Problema particolare nello studio universitario

Inviata da LP · 28 mar 2023 Orientamento scolastico

Salve a tutti. Sono uno studente universitario di 23 anni, attualmente al quinto anno di chimica farmaceutica e scrivo qui perchè è da tempo che sto affrontando un problema veramente particolare nello studio universitario, tant'è che ho anche difficoltà ad esporlo, non per motivi emotivi, ma proprio perché è una situazione abbastanza assurda e complicata da spiegare.
Premetto che ho sempre affrontato lo studio con determinazione, anche quando ho avuto periodi di poca voglia, sia al liceo che all'universitá, sempre con ottimi risultati (media molto alta sia al liceo che attualmente in università), dato che per me è un aspetto fondamentale, in quanto mi assicura un futuro, è quasi il mio centro "vitale".
Molto spesso è anche capitato che i professori si complimentassero per l'esposizione e i risultati, quindi non ho avuto mai problemi. Anzi. Ho sempre avvertito di avere ottime capacità di ragionamento.

Detto questo, arrivo al succo. Il tutto inizia tra dicembre 2021 e gennaio 2022, dopo aver avuto un optimum riguardante lo studio universitario, avendo dato tra settembre 2021 e dicembre 2021 due tra gli esami più difficili del corso, sempre con ottimi risultati. Per cui ero in piena fiducia.
Quindi, decido di prendere una meritata pausa natalizia, ma il 31 dicembre contraggo il COVID, per cui sono costretto a rimanere in casa per svariati giorni (circa 3 settimane), oltre anche il periodo di guarigione, dato il caos generatosi per la questione green pass in quel periodo.
Verso metà gennaio 2022 decido di riprendere a studiare per un nuovo esame e cominciano a palesarsi, lievemente, le prime difficoltà: avverto un certo annebbiamento mentale, fatica a concentrarmi e a capire anche frasi stupide. Inizialmente non mi preoccupo, dato che ho preso una pausa lunga, la materia è diversa da quelle che ho preparato in precedenza e sono stato "influenzato", quindi lo associo a qualcosa di fisiologico, che passerá continuando a studiare e riabituandomi. Passano i giorni e la situazione non migliora, anzi. Mi accorgo che, bene o male, capisco il concetto di fondo di ciò che leggo, ma se provo a ragionarci di più su ciò che ho letto, magari cercando di visualizzare mentalmente ciò che leggo, facendomi domande, collegando l'argomento ad altre cose già studiate in passato, il mio cervello si inceppa: in pratica mi bombardo di collegamenti e domande a cui dare assolutamente una risposta. Nel tentativo di rispondere a tutti questi quesiti, c'è sempre qualcosa a cui non riesco a rispondere da solo, per cui cerco di arrovellarmi, comincio a cercare su libri, su internet, su forum vari, ascoltando le registrazioni del prof, tutto ciò anche per giornate intere (letteralmente), senza mai trovare una risposta che mi soddisfi davvero e che risolva il dubbio.
Quindi, essenzialmente, mi si crea una sorta di catena di "dubbi": un dubbio, un ragionamento, ne crea un altro, che ne crea un altro, e cosí via, per arrivare sempre ad un nulla di fatto. E il mio cervello non riesce ad andare avanti finchè non lo risolve. Di conseguenza, rimango bloccato lí e non procedo nello studio, cercando di risolvere quel dubbio anche per giorni interi.
Il problema è che effettivamente non so se questa ricerca ossessiva di risposte serva davvero a capire meglio ciò che ho letto o è un meccanismo inutile che si innesca. Cioè, non riesco a capire se ho capito davvero ciò che leggo, o no, per cui ho bisogno di "approfondire" per capire effettivamente il tutto.
Ovviamente, tutto questo lavoro mi prosciuga qualsiasi forza mentale e fisica, ho sempre una sensazione di vuoto, confusione e sovraccarico mentale che mi rende perennemente distratto e che mi abbatte l'umore e crea ansia, in quanto penso anche all'enorme perdita di tempo a cui sto andando incontro. Di fatto, studio
e vivo sempre con questo costante offuscamento mentale e continuo flusso di pensieri.

