Problema particolare nello studio universitario
Salve a tutti. Sono uno studente universitario di 23 anni, attualmente al quinto anno di chimica farmaceutica e scrivo qui perchè è da tempo che sto affrontando un problema veramente particolare nello studio universitario, tant'è che ho anche difficoltà ad esporlo, non per motivi emotivi, ma proprio perché è una situazione abbastanza assurda e complicata da spiegare.
Premetto che ho sempre affrontato lo studio con determinazione, anche quando ho avuto periodi di poca voglia, sia al liceo che all'universitá, sempre con ottimi risultati (media molto alta sia al liceo che attualmente in università), dato che per me è un aspetto fondamentale, in quanto mi assicura un futuro, è quasi il mio centro "vitale".
Molto spesso è anche capitato che i professori si complimentassero per l'esposizione e i risultati, quindi non ho avuto mai problemi. Anzi. Ho sempre avvertito di avere ottime capacità di ragionamento.
Detto questo, arrivo al succo. Il tutto inizia tra dicembre 2021 e gennaio 2022, dopo aver avuto un optimum riguardante lo studio universitario, avendo dato tra settembre 2021 e dicembre 2021 due tra gli esami più difficili del corso, sempre con ottimi risultati. Per cui ero in piena fiducia.
Quindi, decido di prendere una meritata pausa natalizia, ma il 31 dicembre contraggo il COVID, per cui sono costretto a rimanere in casa per svariati giorni (circa 3 settimane), oltre anche il periodo di guarigione, dato il caos generatosi per la questione green pass in quel periodo.
Verso metà gennaio 2022 decido di riprendere a studiare per un nuovo esame e cominciano a palesarsi, lievemente, le prime difficoltà: avverto un certo annebbiamento mentale, fatica a concentrarmi e a capire anche frasi stupide. Inizialmente non mi preoccupo, dato che ho preso una pausa lunga, la materia è diversa da quelle che ho preparato in precedenza e sono stato "influenzato", quindi lo associo a qualcosa di fisiologico, che passerá continuando a studiare e riabituandomi. Passano i giorni e la situazione non migliora, anzi. Mi accorgo che, bene o male, capisco il concetto di fondo di ciò che leggo, ma se provo a ragionarci di più su ciò che ho letto, magari cercando di visualizzare mentalmente ciò che leggo, facendomi domande, collegando l'argomento ad altre cose già studiate in passato, il mio cervello si inceppa: in pratica mi bombardo di collegamenti e domande a cui dare assolutamente una risposta. Nel tentativo di rispondere a tutti questi quesiti, c'è sempre qualcosa a cui non riesco a rispondere da solo, per cui cerco di arrovellarmi, comincio a cercare su libri, su internet, su forum vari, ascoltando le registrazioni del prof, tutto ciò anche per giornate intere (letteralmente), senza mai trovare una risposta che mi soddisfi davvero e che risolva il dubbio.
Quindi, essenzialmente, mi si crea una sorta di catena di "dubbi": un dubbio, un ragionamento, ne crea un altro, che ne crea un altro, e cosí via, per arrivare sempre ad un nulla di fatto. E il mio cervello non riesce ad andare avanti finchè non lo risolve. Di conseguenza, rimango bloccato lí e non procedo nello studio, cercando di risolvere quel dubbio anche per giorni interi.
Il problema è che effettivamente non so se questa ricerca ossessiva di risposte serva davvero a capire meglio ciò che ho letto o è un meccanismo inutile che si innesca. Cioè, non riesco a capire se ho capito davvero ciò che leggo, o no, per cui ho bisogno di "approfondire" per capire effettivamente il tutto.
Ovviamente, tutto questo lavoro mi prosciuga qualsiasi forza mentale e fisica, ho sempre una sensazione di vuoto, confusione e sovraccarico mentale che mi rende perennemente distratto e che mi abbatte l'umore e crea ansia, in quanto penso anche all'enorme perdita di tempo a cui sto andando incontro. Di fatto, studio
e vivo sempre con questo costante offuscamento mentale e continuo flusso di pensieri.
