Perché sento costantemente di non essere amata abbastanza?

Inviata da Elisabeth · 15 apr 2022 Autostima

Buongiorno,sono una ragazza di 20 anni e vi scrivo perché negli ultimi mesi vivo con una costante paura che ormai penso derivi da fattori psicologici e spero in un vostro gentile aiuto. Non riesco a vivere serenamente le relazioni amorose perché ho sempre la paura di amare l'altra persona più di quanto possa amarmi lei o che questa non mi ami affatto. Non riesco a godermi a pieno i momenti con l'altra persona perché non faccio che analizzare il modo in cui si comporta:quante volte guarda il cellulare,quanto spesso mi tiene per mano,se mi apre o meno la porta,se cammina ad un passo diverso dal mio,se mi chiede un parere, se quando siamo in compagnia mi presta attenzione, se mi fa complimenti e quanto spesso,se sembra felice in mia compagnia etc... Sono pensieri che mi faccio costantemente e noto sempre tutto,i minimi dettagli, come se io aspettassi che l'altra persona facesse un passo falso per poter pensare : avevo ragione,non mi ama proprio. Ho un'idea tutta mia dell'amore,forse un po' troppo idealistica,ho sempre aspettative troppo alte ,mi immagino il principe azzurro e poi puntualmente vengo delusa. Se noto che la persona non mi guarda come faccio io da innamorata penso che non sia altrettanto innamorata (o che non mi trovi molto attraente )e posso rovinare una serata per questo pensiero che diventa intrusivo. Quando inizio una relazione analizzo ogni minimo gesto,il linguaggio del corpo e penso a tutti i segnali che mi sta inviando indirettamente (faccio pensieri come : "si è toccato il naso? Oddio,chissà che ho detto che gli ha dato fastidio",oppure "cammina ad un passo più veloce del mio e non mi tiene per mano? Non gli interesso sicuramente ,si è autoconvinto di essere innamorato di me"). Non riesco ad essere serena,vorrei non poter avere questi pensieri che mi martellano in testa e che mi fanno vivere con pesantezza ogni momento. Faccio fatica ad accettare che gli altri non mi amino come desidererei io,mi faccio aspettative troppo alte che poi vengono costantemente deluse. Vorrei un consiglio per capire se tutto questo possa avere radici più profonde e soprattutto come possa fare per superarlo. Vi ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti

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Miglior risposta 17 APR 2022

Buongiorno Elisabeth,
ho letto con attenzione quello che lei ha scritto ma prima di darle un mio suggerimento sul da farsi vorrei partire da una brevissima definizione.
Che cosa significa amare?
Amare significa desiderare il meglio all'altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all'altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore.
Quand'è che l’amore diventa malessere?
L’amore verso un partner diventa malessere quando attribuiamo ad esso la soluzione a tutti i nostri problemi, e spesso un riscatto e un riconoscimento dei nostri valori.
La conseguenza pratica è che cominciamo a concentrare la nostra energia psichica in questa ossessione, l’altro diventa idealizzato, lo identifichiamo come l’unica fonte del nostro benessere, ci terrorizza l’dea di poterlo perdere e per questo cominciamo a “controllare”.
Si ha difficoltà nel riconoscere quali possono essere i propri bisogni, mettendo da parte gli obiettivi a fronte di quelli dell'altra persona o della coppia; si vive costantemente nell'ansia di poter perdere la persona oggetto della propria dipendenza e si ha bisogno di continue rassicurazioni che questo non avverrà; all'interno della coppia, si tende a fare richieste affettive continue ed esagerate, non sentendosi comunque amati adeguatamente.
Da questo momento facciamo fatica a dedicarci alla nostra vita o lo facciamo con una gran fatica.
Consapevolizzare questo nostro meccanismo è il primo passo per chiedere aiuto, così come è avvenuto in Lei, Elisabeth!
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Con un terapeuta potrà prendere coscienza piena del problema e cominciare a ragionare su obiettivi a breve e lungo termine. I primi potrebbero consistere nella risoluzione della sofferenza quotidiana legata a disfunzioni comportamentali. Quelli a lungo termine potrebbero riguardare invece l’affrontare esperienze precoci di abbandono, di trascuratezza fisica ed emotiva, che generalmente sono alla base della convinzione di non valere nulla e di non essere degni di essere amati. Una terapia ben strutturata dovrebbe aiutarla a tornare ad essere in grado di amare nella giusta misura e non in un modo disfunzionale ed ossessivo.
Resto a disposizione pe ulteriori approfondimenti, dott.ssa Grazia Basile


