Trauma represso
Buonasera.
Ho 31 anni, uomo.
Ho da sempre avuto gravi problemi psicologici, sono stato sotto psicofarmaci per anni, mi sono stati diagnosticati disturbi differenti da psichiatri differenti ma forse, finalmente, grazie ad una terapeuta che mi segue da circa 3 anni, sto cominciando a vedere dei progressi. Da qualche tempo a questa parte ho smesso di prendere le ultime pastiglie che ancora prendevo - Escitalopram in dose 20 mg 1 al giorno.
Da quel momento ho cominciato a rivivere ricordi ed emozioni del passato ma c'è una cosa che mi spaventa molto:
Temo di aver subito un abuso sessuale da mio padre, persona con la quale vivo ancora ora.
Ciò che me lo fa credere sono vari indizi e sintomi ed esperienze passate che ora acquistano un altro colore:
- ho sempre cercato da bambino di coinvolgere altri bambini e bambine in giochi espliciti con la consapevolezza che fossero tali. Ricordo un episodio in cui avevo circa 4 o 5 anni in cui entrai nella culla di una bambina con quello scopo ed ero coscente delle sue implicazioni, ma mi fermai solo per la paura di essere scoperto.
- ho ricordi di mio padre che veniva a fotografarmi nella vasca da bagno per poi scappare e ricordo la cosa con estremo a disagio.
- non riesco a fidarmi degli uomini perché, pur essendo etero, ho la percezione di essere sessualmente vulnerabile attorno a loro. Sento dentro che è strano e disgustoso aprirsi ad altri maschi. Con le donne non ho mai avuto questo problema.
Ultimamente non riesco più a voler bene a mio padre. Non riesco più a parlare con lui senza che sia palese che provi una sorta di rabbia nei suoi confronti. In aggiunta a ciò sto bene e mi sento rilassato solo quando sono fuori casa. Appena rientro ho la tendenza a cercare ogni modo per dissociarmi il più possibile dalla realtà.
Da bambino avevo il terrore di mio padre. Non avevo nemmeno il coraggio di parlargli. Spesso tornava a casa e urlava. Durante tutta la mia infanzia e adolescenza è stata una figura estremamente ambigua, alternava giorni in cui avrebbe fatto qualsiasi cosa per noi a giorni in cui esplodeva per la minima idiozia. Non ricordo mi abbia mai picchiato e non penso l'abbia mai fatto, non è una persona violenta. Solo che adesso la mia situazione è molto difficile. Provo questo dolore immenso che sparisce solo quando esco di casa. È un misto di rabbia, paura e totale disperazione, la sensazione di essere in una situazione senza uscita. Quando sono altrove la mia condizione non è mai stata migliore: sto riacquistando coscientemente il piacere delle piccole cose, di passioni che avevo totalmente perso, sto riacquisendo fiducia in me e sento che sto davvero cominciando a costruirmi un futuro. Eppure, tornato a casa, ho dei momenti in cui mi sento in trappola. Come se sapessi che di sopra c'è quella persona e con lui quella cosa nera che mi ha tormentato per anni.
Non so assolutamente cosa fare. A volte penso io stia solo costruendo castelli in aria e prendendo la strada facile cercando la colpa in una persona che mi ha causato tanta sofferenza. Però ci sono troppi elementi strani nella mia sessualità, specialmente nella mia infanzia e nella mia tendenza ad eccitarmi molto attorno alle persone fragili emotivamente quando so di poter essere io il mostro cattivo oppure all'idea di poter essere l'oggetto di piacere di qualcuno.
A questo riguardo ho sempre vissuto il rapporto con il mio corpo in maniera particolare. Mi sentivo in colpa dopo ogni masturbazione lungo tutta la mia adolescenza ed immediatamente dopo tendevo a dissociarmi nelle mie fantasie (non sessuali). Sentivo che fare sesso con qualcuno significasse far quella persona del male. Cercavo il più possibile di tenere il sesso fuori dalla mia vita, come se volessi illudermi di esservi superiore, ma poi, appena mi eccitavo, cercavo ogni modo e mezzo per soddisfarmi.
Non so bene cosa sto cercando qui. La mia terapeuta è molto brava e mi trovo molto bene con lei. Ma non mi dispiacerebbe avere altre opinioni a riguardo.