All'esordio di tutto questo (cioè quando ho ricominciato a studiare) ho preso malissimo la situazione, ovviamente. Oltre a quanto spiegato, ho cominciato anche ad isolarmi e ad accantonare altre attività e hobby, come sorta di autopunizione per la perdita di tempo, pensando al fatto che quel tempo passato fuori o a fare altro avrei potuto impiegarlo per accelerare, ma di fatto ho continuato a studiare pochissimo ogni giorno, in preda a questa costante condizione mentale. È capitato anche di svegliarmi senza la voglia di uscire dal letto, in preda al panico al solo pensiero di aprire il libro e ricominciare tutta questa tiritera di ragionamenti, oltre a svariati pianti.
Nonostante tutto, ho cercato di farmi forza e cercato di vincere tutto ciò continuando a preparare l'esame con ENORMI difficoltà cognitive ed emotive e alla fine l'ho dato (a marzo 2022) prendendo un voto alto.
Quindi, ho preso una settimana di pausa e ho ricominciato con l'altro esame, che ho dato a giugno 2022, sempre con ottimi risultati, affrontando sempre le stesse difficoltà.
A questo punto, stanchissimo e privo di forze ho deciso di lasciare tutto e ho preso pausa fino a settembre 2022, sperando che la situazione potesse migliorare. Ho ripreso a uscire e a stare bene, a fare altre attività che mi piacevano. Quindi ho realizzato che effettivamente fosse lo studio a ridurmi cosí, perché evitandolo cambiavo evidentemente personalità e umore.

Ho ripreso quindi a studiare per l'altro esame a settembre, per poi darlo a fine novembre 2022, ma, purtroppo, si sono ripresentati i soliti problemi di studio, a cui sono seguiti i soliti comportamenti "tossici" tipici di quando riattacco a studiare, che ho già spiegato ampiamente.
Ho ripreso una piccola pausa e si arriva al 2023: in pratica è da fine novembre che non do esami, perché sono stanco di aprire il libro e perderci la sanitá mentale e fisica, di perdere mesi e mesi per cercare di capire (ma davvero non l'ho capito?) uno stupido paragrafo in preda a ragionamenti che non so neanche se effettivamente servono, di ricominciare a non uscire e di autolimitarmi socialmente e nella vita in generale, come autopunizione che mi infliggo.
Era l'unica cosa che non doveva succedere, ed è successa, e questo mi sta precludendo il futuro.
Quindi, di fatto, ora sono totalmente bloccato: vorrei studiare perché obiettivamente mi va, è il mio futuro, voglio finire l'universitá, ma non riesco più ad aprire un libro perché comincio a delirare in preda a questo costante senso di confusione e impossibilitá di comprendere (reale o meno che sia). Mi chiedo: ha senso buttare la propria vita per lo studio? Mi è passato in mente anche di abbandonare l'università (ma non lo voglio davvero, però non sto concludendo nulla di fatto) e altri pensieri brutti circa la mia vita. Attualmente non so come uscirne, sono rinchiuso costantemente in casa a non fare nulla (autopunizione), sempre in preda ad ansie di fuoricorso, di non avere un futuro, con il terrore di alzarmi la mattina, sempre aggrappato alla speranza di ricominciare a studiare da un attimo all'altro e ritornare ad avere la lucidità di un tempo, quando davo esami senza problemi, ma non succede e non accadrá. Sto anche facendo preoccupare gli amici, con cui ne ho parlato, e i miei genitori mi vedono strano, ma non ne ho parlato con loro, dato che ci sono già altri problemi e non voglio aggiungerne altri. Intanto ho raccolto qualche informazione su Consultori e centri Asl di psicoterapia in provincia, ma i problemi sono 2:
1) Dovrei parlarne con i miei, perchè non posso inventare una scusa ogni volta che esco di casa per andare dallo psicologo, ma non ci riesco.
2) Non sono sicurissimo che sia un problema che uno psicologo possa risolvere. O meglio, tutto ciò che il problema principale mi genera come conseguenza magari posso anche risolverlo con uno psicologo, ma il problema principale (ossia quello legato allo studio) non lo so. Può essere che abbia qualche condizione che mi sta deteriorando i processi cognitivi, cosí come può essere che sia un meccanismo che si innesca per cause non propriamente patologiche, ma piú inconsce, probabilmente un meccanismo di difesa. Quello che continua a stupirmi è che sia tutto cominciato improvvisamente, addirittura venendo da un periodo di optimum universitario e stima personale.
Scusatemi per essermi dilungato, ma volevo essere chiaro, in quanto penso sia una situazione particolarmente complessa.
Vi ringrazio per qualsiasi consiglio.

