Sono davvero una brutta persona??

Inviata da Diana · 24 mag 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Per favore, so che è lungo, ma vi chiedo di leggere e aiutarmi.
Mi chiamo Diana, vivo in un paese abbastanza piccolo, attualmente frequento le superiori.
Alle elementari venivo sempre esclusa dai giochi, e stavo sempre e solo con la mia migliore amica. Ci escludevano perché dicevano che eravamo troppo brutte, io non avevo le forze per difendermi, quindi non lo facevo.
Alle medie, la "bulletta" che era al capo di tutto questo cambiò scuola, e la situazione circa migliorò, anche se ancora non ero ben gradita. Ma ero davvero stanca di subire prese in giro da loro, o di essere esclusa, così cominciai a trattarli male, a chiudermi in me stessa. Non sorridevo mai, la professoressa spesso lo faceva presente, ma io mi arrabbiavo con lei che pretendeva da me sorrisi che non mi sentivo di esprimere. Passavo i pomeriggi a casa ascoltando musica e piangendo.
I miei genitori non mi hanno mai sostenuta, mia madre è una donna all'apparenza forte, il suo vissuto è stato però privo di assunzione di responsabilità, ogni qualvolta inciampava, mio nonno la rialzava e le dava la strada spianata, così lei proseguiva senza mai capire come un giorno avrebbe potuto fare da sola a rialzarsi una volta inciampata.
Mio padre invece naque in una famiglia contadina, sua madre e suo padre morirono a pochi anni di distanza, così da subito dovette imparare a cavarsela. Iniziò a lavorare. Mia madre e mio padre si conobbero molto giovani, e giovani si sposarono. Ma loro in comune non hanno mai avuto proprio niente, non avrebbe mai potuto funzionare un matrimonio fra una donna che non sa assumersi responsabilità, e si sente ancora una ragazza che ama solo fare baldoria ed un uomo devoto al lavoro più di qualsiasi altra cosa. Ed infatti, ebbero me e mio fratello e i genitori non furono mai bravi a farli, ne prima ne ora. Mia madre come consuetudine, lasciò ai miei nonni l'incarico di crescerci, infatti sono cresciuta praticamente con loro. Mio padre invece continuò a lavorare devotamente senza badare alla sua famiglia, senza darci attenzioni affetto, banalmente senza nemmeno conoscere i figli che aveva generato.
Ci fu discordia tra di loro, perché mio padre si sospettava tradisse mia madre, e lei pensò bene di sfogarsi con me.
Quasi tutti i giorni mi parlava di mio padre e dei suoi sospetti sul tradimento, ed io la ascoltavo e le davo consigli, questo fra 10/12 anni. Litigavano molto spesso anche sulla gestione sei soldi, ed anche lì cercavo di aiutarli perché mio nonno mi ha sempre insegnato l'importanza di questi e fin da piccola mi ha spiegato come si fa a gestirli.
Alla fine, mia madre aveva ragione, mio padre la tradiva, dopo molto tempo, lei si è decisa a lasciarlo.
È stata molto male perché lo amava, ma dopo un periodo di tempo, ha cominciato a riscoprire la sua parte adolescente e ha cominciato ad uscire sempre e fumare.
