Sono sempre arrabbiata e infelice
Salve, ho 25 anni e vivo con i miei genitori e mio fratello. Non sono mai stata felice in vita mia e percepisco la vita come una continua tortura. Trovo molto faticoso fare qualsiasi cosa e ogni giorno sento un profondo senso di vuoto e sofferenza di cui non riesco a sbarazzarmi. Mi sento molto sola e detesto la mia famiglia. Provo per tutti loro un odio e fastidio costante; in alcuni periodi non sopporto nemmeno di vedere le loro facce o sentirne le voci: tutto è una sofferenza per me, così mi chiudo in camera per giorni, uscendo solo quando stanno tutti dormendo e vivendo malissimo. Fatico a vedere qualcosa di positivo nel mondo in generale, fatico a concentrarmi perchè penso sempre troppo e mi sembra che esistano solo problemi e basta e potrei restare a piangere per ore, ogni giorno. Inoltre, ho un odio continuo per le persone in generale: percepisco le persone solo come una fonte di continue sofferenze e problemi. A volte anche solo parlare è faticoso e quando parlo con qualcuno poi ricordo qualsiasi frase, critica o offesa e i dialoghi continuano a ritornarmi in mente, facendomi stare male di nuovo nei giorni successivi. Nei giorni in cui sto un pò meglio ho comunque una rabbia continua nei confronti dei miei familiari e non riesco a fare a meno di ripensare alle sofferenze che mi hanno causato negli anni. Quando mi infastidisco o mi arrabbio per qualcosa la rabbia si moltiplica, perchè ricordo tutte le volte che quella persona mi ha deluso o mi ha fatto star male a causa di un'offesa o di una situazione simile, così sembra sempre che mi arrabbi più del dovuto per una cosa di poco conto. Ho provato a spiegare alla mia famiglia quanto stessi male ma mio padre è un alcolista e, anche da sobrio, non mi ha praticamente mai parlato; a causa di questo, mi sento profondamente a disagio ogni volta che mi trovo con lui. Inoltre, sembra incapace di dimostrare affetto o empatia: più volte mi sono ritrovata a piangere davanti a lui senza che se ne interessasse o sembrasse accorgersene. Mia madre è quella che sostiene la famiglia e, in quanto tale, è sempre stanca, depressa o piena di ansie. Finge di essere allegra, ma poi piange di nascosto. Molte volte ho provato a spiegarle come stavo e inizialmente ha mostrato una certa empatia e comprensione, ma poi ha cominciato a ad essere insofferente e a dirmi che dicevo sempre le stesse cose e che non ha la forza per sopportare le mie lamentele. Faccio molta fatica a spiegarle come mi sento e mi vergogno molto di piangere davanti alle persone, ma mi si è detto che mi lamento troppo senza avere reali problemi, mi comporto da debole, sono una lagna e faccio la vittima. Mia madre sostiene di esserci sempre stata, che ha fatto il possibile per darmi qualsiasi cosa e che dovrei esserle grata anziché lamentarmi. Io ricordo di averla sempre vista nervosa, ansiosa e troppo stanca per discutere. Non è mai stata in grado di confortare, incoraggiare o di mostrare comprensione. Inoltre, si preoccupa più se ho la pelle rovinata piuttosto di un eventuale disagio interiore: sembra che i problemi psicologici non possano essere contemplati nella mia famiglia. Riporta qualsiasi discussione sul piano economico, ricordandomi che mi ha cresciuta, pagato gli studi o comprato qualcosa e che non sa che cosa dovrebbe fare ancora. Mi dice che mio fratello è cresciuto nella stessa famiglia, eppure non si comporta come me e non sembra avere tutti i miei problemi. Mio fratello ha qualche anno in meno di me e non mi parla quasi mai: credo non mi sopporti e questo mi fa stare molto male. Penso non tolleri il fatto che faccia star peggio mia madre lamentandomi. Ho provato a parlare anche con lui, ma lo infastidisce molto vedermi piangere e penso che non tolleri i drammi, così mi evita sempre di più, stando con i suoi amici. Io non ho amici e non frequento nessuno. Faccio molta fatica a parlare con le persone. Ho sempre percepito un continuo senso di ansia, solitudine e alienazione, sia nella mia famiglia, sia a scuola, con i compagni di classe. Non mi sono mai sentita parte di niente e tendo a non sentirmi a mio agio con nessuno. Spesso mi sono sentita come se vivessi con più intensità quello che accadeva nei film o nei libri piuttosto di quello che mi succedeva nella realtà. Fatico a provare piacere per qualcosa e non mi diverto quasi mai. Le uniche cose che mi danno conforto sono appunto leggere o guardare film, ma fatico a concentrarmi pienamente anche in quei casi. Non ho mai lavorato e ho anche lasciato l'università perchè non riuscivo più a concentrarmi dopo che mio padre ha ricominciato a bere e una serie di altre situazioni si sono succedute. Non so esattamente se sono caduta in depressione allora o se sono peggiorata, perchè in qualche maniera mi sembra di essere sempre stata depressa. So solo che sono stata molto peggio: pensavo sempre alla morte, avevo mal di testa continui e non riuscivo a rimanere concentrata nemmeno durante la durata di una pubblicità, a causa dei pensieri continui. Ora sto meglio rispetto a quel periodo, ma mi sento una nullità e non ho alcuna autostima. A volte mi chiedo se sono pazza e quasi comincio a dubitare di me stessa e della mie percezioni dal momento che nessuno sembra credere alla mia sofferenza. Mi chiedo se il mio dolore è legittimo o se è vero che sono solo pigra e mi lamento troppo. Inoltre, mi è capitato di vedere diversi video sull'Asperger e, dal momento che mi riconoscevo in diverse cose, ho letto articoli e ho provato a fare tutti i test che ho trovato: in tutti i risultati mi si diceva che ero probabilmente un soggetto aspie. Avrò provato a fare l'Aspie quiz 4-5 volte in mesi differenti e il risultato era sempre lo stesso, ma non so quanto questo possa essere affidabile. Ho avuto un'alta probabilità anche con i test per il disturbo borderline di personalità e per il disturbo bipolare, quindi non so più cosa credere. Recentemente sono riuscita ad entrare in una scuola d'arte abbastanza importante: sono stata trattata come una persona intelligente e capace, ma è stato strano perchè io continuo a non avere alcuna autostima e ho paura di rovinare tutto. Temo di fare solo un altro errore e di perdere altro tempo. Mi chiedo se riuscirò a sostenere un impegno giornaliero in queste condizioni e dovendo continuare a vivere con i miei genitori. Non so davvero dove trovare la forza per andare avanti.