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Miglior risposta 29 MAR 2023

Buongiorno,
Le sue parole lasciano intendere che lei stia vivendo un periodo particolarmente stressante che ha portato all'emergere di stati di ansia difficili da sostenere, per cui la ringrazio di aver condiviso questo suo momento, dimostrando la forza e la voglia di mettersi in gioco pur di risolverlo.
Il percorso universitario é particolarmente stressante anche nei casi in cui lo studente sembra non aver problemi a raggiungere ottimi risultati, mantenendo costantemente una media alta, come nel suo caso: si creano numerose aspettative che devono essere mantenute per riuscire a dimostrare a se stesso e agli altri il proprio valore, riuscendo a non deludere e questo se inizialmente permette di concentrarsi sempre di più sullo studio, ottenendo i propri traguardi, a lungo andare conduce ad un sovraccarico mentale non indifferente proprio perché accanto al bisogno di studiare, si aggiunge la paura di non riuscire a mantenere gli stessi risultati e la stessa media. Il COVID tra l'altro non aiuta perché potrebbe lasciare degli stralci di stanchezza mentale e fisica che rendono più difficile la concentrazione. Stesso discorso vale per le ulteriori problematiche che ha accennato parlando del suo nucleo familiare e del suo bisogno di farcela da solo senza pesare ulteriormente sugli altri. La motivazione che mette nello studio é ammirevole e capisco che cercare sempre la risposta ai vari perché che emergono dalla lettura di un capitolo può essere altamente stressante, soprattutto quando questa risposta tarda ad arrivare, logorando ancor di più le energie psico-fisiche e alimentando pensieri negativi sulle proprie capacità e il proprio rendimento. Potrebbe provare a chiedere dei colloqui con i professori per attenuare i suoi dubbi formativi. In ogni caso sembra che il suo rendimento non sia intaccato da queste risposte che non riesce a trovare, per cui sembra che sia proprio lo stato d'ansia che inizia a provare davanti ai libri che la porta a voler essere sicuro di dare il massimo e a fare una ricerca, sicuramente ammirevole, ma non funzionale per l'esame in cui generalmente si resta sul generale dell'argomento senza cercare il cosiddetto "pelo nell'uovo". Le tempistiche universitarie sono difficili da sostenere e una terapia individuale potrebbe aiutarla a capire cosa si nasconde dietro queste sue paure quasi paralizzanti e dietro il suo bisogno di eccellere, permettendole anche di accontentarsi delle nozioni spiegate e richieste, per poi approfondirle ulteriormente se ne sentisse il bisogno una volta terminato il corso di studi, in vista del suo percorso professionale, senza l'ansia di doverle conoscere adeguatamente prima di sostenere l'esame in questione. Se la fa sentire più tranquillo, provi anche a parlare con il suo medico per escludere le altre cause che ritenga possano essere legate a queste sue difficoltà di concentrazione, ma potrebbe essere dettato semplicemente dal suo sovraccarico attuale che sembra evidente in più contesti della sua vita, anche in famiglia: non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, questo denota piuttosto maturità e coraggio nel voler affrontare i propri disagi, per cui non credo che parlandone apertamente con i suoi genitori, loro la percepiranno come un "ulteriore problema".
Resto disponibile per ulteriori chiarimenti, anche online.
Dott.ssa Paola Cutrupi

Dott.ssa Paola Cutrupi Psicologo a Reggio Calabria

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6 APR 2023

Salve,

le sue difficoltà in merito allo studio universitario potrebbero esser collegate ad un disagio emotivo di natura ansiosa. A tal proposito sarebbe opportuno per lei iniziare un percorso di psicoterapia, al fine di poter meglio affrontare la difficoltà qui esposta. Qualora lo volesse, restiamo disponibili ad accogliere la sua richiesta di aiuto anche on-line.