Questo non mi andava bene, per niente, non volevo fare la madre di mia madre ancora per molto, e non volevo che spendesse i soldi miei e di mio fratello (cioè quelli che ci dava mio padre) fumando o nei locali (perché lei è disoccupata e per orgoglio non ha accettato il mantenimento da mio padre) così mi sono trasferita dai miei nonni, e molto spesso mi trovo a litigare con mia madre perché mi dia i soldi dovuti. Mio padre non lo sento più, con mia madre cerco di non parlare quasi mai, perché mi da fastidio, mi da fastidio il suo fare adolescenziale a 40 anni, quando dovrebbe fare la madre. Perché avere bambini non vuol dire avere un giocattolo.
Perché ho parlato di tutto questo? Perché penso che prima di parlare di me, fosse necessario capire la mia storia, perché tutti i giorni mi trovo davanti a persone che mi giudicano, pur non sapendo la mia storia.
In realtà, non so quale siano le caratteristiche che meglio mi contraddistinguono, non lo so perché ogni giorno ne sento molte, e quelle che penso io potrebbero risultare inadatte. Non so chi sono, so però che mi sento una brutta persona, o almeno ho il dubbio di esserlo, perché tutti lo dicono, e se lo dicono tutti ci sarà un motivo, forse sono davvero io il problema. Con i miei coetanei non mi trovo spesso a parlare, perché loro mi innervosiscono, sono molto selettiva, e mi rendo conto che forse sono anche troppo diretta e sarcastica in ciò che dico. Se c'è qualcosa che trovo ingiusto, non riesco a stare zitta, non ci riesco proprio, mi da fastidio vedere persone che se ne approfittano dei più deboli, e questo a molti da fastidio. Nel paese piccolo dove vivo, si ci conosce un po' tutti, e beh si mi conoscono, ma in negativo, perché in passato ho litigato con una persona che li conosce ed amico di tutti loro. Ma le loro amicizie non sono vere, sparlano tutti l'uno dell'altro, e questo mi genera un ansia e una paura profonda delle persone. Davvero dovrei avere più amici se poi tutti si comportano così? Le persone fanno paura, davvero, fa paura non sapere cosa davvero pensano e provano, fa paura pensare a tutte le cose brutte che dicono di me alle spalle o che potrebbero dire, persino se fossimo amici. Io mi sento sola, sebbene qualche amico lo ho, ma ad ogni modo, non riesco a non vederli con un occhio di diffidenza. Le uniche persone di cui mi fido ciecamente sono il mio ragazzo e la mia migliore amica, gli unici di cui non ho paura, perché mi hanno davvero mostrato ogni parte di loro stessi, e so di conoscerli davvero.
Dopo tutte queste parole la domanda sorge spontanea, perché sto realmente scrivendo tutto questo?
È che io non lo so. So che mi sento male, so di non sapere chi sono, e quali caratteristiche usare per descrivermi. Vorrei solo non sentirmi male e decidere chi sono. Mi rendo conto che a tutto ciò non ci possono essere risposte semplici, che è qualcosa di davvero complicato, accetto il non avere nessuna risposta, perché se così sarà almeno mi sono sfogata in qualche modo. Ma per favore, se dovete rispondere dicendomi di prenotare una visita non fatelo, mi farebbe proprio male. Perché so che è la cosa più giusta, ma attualmente non ne ho la possibilità. Mi va bene qualsiasi cosa, qualsiasi punto di vista che magari non ho preso in considerazione. Se qualcuno si prenderà briga di rispondere, o si è preso briga di leggere, ringrazio dal profondo del cuore.

