Non mi sento amata e capita

Inviata da Emilia · 22 giu 2015 Terapia di coppia

Mi sento così sola...
ho 36 anni e da 7 convivo con il mio compagno. Tutto andava bene fin quando un anno e mezzo fa e morto suo padre e da lì la nostra storia è andata in calo. Si è chiuso in sé, non mi parla più, non facciamo più l'amore da non so bene quanto tempo. Mi sento trasparente perché mai una parola dolce o una carezza. Solo rabbia e critiche. ci sto male perché mi sento trasparente, lui dice che non è vero ma la realtà dei fatti è che io ci sto male e lui non riesce a capirmi. Volevamo una famiglia, dei figli, ma ora non ne vuole neanche sentirne parlare. Ho provato anche a spingerlo ad andare da uno specialista o terapeuta ma nulla di fatto, vuole essere aiutato da me, così inizia a rinfacciarmi che lo lascio solo e lo trascuro, cosa che non è affatto vera. Vorrei che crescesse perché ha 38 anni, ma resta sui suoi passi. Non so più cosa fare, so solo che sono stanca di sentirmi così rifiutata. io non lo accetto e così iniziamo a discutere ma lui è come se non mi ascoltasse, mi tratta male poi quando gli passa come se non fosse successo niente. Datemi un consiglio perché credo di scoppiare, anche se lo amo tanto.. Grazie

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Miglior risposta 22 GIU 2015

Cara Emilia,
il lutto può muovere tante cose nelle persone e farle comportare in modi molto diversi dagli abituali, al punto che chi è accanto, non le riconosce più.

Mi sembra sia quello che sta accadendo al suo compagno. Un anno e mezzo è un tempo abbastanza lungo per dirle che sarebbe importante far aiutare il suo compagno da un professonista pechè è possibile che non sia riuscito ad elaborare la morte del padre.

Ha fatto molto bene a specificare di averne già parlato al suo compagno e che lui non è disponibile, ad oggi, a ricevere altro aiuto se non il suo.
Le suggerisco, quindi, di rivolgersi ad uno psicologo in autonomia, per se stessa.

L'obiettivo è avere uno spazio di sostegno in questo momento così faticoso e essere aiutata a parlare al suo compagno. A volte un piccolo cambiamento smuove grandi cose.

Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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29 GIU 2015

Grazie mille per le risposte, dovrei aggiungere che sono già stata in terapia circa due anni fa, per problemi miei molto personali. Quindi alcuni suoi meccanismi li riconosco visto che li ho affrontati e cercato di risolverli. E' ovvio che si è venuto a mancare un equilibrio di coppia oltre a quello personale. Ho provato a convincerlo ad andare in terapia o per lo meno a parlare con qualcuno del suo malessere, ma niente di fatto. Io poi la scorsa settimana sono esplosa e gli ho detto che così come si sta comportando non va affatto bene e non ci stavo più ai suoi giochetti e ricatti psicologici. Ora pare che stia cercando di rimettersi in piedi (perché è di questo che si sta parlando) spero solo di avere ancora la pazienza e la forza. di andare avanti. Il fatto che ogni tanto gli dichiaro guerra è proprio perché voglio difendere me stessa ed il mio equilibrio personale. Vorrei solo avere un rapporto sano e maturo.
Grazie ancora, Emilia.

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23 GIU 2015

cara Emilia, purtroppo ci sono due cose che devi comprendere bene: la prima è che non possiamo aiutare nessuno che non voglia essere aiutato; la seconda è che tu non puoi fare la sua mamma o terapeuta. E' lui che deve rendersi conto che ha un problema e che questo problema sta ricadendo sulla relazione. Ma tu un potere lo hai: se non quello di poter aiutare lui hai quello di poter decidere per quanto ancora vorrai sopportare questa situazione che non si sblocca.

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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22 GIU 2015

Sebbene abbia criticato la cognitiva,ne recupero i tratti salienti, devi sapere che tuuutto cio' che ti accade intorno,ma proprio tuuuutto,passa sempre per i tuoi occhi, vivere significa essere prima in contatto con se stessi e poi da quel contatto nasce la relazione con il mondo, io che sento l'uomo perche ho amato di colpo meno attento a me,gia' mi sto dicendo da donna che non sno alla pari con il mio uomo, da principe azzurro a uomo disattento e problematico mi sa di boicottaggio inconsapevole, questo e' un pensiero dicotomico, o ti sei boicottata prima o ti stai boicottando dopo, nella mia esperienza di uomo le donne che ho incrociato erano spesso narcisiste ipervigili o narxisiste inconsapevoli o in alternativa borderline, sono i tratti piu' diffusi nelle donne,insieme all'isteria, ora presumendo che tu sia ok e non hai tratti nevrotici ne tu sia un'isterica,ti chiedo di interrogarti su cosa tu ti dici rispetto a quest'uomo ora, il giochino che prima eri una principessa e ora na sguattera non torna, a occhio io credo che questa persona senta fatica nel ruolo che oggi ha con te, morto il papa',arriva la responsabilita' in prima persona e in quella responsabilita' ci sei anche tu con le tue legittime richieste che potrebbe percepire come pretese, e' possibile che abbia paura, se fosse cosi' mi interrogherei non tanto sul tratto di lui,ma sul timbro della tua anima, lui puo' fare qualsiasi cosa,compreso non avere famiglia,figli,matrimonio, il punto e' come ti senti tu rispetto ad un uomo che propone questo progetto, se non vuole curarsi,ok, ammettendo per buona la tua versione;ok, , , nn si curi il disagio che esula dal lutto in se,sia chiaro e allora?cosa si fa?e' possibile che sia un disadattamento ma se supera questo stato di cose un tempo congruo e si protae per piu' di 6 mesi,mi farei delle domande non tanto su come mai lui e' cosi',ma su cosa posso fare io di diverso per me, io un'idea l'avrei sulla tua anima ma sta a te conoscerti e scegliere il tuo meglio, la relazione con se stessi dice della relazione con l'altro e quello che hai scritto dice molto di te, senti il, qui ed ora e avrai il tuo progetto, se al contrario sogni un'immagine di uomo che al momento non c'e',ok, , liberissima di farlo ma a patto che tu ne sia consapevole, in bocca a lupo, sno un ex ossessivo, ciauu,

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22 GIU 2015

Gentile Emilia,
la sua difficoltà e la sua sofferenza sono assolutamente legittime e comprensibili. La situazione che si trova a vivere è difficile e destabilizzante, ma lei ha dimostrato e dimostra di avere capacità e risorse.
Un lutto è un evento destabilizzate che genera sofferenza e può avere come conseguenza cambiamenti nel modo di funzionare e rapportarsi di una persona. Le informazioni che lei fornisce in merito al suo compagno sembrerebbero essere in linea con ciò e sembrerebbero suggerire una non risoluzione e metabolizzazione dell'evento luttuoso. Assolutamente funzionale il suo stare vicino al suo compagno ed il suo suggerirgli di rivolgersi ad uno specialista...ora però è importante che inizi a pensare anche a sè e al suo di malessere. Potrebbe esserle utile un percorso personale, uno spazio nel quale trovare supporto in questo momento difficile, nel quale definire il suo malessere e gli strumenti che gli possono essere utili per affrontarlo, nel quale identificare la modalità più funzionale per stare accanto al suo compagno e comunicare con lui.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Stefania Valagussa

Dott.ssa Stefania Valagussa Psicologo a Concorezzo

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