Cordiali Saluti
Studio Associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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31 MAR 2023

Gentile LP, ha esposto il suo problema con dovizia di particolari che 'rileggendosi' potranno, se possibile, darle ulteriore chiarezza. Due punti sembrano incidere in ciò che sta vivendo.
- è uno studente attento, scrupoloso che ha sempre puntato ad una media alta;
- riscontra un prima ed un dopo aver contratto il Covid.
Il primo punto può ricondursi al sovraccarico di stress studio correlato ed il secondo (da approfondire) alla comparsa di un disturbo d'ansia. Entrambi i punti possono aver innescato una serie di pensieri e comportamenti disfunzionali che lei stesso legge come probabili meccanismi di difesa. Dalla sua esposizione e dai risultati degli ultimi esami tenderei ad escludere delle origini organiche tuttavia una visita neuropsicologica potrebbe darle maggiore serenità. Per quanto riguarda il percorso di terapia personale penso possa esserle molto utile soprattutto per normalizzare quanto le è successo in termini di prima e di dopo (gli effetti della pandemia sono ancora molto presenti, in tutte le fasce di età ed in particolare tra gli studenti). Un caro saluto, Maria dr Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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30 MAR 2023

Caro LP, grazie per esserti confidato con noi.
Mi dispiace per le difficoltà che stai provando in questo momento. Difficoltà che, sebbene si manifestino nell'ambito universitario, stanno in qualche modo influendo anche sul tuo benessere al di fuori dello studio.
Ho la sensazione che la problematica "cognitiva" che ci porti, ovvero il blocco che senti nel riuscire a fare collegamenti tra i vari argomenti oggetto di studio e la confusione che si genera, potrebbero essere simili ai dubbi che rimangono senza risposta circa il tuo presente e il tuo futuro. Spesso i nostri vissuti non trovano una strada chiara e diretta per uscire allo scoperto, e cercano quindi di farsi vedere attraverso scorciatoie e assumendo un aspetto camuffato. Quando sarebbe troppo difficile e doloroso per noi doverci confrontare con delle situazioni problematiche (accenni a dei problemi familiari, a cui non vorresti aggiungere il peso della tua situazione), tendiamo ad evitare di farlo e a spostare la nostra attenzione su altro: tuttavia, a livello inconscio, quelle emozioni e quei vissuti non vanno mai a dormire e cercano in tutti i modi di attirare il focus su di sè, prosciugando le nostre energie.
Ti sorprende molto che questo calo nello studio sia stato immediatamente successivo ad un periodo molto favorevole per te a livello universitario, ma probabilmente anche molto stancante e impegnativo: ti sei concesso una pausa per ricaricarti? Il COVID non può essere considerato una pausa, a quei tempi era una forma ancora molto aggressiva e, probabilmente, anche se ti ha costretto a letto e in isolamento ha contribuito a prosciugare le poche energie rimaste, impegnando il tuo corpo nella lotta contro il virus.
Sarebbe importante, per te, condividere il carico emotivo dei tuoi pensieri e di ciò che stai provando oggi, con qualcuno che possa momentaneamente alleggerire il peso che senti. Sembra che chi ti circonda al momento - anche se forse questa è solo una tua sensazione - non sia pronto a farlo, preoccupandosi per te invece di accettare il tuo dolore e facendo crescere la tua ansia.
Per quanto riguarda la problematica del doverne parlare con i tuoi genitori, questo potrebbe essere un primo obiettivo di una terapia: riuscire a formulare una richiesta di aiuto alle persone che più ti vogliono bene, cercando di pensare primariamente al proprio benessere e, successivamente, a quello dell'altro.
Non credo che il tuo "problema" abbia un'origine neurologico/cognitiva, perchè altrimenti la difficoltà di concentrazione, la confusione e l'incapacità di creare collegamenti si manifesterebbero in tutte le aree della tua vita. Penso, invece, che dei vissuti ansiosi di altra natura abbiano trovato come strada per essere visti e ascoltati, quella di renderti difficile lo studio. In questo modo, non potranno essere ignorati. Ti consiglio, quindi, di provare a cominciare un percorso di supporto psicologico o di terapia, per approfondire queste tematiche. Se non vorrai condividere subito con chi ti circonda la tua scelta di andare da uno psicologo, con il tempo, insieme a lui, potrai costruire un piano d'azione su come muoverti e su come parlarne con chi ti circonda.
Spero di esserti stata di aiuto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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29 MAR 2023

Buona sera,

Tutti, o quasi, abbiamo sperimentato almeno in un'occasione il “blocco dello studente”. Ma ci sono casi in cui una semplice difficoltà nello studio o in certe situazioni della vita scolastica si trasforma in un problema apparentemente insolubile, nonostante tutti gli sforzi.