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Miglior risposta 25 MAG 2023

Buongiorno Diana, credo che l'origine della sua sofferenza sia legata ai paradossi in cui mette gli altri e se stessa. Mi spiego. Alla fine del suo lungo racconto ci dice che non vuole che le scriviamo di prenotare una visita perché la farebbe soffrire in quanto non può permettersela. Ne consegue che qualsiasi sarà la nostra risposta sbaglieremmo: se la invitiamo a fare un colloquio la faremo soffrire, ma se non lo facciamo non la esorteremo a fare ciò che davvero è necessario. Allo stesso modo lei mette se stessa in un paradosso con la domanda: sono io una brutta persona o lo sono gli altri? Anche qui quale che sia la risposta a questa domanda lei ne uscirebbe con sofferenza e impotenza: se è lei (e se non può fare nulla per cambiare perché non può permettersi la psicoterapia) sarà condannata a soffrire per tutta la vita, ma se sono gli altri allo stesso modo sarà condannata a soffrire e a diffidare di tutti, fin quando anche il suo ragazzo e la sua amica del cuore faranno uno sbaglio facendole pensare che anche loro l'avranno tradita e delusa e che quindi è sola.
L'unico modo per uscire da questi paradossi è mitigare alcune convinzioni cristallizzate come "non posso permettermi la psicoterapia", così come l'alternative reciprocamente escludenti in cui o è tutto in un modo o è tutto nel suo opposto: o è lei ad essere una brutta persona o lo sono gli altri. Né lei è una brutta persona, né tutti gli altri sono traditori e cattivi. Lei è arrabbiata per ciò che ha vissuto, per la mancanza di attenzione di sua madre e per il tradimento di suo padre e perché si è dovuta sobbarcare tutto questo fin da bambina in un'inversione di ruolo che sicuramente le ha fatto male. Probabilmente, la tristezza, la rabbia e la paura che sperimenta la portano ad assumere comportamenti che vengono letti male dalle persone le quali finiscono per giudicarla o allontanarla.
Il funzionamento fisiologico della mente è quello che consente di stare nel flusso degli eventi e delle relazioni, cogliendone la circolarità degli scambi che avvengono tra le persone. Peraltro, buona parte di questi scambi avvengono ad un livello non consapevole. Come quello tra lei e la sua insegnante: lei aveva un'espressione triste e la sua insegnante la esortava a sorridere ogni tanto, lei dal canto suo immagino abbia vissuto quelle esortazioni come rimproveri, andando ancor di più verso la rabbia e la tristezza.
Come vede c'è tanto lavoro da fare per dipanare una matassa intricata in cui le sofferenze, sua e delle altre persone, si intrecciano. Non ci possono essere risposte semplici o consigli. La invito pertanto a fare un colloquio anche gratuito (molti colleghi fanno il primo colloquio gratuitamente) per valutare quali sono le effettive difficoltà ad intraprendere un percorso terapeutico. Se il problema è anche quello di vivere in un paesino e non vuole rivolgersi a terapeuti sul territorio o non ci sono proprio, può richiedere un colloquio on-line.
Mi spiace se la mia risposta le ha arrecato sofferenza, ma la invito ad abbandonare l'idea che possa cambiare la sua vita senza fatica, impegno e dolore. Ci sono due tipi di dolore: quello cronico che ci trasciniamo ogni giorno a causa della procrastinazione e dello spostamento di responsabilità che non ha alcuna funzione positiva anzi è dannosissimo, e quello acuto legato al contatto con gli aspetti della nostra psicologia che ci portano a trascinare quella sofferenza che tuttavia è rassicurante e familiare.
In ogni caso la sofferenza sarà presente nella sua vita, deve decidere quale dei due tipi di dolore vuole sostenere e che futuro vuole dare a se stessa.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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3 GIU 2023

Gentile Diana,
purtroppo, come accade a tante persone, lei ha vissuto esperienze negative e traumatiche nel passato cominciando dal bullismo dell'infanzia per poi attraversare le dinamiche conflittuali genitoriali con successiva inversione di ruolo nel rapporto con sua madre e negazione di serenità durante l'età evolutiva e adolescenziale che si è protratta fino ai tempi attuali con strutturazione di una personalità caratterizzata fondamentalmente da bassa autostima e tratti sociopatici/paranoidei.
Certamente tutto quersto non fa di lei una brutta persona ma una persona che deve elaborare un passato difficile, migliorare la sua autostima e puntare alla sua autorealizzazione nella vita.
Raggiungere questi obbiettivi le sarà più facile se si avvarrà di un percorso di psicoterapia da intraprendere appena potrà permetterselo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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29 MAG 2023

"...so di non sapere chi sono, e quali caratteristiche usare per descrivermi..."
Diana ha usato davvero tutte queste righe per dire questo? E realmente si aspetta che qualcuno possa dirglielo? Sarebbe una grave violazione del suo arbitro personale.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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25 MAG 2023

