Sognare il ritorno di un ex violento (che nella realtà è deceduto)
è una storia un po' lunga, abbastanza lunga da farmi pensare fosse terminata, quindi spero di riuscire a raccontare tutto in modo coinciso e chiaro.
A 17 anni ho iniziato una relazione con un ragazzo dal caratterre complicato, spesso arrabbiato col mondo, ma molto intelligente, con ottimi voti, era anche mio compagno di classe e lo chiamerò Ay. La relazione fin da subito mi ha cambiata, senza che nemmeno me ne rendessi conto. Ay era estremamente possessivo e geloso, ma in un modo subdolo: invece di dirmi, ad esempio, di essere geloso di una mia amicizia, iniziava a buttarci fango sopra dicendo che quel tale amico in realtà mi odiava e glielo aveva detto più volte, che mi parlava solo perchè ero gentile a far copiare i compiti e che continuava a frequentarmi solo per pietà. Questo tipo di discorsi, perpetuati per mesi e su qualsiasi persona frequentassi o con la quale semplicemente parlassi mi ha totalmente isolata. Nel giro di un paio di mesi Ay era l'unica persona con cui parlassi o uscissi, non avevo più amiche, non mi fidavo di nessuno, nemmeno della mia famiglia. Mi diceva frasi del tipo "Quando esci da sola ti vesti come vuoi, quando esci con me devi vestirti bene perchè la gente deve vedere che ho una bella ragazza". Dopo alcuni mesi è diventato un tira e molla continuo, ogni scusa era buona per litigare e ritrovarmi a chiedere scusa per qualsiasi cosa, fatta o meno, pregando di non essere lasciata perchè lo stare con lui mi aveva fatto credere che se mi avesse lasciato, non avrei trovato mai più nessun altro. Con il tempo è diventato violento, più che farmi male, cosa che qualche volta è successa ad esempio con un pugno, si trattava quasi di umiliazione fisica, come il tirarmi i capelli o calciarmi addosso, mentre ero seduta su uno scalino, della neve sporca, o strattonarmi. La relazione è finita dopo un anno e mezzo (Avevo quasi 19 anni), mentre eravamo entrambi fuorisede, per una sorta di mio colpo di testa: dopo una litigata ho deciso, dal nulla, che non saremmo più tornati insieme e così è stato. Dopo pochi giorni sono uscita a ballare con la mia coinquilina e dei suoi amici e mi sono sentita rinata, non parlavo con dei ragazzi da un anno e mezzo, non uscivo con persone che non fossero lui dallo stesso tempo. Inizialmente lui ha provato in tutti i modi a riconquistarmi, alcune volte con la pietà, altre volte con le minacce, altre volte ancora tentando di rendermi gelosa ma io sono riuscita, anche se tentennando, ad andare avanti a ricreare una cerchia di amici, a chiedere scusa ad alcune delle persone che avevo allontanato per colpa sua.
Lui ha continuato a scrivermi e minacciarmi, nonostante l'avessi bloccato ovunque continuava in qualche modo a farmi arrivare i suoi messaggi, ad esempio "se ti vedo in giro ti faccio piangere sangue". C'è stato un periodo in cui degli amici venivano a prendermi a casa per accompagnarmi all'università e riportarmi poi a casa.
Pochi mesi dopo lui ha trovato una nuova ragazza, sua compagna di corso e nonostante questo ha continuato a scrivermi almeno 2-3 volte al mese dicendo quanto io fossi meglio di lei, che gli mancavo etc. Io ho risposto solo una volta: quando mi ha mandato la foto della sua mano insanguinata scrivendo "Guarda cosa mi hai fatto fare". (Ho scoperto anni dopo che aveva tirato un pugno contro al muro perchè la sua ragazza aveva salutato un altro ragazzo in mezzo alla strada).
Esattamente un anno dopo esserci lasciati ho accettato di incontrare Ay per una chiacchierata, per me era finito tutto ed ero pronta a chiudere definitivamente e amichevolmente; durante il nostro breve incontro lui ha iniziato a dire che ci eravamo lasciati per colpa mia e ad insultare tutte le mie amiche (dalle quali mi aveva fatta allontanare), presa dalla rabbia me ne sono semplicemente andata via.