Talvolta è necessario applicare un approccio paradossale e persino disarmante, ma proprio per questo in grado di aggirare i “blocchi” nell'apprendimento, dall'ansia di fronte a professori e commissioni d'esame alle trappole del perfezionismo “compulsivo”, fino all'abbandono degli studi.

Nel corso della mia esperienza clinica ho aiutato numerosi ragazzi nella tua medesima situazione.

Tre sono gli elementi fondamentali per risolvere la situazione in cui ti trovi:

a) la capacità del terapeuta di adattarsi al tuo problema
b) l'ascolto profondo dei tuoi bisogni
c) l'impiego della "tecnologia strategica" costruita ad hoc sul tuo singolo caso


In fondo, imparare a cavarsela a scuola è forse l'investimento più prezioso che possiamo fare: perché nella vita, si sa, gli esami non finiscono mai.

Per qualsiasi necessità rimango a disposizione.

Anche online.

Dottor Rossi

Dott. Gabriele Rossi Psicologo a Lentate sul Seveso

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29 MAR 2023

Buongiorno
Penso che potresti avere una situazione ansiosa . Potrebbero esserti utile dei colloqui con uno psicoterapeuta
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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29 MAR 2023

Buongiorno,
come prima cosa la ringrazio per l'apertura e la precisione con la quale ha esposto la problematica e le difficoltà che sta vivendo. Soffermarsi su quest'ultime e domandarsi quali siano le cause che innescano questo funzionamento è un primo passo attraverso il quale lei sta iniziando a prendersi cura di sè, per cui un percorso con il supporto di un professionista che la guidi e la supporti in questo senso assume un valore importante.
Ciò che emerge in prima istanza dal suo racconto è un forte senso del dovere e di responsabilità che, positivamente, l'ha sostenuta nel suo percorso di studi fino a quando non ne ha dovuto fare i conti quando il periodo Covid ha imposto a noi tutti un periodo di stop, portando a un disagio che ha ripercussioni ancora oggi. Risulta quindi importante dare senso e significato a tutto questo per poterlo affrontare.
I miei migliori auguri qualsiasi sia il tipo di percorso che intenderà intraprendere.
Dott.ssa Melania Matzuzzi

Dott.ssa Melania Matzuzzi Psicologo a Cagliari

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29 MAR 2023

Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Mi sembra che stai attraversando un momento di grande difficoltà nella tua vita accademica e personale. Sembra che tu abbia iniziato a sperimentare questi sintomi di annebbiamento mentale, confusione e ansia a seguito della tua positività al COVID-19 e del periodo di isolamento che hai dovuto affrontare. Questi sintomi sembrano essere diventati persistenti e si sono intensificati durante il tuo tentativo di riprendere lo studio. Mi sembra che tu abbia già cercato di trovare delle risposte al tuo problema, anche cercando su internet e su forum vari. Tuttavia, sappiamo che la soluzione a un problema così complesso e specifico come questo richiede l'intervento di un professionista qualificato. Ti consiglio di parlare con un professionista per esplorare ulteriormente questi sintomi e comprendere meglio la situazione. Uno psicologo può aiutarti a identificare le cause sottostanti dei tuoi problemi di concentrazione e di memoria e fornirti degli strumenti per gestirli. Inoltre, uno psicologo può aiutarti a gestire l'ansia e a sviluppare nuove abilità di coping che possono aiutarti a superare questo momento difficile.
So che può essere difficile parlarne con i tuoi genitori o trovare il coraggio di cercare aiuto, ma ricorda che chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di forza. Ti auguro il meglio per il futuro e ti invito a non arrenderti, ma a cercare l'aiuto che meriti.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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29 MAR 2023