Buon pomeriggio Diana.
Dimenticare un passato doloroso non è semplice, ma considerarlo passato è un punto di partenza per andare avanti nel presente, in modo da affacciarsi al futuro con uno sguardo più positivo. Continuare a pensare a cosa hanno detto e fatto gli altri, ai danni che hanno causato alla tua autostima, non ti porterà a guarire dal tuo malessere. Hai due persone importanti, che ti amano per come sei. Sei in grado di capire il tuo valore. Hai voglia di vivere. Questo non fa di te una cattiva persona. Più che decidere chi sei, devi imparare a "sentire" chi sei. Continua a scrivere i tuoi stati d'animo, le tue emozioni, negative o positive che siano. Questo ti aiuterà a non chiudere in te stessa l'angoscia ed il peso di tutte quelle cose che ti impediscono di vivere con serenità. La vita non è sempre facile, ma va vissuta, con la consapevolezza che ogni ostacolo superato fa crescere e fortifica. Vivi ed assapora i momenti belli con le persone che ti amano e guarda avanti. Il passato è passato e non deve condizionare il tuo presente ed il tuo futuro.
Spero di esserti stata utile. Un abbraccio.

Giuliana Gaeta Psicologo a Roma

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25 MAG 2023

Buongiorno Diana,
si avvertono le emozioni della tristezza e della rabbia nelle sue parole. Il suo passato quanto la ferisce. La domanda che si pone è molto importante: perché sta realmente scrivendo tutto questo? Sa che sta male, vorrebbe sapere chi è e avere delle caratteristiche per descriversi. Sa che avrebbe bisogno di parlarne con qualcuno e ha trovato questa piattaforma per poterlo fare. Non ha specificato la sua età nella mail ma le consiglio di rivolgersi dal suo medico di base per condividere quali servizi specialistici possano esserci sul territorio per poterla aiutare.

Dott.ssa Fausta Martino Psicologo a Forlì

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25 MAG 2023

Buongiorno Cara
Mi spiace molto di quello che ti sia successo.
Non è facile, vivere senza una guida genitoriale.
Il consiglio che ti do è quello di prenderti uno spazio per te, lo puoi fare anche online.
Il disagio che hai e dovuto a quello che hai passato.E solo affrontandolo si può stare meglio
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
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Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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25 MAG 2023

Cara Diana, ti ringrazio per aver condiviso la tua storia e le tue preoccupazioni. Sembra che tu abbia affrontato molte difficoltà emotive e relazionali nel corso della tua vita, sia a causa dell'esclusione e del bullismo che hai subito durante l'infanzia, sia per le dinamiche complesse all'interno della tua famiglia. È comprensibile che queste esperienze abbiano lasciato un impatto significativo su di te, generando confusione e incertezza riguardo alla tua identità e alle tue relazioni con gli altri. È importante ricordare che le esperienze passate non definiscono chi sei come persona. Sei una persona unica e meriti di essere accettata e amata per quello che sei. Il fatto che tu sia selettiva nelle tue amicizie potrebbe derivare dalla paura di essere ferita o delusa dagli altri, data l'esperienza negativa che hai avuto in passato. Questa diffidenza è normale e può essere un meccanismo di difesa per proteggerti. Tuttavia, è importante ricordare che non tutte le persone sono simili a quelle che hai incontrato in passato. Ci sono individui che possono offrire amicizia sincera e supporto.
Vorrei sottolineare l'importanza della terapia individuale per te. La terapia può fornirti uno spazio sicuro in cui esplorare le tue emozioni, i tuoi pensieri e le tue esperienze. Uno psicologo può aiutarti a sviluppare una maggiore consapevolezza di te stessa, a identificare e affrontare eventuali blocchi emotivi o comportamentali e a trovare strategie per migliorare le tue relazioni e il tuo benessere emotivo. La terapia può essere un valido strumento per lavorare sulla tua autostima, sulle tue paure e sulle tue difficoltà relazionali. So che attualmente hai delle limitazioni nell'accesso alla terapia, ma ti incoraggio a considerarla come una possibilità per il futuro.
Ti auguro di trovare il supporto e la guida di cui hai bisogno per affrontare le tue sfide e per scoprire chi sei veramente. Ricorda che sei una persona preziosa e che la tua voce e le tue esperienze contano. Sei in grado di trovare la tua strada verso una vita più autentica e appagante. Se hai bisogno di ulteriori informazioni o se desideri discutere ulteriormente di ciò che hai condiviso, non esitare a chiedere.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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