Papà mi manca

Inviata da Mdv · 5 giu 2020 Elaborazione del lutto

Salve... mio papà a 63 anni è morto improvvisamente di infarto. All'inizio sembrava potessi sopportare la cosa, invece ora (è passato quasi 1 mese) ogni giorno è peggio... mi manca...non me ne faccio una ragione perché stava benissimo!! Piango spesso... Non sopporto di vedere altri "vecchietti" che invece stanno bene, mi da fastidio la gente felice e contenta... è difficile tornare a casa dei miei e non vederlo o sentirlo (era un tipo molto "caciarone" si dice da me..) e quasi non vorrei più andare, però all'idea che mia madre vuole vendere casa sto male perchè mi sembra di tagliare definitivamente con lui e non vorrei mai... ho 37 anni e una bambina di quasi 5... come potrei provare a stare "meglio"? Grazie.....

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Miglior risposta 6 GIU 2020

Gentile utente,
la perdita di un genitore, seppur facendo parte del normale ciclo di vita, risulta sempre un evento particolarmente doloroso. Quando avviene in modo improvviso, inoltre, non si ha la possibilità, per quanto possibile, di adattarsi e prepararsi alla perdita. Nel momento della morte di una persona ci troviamo a sperimentare emozioni e pensieri diversi. Quello che lei sta sperimentando è un lutto e, in questo momento, si ritrova a provare sentimenti come la rabbia generata da un senso di ingiustizia ("stava bene", "altri vecchietti stanno bene" "gli altri sono felici"). Si tratta di un passaggio naturale che si accompagna alla voglia di evitare le memorie, le cose o il luoghi che innescano ricordi di suo padre (non vuole tornare a casa perché non sopporta di non vederlo o sentirlo). Quello che le consiglio è di darsi del tempo per elaborare la sua perdita (in genere occorre circa un anno e mezzo per accettare una perdita). Si troverà a sperimentare altre emozioni, sensazioni e pensieri che la porteranno a riorganizzare la sua vita sulla base dell'assenza di suo padre. Se avesse bisogno di ulteriore supporto nell'affrontare questo percorso mi contatti.
Saluti, Dott.ssa Francesca Ferraro.

Dott.ssa Francesca Ferraro Psicologo a Pontassieve

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12 GIU 2020

Cara Mdv, la ricerca di un senso è normale in una situazione di lutto, tanto più se improvviso e inaspettato. Tutto ciò che riporta è, pertanto, assolutamente naturale e fisiologico: dalla confusione alla rabbia, l'impossibilità di dare un senso, il confronto con gli altri e "l'invidia" che prova, il senso di incomprensibilità dell'Altro, la paura di dimenticare, e via dicendo. Esiste un tempo per queste sensazioni, che devono avvenire per potersi risolvere. Questo non significa che non possa provare a stare meglio fin da ora, ma solo che non è possibile pensare che quanto avvenuti non La tocchi e non intervenga nella Sua esistenza in modi che si declinano nelle difficoltà che elenca. Dal punto di vista professionale, in questa fase è possibile perlopiù un ascolto attivo che garantisca un sostegno e un primo tentativo di dare un nome e un senso alle emozioni negative che prova, con l'obiettivo, in un secondo momento di riprogettarsi nel futuro alla luce anche di questo evento, che diviene parte importante e indelebile della Sua storia di vita ma che non sarà un blocco totale nelle Sue possibilità d'azione nel mondo. Da un punto di vista personale, può aiutarsi con una serie di aspetti pratici. Ha parlato con la mamma rispetto alla possibilità di attendere qualche settimana? Vi confrontate rispetto a quanto avvenuto? Ha amiche, colleghe, parenti con cui può parlare di come sta? Con la bimba come è avvenuto il passaggio di informazioni e cosa potete fare, insieme, perchè il ricordo del nonno (pur un pò più flebile, alla sua età) sia qualcosa che possa accompagnarla come una risorsa nel futuro? Quali spazi per sè sta ritagliando? Rispondendo ad alcune di queste domande potrebbe trovare una strategia per un sollievo. Si dia tempo, questi passaggi sono dolorosi ma necessari. A disposizione, cordialità, DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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