Perché sono infelice?

Inviata da Veronica Viel · 8 feb 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno,

sono una donna di trentun anni, introversa, un po' misantropa. E mi domando, perché, pur avendo una buona vita, non sono felice? C'è gente che sta molto peggio, che ha vissuto cose terribili... io dovrei essere grata: ho un buon lavoro, una casa, amici a cui voglio bene, eppure ho sempre le lamentele pronte, mi arrabbio per sciocchezze - tipo la gente che non mette la freccia per svoltare - accuso mia madre perché è un'immatura incapace di fare qualsiasi cosa e si affida completamente a me. Non mi sento libera, ecco. Sento sempre di dover giustificare qualsiasi mia azione. Sto male, e so che non dovrei sentirmi così, e quindi sto anche peggio.
Spesso mi sento sopraffatta, dal lavoro, da mia madre, vorrei essere lasciata in pace, vorrei solo silenzio, e invece sono circondata da rumori e caos, gli imprevisti mi fanno impazzire; ci sono volte in cui mi blocco, letteralmente, passo anche mezz'ora a fissare lo schermo senza riuscire a muovere un muscolo.
Parlare con le persone mi sfinisce, mi sembra che tutte le conversazioni siano prive di uno scopo, la maggior parte delle volte mi par di parlare con un muro o peggio, almeno il muro non ribatte sciocchezze; di ripetere le stesse conversazioni e le stesse cose ancora e ancora e ancora... di sentire sempre le stesse lamentele, e frasi fatte, pregiudizi; mi sembra di non riuscire a spiegarmi, che le persone capiscano sempre il contrario di quello che intendo, che magari neanche mi abbiano ascoltata, e quindi non vedo lo scopo di parlare con qualcuno.
Ci sono giorni, invece, che va tutto bene, che mi sento lasciata tranquilla, senza particolari rotture di scatole, in cui riesco ad affrontare le cose abbastanza placidamente, focalizzandomi sul futuro, pensando a come organizzare casa, trastullandomi proprio con la potenzialità di ciò che deve ancora avvenire.
E vorrei capire, il perché mi disturbino tanto i giorni in cui mi sento infelice. Immagino sia normale, che sono semplicemente una brutta persona perché non sono grata di quello che ho, tutto, e invece mi focalizzo solo sulle cose brutte, rimugino su umiliazioni o rimproveri subiti anni e anni fa, mi tornano in mente conversazioni o eventi di quando ero bambina e odio quelle persone che mi hanno sgridata e ripresa in malo modo.
Vorrei piangere, ma non posso perché non ne ho motivo. Sto pure bene fisicamente, neanche un raffreddore, un po' di mal di denti, niente, sto una favola! Quindi, maledizione, perché non esulto e sto qui a crogiolarmi su fatti che non mi tangono?

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Miglior risposta 9 FEB 2022

Buongiorno Veronica,
grazie per aver ben esposto il suo pensiero, non é sempre facile esprimere le proprie emozioni. Lei si chiede come mai non è felice pur avendo tutto, o comunque alcun problema apparente, ritengo però che potrebbe non essere questa la domanda dalla quale iniziare ad interrogarsi. Focalizzarsi sui paragoni di “chi sta peggio” o su ciò che si ha, potrebbe risultare frustrante in quanto hanno una bassa energia risolutiva o significato profondo. Potrebbe esserle utile esplorare i vissuti delle volte in cui rimugina le sgridate che le hanno causato sofferenza, per poterle rielaborare e sciogliere, e focalizzarsi in ciò che è (ciò che ha potrebbe passare in secondo piano), ciò che sa e che sa fare, aumentando l’autostima ed il piacere di vivere il presente. Spero di esserle stata utile. Un caro saluto
Dott.ssa Myria Laghi

