Pensieri violenti e rabbia repressa

Inviata da Serena · 4 ago 2022 Aggressività

Buongiorno, vi scrivo per dei pensieri che moralmente sono considerati sbagliati (ed è giusto così) ma che nel mio caso si presentano continuamente come soluzioni a eventi spiacevoli vissuti del passato. A volte mi ritrovo a rivivere in mente delle litigate o degli eventi in cui io mi sono sentita attaccata e completamente fraintesa. Questi eventi che io rivivo in mente inizialmente hanno lo stesso andamento di come si sono svolti realmente, ma ad un certo punto, quando arriva la parte in cui sono io quella che si deve difendere, la "narrazione" cambia. È come se ci fosse una seconda persona dentro di me che vuole tirare fuori tutta la rabbia repressa, ma che non lo fa; o meglio, lo fa, ma non nella vita reale. Quando penso a quei momenti particolari (le litigate pesanti) o anche semplicemente inventandomi uno scenario partendo da un evento realmente accaduto finisco sempre per stravolgerne il fine attraverso l'uccisione di qualcuno. Mi immagino di uscire fuori di testa, di prendere un coltello e fare una strage; di uccidere quelle persone che io penso abbiano fatto sempre di proposito determinate azioni per farmi del male. È come se io mi creassi un mondo in testa per sfogare tutta la mia rabbia, quella rabbia di non essere mai stata capita da nessuno. Non so nemmeno che cosa provo nei confronti di questi pensieri omicidi, ma ho un vulcano dentro di me ogni volta che rimugino sul passato. Questa rabbia però riguarda solo la sfera famigliare, anche perché sono molto selettiva sulle amicizie e mi tengo vicino solo le persone di cui mi fido davvero tanto. Una volta che finisco di crearmi il mio film in testa, inizio a provare sentimenti che non riconosco nei confronti delle persone coinvolte negli episodi, ma comunque sono tutte negative. Non è odio, non è disgusto e non è tristezza, ma non è nemmeno indifferenza o paura. Inoltre, come mai continuo a ripescare dai cassetti del mio cervello tutti questi eventi? Ormai sono passati, non posso cambiare ciò che è appena successo, ma è come se io avessi questo bisogno incolmabile di tornare indietro e prendere a schiaffi tutti, scaricare tutto il nervosismo per smetterla di pensare di ammazzare qualcuno. Ma siccome l'immaginazione è il mio unico strumento di sfogo, è l'unica cosa che mi dà sollievo psicologico (fisico no perché mi ritrovo con un nodo in gola e con una fiamma che si agita dentro di me ma che tengo sempre sotto controllo), anche se momentaneo e non a lungo termine. Infatti, anche se non mi ricordo molto bene, sono sicura di averlo fatto più volte e probabilmente ripetutamente per lo stesso evento. Io voglio solo smetterla di riprendere apposta il passato per potermi vendicare come (forse) il mio subconscio avrebbe voluto fare, ma è più forte di me. Non so nemmeno quante volte succede, se spesso o poche volte, vivo nel dubbio costante. Vivo pensando a tante cose. Nella vita reale sono una persona molto calma, tranquilla e alla vista serena, ma in testa ho un casino che non combacia con quello che mostro. Ed è per questo che vivo nel dubbio: devo farmi curare o sono pensieri normali? Scusate la lunghezza del post, ma avevo bisogno di sfogarmi e di darmi un'opportunità per parlare sapendo che dall'altra parte si trovano persone imparziali. Grazie mille in anticipo per le risposte

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Miglior risposta 5 AGO 2022

Ciao Serena, sento la tua difficoltà nel gestire questa emozione che appare, per come la descrivi, intensa ed incontenibile. Dalle tue parole percepisco però una grande voglia di provare ad esprimere questa emozione in un modo diverso, anche attraverso la possibilità di liberarti dai pesi del tuo vissuto sia presente che passato. Il percorso di terapia potrebbe essere una buona occasione per farlo e permetterti così di sentirti libera dalla sensazione di non riuscire ad esprimere le tue emozioni in modo diverso.