All'esordio di tutto questo (cioè quando ho ricominciato a studiare) ho preso malissimo la situazione, ovviamente. Oltre a quanto spiegato, ho cominciato anche ad isolarmi e ad accantonare altre attività e hobby, come sorta di autopunizione per la perdita di tempo, pensando al fatto che quel tempo passato fuori o a fare altro avrei potuto impiegarlo per accelerare, ma di fatto ho continuato a studiare pochissimo ogni giorno, in preda a questa costante condizione mentale. È capitato anche di svegliarmi senza la voglia di uscire dal letto, in preda al panico al solo pensiero di aprire il libro e ricominciare tutta questa tiritera di ragionamenti, oltre a svariati pianti.
Nonostante tutto, ho cercato di farmi forza e cercato di vincere tutto ciò continuando a preparare l'esame con ENORMI difficoltà cognitive ed emotive e alla fine l'ho dato (a marzo 2022) prendendo un voto alto.
Quindi, ho preso una settimana di pausa e ho ricominciato con l'altro esame, che ho dato a giugno 2022, sempre con ottimi risultati, affrontando sempre le stesse difficoltà.
A questo punto, stanchissimo e privo di forze ho deciso di lasciare tutto e ho preso pausa fino a settembre 2022, sperando che la situazione potesse migliorare. Ho ripreso a uscire e a stare bene, a fare altre attività che mi piacevano. Quindi ho realizzato che effettivamente fosse lo studio a ridurmi cosí, perché evitandolo cambiavo evidentemente personalità e umore.
Ho ripreso quindi a studiare per l'altro esame a settembre, per poi darlo a fine novembre 2022, ma, purtroppo, si sono ripresentati i soliti problemi di studio, a cui sono seguiti i soliti comportamenti "tossici" tipici di quando riattacco a studiare, che ho già spiegato ampiamente.
Ho ripreso una piccola pausa e si arriva al 2023: in pratica è da fine novembre che non do esami, perché sono stanco di aprire il libro e perderci la sanitá mentale e fisica, di perdere mesi e mesi per cercare di capire (ma davvero non l'ho capito?) uno stupido paragrafo in preda a ragionamenti che non so neanche se effettivamente servono, di ricominciare a non uscire e di autolimitarmi socialmente e nella vita in generale, come autopunizione che mi infliggo.
Era l'unica cosa che non doveva succedere, ed è successa, e questo mi sta precludendo il futuro.
Quindi, di fatto, ora sono totalmente bloccato: vorrei studiare perché obiettivamente mi va, è il mio futuro, voglio finire l'universitá, ma non riesco più ad aprire un libro perché comincio a delirare in preda a questo costante senso di confusione e impossibilitá di comprendere (reale o meno che sia). Mi chiedo: ha senso buttare la propria vita per lo studio? Mi è passato in mente anche di abbandonare l'università (ma non lo voglio davvero, però non sto concludendo nulla di fatto) e altri pensieri brutti circa la mia vita. Attualmente non so come uscirne, sono rinchiuso costantemente in casa a non fare nulla (autopunizione), sempre in preda ad ansie di fuoricorso, di non avere un futuro, con il terrore di alzarmi la mattina, sempre aggrappato alla speranza di ricominciare a studiare da un attimo all'altro e ritornare ad avere la lucidità di un tempo, quando davo esami senza problemi, ma non succede e non accadrá. Sto anche facendo preoccupare gli amici, con cui ne ho parlato, e i miei genitori mi vedono strano, ma non ne ho parlato con loro, dato che ci sono già altri problemi e non voglio aggiungerne altri. Intanto ho raccolto qualche informazione su Consultori e centri Asl di psicoterapia in provincia, ma i problemi sono 2:
1) Dovrei parlarne con i miei, perchè non posso inventare una scusa ogni volta che esco di casa per andare dallo psicologo, ma non ci riesco.
2) Non sono sicurissimo che sia un problema che uno psicologo possa risolvere. O meglio, tutto ciò che il problema principale mi genera come conseguenza magari posso anche risolverlo con uno psicologo, ma il problema principale (ossia quello legato allo studio) non lo so. Può essere che abbia qualche condizione che mi sta deteriorando i processi cognitivi, cosí come può essere che sia un meccanismo che si innesca per cause non propriamente patologiche, ma piú inconsce, probabilmente un meccanismo di difesa. Quello che continua a stupirmi è che sia tutto cominciato improvvisamente, addirittura venendo da un periodo di optimum universitario e stima personale.
Scusatemi per essermi dilungato, ma volevo essere chiaro, in quanto penso sia una situazione particolarmente complessa.
Vi ringrazio per qualsiasi consiglio.