Dott.ssa Grazia Basile Psicologo a Ponte San Nicolò

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20 APR 2022

Gentile utente,
deve essere molto faticoso mantenere un tale livello di attenzione e controllo.
Il fatto di riconoscere quanto aspetti suoi interni, personali possano influire oggi, nel suo presente, nelle relazioni con l'Altro rappresenta un punto fondamentale da cui partire per un lavoro suo personale, di introspezione.
Diversi sono gli aspetti emersi dal suo racconto che meriterebbero un approfondimento se si mette nella posizione di aprire le mani per comprendere e agire su di se.
Cordialmente,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara Dott.ssa Sonia Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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17 APR 2022

Buongiorno Elisabeth,
ho letto con attenzione quello che lei ha scritto ma prima di darle un mio suggerimento sul da farsi vorrei partire da una brevissima definizione.
Che cosa significa amare?
Amare significa desiderare il meglio all'altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all'altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore.
Quand'è che l’amore diventa malessere?
L’amore verso un partner diventa malessere quando attribuiamo ad esso la soluzione a tutti i nostri problemi, e spesso un riscatto e un riconoscimento dei nostri valori.
La conseguenza pratica è che cominciamo a concentrare la nostra energia psichica in questa ossessione, l’altro diventa idealizzato, lo identifichiamo come l’unica fonte del nostro benessere, ci terrorizza l’dea di poterlo perdere e per questo cominciamo a “controllare”.
Si ha difficoltà nel riconoscere quali possono essere i propri bisogni, mettendo da parte gli obiettivi a fronte di quelli dell'altra persona o della coppia; si vive costantemente nell'ansia di poter perdere la persona oggetto della propria dipendenza e si ha bisogno di continue rassicurazioni che questo non avverrà; all'interno della coppia, si tende a fare richieste affettive continue ed esagerate, non sentendosi comunque amati adeguatamente.
Da questo momento facciamo fatica a dedicarci alla nostra vita o lo facciamo con una gran fatica.
Consapevolizzare questo nostro meccanismo è il primo passo per chiedere aiuto, così come è avvenuto in Lei, Elisabeth!
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Con un terapeuta potrà prendere coscienza piena del problema e cominciare a ragionare su obiettivi a breve e lungo termine. I primi potrebbero consistere nella risoluzione della sofferenza quotidiana legata a disfunzioni comportamentali. Quelli a lungo termine potrebbero riguardare invece l’affrontare esperienze precoci di abbandono, di trascuratezza fisica ed emotiva, che generalmente sono alla base della convinzione di non valere nulla e di non essere degni di essere amati. Una terapia ben strutturata dovrebbe aiutarla a tornare ad essere in grado di amare nella giusta misura e non in un modo disfunzionale ed ossessivo.
Resto a disposizione pe ulteriori approfondimenti, dott.ssa Grazia Basile





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16 APR 2022

Salve Elisabeth,
dal suo racconto si evince come i pensieri negativi condizionino in maniera importante il suo stato emotivo e le sue relazioni. Probabilmente questi pensieri sono il frutto di insicurezze personali che andrebbero approfondite.
Sarebbe interessante capire come si sono sviluppati nel tempo e come la condizionano oggi.
Una terapia potrebbe aiutarla a vedere in modo chiaro le modalità relazionali che mette in atto, le funzioni che queste assumono (perché lo fa?) e, cosa più importante, il ventaglio di alternative che ha a disposizione per vivere le relazioni in maniera più serena e spensierata, come è giusto che sia per la sua età.
In bocca al lupo per tutto e se ha altri dubbi in merito non esiti a contattarmi!
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Dr.ssa Grazia Distante Psicologo a Padova

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16 APR 2022

Buongiorno Elisabeth,
la percezione attuale di sentirci amati poggia sull'esperienza primaria dell'essere amati in età infantile.
Sarebbe utile -attraverso un percorso di terapia- valutare i suoi vissuti e colmare eventuali lacune.
Le consiglio la terapia EMDR.
Resto a disposizione e le auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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16 APR 2022

Cara Elisabeth,
il nostro modo di relazionarci, o sentirci nel dare/ricevere amore e affetto, si forma sin dall’infanzia tramite il rapporto con le figure di riferimento e si sviluppa anche con le esperienze che viviamo man mano nel tempo. A volte possono venirsi a formare degli schemi che ci guidano in modo automatico e poco consapevole/inconsapevole, che possono diventare delle vere e proprie trappole relazionali. Alla luce di quanto racconti è bene approfondire.
Ti consiglio di intraprendere un percorso mirato con un professionista in modo da lavorare su quanto alimenta il tuo sentirti così, quindi anche sulle cause e l’origine, ma soprattutto su come agire oggi per vivere la tua vita relazionale e affettiva in modo appagante e sereno.
Io resto a tua disposizione per aiutarti.
Augurandoti il meglio, ti invio un caro saluto!
Dr.ssa A. SIGNORELLI, esperta in vita Relazionale, affettiva e di coppia (sedute anche online)

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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