Dott. Damiano Pucci Psicologo a Montecatini-Terme

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5 AGO 2022

Buongiorno Serena,
il fatto che lei ripeschi dal passato eventi dolorosi in cui si è sentita attaccata e non compresa denota che essi sono rimasti come grandi questioni aperte, non si sono conclusi o non si sono conclusi come avrebbe voluto. La sua rabbia è legata al fatto che sente che gli attacchi che ritiene di aver sono ingiusti e non è riuscita a dare nella realtà la sua versione, a farsi comprendere, a rendere giustizia a se stessa. Al di sotto di una grande rabbia c'è sempre un dolore molto intenso. Una ferita che ha intaccato il nostro amor proprio che non riesce a rimarginarsi perché infettata dalla rabbia.
Esistono diverse tecniche per elaborare la rabbia e il miglior approccio è probabilmente quello di integrare gli aspetti cognitivi con quelli emotivi. Per accedere ad entrambi è necessario fare delle sedute di terapia in cui, attraverso role-play (giochi di ruolo), potrà rivivere quelle situazioni, o meglio la sua rappresentazione di quelle situazioni, al fine di esprimere tutto ciò che non è stato detto, agire le emozioni attraverso il corpo (ovviamente in un contesto protetto e con tecniche gestite da terapeuti esperti che le consentiranno di farlo senza farsi o fare del male).
Non è una semplice scarica emotiva (catarsi), ma parte del lavoro da svolgere sarà anche di tipo cognitivo per comprendere quali distorsioni cognitive e comunicative hanno determinato il dolore e la rabbia e in quale modo lei alimenta queste emozioni ogni volta che ripercorre quegli gli eventi con la sua mente.
Nel narrare a persone esterne a lei, piuttosto che ripercorrere flash nella sua mente, si troverà già da subito a comprendere quale sentimenti e quali bisogni sono stati feriti, scremando di tutte le attribuzioni sovrastrutturali che giustificano la sua rabbia e il finale violento del film che ogni volta proietta nella sua mente. In altre parole sarà più facile arrivare al nocciolo della questione e focalizzare quale tipo di nutrimento o di riparazione necessita. Nella terapia è possibile mettere in scena anche questi finali riparativi, entrando così in contatto con le emozioni di tristezza che accompagnano di solito la consapevolezza che il passato non si può cambiare e che è solo possibile lasciarlo andare.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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5 AGO 2022

Serena buongiorno, come hai ben descritto ciò che ti tormenta è la rabbia nei confronti dei tuoi familiari, una rabbia che soddisfi parzialmente con delle ideazioni violente. Cioè con l'immaginare anche in modo dettagliato di sfogare la tua rabbia e di vendicarti in modo cruento. Tuttavia, come anche tu scrivi, questo meccanismo è fallace e momentaneo e ti ritrovi come Prometeo ad essere condannata ad avere in eterno il fegato divorato da un'aquila, non potendo liberarti dalle catene e non potendo impedire che il fegato si riformi. Mi sembra che ti senta imprigionata in una rabbia antica che cerchi di placare con il solo pensiero e la sola immaginazione. Serena, da come scrivi emerge una buona capacità di simbolizzazione, ossia di pensare ed esprimere i propri sentimenti ed emozioni. Possiedi una preziosa risorsa per intraprendere un percorso terapeutico che ti consenta di capire le origini della tua rabbia, il motivo per cui è così intensa e focalizzata su tuoi familiari, ascoltarla, accoglierla ed attraversala per dargli un senso e renderla in questo modo meno intensa e invalidante. Non lasciare che questo sia un ennesimo sfogo dalla scarsa efficacia. Approfondisci e trasforma, altrimenti, come Prometeo ti ritroverai incatenata ed impotente in attesa dell'ennesimo attacco dell'aquila.

Simona Galasso Psicologo a Roma

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5 AGO 2022

Sono fantasie di rivincita distruttive in quanto contengono LA punizione verso chi ritiene le sia mancato di rispetto. Ora nessun pensiero è criminalizzabile, per cui si concentra sull'aspetto sbagliato. Questi pensieri scaturiscono dalla constatazione della sua impotenza nel gestire le situazioni conflittuali descritte, sono sintomo di mancanza di assertività e di gestione emotiva per cui l'unica soluzione che trova sul momento è la repressione delle sue istanze salvo poi pentirsene ed arrabbiarsi con se stessa per non aver reagito a dovere, ed ecco che si apre la strada per la fantasia di distruzione. Stiamo parlando di tratti passivo-aggressivi. Dovrebbe prendere queste fantasie come spia che le indica che deve fare qualcosa per la gestione della rabbia. Ora, tutto questo non avviene magicamente, ci deve lavorare su. Un training sull'assertività potrebbe tornarle molto utile.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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5 AGO 2022

Salve Serena, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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5 AGO 2022

Buongiorno Serena,

resto disponibile se vorrai crearti uno spazio tuo personale di ascolto e supporto per gestire al meglio questa situazione che ti fa soffrire emotivamente.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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5 AGO 2022

Cara Serena, il suo racconto è carico di vissuti emotivi soprattutto legati al passato e agli eventi spiacevoli che ha vissuto. Le potrebbe essere utile ritagliarsi del tempo per sè, per elaborare questo passato che la porta ad avere un casino in testa e che la supporti nell'affrontarlo per andare avanti in modo più sereno.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.

Dott.ssa Sara Manzoni Psicologo a Treviglio

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