Circa 3 settimane dopo, dopo aver tirato un pugno alla sua ragazza in un parco dell'università ed essere stato accerchiato da persone che l'avevano visto, lui è corso via, è salito al terzo piano di un edificio e si è buttato giù. Non è morto sul colpo, ma poco dopo, ed è stato trovato dall'ambulanza che era stata chiamata per soccorrere la ragazza che aveva colpito.
Ho pianto tantissimo, inizialmente mi sono sentita in colpa, ero convinta fosse anche colpa mia: lui era una persona difficile, io sapevo che aveva problemi ma non l'avevo salvato. Dopo la sua morte sono stata a casa sua con mio fratello (mio fratello è migliore amico di sua sorella), ho pianto molto con le sue sorelle, ho ascoltato ciò che dicevano e partecipato al dolore. Ad un certo punto sua sorella, in lacrime, ha detto ce non era possibile lui fosse violento, non aveva mai visto comportamenti violenti da parte sua e mi ha chiesto: "mica con te è mai stato violento??" io non ho avuto il coraggio di rispondere, ho abbracciato mio fratello (che sapeva solo parte di tutte le cose che erano successe) e ho pianto. Le settimane successive ho provato a passarle lontano dal paese, a casa ad esempio di mia sorella e la sorella di Ay mi ha scritto per chiedermi se io avessi mai pensato lui potesse suicidarsi, io ho detto sì, perchè col senno di poi, era una persona che stava talmente male che forse ce lo saremmo potuti aspettare. Lei ha mosso delle accuse nei miei confronti, ma non ricordo molto altro di quel periodo.
Parlando con conoscenze universitarie che poi ho scoperto essere comuni, ho scoperto che la ragaza di Ay era stata altre volte in ospedale per colpa sua, che lui era forse peggio di com'era con me e in più probabilmente la tradiva.
Io mi sono felicemente rifatta una vita, quello che penso è che non sarebbe potuta andare diversamente: prima o poi ci sarebbe stata una vittima, forse sono cattiva ma è meglio che sia stato lui e non io, la sua altra ragazza o qualche altra povera sfortunata.
Ho 25 anni, ho un ragazzo da 5 anni e siamo felicissimi (lo chiamerò M), parliamo di andare a convivere. Ho recuperato alcune delle amicizie perse per colpa di Ay e ho avuto anche il craggio di raccontare ciò che successo a qualche persona, ma non alla sorella di Ay, alla quale vorrei consegnare degli oggetti di Ay che ancora conservo, man non ho il coraggio di incontrarla e riaprire la questione.
Arrivo al punto: sono almeno un paio di anni che faccio, non molto frequentemente, meno di una volta al mese, sogni con Ay, e solo oggi ho colto lo schema che c'è dietro questi sogni, ma non lo comprendo.
Nei sogni io sono quella che sono attualmente, quindi sono nel tempo reale, attuale, ma Ay è vivo, anzi è come se "fosse tornato". Io sono la sua ragazza, ma so di non volerlo, so che è una brutta persona e che non voglio stare con lui, ma allo stesso tempo tutti (che a volte sono amici, altre sono parenti, personaggi sempre diversi ma che in generale non parlano ma di cui conosco i pensieri) sanno che stiamo insieme ed è giusto che stiamo insieme, perchè deve essere così e perchè lui è arivato prima di M. M è spesso presente nei sogni, c'è, mi guarda, ma non posso interagire con lui altrimenti Ay penserebbe male e tutti penserebbero male. Io ho il forte desiderio di scappare da M, andarcene, ma non posso. I sogni termiano con situazioni che fanno sì che Ay sia distante (fisicamente) da me di alcuni metri, impossibilitato a raggiungermi, ad esempio io ad una finestra e lui sotto, oppure lui in macchina con altre persone che sta per partire e io fuori dalla macchina e colgo l'occasione per dirgli: "tra noi è finita". Lui mi guarda, non da molto peso alla cosa, io mi sento solo leggermente sollevata, ho paura che non sia davvero finita, ho l'ansia, ma mi sento legittimata, almeno un po', ad andare da M. A questo punto mi sveglio, normalmente sudata e con la tachicardia. Io non riesco a capire.