Buongiorno. Il Covid ha interrotto il tuo "periodo d'oro" . Non so se possa aver avuto conseguenze sulla tua capacità di concentrazione. Di sicuro, però, pensare insistentemente solo al fatto di non essere più come prima nell'approccio con gli esami da fare, ha condizionato la tua vita da studente e, a quanto scrivi, relazionale. Hai fatto bene a prenderti una pausa, per "ricaricarti". Di sicuro, qualche consulenza con uno psicologo potrebbe aiutarti a far chiarezza in te stesso. Non aver paura di dirlo ai tuoi, perché capiranno che questa esigenza nasce da un malessere interiore che ti condiziona negativamente. Per quanto riguarda i tuoi pensieri ossessivi, dovresti cercare di tenerli a bada, perché cronicizzano una situazione di negatività che non porta a buoni risultati e sono solo fonte di uno stress mentale. Sei un uomo che ha capacità di leggersi dentro, ma autopunirti serve a poco.
Spero di esserti stata utile. Un abbraccio.

Giuliana Gaeta Psicologo a Roma

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29 MAR 2023

Gentile LP,
ha ragione, la situazione può apparire complessa e per tale ragione è bene chiedere il supporto di un professionista, poichè, come in ogni situazione complessa, può essere utile scomporla in piccole parti ed affrontare le varie situazioni a piccoli passi, partendo proprio dal problema che la fa stare peggio: lo studio.
Sono tantissime le persone che si rivolgono ad uno psicologo per tematiche inerenti allo studio, poichè esso non è solo l'insieme dei processi cognitivi che si attiva per mettere in atto un'azione, ma è anche molto altro.
Si può intervenire e si possono trovare insieme delle strategie, su misura per lei, per permetterle di recuperare quella serenità che in questo momento le manca.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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29 MAR 2023

Buongiorno LP,
dal suo racconto emergono tanti spunti di riflessione difficili da trattare in questa sede.
Quello che mi sento di consigliarle, prima di tutto, è di parlare con il suo medico delle difficoltà "cognitive" che lei ha iniziato ad accusare subito dopo aver contratto il Covid.
Traspare chiaramente il suo senso di smarrimento nel notare dei cambiamenti in un'abilità nella quale lei stesso riconosceva di eccellere, cosa che ha poi innescato un circolo vizioso che forse le ha fatto perdere di vista il problema principale.
Il primo passo per affrontare questo senso di smarrimento è cercare di capire perché questa cosa le è accaduta, in modo da accantonare tutte le paure "accessorie" che si attivano in lei quando ci pensa e concentrarsi sulla vera causa.
Non è chiaro perché abbia bisogno di una scusa da dire ai suoi per poter andare dallo psicologo, provi piuttosto a parlare apertamente con loro così come ha fatto qua con noi.
Un caro saluto,
Alessia Sassano

Dott.ssa Alessia Sassano Psicologo a Padova

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29 MAR 2023

Buongiorno caro,
ho letto con interesse le sue parole.
Sembra che lei sia caduto in un circolo vizioso dove crede di non riuscire a "essere e fare". Quello che sento dalle sue parole è la non possibilità di fermarsi a respirare cosa che invece, causa Covid, è stato costretto a fare. Mi chiedo quindi per lei quale sia il significato profondo che si nasconde dietro l'impossibilità di fare imposta e quella che invece è adesso un autopunizione.
Mi sento sinceramente di dirle che per lei oggi sarebbe indicato, se lo desidera, intraprendere un percorso di psicoterapia per capire nel dettaglio il suo funzionamento interno profondo. Capisco la sua paura nel dirlo ai genitori ma non c'è vergogna nel chiedere aiuto ma molto coraggio.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento anche telefonicamente.
Un caro saluto

Dott.ssa Cecilia Cicchetti

Dott.ssa Cecilia Cicchetti Psicologo a Milano

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29 MAR 2023

Ho letto con interesse quanto lei scrive e credo che l'aiuto di uno psicologo sarebbe per lei importante: questo cambiamento nelle sue modalità di gestire lo studio immagino che siano legate a qualche cambiamento di carattere emotivo di cui coscientemente non si è reso conto. Un lavoro sul suo vissuto può essere senz'altro utile ad evitare che questa situazione di disagio si orotragga ulteriormente.

Maria Antonietta Monaco Psicologo a Livorno

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