Salve a tutti e tutte,
Vi scrivo per un marcato blocco nel mio studio universitario. Ho 22 anni e sono al terzo anno di Medicina ma ho tre esami indietro. Nel particolare il motivo per cui mi ritrovo in questa situazione, credo sia legato a un esame in particolare, un grosso esame del primo anno. Il primo anno l’ho vissuto in piena pandemia. Era partito abbastanza bene ma da metà anno in poi mi sono isolata, non studiavo più e così ho saltato un semestre. Ho poi tentato di recuperare ma ad oggi mi ritrovo con tre esami indietro. Di certo sono recuperabili ma il vero problema è questo esame del primo anno che non riesco proprio a preparare. Ho sempre pensato che ognuno abbia i suoi tempi e il suo percorso all’università ma questa cosa mi mette tremendamente a disagio. Lo nascondo ai miei parenti che in modo insistente chiedono che esami stia preparando e se sia in pari. Me ne vergogno con le mie colleghe e quando si parla di esami con ragazzi nuovi mi allontano e sto in silenzio o cerco di sviare. Mi vergogno a scrivere sul foglio dell’esame che sia del terzo anno nonostante sia seduta con quelli del primo. È un vero disastro, me la vivo malissimo. La materia non mi piace, non riesco a studiarla e nessuna collega riesce a darmi un consiglio. Questo mi causa veri e propri attacchi di pianto, procrastinazione, ansia, episodi depressivi, insonnia. Ho dei ritmi completamente non sani: procrastino lo studio di giorno per poi sentirmi in colpa e studiare a notte fonda con scarsi risultati. Quest’anno, inoltre, si laureano molte mie amiche e avverto ancora di più la pressione sociale e lo sconforto. Non capisco se vada male all’università perché non mi piace Medicina o se non mi stia più piacendo Medicina perché vado male agli esami. Sono sempre stata una ragazza eccellente a scuola, col senso del dovere, perfezionista, matura. Ho sempre voluto essere la migliore ma qui non riesco e mi sento vuota, sento di aver perso la vera me e di essere un’altra persona. Accetto consigli o anche solo spunti di riflessione su cui ragionare. Vi ringrazio di cuore.
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16 DIC 2022
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"Sono sempre stata una ragazza eccellente a scuola, col senso del dovere, perfezionista, matura. Ho sempre voluto essere la migliore ma qui non riesco e mi sento vuota, sento di aver perso la vera me e di essere un’altra persona."
Affrontare gli studi in medicina con il presupposto di voler essere la migliore e sentirsi umiliata di dover dare un esame insieme a colleghi del primo anno mi sembrano atteggiamenti coercitivi che lei mette in atto nei confronti di sé stessa.
Prima di trovarsi ad avere dei pazienti suoi Cherchi di essere paziente lei.
16 DIC 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Roberta, capisco la sua preoccupazione e la frustrazione di vedere dei risultati non in linea con la persona che sente e sa di essere. Penso che abbia ragione quando dice che ognuno ha i propri tempi e, probabilmente, ora la sua mente le sta chiedendo tempo. Dirle il motivo è complicato non conoscendo nei dettagli la sua situazione e la sua persona è, per di più, penso che le risposte provenienti dall'esterno non siano d'aiuto come quelle che arriviamo a darci tramite un lavoro personale. Io penso che potrebbe essere utile per lei ritagliarsi uno spazio in cui cercare di capire il significato che hanno per lei questi esami e questo periodo della sua vita e, soprattutto, penso sarebbe importante per lei avere uno spazio inncui concentrarsi sul come sta Roberta, indipendentemente da tutto il resto. Sperando di esserle stato di aiuto, la saluto cordialmente. Dott. Andrea Brumana
16 DIC 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buon pomeriggio
Comprendo il suo dolore nel sentirsi bloccato.
Capito.spesso di non sentirsi capaci. Di
affrontare delle cose, nel suo caso gli esami universitari.
Questa difficolta ci deve spronare ad andare avanti
Le consiglio dei colloqui con uno
psicoterapeuta per. Conoscere che cosa vi è dietro il blocco
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
16 DIC 2022
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Gentile Roberta, si sente tutta la fatica e l'angoscia che lei lucidamente porta su questo esame del primo anno che, a valanga, sembra portarsi dietro tutta una serie di situazioni e dinamiche famigliari e personali (autosvalutazione e svalutazione del percorso universitario scelto). Gli aspetti di lucidità la possono 'muovere' (emotivamente e cognitivamente alla risoluzione del problema=superamento dell'esame) attraverso tecniche cognitivo comportamentali tuttavia sembra esserci di più. Un di più che andrebbe approfondito ed accompagnato ad una terapia che si prenda cura di ciò che emerge dallo sfondo...perfezione Vs procastinazione, autosvalutazione Vs svalutazione ma soprattutto a mio avviso la comprensione di ciò che lei vuole realmente per sé. Un caro saluto. Dr. Maria Zaupa
16 DIC 2022
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Roberta,
lei descrive una situazione di sconforto causata dalla discrepanza tra le sue aspettative e quelle altrui e le sue prestazioni sul piano di realtà.
Entrare in contatto con la possibilità del fallimento (seppur immaginato perché nel suo caso c'è solo un ritardo di pochi esami) è sempre molto complesso, soprattutto se si è costruita un'identità perfezionista che viene poi ripetutamente avvalorata dall'esterno (mi vengono in mente le richieste dei suoi parenti e colleghi). Questo sembra che le faccia vivere la prestazione in agonia e che le abbia causato un blocco, in particolare con l'esame su cui lei ha costruito maggiore significato. Non è medicina che blocca in questo momento, tanto meno la sua incapacità, ma è uno scontro con la discrepanza tra la complessità della realtà e la sua immagine di sé. Questo genere di situazioni solitamente intervengono a cavallo con l'ingresso nella prima età adulta, dopo che si è venuta a concretizzare una certa solidità della struttura di personalità. La pandemia inoltre ha portato alla luce molte "fragilità" (seppure non è esattamente così che vanno intese). Si tratta però di un processo che si può "ammorbidire" all'interno di un percorso di sostegno psicologico, in cui potrebbe essere sostenuta nel venire in contatto con questa situazione in modo mirato e valorizzare le sue risorse e la sua persona in ogni ambito della vita.
Qualora avesse il desiderio di provare, resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti tramite consulenza online.
Con l'augurio che possa concedersi maggiore comprensione,
Cordiali saluti
Dott.ssa Simona Delli Santi
Una stanza per sé servizi per il benessere psicologico
16 DIC 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buon giorno Roberta,
Tutti, o quasi, abbiamo sperimentato almeno in un'occasione il “blocco dello studente”. Ma ci sono casi in cui una semplice difficoltà nello studio o in certe situazioni della vita scolastica si trasforma in un problema apparentemente insolubile, nonostante tutti gli sforzi.
Talvolta è necessario applicare un approccio paradossale e persino disarmante, ma proprio per questo in grado di aggirare i “blocchi” nell'apprendimento, dall'ansia di fronte a professori e commissioni d'esame alle trappole del perfezionismo “compulsivo”, fino all'abbandono degli studi.
Nel corso della mia esperienza clinica ho aiutato numerosi ragazzi nella tua medesima situazione.
Tre sono gli elementi fondamentali per risolvere la situazione in cui ti trovi:
a) la capacità del terapeuta di adattarsi al tuo problema
b) l'ascolto profondo dei tuoi bisogni
c) l'impiego della "tecnologia strategica" costruita ad hoc sul tuo singolo caso
In fondo, imparare a cavarsela a scuola è forse l'investimento più prezioso che possiamo fare: perché nella vita, si sa, gli esami non finiscono mai.
16 DIC 2022
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Gentilissima Roberta, grazie per la condivisione. Aver cominciato l'università in pandemia non é stato di certo facile, soprattutto per le conseguenze che in generale ha creato in noi esseri umani sociali. Credo che potrebbe esserti utile parlare con un terapeuta, in modo da esplorare insieme quelle che sono le possibili cause alla tua difficoltà, individuando insieme delle strategie per fronteggiare
Resto a disposizione
AV
