Bloccata con lo studio e gli esami universitari

Cara Mile
ci sono anni o momenti della vita in cui ci si vede bloccati, e poi così come è avvenuto il blocco, ci si può sbloccare.
Delle tue parole mi colpisce la sensazione di pressione e controllo materno. Immagino che sia per questo che rifiuta lo studio, per la paura di non riuscire e di dover affrontare non solo la sua delusione, ma anche quella della famiglia.
Forse potrebbe immaginare l'esame con maggior leggerezza d'animo - semplicemente come una delle centinaia di dimostrazioni del suoi quaderni.
L'aver programmato con un paio di amiche di studiare insieme è una buona strategia, e le faccio i miei complimenti perché ha immaginato una possibile soluzione al suo blocco negli esami.
Forse, però non è tutto qui. forse bisognerebbe capire da dove viene questa fatica e perché è arrrivata proprio ora.
Chissà cosa potrebbe saltar fuori dal cilindro.... magari quale idea diversa di Mile e delle sue prospettive di vita.

Le auguro una buona strada, Mile e se volesse approfondire, sono a disposizione.

Buongiorno Mile, ho letto attentamente la sua storia e volevo dirle alcune cose. Moltissime persone che soffrono di ansia si bloccano e lo fanno a diversi livelli di intensità, da ciò che racconta il suo sembrerebbe in qualche modo un auto sabotaggio: l'ansia in questi casi blocca la persona facendo loro un sonoro sgambetto...e bloccandole. In genere lo fa nei vari ambiti di vita (lo studio o il lavoro, oppure le relazioni). Nel suo caso l'ansia la blocca impedendole di studiare, quel continuo alzarsi per andare in bagno o a bere è un modo con cui l'ansia le porta il suo messaggio" Fermati, qualcosa non va!". L'ansia è la causa di questi fenomeni e lo fa per proteggerci. Dietro la sua procrastinazione c'è lo scontro tra due frecce: "Devo affrontare questa cosa verso non la voglio affrontare!". L'ansia ci avvisa che ci siamo dimenticati di un bisogno... quello scritto su una delle due frecce che originano l'ansia. Il mio consiglio, se il suo problema non si risolvesse, è quello di iniziare un percorso psicologico per capire quale è il suo bisogno nascosto, quello che ha ignorato e che l'ansia sta cercando di renderlo più visibile ai suoi occhi. Un caro saluto.
Dottoressa Samanta Federica Longo

Gentile Mile,
mi sono immaginata la sua giornata tipo, in base a quello che ha scritto, mi sono immaginata la sua espressione nel sapere che colleghi indietro con gli esami sono prossimi alla laurea, mi sono immaginata i suoi pensieri quando è stata messa difronte alla scelta tra carriera universitaria o mondo del lavoro, mi sono immaginata l'evitamento dell'esame programmato, la bugia detta alla mamma... quello che ho provato immedesimandomi in lei è la PAURA, tanta PAURA per questo periodo di stallo.
Aggiungerei che chiunque in una situazione così combattuta avrebbe paura, paura dell'impotenza, del giudizio, dell' inefficacia; in una psicoterapia si potrebbe analizzare a fondo quest'emozione primaria e notare a quali significati e relazioni è collegata.

Rendendomi disponibile in questo, anche on line, la saluto cordialmente e le auguro di trovare il modo per poter vivere meglio gli anni universitari.
dott.ssa Carucci.

Gentile Mile,
credo che l'ansia, la rabbia e la pressione che sente da parte di sua madre le stiano giocando un brutto scherzo. Il riscontro oggettivo è che il suo ultimo esame dato, lo ha passato con profitto e con i complimenti della sua prof. Ciò significa che le sue capacità sono intatte. Tuttavia probabilmente quando studia sperimenta tutte queste emozioni negative, perde concentrazione, le sembra di non trattenere ciò che studia e questo innesca ulteriore ansia, in un circolo vizioso che sta compromettendo la sua costanza nello studio e soprattutto sta determinando il fatto che non va a dare gli esami.
Sostanzialmente, si può identificare in questo il suo problema. Sta sviluppando un'insicurezza tale che la spinge ad evitare la situazione esame e la situazione studio.
Credo possa essere utile fare dei colloqui con un* psicolog* che l'aiuti ad esplorare i suoi desideri, le sue aspettative professionali, i suoi sentimenti di invidia e ciò che pensa rispetto a sua madre. Credo la spaventi la paura della bocciatura e il conseguente giudizio. Non esiti a chiedere aiuto per ritrovare serenità, fiducia in se stessa e autenticità. Resto a disposizione per colloqui in presenza, se possibile, o on-line.

Salve Mike mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL