevo fare la madre di mia madre ancora per molto, e non volevo che spendesse i soldi miei e di mio fratello (cioè quelli che ci dava mio padre) fumando o nei locali (perché lei è disoccupata e per orgoglio non ha accettato il mantenimento da mio padre) così mi sono trasferita dai miei nonni, e molto spesso mi trovo a litigare con mia madre perché mi dia i soldi dovuti. Mio padre non lo sento più, con mia madre cerco di non parlare quasi mai, perché mi da fastidio, mi da fastidio il suo fare adolescenziale a 40 anni, quando dovrebbe fare la madre. Perché avere bambini non vuol dire avere un giocattolo.
Perché ho parlato di tutto questo? Perché penso che prima di parlare di me, fosse necessario capire la mia storia, perché tutti i giorni mi trovo davanti a persone che mi giudicano, pur non sapendo la mia storia.
In realtà, non so quale siano le caratteristiche che meglio mi contraddistinguono, non lo so perché ogni giorno ne sento molte, e quelle che penso io potrebbero risultare inadatte. Non so chi sono, so però che mi sento una brutta persona, o almeno ho il dubbio di esserlo, perché tutti lo dicono, e se lo dicono tutti ci sarà un motivo, forse sono davvero io il problema. Con i miei coetanei non mi trovo spesso a parlare, perché loro mi innervosiscono, sono molto selettiva, e mi rendo conto che forse sono anche troppo diretta e sarcastica in ciò che dico. Se c'è qualcosa che trovo ingiusto, non riesco a stare zitta, non ci riesco proprio, mi da fastidio vedere persone che se ne approfittano dei più deboli, e questo a molti da fastidio. Nel paese piccolo dove vivo, si ci conosce un po' tutti, e beh si mi conoscono, ma in negativo, perché in passato ho litigato con una persona che li conosce ed amico di tutti loro. Ma le loro amicizie non sono vere, sparlano tutti l'uno dell'altro, e questo mi genera un ansia e una paura profonda delle persone. Davvero dovrei avere più amici se poi tutti si comportano così? Le persone fanno paura, davvero, fa paura non sapere cosa davvero pensano e provano, fa paura pensare a tutte le cose brutte che dicono di me alle spalle o che potrebbero dire, persino se fossimo amici. Io mi sento sola, sebbene qualche amico lo ho, ma ad ogni modo, non riesco a non vederli con un occhio di diffidenza. Le uniche persone di cui mi fido ciecamente sono il mio ragazzo e la mia migliore amica, gli unici di cui non ho paura, perché mi hanno davvero mostrato ogni parte di loro stessi, e so di conoscerli davvero.
Dopo tutte queste parole la domanda sorge spontanea, perché sto realmente scrivendo tutto questo?
È che io non lo so. So che mi sento male, so di non sapere chi sono, e quali caratteristiche usare per descrivermi. Vorrei solo non sentirmi male e decidere chi sono. Mi rendo conto che a tutto ciò non ci possono essere risposte semplici, che è qualcosa di davvero complicato, accetto il non avere nessuna risposta, perché se così sarà almeno mi sono sfogata in qualche modo. Ma per favore, se dovete rispondere dicendomi di prenotare una visita non fatelo, mi farebbe proprio male. Perché so che è la cosa più giusta, ma attualmente non ne ho la possibilità. Mi va bene qualsiasi cosa, qualsiasi punto di vista che magari non ho preso in considerazione. Se qualcuno si prenderà briga di rispondere, o si è preso briga di leggere, ringrazio dal profondo del cuore.