Dott.ssa Myria Laghi Psicologo a Porto d'Ascoli

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10 FEB 2022

Salve Veronica,
In pratica, mi faccia capire, Lei ci scrive per lamentarsi che si lamenta troppo?! Mi perdoni la battuta, me la sono permessa perche' in chiusura del suo messaggio si nota un bel senso dell'umorismo.
Il punto vero e' che le persone non sono felici per quello che hanno, ne' tantomeno perche' altri stanno peggio di loro, ma semplicemente perche' non hanno grossi motivi per essere infelici. Eivdentemente Lei qualche motivo, per essere infelice, invece lo ha e bisognerebbe capire di che si tratta. Io partirei dal rapporto con una madre che descrive non facile, o magari esplorerei la sfera lavorativa, che non la soddisfa, o la mancanza di stimoli e soddisfazioni, che si sfoga poi in quell'insofferenza per le piccole cose di tutti i giorni. Un percorso di terapia permetterebbe di andare ad esplorare queste ed altre aree e fare un po' di chiarezza sulle origini della sua infelicita', per poi andare a vedere come combatterla.
Se vuole, sono a disposizione, in ogni caso i miei migliori auguri.
Francesca Calvano

Dott.ssa Francesca Calvano Psicologo a Roma

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9 FEB 2022

Carissima Veronica,
stare bene in salute non significa poi stare bene con lo spirito e con l'anima, e anche se ci si sente degli ingrati perché si pensa a tutto quello che si ha, evidentemente questo tutto non è poi così "tutto".

Il mio consiglio e il mio incoraggiamento è quello di iniziare un percorso che miri proprio alla conoscenza di se, per fare chiarezza in questo mare di infelicità, in fin dei conti se così non ha funzionato forse è il caso di cambiare strategia per sentirsi un po' più felici.

Rimango a disposizione anche on line.

Un caro saluto.
Dott.ssa Patrizia Busà






Dott.ssa Patrizia Busa' Psicologo a Pavia

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9 FEB 2022

Salve Veronica, una persona non sta bene solo se è in saluta ma bisogna capire come si sente emotivamente. Quali sono i suoi bisogni e quali sono i suoi atteggiamenti per poterli realizzare? Alle volte ci mettiamo i bastoni tra le ruote da soli senza nemmeno essere consapevoli. Io la invito a intraprendere un percorso per conoscersi meglio piuttosto che vedersi come "infelice". Cosa vorrebbe fare ma non fa?
Le auguro il meglio
Resto a disposizione
Dott.ssa Fabiana Marra

Dott.ssa Fabiana Marra Psicologo a Lecce

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9 FEB 2022

Gentile Veronica,
se quello che ha scritto qui è solo un riassunto di quanto lei abbia da raccontare, mi stupirei se dicesse di sentirsi diversamente da come racconta. Lei scrive di una profonda sensazione di non essere ascoltata, al punto che persino il muro è un compagno più utile. Sembra che la gente che le sta intorno voglia sempre attingere energia da lei, energia che lei avverte di non avere e immagino che sia per questo che vorrebbe tranquillizzarsi da sola, pensando alla sua casa e alle cose che l'aiutano a stare meglio. Racconta di sentirsi spesso infastidita dagli altri, di innervosirsi con facilità e scrive anche che, quando questo capita, le tornano in mente dei soprusi subiti anni e anni fa, anche nella sua infanzia, in cui si è sentita attaccata in malo modo. Sente di non poter piangere perché oggi la sua vita le da tutto quello di cui pensa di aver bisogno, mi chiedo però se sia sempre stato così o se ci sia qualche altra necessità che non riesce a venire a galla. Penso che le potrebbe essere utile iniziare un percorso psicologico dove esplorare e alleggerire questa matassa di pensieri che ha così vorticosamente descritto, dove comprendere davvero cosa ci sia dietro questa volontà di piangere e perché no, magari dove raggiungere una serenità tale da poter persino esultare e crogiolarsi delle sue Vittorie con il suo psicologo di fiducia.
La incoraggio a compiere questo viaggio per se stessa e resto a sua disposizione anche per un percorso online qualora lo ritenesse opportuno.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Delli Santi
di "Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico"

Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico Psicologo a Oria

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9 FEB 2022

Carissima questa sua astenia è dovuta probabilmente ad un disturbo dell'umore. Vede non ha importanza se abbiamo tutto ciò che ci serve nella vita, a volte tali disturbi arrivano per ciò che ci portiamo nella testa e nel cuore. Bisogna avere il coraggio di guardarci dentro e andare verso ciò che sentiamo nostro. Quale pensiero la preoccupa di più e qual'è la sensazione che è più presente.?
Resto a sua disposizione anche on line.
Cari saluti.
Dottoressa De Luca Barbara

Dott.ssa Barbara De Luca Psicologo a Catanzaro

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9 FEB 2022

Buongiorno Veronica,
ci sono giorni in cui lei si sente una favola. Andrebbe tutto bene se non ci fossero gli altri giorni in cui lei si sente nel modo come ha descritto. Lei non può esultare perché il modo come si sente negli altri giorni indica che c'è qualcosa che non va in lei, nella sua vita. Non sono sciocche lamentele immotivate come lei pensa quando sta meglio. Lei non si sente felice né libera e non capisce perché dato che apparentemente ha una buona condizione di vita. Però quando sta male sente il bisogno di essere ascoltata e si sente frustrata per la mancanza di una comunicazione autentica e profonda. Questa parte di sé insoddisfatta desidera sentirsi libera e felice e deve essere ascoltata. Si trova spesso davanti il muro, lo schermo o persone che non le ascoltano . Penso che sarebbe opportuno cercare un interlocutore preparato come uno psicoterapeuta che le potesse ascoltare e diversamente dalla sua esperienza, restituire e stabilire una comunicazione in sintonia con i suoi sentimenti, aiutando inoltre
a chiarire quello che si passa nel suo moldo interiore.
Un saluto e una buona giornata.

Dr. Gilberto G. Villela Psicologo a Roma

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9 FEB 2022

Cara Veronica, da quello che racconta sembra proprio che tutti i fatti di cui ha parlato la tocchino invece molto. Lei dice di lamentarsi per cose di poco conto e che dovrebbe essere grata ma non dice per cosa. Quello che emerge invece è una persona che sta soffrendo realmente per cose che la albergano, per una frustrazione generale legata al disagio di stare con gli altri, forse una carattere tendenzialmente introverso che però si difende dalle difficoltà chiudendosi. Lei parla anche della sensazione di non essere ascoltata, di noia con li altri, di rabbia quando gli altri non la rispettano ( non mettere la freccia è un modo di non rispettare chi si ha dietro perché non si comunica che si vuol fare, magari determinato da distrazione ma mette in difficoltà gli altri oltre che sé stessi).. poi tra le righe emerge anche un rapporto forse difficile con sua madre .. una focalizzazione per le cose brutte.. insomma forse tutti questi sentimenti avrebbero proprio bisogno di essere presi in carico e curati con un percorso psicoterapeutico per ritrovare la gioia di vivere e la volontà interiore di orientarsi con libertà.
Le auguro il meglio e rimango a disposizione per qualsiasi cosa.
cari saluti
dott.ssa Silvia Chiavacci

Dott.ssa Silvia Chiavacci Psicologo a Firenze

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9 FEB 2022

Salve Veronica, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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9 FEB 2022

Cara Veronica,

sarebbe molto importante approfondire i nodi relazionali che ora le paiono apparentemente inestricabili, nonostante il tempo è passato, in modo da scioglierli e osservarli da nuovi punti di vista. Unitamente a questo, anche aiutarla a rafforzare la consapevolezza di sé e gli obiettivi che ha raggiunto finora, i quali meritano di essere guardati con rinnovato orgoglio.
A questo proposito, sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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9 FEB 2022

Buongiorno Veronica,
la felicità è una meta a cui tutti tendiamo e ciò che facciamo risponde proprio a quel desiderio intrinseco che abita ciascuno di noi.
Non sono però le cose che facciamo o che abbiamo a garantirci la felicità. La domanda sorge spontanea: cosa mi procura la felicità? il sentirsi amati e amare. In buona sostanza, le relazioni.
Le relazioni primarie (quelle con le figure di accudimento, i genitori abitualmente) ci danno un primo importante imprinting che condiziona le altre successive relazioni. Può lavorare su queste, se intravvede qualche ferita che ancora oggi le fa male.
Resto a disposizione e le auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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